Alessandro De Pascale
RIFIUTI. I magistrati della Capitale aprono un
fascicolo per stabilire se l’invaso più grande d’Europa abbia provocato
la morte di 4 persone per neoplasie. Bonelli, Verdi: «Un atto
opportuno».
I magistrati della Capitale hanno riscontrato nei 4 casi un denominatore comune: la morte è arrivata in tempi brevi, a pochi mesi dalla diagnosi di cancro. Quanto basta per disporre una consulenza epidemiologica che dovrà chiarire se esiste un nesso casuale tra le patologie dei residenti e l’impianto di smaltimento di Malagrotta che potrebbe essere ordinata già nei prossimi giorni. Il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli, parla di «un atto opportuno che speriamo porti a fare chiarezza, visto che per Malagrotta abbiamo proposto la dichiarazione di “area di crisi ambientale” votata dal Consiglio regionale ma non ancora approvata dalla giunta Polverini».
Sulla stessa linea anche Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio: «Se la procura arriva ad aprire un fascicolo si conferma la situazione ambientale molto seria di quella zona che se si possono addirittura correlare con la morte di persone, si aprono scenari raccapriccianti che sia noi che l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente avevamo denunciato più volte». Il riferimento è alle analisi delle falde acquifere condotte dall’Arpal tra febbraio e maggio 2010 in 61 punti, il cui verdetto non lascia spazio a interpretazioni: continuamente «sforati» i limiti di sostanze pericolose come ferro, manganese e nichel, mentre in alcuni prelievi l’arsenico e il benzene superano addirittura di 30 volte i limiti di legge. Del resto quella discarica è fuorilegge.
Doveva chiudere il 31 dicembre 2007, perché la normativa europea vieta da oltre un decennio di buttare i rifiuti dentro un fosso senza prima trattarli, creando miasmi e percolato. Invece, di proroga in proroga, è ancora aperta. Il risultato è che l’invaso come ha accertato l’Arpal sta inquinando la falde acquifere della Capitale. Tanto che «per il superamento di Malagrotta», che tradotto significa chiudere l’impianto e individuare un sito alternativo, il Consiglio dei ministri ha nominato lo scorso 22 luglio il prefetto Giuseppe Pecoraro commissario straordinario. Proprio quest’ultimo ora mette le mani avanti: «Malagrotta esiste da quarant’anni e volete che risolva i problemi in due giorni. Sto studiando, fatemi studiare con calma perché la questione è molto delicata», ammette Pecoraro.
Ieri mattina la Federazione della sinistra ha inoltre tenuto un flash mob davanti allo Sportello tariffa dell’Ama, l’azienda di igiene urbana di Roma. Gli attivisti hanno coperto la targa di ingresso con un cartello con su scritto “Sportello Cerroni”. Per Fabio Alberti, portavoce romano della Fds, l’obiettivo è «richiamare l’attenzione sul fatto che l’Ama fa gli interessi di Cerroni e non dei cittadini ed è fuorilegge perché non rispetta le normative sulla raccolta differenziata e il riciclo, inviando in discarica più rifiuti del necessario».
http://www.terranews.it/news/2011/09/boom-di-tumori-malagrotta-la-procura-avvia-un%E2%80%99inchiesta
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