giovedì 30 luglio 2009

RIGNANO FLAMINIO: LE COLLEGHE DIFENDONO LE MAESTRE INDAGATE (ARTICOLI E VIDEO)

dal sito di Ragione e Giustizia, associazione nata in difesa degli indagati di RIGNANO FLAMINIO

Il 5 febbraio 2009 presso il teatro Paladino di Rignano Flaminio si è svolta una conferenza stampa fortemente voluta dalle maestre della Olga Rovere per esprimere solidarietà agli indagati (tre maestre e il marito di una di esse), per cui si paventa un rinvio a giudizio.

La nostra voce, mai ascoltata. Parlano le maestre della Olga Rovere












Il 5 febbraio 2009 presso il teatro Paladino di Rignano Flaminio si è svolta una conferenza stampa fortemente voluta dalle maestre della Olga Rovere per esprimere solidarietà agli indagati (tre maestre e il marito di una di esse), per cui si paventa un rinvio a giudizio.

La conferenza stampa, che si è svolta di fronte a un teatro gremito e partecipe, è stata introdotta dal professor Modesto Mendicini, pediatra di decennale esperienza.
Qui di seguito riportiamo alcuni interventi dei partecipanti.

Perché una conferenza stampa

Prof. Mendicini
Innanzi tutto desidero presentarmi: sono un pediatra che da più di quaranta anni si occupa di bambini a livello sia universitario sia libero professionale: vi lascio immaginare con quante migliaia di bambini e di genitori sono venuto a contatto in un lasso di tempo così lungo.

Tengo a precisare che non sono un neuropsichiatra infantile né, tanto meno, un esperto di abusi sui minori.

Il fatto di non essere un esperto della materia, credo mi giovi, rendendomi immune da qualsiasi deformazione professionale. L’esperto vede quasi sempre abusi, il pediatra, come sono io, vede abitualmente situazioni normali e solo raramente, per fortuna, abusi. Credo quindi di avere una visione più oggettiva e panoramica della problematica.

Non sono di Rignano, non conoscevo nessuno a Rignano, non ero amico degli indagati (lo sono diventato adesso!): cioè sono completamente estraneo all’ambiente.

Allora perché sono qui? Perché sono stato colpito immediatamente dall’assurdità della vicenda, che ero convinto si sarebbe sgonfiata molto rapidamente. Purtroppo così non è stato, anzi ci sarebbe la possibilità concreta di un rinvio giudizio. Tento, pertanto, di fare tutto il possibile per evitare a quattro persone per bene lo strazio di un rinvio a giudizio, che prolungherebbe nel tempo un calvario che dura ormai da più di due anni.

Fin dal primo momento mi sono chiesto: ma è possibile che persone perbene che hanno dedicato la loro vita all’educazione dei bambini, improvvisamente impazziscono e passano agli abusi e alle torture più feroci? Non una, ma quattro persone contemporaneamente; senza peraltro che nessuno abbia mai sospettato nulla. Rignano non è Los Angeles, ma una cittadina di poche migliaia di abitanti ove tutti conoscono tutti. E’ possibile che una maestra durante l’orario scolastico si allontani con 4 o 5 bambini per andare a seviziarli a casa sua senza che nessuno se ne accorga: e il resto della classe a chi è affidata ? E’ possibile che un bambino che è stato seviziato alle 11 quando alle 13 viene preso dalla mamma, senza accennare nulla delle sevizi subite saluti affettuosamente la sua carnefice? E così via. Ma su questi aspetti potranno dire molto di più le testimoni che sono qui stasera a cui lascerei quindi la parola.

Le insegnanti
A partire dall’ottobre 2006 la scuola materna operante da oltre trenta anni nel nostro paese e considerata fra le migliori del Lazio per serietà, professionalità e per meriti didattici, è diventata improvvisamente “l’asilo degli orrori”; dall’oggi al domani, tre stimate maestre che vi prestavano servizio da 25 -30 anni e che hanno educato generazioni di bambini, si sono viste additate come orchi.

In questi ultimi due anni le tre maestre, nostre colleghe e madri di famiglia, hanno vissuto un vero e proprio calvario, fatto di tragiche “stazioni” : la perquisizione del 12 ottobre 2006, la sospensione dal servizio, il carcere, la gogna mediatica, la richiesta di rinvio a giudizio e infine il rischio di un processo che, se si farà, completerà l’opera della loro distruzione morale.

Abbiamo sperato finora che tutto finisse con l’archiviazione, vista l’assoluta assenza di prove ad accuse tanto infamanti, ma ora, nella prospettiva di un possibile rinvio a giudizio, ci sentiamo in dovere di gridare al mondo la loro innocenza perché non debbano sopportare oltre tanta ingiustizia. Ciò che ci spinge non è l'amicizia per le colleghe, ma l'amore per la verità e la giustizia.

Per evitare che un errore giudiziario si trasformi in una vera e propria catastrofe, travolgendo completamente persone innocenti già perseguitate e distrutte, siamo qui a testimoniare con forza che le nostre colleghe hanno sempre e solo lavorato con impegno, dando ogni giorno il massimo della professionalità; impegno reso ancor più gravoso proprio nel fatidico anno scolastico 2005-2006, in cui Silvana Magalotti e Marisa Pucci avevano alunni di tre anni che per la prima volta frequentavano la scuola materna, bisognosi di molte attenzioni affettive ed educative che rendessero loro la scuola piacevole e ne favorissero l’adattamento; non ci vuole molto per immaginare la reazione di questi piccoli se le maestre, anziché farli divertire con girotondi e teatrini, li avessero torturati, come risulta dalle denunce, con punture ai genitali o vetri nel sedere (e sono le violenze più lievi fra quelle contestate); torture che peraltro non avrebbero mai potuto passare inosservate, sia per i segni fisici lasciati sui bambini, sia per le ripercussioni che avrebbero avuto sugli altri presenti nella classe che, vedendo i loro compagni feriti e doloranti ne sarebbero stati di riflesso sconvolti e atterriti.

Quale logica umana può far credere che sia i bambini sottoposti a violenze, sia gli altri presenti siano potuti tornare a scuola i giorni successivi alle violenze e per tutto l’anno, consapevoli di essere in balia di maestre sadiche e perverse?

La storia, del tutto priva di logica, che ha travolto le nostre malcapitate colleghe ha colpito profondamente anche tutte noi, che ci sentiamo umiliate e ferite nella nostra dignità di educatrici.

Come educatrici sentiamo altresì il dovere di esprimere la nostra pena e dolore per i figli dei denuncianti, costretti ad entrare nel vortice della suggestione collettiva che ha travolto le loro famiglie condannandoli ad un’infanzia ghettizzata, privandoli della spensieratezza , della serenità e della gioia che stanno alla base di una sana crescita psicofisica. Con un processo, le vere vittime, oltre agli insegnanti, saranno i bambini, e non osiamo immaginare le conseguenze che questo avrà sulla loro vita di adulti.

Nella nostra scuola non è successo mai niente di diverso dalle consuete attività scolastiche e didattiche. In essa tutto è sempre sotto gli occhi di tutti. La scuola ha una struttura quasi completamente a vetri, attraverso i quali se ne può vedere l’interno sia dal piazzale del parcheggio, sia addirittura dalle abitazioni circostanti; è pullulante di vita: per i corridoi vanno avanti e indietro le cuoche che raccolgono le presenze per la mensa; le bidelle sono continuamente chiamate dalle maestre per aiutarle nelle necessità dei bambini; i bagni sono quasi sempre frequentati; il barista entra a scuola quotidianamente per consegnare le merende in varie classi; sono usuali le visite dell’operaio del Comune per aggiustare rubinetti che perdono, controllare i termosifoni o tagliare l’erba; il fornaio rifornisce quotidianamente la mensa di pane accedendo con il suo furgone dall’entrata posteriore e parcheggiandolo di fronte alla porta della cucina-refettorio; c’è inoltre sempre qualche genitore che arriva durante l’orario scolastico per riprendere il figlio per esigenze varie, oltre alle rappresentanti dei genitori che si presentano a scuola, non convocate, per portare nelle classi materiale d'uso quotidiano. Ma questo elenco rappresenta soltanto una minima parte del viavai che si svolge all’interno dell’edificio!

La nostra è Scuola con la S maiuscola, luogo educativo e di conoscenza, e ci opporremo con tutte le nostre forze contro chiunque voglia infangarla con calunnie infamanti, distruggendone la rispettabilità. Garantiamo con la nostra testimonianza che le colleghe sono innocenti e che a scuola non è successo mai nulla di quanto paventato.

L’assurdo caso della nostra scuola offende l’intelligenza e la razionalità umana, in quanto implica che le maestre si possano trasformare da un giorno all’altro in streghe assetate di sangue; che i bambini si possano prelevare come fantocci da una struttura pubblica e sottoporre alle più crudeli sevizie, senza che essi ne riferiscano mai ad alcuno; che infine nessun genitore si accorga dei segni che, inevitabilmente, tali sevizie lasciano sui loro figli.

Ma la razionalità umana viene offesa ancora di più quando, a dispetto di ogni prova negativa riguardante tali accuse, si continua ad affermare ostinatamente che gli abusi ci sono stati!

Ci spaventa, in questo contesto, la diffusa opinione secondo cui il giudice per l’udienza preliminare potrebbe limitarsi ad avallare la richiesta di rinvio a giudizio senza leggere le carte, e ci appelliamo alla magistratura perché niente sia dato per scontato in questa delicata fase e perché le sorti di quattro cittadini integerrimi e dei bambini coinvolti vengano trattate con il dovuto rispetto.










L'inchiesta sui presunti episodi di pedofilia nella scuola di Rignano
Oggi ascoltati come testimoni venticinque dipendenti dell'istituto olga Rovere
Rignano, sentiti i colleghi degli arrestati: "Li difenderemo con tutta la forza"
Rignano, sentiti i colleghi degli arrestati
"Li difenderemo con tutta la forza"

ROMA - Domande, soprattutto, sul funzionamento della scuola: sarebbe questo, ciò che i carabinieri di Bracciano hanno chiesto, oggi dalle 9.30 alle 19, ad alcuni componenti del il personale della materna "Olga Rovere" di Rignano Flaminio (otto insegnanti, quattro bidelle, quattro cuoche e nove impiegati amministrativi), ovvero i colleghi delle maestre e della bidella arrestate nei giorni scorsi con l'accusa di pedofilia e abusi su alcuni degli alunni. E alle domande, molti hanno risposto difendendo "con tutta la forza" le persone coinvolte. Da quanto si apprende dagli investigatori, non ci sarebbero altri interrogatori programmati e quelli di oggi non avrebbero fornito "alcun elemento utile alle indagini, ovvero nulla che già non fosse noto".

Su disposizione delle procura della Repubblica di Tivoli, gli uomini dell'Arma hanno convocato in caserma venticinque persone, per raccogliere deposizioni e testimonianze. I colleghi degli indagati erano attesi, all'esterno, da numerosi cronisti, di fronte ai quali quasi tutti hanno avuto un atteggiamento di chiusura: "Avete già detto tutto", ha detto loro una delle donne uscendo dalla caserma.

"C'è il segreto istruttorio - hanno detto due maestre, le ultime uscite in serata, Emanuela Scatolini e Nunzia Pellegrino - non vogliamo danneggiare ulteriormente le nostre colleghe, possiamo solo dire che sono persone che difenderemo con tutte le nostre forze e tutto il nostro amore, fino in fondo, perché da questa occasione, ovvero da un male, si capisce l'affetto che c'è tra noi, la mancanza di rivalità e di invidie".

Secondo la Scatolini - così ha risposto ai cronisti - i bambini "non sono stati abusati, i loro sintomi potrebbero derivare da disagi di altra natura. Ci sono psicologi, come quelli di Telefono Azzurro, di cui io mi fido assolutamente. Per il racconto di un bambino si può, da un momento all'altro, andare in galera. E' diventato pericoloso insegnare in una scuola materna".

"Se i genitori avessero parlato direttamente con gli insegnanti - hanno detto le due maestre - non saremmo arrivati a questo punto. Per noi il 12 ottobre del 2006 (data della perquisizione nella scuola materna di Rignano Flaminio, ndr) è stato il nostro 11 settembre". Rignano, hanno detto, è ancora "diviso tra innocentisti e colpevolisti, ma ci sono anche queloli che non vogliono immischiarsi nella vicenda. Le persone che si trovano in carcere sono persone encomiabili, professionali, le conosciamo da 28 anni perché abbiamo iniziato tutte insieme".
(la repubblica 5 maggio 2007)

In 250 sfilano davanti a Rebibbia per portare solidarietà alle insegnanti accusate di pedofilia
Sugli striscioni slogan innocentisti ma dalle celle si alzano urla di protesta
Rignano, fiaccolata per le maestre arrestate
I detenuti contestano: "Andate via"

Rignano, fiaccolata per le maestre arrestate
I detenuti contestano: "Andate via"


Alla fiaccolata hanno partecipato 250 persone giunte al carcere di Roma a bordo di quattro pullman
ROMA - Ci sono i mariti delle maestre arrestate e il parroco di Rignano, ci sono le colleghe di lavoro e gli amici. Sono 250, arrivati sotto le finestre di Rebibbia a bordo di quattro pullman, per partecipare alla fiaccolata di solidarietà verso le insegnanti accusate di abusi sessuali su sedici bambini dell'asilo.

"La verità non ha paura", hanno scritto sullo striscione che apre il corteo. "Rignano non è un paese di mostri!" Ma dalle celle si alzano grida di disapprovazione: "Andate via", urlano alcuni detenuti. "Ce fate pure la manifestazione a 'ste zozze". "Pedofili".

Nonostante le proteste, il corteo sfila composto lungo il muro che costeggia il carcere romano. Qualcuno piange. Il cognato della maestra Marisa Pucci usa un megafono per gridare la sua rabbia: "Solidarietà alle maestre arrestate, non hanno fatto nulla".

Sugli striscioni, gli slogan ripetono l'innocenza delle tre maestre e della bidella: "Libertà alle maestre innocenti", "Vittime del lavoro", "Basta con le menzogne", "Liberiamo chi ha dato vita alla scuola".

Il marito di Marisa Pucci, una delle maestre in carcere, vuole incontrare il ministro della Giustizia: "Vogliamo fare un comitato e andare dal ministro Mastella. Non posso accettare che si metta in discussione il lavoro svolto da anni da queste maestre. Ad ottobre gli ispettori del ministero non hanno ascoltato le altre maestre della scuola ma solo le madri degli alunni. I genitori hanno continuato a mandare i loro figli a scuola fino al giorno prima dell'arresto: devo pensare che si fidassero delle maestre".

Alcuni manifestanti, accompagnati da una chitarra, intonano canti religiosi; tra loro anche il parroco di Rignano, don Enrico. Una maestra della scuola di Rignano non riesce a trattenere le lacrime: "Voglio una medaglia al valore per queste mie colleghe quando tutto questo sarà finito. Nessuno in questo momento ci sta tutelando. Perché sono stati ascoltati solo i genitori dei bambini e non i colleghi di tutte le altre classi?"

(la repubblica 3 maggio 2007)

colleghi di Canale 5 "increduli" sul suo coinvolgimento nella vicenda di Rignano
"Siamo certi che presto potrà essere scagionato da ogni accusa e da ogni dubbio"
Paola Perego e gli autori di "Buona domenica"
"Piena solidarietà al collega Scancarello"
L'uomo è in carcere per le presunte violenze nell'asilo di Rignano Flaminio

Paola Perego e gli autori di "Buona domenica"
"Piena solidarietà al collega Scancarello"

ROMA - Non si placa la bufera mediatica sulle terribili vicende della scuola di Rignano Flaminio. Ma Paola Perego, con gli altri autori della trasmissione di Canale 5 Buona domenica, ha espresso oggi piena solidarietà al collega Gianfranco Scancarello, in carcere per le presunte violenze nell'asilo degli orrori. Già all'indomani dell'arresto, Cesare Lanza a nome degli altri autori aveva testimoniato solidarietà e la certezza che Scancarello avrebbe presto chiarito tutto.

"In questi giorni l'opinione pubblica segue con sgomento e indignazione una inchiesta della magistratura incentrata su orribili imputazioni di pedofilia, a seguito di vicende che si sono verificate in un paese, Rignano Flaminio, alla periferia di Roma. Tra gli imputati - è scritto nella nota firmata da Paola Perego con gli autori del programma Roberto Cenci, Stefano Jurgens, Cesare Lanza, Marco Luci, Marco Salvati e Silvia Zavattini - c'è anche un nostro collega, Gianfranco Scancarello, che non può firmare questa puntata di Buona domenica".

"Tutti noi, che confezioniamo questo programma e lavoriamo fianco a fianco con lui da mesi" si legge ancora, "abbiamo accolto con incredulità le notizie che lo riguardano e siamo certi che presto Scancarello potrà essere scagionato da ogni accusa e da ogni dubbio. Nel pieno rispetto della magistratura, che deve operare in serenità per arrivare persuasivamente a certezze e verità, e nel pieno rispetto delle famiglie dei bambini, che hanno il diritto di ottenere giustizia, desideriamo però ricordare a chi lo ha dimenticato in questi giorni che i processi non si fanno in televisione né nei giornali e che ogni imputato, in un Paese civile, non può essere considerato colpevole fino a quando non ci sia una definitiva sentenza".

"Perciò - concludono i colleghi autori di Buona domenica - esprimiamo piena solidarietà al nostro amico 'Scanca': ha lavorato con noi, oggi è come se fosse qui con noi. E siamo fiduciosi che presto, con noi, potrà tornare a lavorare".

(la repubblica 29 aprile 2007)

In una lettera aperta le accuse ai magistrati di Tivoli, definiti incompetenti
"In quei filmati le prove delle violenze, ma in famiglia"
"Su quegli abusi la verità è un'altra"
Rignano, il comitato che difende gli arrestati: giudici, guardate quei video
dal nostro inviato PAOLO G. BRERA

"Su quegli abusi
la verità è un'altra"


La manifestazione di protesta degli abitanti di Rignano Flaminio davanti al carcere di Rebibbia
RIGNANO FLAMINIO - "È un'indagine condotta da incompetenti". Se lo dicevano da giorni - i parenti, gli amici e i colleghi degli arrestati per pedofilia a Rignano Flaminio riuniti nel Comitato per la difesa agli accusati - ma ormai hanno deciso che non basta più. Ora lo gridano, lo mettono per iscritto e minacciano di tradurlo in una denuncia formale nei confronti degli inquirenti: "I giudici della procura di Tivoli che indagano sugli abusi ai minori non sanno riconoscerne uno nemmeno quando accade sotto i loro occhi".

Occhi che a loro avviso avrebbero dovuto strabuzzare vedendo i video girati dai genitori di due bambini della "Olga Rovere", i cui stralci sono stati pubblicati sui quotidiani di sabato: "Siamo sconvolti, disgustati dalle scene riportate, come crediamo lo siano tutti gli italiani", scrivono in una nota diffusa ieri, una lettera aperta in cui chiedono "che quest'inchiesta passi quanto prima nelle mani di persone capaci". Perché per loro "su quei video c'è la prova filmata di abusi reali, compiuti in presa diretta dagli autori del video. Ma la procura di Tivoli invece di procedere contro gli autori di abusi certi e provati, fa loro i complimenti ritenendo quel lavoro un "apprezzabile sforzo" nella ricerca della verità".

Intanto sul caso esplode un'altra mina: la querela preannunciata ieri da una giovanissima educatrice della Ludoteca di Rignano Flaminio, in cui si sarebbero verificati altri gravi atti di pedofilia secondo un'integrazione della perizia effettuata il 23 aprile - il giorno prima che scattassero i sei arresti - dalla psichiatra Marcella Fraschetti Battisti, consulente del pm Marco Mansi. Quell'integrazione contiene l'esito di un nuovo incontro filmato e registrato con uno dei bambini che avrebbero subito abusi a scuola.

Stavolta, però, il bimbo pressato dalle domande della professionista racconta di essere stato molestato nella ludoteca dalla maestra "Debora", di cui descrive colore dei capelli e corporatura: "Ci faceva fare i giochi brutti, quelli che avevamo fatto all'asilo", dice il bimbo specificando di averla incontrata insieme alla maestra Marisa Pucci, una delle arrestate. Un identikit che pare calzato addosso a una parente di Marisa Pucci che si chiama Debora, corrisponde alla descrizione fisica e lavora alla Ludoteca.

Una ragazzina di 19 anni che ieri, letti i giornali, si è precipitata in piazza con l'anima in gola: "Ma siamo matti? Io lavoro qui per 5 euro l'ora perché amo i bambini. Ora mi cerco un avvocato, ma sono cose da pazzi: la vedete com'è fatta la ludoteca? Come possono essere avvenuti abusi in un luogo simile? Ormai siamo alla caccia alle streghe". Il luogo è una stanza di pochi metri quadrati con molte finestre, limitrofo alla scuola media e vicinissimo alle case. In pratica sotto gli occhi di tutti.

Sul fronte delle indagini, in attesa delle decisioni del Tribunale del Riesame - che mercoledì si pronuncerà sul ricorso degli arrestati e potrebbe ordinarne la scarcerazione - gli occhi sono puntati sull'esito delle indagini scientifiche sui computer e sugli oggetti sequestrati agli accusati. Ma una svolta decisiva potrebbe giungere, secondo gli inquirenti, dall'analisi dei tabulati dei cellulari in uso ai sei arrestati.

Al vaglio c'è la frequenza dei contatti tra loro, e soprattutto tra le maestre e il benzinaio cingalese Kelum Weramuni Da Silva, il quale secondo l'accusa avrebbe avuto il ruolo dell'attore protagonista degli abusi. Ed è dagli sms, e ancor più da eventuali mms (i messaggi contenenti immagini), che potrebbero arrivare risposte decisive per l'accusa o nuovi punti di ancoraggio per le difese.

Dopo l'interrogazione parlamentare di Carlo Giovanardi (Udc) che al ministro guardasigilli Clemente Mastella chiede "a che titolo vengono trattenuti in carcere cittadini incensurati in carenza dei presupposti per la custodia cautelare", oggi la politica torna a mettere nel mirino l'inchiesta sulla pedofilia a Rignano Flaminio.

Stavolta è il coordinatore laziale di Forza Italia, Francesco Giro, a annunciare che "il caso verrà affrontato nella riunione del comitato dei Saggi" che si terrà oggi, perché "stanno emergendo troppi lati oscuri che dobbiamo contribuire in qualche modo a far chiarire". E se Giro è intenzionato a andarci di persona, a Rignano Flaminio, "per capire cosa sta accadendo in quella cittadina", l'assessore regionale alla Formazione, Silvia Costa, farà oggi altrettanto "per rasserenare l'ambiente" incontrando sindaco, assessore provinciale, rappresentanti di pubblica istruzione di consiglio d'istituto e preside della "Olga Rovere".

Ma è un impegno davvero complesso, in un paese devastato prima dalle accuse e ora dalle risposte di piombo: "Ci chiediamo quante altre cose allucinanti dovranno venire fuori - conclude la nota del Comitato - prima che la magistratura o il ministero di Giustizia capiscano che questa indagine è condotta da persone incompetenti, che stanno recando danno alla giustizia e ai cittadini".


(la repubblica 7 maggio 2007)

Rignano Flaminio, riunione a sostegno maestre sotto accusa: "L'amore della verità"

://www.bambinicoraggiosi.com/?q=node/822


CONVEGNO UCPI, ABUSO INFANZIA: DALLA PARTE DEGLI INDAGATI
http://www.bambinicoraggiosi.com/?q=node/1221


Ragione e Giustizia

La nostra voce, mai ascoltata. Parlano le maestre della Olga Rovere



Il 5 febbraio 2009 presso il teatro Paladino di Rignano Flaminio si è svolta una conferenza stampa fortemente voluta dalle maestre della Olga Rovere per esprimere solidarietà agli indagati (tre maestre e il marito di una di esse), per cui si paventa un rinvio a giudizio.

La conferenza stampa, che si è svolta di fronte a un teatro gremito e partecipe, è stata introdotta dal professor Modesto Mendicini, pediatra di decennale esperienza.
Qui di seguito riportiamo alcuni interventi dei partecipanti.

Perché una conferenza stampa

Prof. Mendicini
Innanzi tutto desidero presentarmi: sono un pediatra che da più di quaranta anni si occupa di bambini a livello sia universitario sia libero professionale: vi lascio immaginare con quante migliaia di bambini e di genitori sono venuto a contatto in un lasso di tempo così lungo.

Tengo a precisare che non sono un neuropsichiatra infantile né, tanto meno, un esperto di abusi sui minori.

Il fatto di non essere un esperto della materia, credo mi giovi, rendendomi immune da qualsiasi deformazione professionale. L’esperto vede quasi sempre abusi, il pediatra, come sono io, vede abitualmente situazioni normali e solo raramente, per fortuna, abusi. Credo quindi di avere una visione più oggettiva e panoramica della problematica.

Non sono di Rignano, non conoscevo nessuno a Rignano, non ero amico degli indagati (lo sono diventato adesso!): cioè sono completamente estraneo all’ambiente.

Allora perché sono qui? Perché sono stato colpito immediatamente dall’assurdità della vicenda, che ero convinto si sarebbe sgonfiata molto rapidamente. Purtroppo così non è stato, anzi ci sarebbe la possibilità concreta di un rinvio giudizio. Tento, pertanto, di fare tutto il possibile per evitare a quattro persone per bene lo strazio di un rinvio a giudizio, che prolungherebbe nel tempo un calvario che dura ormai da più di due anni.

Fin dal primo momento mi sono chiesto: ma è possibile che persone perbene che hanno dedicato la loro vita all’educazione dei bambini, improvvisamente impazziscono e passano agli abusi e alle torture più feroci? Non una, ma quattro persone contemporaneamente; senza peraltro che nessuno abbia mai sospettato nulla. Rignano non è Los Angeles, ma una cittadina di poche migliaia di abitanti ove tutti conoscono tutti. E’ possibile che una maestra durante l’orario scolastico si allontani con 4 o 5 bambini per andare a seviziarli a casa sua senza che nessuno se ne accorga: e il resto della classe a chi è affidata ? E’ possibile che un bambino che è stato seviziato alle 11 quando alle 13 viene preso dalla mamma, senza accennare nulla delle sevizi subite saluti affettuosamente la sua carnefice? E così via. Ma su questi aspetti potranno dire molto di più le testimoni che sono qui stasera a cui lascerei quindi la parola.

Le insegnanti
A partire dall’ottobre 2006 la scuola materna operante da oltre trenta anni nel nostro paese e considerata fra le migliori del Lazio per serietà, professionalità e per meriti didattici, è diventata improvvisamente “l’asilo degli orrori”; dall’oggi al domani, tre stimate maestre che vi prestavano servizio da 25 -30 anni e che hanno educato generazioni di bambini, si sono viste additate come orchi.

In questi ultimi due anni le tre maestre, nostre colleghe e madri di famiglia, hanno vissuto un vero e proprio calvario, fatto di tragiche “stazioni” : la perquisizione del 12 ottobre 2006, la sospensione dal servizio, il carcere, la gogna mediatica, la richiesta di rinvio a giudizio e infine il rischio di un processo che, se si farà, completerà l’opera della loro distruzione morale.

Abbiamo sperato finora che tutto finisse con l’archiviazione, vista l’assoluta assenza di prove ad accuse tanto infamanti, ma ora, nella prospettiva di un possibile rinvio a giudizio, ci sentiamo in dovere di gridare al mondo la loro innocenza perché non debbano sopportare oltre tanta ingiustizia. Ciò che ci spinge non è l'amicizia per le colleghe, ma l'amore per la verità e la giustizia.

Per evitare che un errore giudiziario si trasformi in una vera e propria catastrofe, travolgendo completamente persone innocenti già perseguitate e distrutte, siamo qui a testimoniare con forza che le nostre colleghe hanno sempre e solo lavorato con impegno, dando ogni giorno il massimo della professionalità; impegno reso ancor più gravoso proprio nel fatidico anno scolastico 2005-2006, in cui Silvana Magalotti e Marisa Pucci avevano alunni di tre anni che per la prima volta frequentavano la scuola materna, bisognosi di molte attenzioni affettive ed educative che rendessero loro la scuola piacevole e ne favorissero l’adattamento; non ci vuole molto per immaginare la reazione di questi piccoli se le maestre, anziché farli divertire con girotondi e teatrini, li avessero torturati, come risulta dalle denunce, con punture ai genitali o vetri nel sedere (e sono le violenze più lievi fra quelle contestate); torture che peraltro non avrebbero mai potuto passare inosservate, sia per i segni fisici lasciati sui bambini, sia per le ripercussioni che avrebbero avuto sugli altri presenti nella classe che, vedendo i loro compagni feriti e doloranti ne sarebbero stati di riflesso sconvolti e atterriti.

Quale logica umana può far credere che sia i bambini sottoposti a violenze, sia gli altri presenti siano potuti tornare a scuola i giorni successivi alle violenze e per tutto l’anno, consapevoli di essere in balia di maestre sadiche e perverse?

La storia, del tutto priva di logica, che ha travolto le nostre malcapitate colleghe ha colpito profondamente anche tutte noi, che ci sentiamo umiliate e ferite nella nostra dignità di educatrici.

Come educatrici sentiamo altresì il dovere di esprimere la nostra pena e dolore per i figli dei denuncianti, costretti ad entrare nel vortice della suggestione collettiva che ha travolto le loro famiglie condannandoli ad un’infanzia ghettizzata, privandoli della spensieratezza , della serenità e della gioia che stanno alla base di una sana crescita psicofisica. Con un processo, le vere vittime, oltre agli insegnanti, saranno i bambini, e non osiamo immaginare le conseguenze che questo avrà sulla loro vita di adulti.

Nella nostra scuola non è successo mai niente di diverso dalle consuete attività scolastiche e didattiche. In essa tutto è sempre sotto gli occhi di tutti. La scuola ha una struttura quasi completamente a vetri, attraverso i quali se ne può vedere l’interno sia dal piazzale del parcheggio, sia addirittura dalle abitazioni circostanti; è pullulante di vita: per i corridoi vanno avanti e indietro le cuoche che raccolgono le presenze per la mensa; le bidelle sono continuamente chiamate dalle maestre per aiutarle nelle necessità dei bambini; i bagni sono quasi sempre frequentati; il barista entra a scuola quotidianamente per consegnare le merende in varie classi; sono usuali le visite dell’operaio del Comune per aggiustare rubinetti che perdono, controllare i termosifoni o tagliare l’erba; il fornaio rifornisce quotidianamente la mensa di pane accedendo con il suo furgone dall’entrata posteriore e parcheggiandolo di fronte alla porta della cucina-refettorio; c’è inoltre sempre qualche genitore che arriva durante l’orario scolastico per riprendere il figlio per esigenze varie, oltre alle rappresentanti dei genitori che si presentano a scuola, non convocate, per portare nelle classi materiale d'uso quotidiano. Ma questo elenco rappresenta soltanto una minima parte del viavai che si svolge all’interno dell’edificio!

La nostra è Scuola con la S maiuscola, luogo educativo e di conoscenza, e ci opporremo con tutte le nostre forze contro chiunque voglia infangarla con calunnie infamanti, distruggendone la rispettabilità. Garantiamo con la nostra testimonianza che le colleghe sono innocenti e che a scuola non è successo mai nulla di quanto paventato.

L’assurdo caso della nostra scuola offende l’intelligenza e la razionalità umana, in quanto implica che le maestre si possano trasformare da un giorno all’altro in streghe assetate di sangue; che i bambini si possano prelevare come fantocci da una struttura pubblica e sottoporre alle più crudeli sevizie, senza che essi ne riferiscano mai ad alcuno; che infine nessun genitore si accorga dei segni che, inevitabilmente, tali sevizie lasciano sui loro figli.

Ma la razionalità umana viene offesa ancora di più quando, a dispetto di ogni prova negativa riguardante tali accuse, si continua ad affermare ostinatamente che gli abusi ci sono stati!

Ci spaventa, in questo contesto, la diffusa opinione secondo cui il giudice per l’udienza preliminare potrebbe limitarsi ad avallare la richiesta di rinvio a giudizio senza leggere le carte, e ci appelliamo alla magistratura perché niente sia dato per scontato in questa delicata fase e perché le sorti di quattro cittadini integerrimi e dei bambini coinvolti vengano trattate con il dovuto rispetto.


martedì 21 luglio 2009

Berlusconi-D'Addario: Nuove Registrazioni.Un paese in mano alle escort

(Immagine dal blog di Marco Travaglio)
di Roberta Lerici

Vorrei spiegare a chi pensa che tutto questo interesse per la vita intima del premier sia fuori luogo, che purtroppo l'aspetto inquietante di tutta la questione è solo ed esclusivamente che alcune di queste escort o amiche di Tarantini e del Premier potrebbero essere state elette in parlamento e decidere,con i loro voti nel parlamento italiano ed europeo o nelle amministrazioni locali, le sorti di un intero paese. Anche Patrizia D'Addario era candidata alle amministrative e abbiamo appreso che il premier, oltre ai gioielli e al denaro,amava promettere in regalo candidature in tutti i tipi di elezioni.E un ex parlamentare europeo ha confermato , in una recente intervista, che Berlusconi gli aveva annunciato di voler candidare alle europee tante ragazze.

Che poi alcune di queste ragazze, combacino con le protagoniste dell'inchiesta di Bari, è un ulteriore conferma che il vero scandalo è soltanto questo: il destino di un paese non può essere lasciato nelle mani di persone incompetenti, nè di marionette inserite nelle massime istituzioni solo per fare numero con la conseguenza che a decidere, sono sempre in meno.

Un ristretto gruppo di persone a capo di una schiera di comparse, sono la morte certa della democrazia. Ma di questo non si parla abbastanza, concentrandosi sulla mesta deriva di un uomo che talvolta ispira compassione.Si sono svelati i dettagli più intimi, ma resta oscuro il disegno che ci sta portando verso un'ignoranza di massa, un controllo dell'informazione, una deriva di stampo razzista, una crisi economica sempre più grave e una disorganizzazione totale delle istituzioni.

Ieri Renato Nicolini, alla manifestazione contro i tagli alla cultura, ha parlato anche di questo e ha annunciato di volersi candidare alla segreteria del PD. Già perchè il PD, in tutto questo tempo dov'era? Mentre il paese si trasformava alla velocità della luce, dov'era? Al momento il ruolo vacante di Leader di opposizione può essere svolto solo da IDV, unita ai Meet up di Grillo e ai partiti di sinistra, auspicabilmente uniti.Ma bisogna organizzarsi, non credo sia più tempo di mille piccole azioni di protesta sparse sul territorio, perchè con tutte le leggi approvate e quelle in via di approvazione, ci vorranno anni per ristabilire una situazione così compromessa.


dal sito:http://espresso.repubblica.it/dettaglio/intercettazioni/2104824


Prima di andare a Palazzo Grazioli Gianpaolo Tarantini e Patrizia si mettono d'accordo sulla serata a casa del premier

GTAllora ... non volevo parlare, volevo dirti... che alle nove e un quarto vi passo a prendere l'autista e andiamo lì ... andiamo lì ... poi se lui decide rimani lì ... Mille ora già te li ho già dati ... poi se rimani con lui ... ti fa il regalo solo lui ... ah ... vedi che lui non usa il preservativo ... eh

PD Ma non esiste una cosa senza preservativo ... come faccio a fidarmi?

GT Ma ... è Berlusconi ...

PD Ma tu chi sei? Guarda che ... sai quanta gente è rimasta ...

GT Sai quanti esami fa lui?

PD Lo so, ma ... sai ... per noi donne è anche più bello ... voglio dire ... ma sentire una cosa del genere

GT...Tu puoi decidere, però lui non ti prende come escort, capito? lui ti prende come un'amica mia, che ho portato ...

Dopo quelle pubblicate ieri, L'Espresso ha pubblicato altre 4 nuove registrazioni.
In una Berlusconi e Patrizia D'Addario fanno colazione a Palazzo Grazioli, dopo la nottata focosa. Lei dice: "Che dolore, all'inizio mi hai fatto un dolore pazzesco". E Silvio: "Ma dai! Non è vero!", ma la D'Addario replica: "Ti giuro, un dolore pazzesco all'inizio".
Chissà a cosa si riferivano...

Le nuove registrazioni

Nuovi audio

L'AQUILA: DOVE SONO I PREFABBRICATI DONATI DAL MILAN?



DI ROBERTA LERICI

Nel mese di maggio Paolo Maldini annunciò a Striscia la Notizia che la squadra del Milan aveva deciso di donare dieci case prefabbricate ai terremotati dell'Aquila. Ha anche detto che tali prefabbricati sarebbero stati montati entro la fine di giugno.Siamo al 21 luglio e su nessun organo di stampa si è più parlato di questi prefabbricati. Siccome un'altra donazione di prefabbricati da parte della provincia di Trento venne bloccata dal governo (o dalla Protezione Civile, non ricordo), non vorrei che fosse accaduto lo stesso anche alla donazione dei dipendenti più ricchi e, dunque, più generosi, del Premier.
Se qualcuno avesse notizie in merito, lo prego di farmele pervenire. Grazie.

www.bambinicoraggiosidue.blogspot.com 21 luglio 2009

PD/ Renato Nicolini si candida alla segreteria nazionale.


CONTRO I TAGLI ALLA SCUOLA, ALLA CULTURA E PER LA LIBERTA' DI STAMPA



martedì 21 luglio 2009

Dopo il suo intervento di ieri alla manifestazione contro i tagli al Fondo unico per lo spettacolo (Fus), Renato Nicolini ha deciso di «sciogliere ogni riserva e di candidarsi alla segreteria nazionale del Pd». L'ex assessore capitolino, inventore delle manifestazione dell'Estate romana, annuncerà ufficialmente la candidatura domani a Roma, con una conferenza stampa alla sezione Trastevere del Pd.

Secondo Nicolini, che da anni insegna architettura all'università di Reggio Calabria, «il Pd potrebbe essere (cosa che oggi non è) il partito che sa cogliere il filo che collega i tagli alla scuola e all'università, i tagli al Fus ed a tutto il ministero per i Beni e le Attività culturali, gli attacchi alla libertà di stampa ed al sistema delle autonomie (enti locali, università, magistrature) la crisi della stessa tv privata…».

Tagli, lo spettacolo protesta con il lutto

Tagli, lo spettacolo protesta con il lutto





Palloncini neri alla manifestazione bipartisan
MARIA CORBI
ROMA
Palloncini neri, fasce nere al braccio, lo spettacolo italiano scende in piazza in lutto per i tagli al fondo dello spettacolo. «Ci condannate a morte», gridano registi attori, sceneggiatori, coreografi, musicisti davanti a piazza Montecitorio. Sono in tanti ma non sono comunque la folla che i tempi grami imporrebbero. Chiedono ossigeno per la loro arte e le dimissioni del ministro Bondi che ha tradito la promessa fatta davanti al capo dello Stato di reintegrare parte dei fondi tagliati. E invece non si è vista neanche una lira. E allora tutti in piazza nonostante i 40 gradi. Ci sono i padri nobili del Cinema italiano come Mario Monicelli, Carlo Lizzani, Ettore Scola, Citto Maselli fino ai volti giovani delle fiction tv. Ci sono Nanni Moretti, Ricky Tognazzi, ma anche Silvio Orlando, Mariangela Melato, Carlo Verdone, i fratelli Vanzina. «Mi sarei aspettato più persone», dice Tognazzi guardandosi intorno, «ma certo il caldo, il periodo, l’ora, non aiutano». Nino Russo, dell’Anac (associazione cineasti) invoca coesione di tutto il settore (oltre 200 mila lavoratori) e la lotta dura fino al blocco del festival di Venezia. La folla applaude ma non tutti sono d’accordo come Carlo Verdone che dice: «Mi sembra autolesionista boicottare l’unica vetrina del cinema italiano, io userei quel palcoscenico per far conoscere al mondo le nostre ragioni e quello che accade in Italia». Con lui anche Luca Zingaretti: «E’ stato fatto tanto tempo fa e anche allora fu proprio dannoso. Venezia è un nostro patrimonio, non appartiene alla controparte».

Che il momento sia epico per il settore lo si capisce da quello che accade quando sale sul palco improvvisato Luca Barbareschi, considerato dal mondo dello spettacolo radical chic un traditore, transfuga nelle fila della destra. Prima lo fischiano poi (non prima che Barbareschi urli «allora siete dei fascisti» alla platea) lo applaudono quando dice che «bisogna fare sciopero per quattro mesi non solo un giorno, il lunedì, giorno di pausa degli attori. Altrimenti - spiega - avremo solo diritto al mugugno». Ma, avverte Barbareschi, dobbiamo batterci per riformare anche l’etica. «Ci sono teatri, imprenditori, al limite della truffa. E’ difficile fare una battaglia quando per anni ci sono stati produttori che hanno rubato soldi allo Stato». Accanto a lui anche Gabriella Carlucci nella versione «di lotta e di Governo». Con il Governo ma contro i tagli del Fus. E che la marcia per riavere il Fondo sia accidentata lo si capisce quando il microfono lo prende lo sceneggiatore Andrea Purgatori di ritorno da un incontro con Gianni Letta: «Non abbiamo buone notizie ne in verità ci speravamo molto. Per ora non sembra esserci via d’uscita al reintegro del Fondo Unico per lo Spettacolo da parte del Governo e dobbiamo quindi attrezzarci ad altre forme di lotta e di protesta».

Ad ascoltare, tutti gli ex responsabili della cultura di sinistra dal veltroniano Gianni Borgna, all’inventore delle estati romane Nicolini, a Giovanna Melandri. Vincenzo Vita, vicepresidente della commissione cultura propone un’iniziativa parlamentare comune di maggioranza e opposizione per ripristinare le risorse finalizzate a tenere in vita il mondo della cultura e dello spettacolo». E Giovanna Melandri fa sapere che «nei giorni scorsi» hanno «presentato un emendamento alla Camera che consentisse di correggere in tal senso il decreto fiscale». «Il governo non faccia orecchie da mercante», aggiunge la Melandri, «e accolga le richieste avanzate dal mondo dello spettacolo e fatta proprie da molti parlamentari dei due schieramenti».
la stampa 21 luglio 2009

domenica 19 luglio 2009

Scuola:I bocciati sono diminuiti.Smentita la Gelmini

Note: Direi che oltre ad invocare "la scuola del rigore", il ministro dovrebbe dare esempio di rigore anche nei dati diffusi dal suo ministero, smentito per la seconda volta in un anno.

Le statistiche sui risultati degli esami parlano di un calo dei respinti
E' la seconda volta che i dati correggono le dichiarazioni della Gelmini Bocciati, meno anche alle medie
smentite le indicazioni del ministero
di SALVO INTRAVAIA
Scuola del rigore? Forse, ma i dati definitivi sembrano smentire la Gelmini, almeno in parte. Quest'anno, i bocciati nelle classi intermedie (dalla prima alla quarta) della scuola superiore, seppur di poco, sono diminuiti. Stesso discorso per i ragazzini che non ce l'hanno fatta a superare agli esami di terza media: anch'essi in calo, nel 2009. Eppure, dopo avere raccolto i primissimi dati provenienti dalle scuole, il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, aveva annunciato con un certo trionfalismo il contrario. La scuola buonista del '68 è stata archiviata", commentava il ministro dopo i primi "exit poll". Peccato che i dati inizino a delineare un quadro diverso: agli esami di terza media i professori sono stati più clementi di una anno fa o, in alternativa, i ragazzi più bravi.

E anche sul 5 in condotta, soluzione italiana al problema del bullismo, va fatta una precisazione: non è vero che 10 mila ragazzi sono stato bocciati per il 5 in condotta. E' vero, semmai, che 10 mila studenti di scuola media e superiore sono stati bocciati "anche" con 5 in condotta. Perché quanti effettivamente siano stati quest'anno i bocciati per il solo comportamento non lo sa nessuno: il gestore del sistema informativo può infatti solo raccogliere i dati relativi ai bocciati "con votazione nel comportamento inferiore a 6 decimi".

Sono in effetti cresciuti rispetto al 2008 i non ammessi agli esami di Stato, sia alla media sia - probabilmente a causa della sufficienza richiesta in ogni materia per arrivare agli esami - al superiore. Crescono pure i rimandati a settembre (con giudizio sospeso) e, forse, i bocciati alla maturità. Ma non è detto, perché i dati definitivi potrebbero rivelare un'altra sorpresa. Per comprendere che la realtà comincia ad apparire diversa da quella descritta dal governo basta dare un'occhiata ai numeri.

I bocciati agli esami di terza media sono appena lo 0,48 per cento. Durante l'estate 2008 se ne contarono un numero maggiore (lo 0,53 per cento), differenza che si accentua se si prendono in considerazione i dati relativi ai soli ragazzini delle scuole statali: 0,45 nel 2009, contro 0,53 del 2008. Anche sui bocciati al superiore le prime stime ministeriali parlavano di crescita, per scoprire più tardi che è vero il contrario: 13,8 per cento di bocciati nel 2008 e 13,6 quest'anno.
la repubblica 19 luglio 2009

SOSTEGNO, N SARDEGNA INTEGRAZIONE SCOLASTICA A RISCHIO,

Il Coordinamento italiano insegnanti di sostegno: “Le previsioni sugli organici di fatto per il prossimo anno delineano un docente ogni 2 alunni disabili”. Le famiglie minacciano il ricorso al Tar

insegnante di sostegno

CAGLIARI - In Sardegna integrazione scolastica a rischio. Secondo il Coordinamento italiano degli insegnanti di sostegno (Ciis), "le previsioni sugli organici di fatto per il prossimo anno delineano un rapporto di un docente ogni 2 alunni disabili, senza alcuna possibilità di deroga neanche nei casi di disabilità più grave come invece sarebbe previsto dall'ultima Finanziaria". Inoltre "mancano ancora gli accordi provinciali di programma 2008-2013, gli accordi quadro e quelli territoriali, i piani di zona distrettuali e le risorse finanziarie per l'inclusione scolastica". A tracciare un bilancio negativo delle scuole sarde è Giuseppe Argiolas, del direttivo nazionale Ciis, preoccupato anche "per il mancato successo formativo di molti alunni disabili, eccezione fatta per alcune scuole isolane".

"Quest'anno scolastico si chiude con una procedura di certificazione dell'handicap più complicata e con ulteriori tagli annunciati dal ministero dell'Istruzione". Ma anche le previsioni sugli organici di fatto degli insegnanti di sostegno non sono buone, in quanto "sembrano attribuire un docente ogni due alunni disabili". Se questa situazione dovesse essere confermata "potrebbero aumentare in maniera esponenziale i ricorsi al Tar, con possibili richieste di danno esistenziale da parte delle famiglie che intanto hanno già scritto al ministero", dice Argiolas. In Sardegna "ci sono 4.500 studenti disabili, di cui 3.300 certificati, e 1.830 insegnanti di sostegno".

Inoltre "mancano ancora gli accordi provinciali di programma 2008-2013, gli accordi quadro e quelli territoriali, i piani di zona distrettuali, la pubblicazione on line delle relazioni annuali degli interventi realizzati nelle scuole e le risorse finanziarie per l'integrazione degli alunni disabili", continua il membro del Coordinamento italiano degli insegnanti di sostegno. Nulla di nuovo, invece, sul fronte dell'attività dei Gruppi di lavoro interistituzionali provinciali per l'handicap (Glip) previsti nell'Ufficio scolastico di ogni provincia.

Per quanto riguarda infine il processo di assegnazione delle supplenze da parte delle istituzioni

scolastiche, "è urgente applicare anche in Sardegna la procedura informatizzata prevista dal ministero dell'Istruzione con l'ordinanza n. 48 dell'8 maggio 2009" per l'aggiornamento della graduatoria, commenta Giuseppe Argiolas. E in attesa della riforma della scuola superiore, che entrerà a regime nel 2010, il Coordinamento italiano degli insegnanti di sostegno ricorda "il valore aggiunto della continuità didattica per il successo formativo degli alunni disabili, soprattutto per quanto riguarda l'alternanza scuola-lavoro dei ragazzi che frequentano gli istituti professionali e in vista di un futuro inserimento lavorativo". (mt)

(19 luglio 2009)

lunedì 13 luglio 2009

Maturità, aumentano i bocciati tremila in più rispetto all'anno scorso

Quest'anno superano il 3 per cento. A conti fatti, si tratta di circa 15 mila studenti che dovranno ripetere l'ultimo anno

Tremila i bocciati anche per una insufficenza in condotta
di SALVO INTRAVAIA

Maturità, aumentano i bocciati
tremila in più rispetto all'anno scorso" width="230">
ROMA - Batosta alla maturità: crescono i bocciati. Gli esami di stato della scuola secondaria di secondo grado sono alle battute finali e in queste ore all'Invalsi stanno affluendo i dati inviati dai presidenti di commissione. Secondo un primo monitoraggio effettuato dai tecnici del ministero dell'istruzione, gli studenti della scuola superiore fermati durante il rush finale sono in aumento rispetto al 2008. Un dato che sommato al numero di non ammessi agli esami consente di tracciare un primo bilancio della maturità 2009.

L'anno scorso, la percentuale di coloro che inciamparono nelle prove finali si attestò attorno al 2,5 per cento: in tutto, 12 mila ragazzi non ce la fecero a conquistare il diploma proprio all'ultimo atto. Quest'anno i bocciati, o "con esito negativo" sul tabellone finale, superano il 3 per cento. A conti fatti, si tratta di circa 15 mila studenti che dovranno ripetere l'ultimo anno se vorranno diplomarsi.

Professori più severi o studenti meno preparati? Forse entrambe le cose. Sta di fatto che le tre prove scritte e l'orale si sono svolti con le stesse regole dello scorso anno. Soltanto i punteggi del colloquio e del credito sono cambiati: il colloquio, anziché 35, vale 30 punti e il credito massimo passa da 20 a 25 punti. E potrebbe essere proprio questa variazione nei punteggi ad avere favorito un maggior numero di non promossi. Perché, mentre i 5 punti in più di credito sono andati soprattutto a coloro che negli anni scorsi hanno riportato le medie più alte (da 8 a 10), all'orale erano disponibili 5 punti in meno per raggiungere il minimo utile per la promozione: 60 centesimi.

Tra non ammessi a bocciati, se i dati verranno confermati, le "vittime" saranno oltre 42 mila, quasi il 9 per cento: un record per le ultime maturità. In sostanza, quasi tre punti in più dello scorso anno scolastico, quando, tra prima e dopo l'esame, vennero fermati poco più di 6 studenti su 100. Viale Trastevere conferma che, per le classi intermedie, cresce il numero di bocciati e non ammessi agli esami della scuola media, mentre al superiore aumentano (30 mila in più dell'anno scorso) i "rimandati" a settembre, che ora sono "con giudizio sospeso". E, in tutto, sono 3 mila i bocciati con una insufficienza anche nel voto di condotta, introdotto proprio quest'anno dal ministro Marisatella Gelmini per arginare bullismo e comportamenti scorretti.
(la repubblica 13 luglio 2009)

G8: Un successo da avanspettacolo

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di Severo Bruno


Il G8 non era ancora finito e già le trombe dei creatori di consenso cominciavano a diffondere l'idea del “successone” della manifestazione.

Prima di aderire o meno a questa interpretazione, vediamo di che si vuol parlare.

Nel merito dei problemi sul tappeto, i risultati non sono stati un successo, ma vanno considerati invece del tutto modesti. A cominciare dai miliardi per l'Africa, promessi venti invece dei cinquanta attesi, mentre ancora non sono state versate le somme promesse da circa dieci anni; anche l'accordo sul clima, con Cina e India non impegnate, con una scadenza al 2050, ha tradito anche le più pessimistiche aspettative.

Non ci sono state nuove regole per il commercio mondiale, malgrado il protezionismo strisciante emerso durante la crisi, né sono state fissate nuove procedure per i mercati finanziari salvo l'impegno di riparlarne prossimamente. Come si vede, questo G8 non sarà ricordato per le decisioni prese, ma forse soltanto per gli sforzi di protagonismo del nostro premier.

Allora, di quale successo si vuol parlare? Forse dello spettacolo mandato in onda senza limitazioni di spese?
Indubbiamente l'Aquila è stata una quinta preziosa, il luogo dove tutto è riuscito, dove l'organizzazione ha trionfato, dove però le rovine, i crolli e la gente nelle tende sono stati lo sfondo doloroso del successo, così come inteso da pubblicitari navigati.

Ma quanto è costata questa “ location”, e non solo da un punto di vista umano? E i lavori a La Maddalena, avviati e quasi completati inutilmente?

Se avessimo evitato una simile spesa, forse ci saremmo potuti risparmiare il mortificante appello del ministro della Cultura per ottenere donazioni per le nostre Belle Arti abbandonate. Che io ricordi, è la prima volta che questo succede, non c'è da esserne fieri.

Come non c'è da rallegrarsi per il doppio binario della nostra politica estera, che nel G8 sottoscrive impegni a favore di stati poveri ed è contemporaneamente costretto a giustificare il mancato rispetto di quelli già presi e non adempiuti ( “... a causa del terremoto...”), oppure combatte in Europa una guerra contro ogni limitazione delle emissioni industriali e poi nel corso del G8 sottoscrive un accordo sul clima che quelle limitazioni presuppongono.

Del G8 italiano rimangono memorabili le cronache del tg1 ( i “Grandi della Terra” ripetuta a ogni piè sospinto, vera linea editoriale), la missione segreta di Bruno Vespa, presidente della terza camera, il corto circuito di Berlusconi assimilatosi al Padrone del Paese (...”l'occhio del padrone...”) e la vignetta di Giannelli su Berlusconi nelle scarpe con tacco di Michelle.

Ebbene, se si parla di successo dello spettacolo, condivido il giudizio, tutto si è svolto come una bella crociera, con buona cucina e tanti gadgets, oltre ovviamente un meraviglioso, pervasivo, intrattenitore.

Il giudizio è poi facilitato dal senso di sollievo provato dagli ospiti e dai cittadini italiani a manifestazione finita, gli uni preoccupati dalle cattive frequentazioni del premier, gli altri dalle sue imprevedibili improvvisazioni.

Malgrado la bella confezione luccicante, considerata l'attenuante costituita dalla assenza di Apicella, mi sento di concludere, però, che la manifestazione ha fatto guadagnare agli aspiranti statisti solo pochi punti, decisamente insufficienti, e che gli unici che ne sono usciti vittoriosi sono stati i cittadini attendati, lasciati senza diritto di parola.

Severo Bruno
tuscia web Viterbo - 13 luglio 2009 - ore 3,30

mercoledì 8 luglio 2009

Sesso, bugie e Facebook:in uscita un libro sul fondatore del social network


Esce in Italia il 14 luglio, in America è già diventato un caso. Sotto accusa il fondatore del social network più famoso nel mondo. Presto diventerà un film con David Fincher, diretto da Kevin Spacey
di ANGELO AQUARO


Sesso, denaro e tradimenti un libro fa tremare Facebook

Ben Mezrich

Sesso, denaro e tradimenti un libro fa tremare Facebook

Sesso, bugie e Facebook. L'uomo che sta facendo tremare il social network più famoso del mondo ha la faccia di un ragazzone, i capelli biondi impomatati, l'occhialino che fa intellettuale e un contratto da un milione di dollari. Ma non fidatevi delle apparenze: Ben Mezrich, 40 anni, da Boston, laurea ad Harvard e una decina di bestseller, è un mostro. E non solo di bravura. Sarah Lacy del Washington Post: "La sua deontologia è disgustosa". Brad Stone del New York Times: "Sotto una patina romanzesca maschera la completa insulsaggine del suo reportage". Eppure il suo libro, "The Accidental Billionaires", 227 pagine in uscita il 14 luglio negli Usa per Doubleday, è un successo annunciato. Non bastava il sottotitolo: "La nascita di Facebook: una storia di sesso, denaro, genio e tradimento". Ci s'è messo pure Kevin Spacey: "Forse pensavate di conoscere la storia di Facebook, ma non potete mai aver sentito questa storia". Un vero e proprio lancio per il libro già pronto a diventare film prodotto dallo stesso Spacey e diretto dal David Fincher di "Fight Club" e "Benjamin Button".

D'accordo: la storia dei ragazzini di Harvard, Mark Zuckerberg in testa, diventati miliardari con quel software che, all'inizio, serviva come collante della comunità studentesca, è stranota. Ma allora cos'è che sta facendo arrabbiare i Facebook boys? Sentite come Mezrich racconta la nascita del network a cui duecento milioni di persone nel mondo affidano i segreti più intimi e le immagini più care. "Zuckerberg ed Eduardo Saverin, il suo amico, non erano abbastanza cool per stanare le ragazze più carine del campus nella vita reale - ma nel mondo virtuale, beh, lì non c'era nulla in cui non potessero riuscire. Così cominciarono a coltivare l'idea di un sito che raccogliesse tutte le ragazze di Harvard. Usando le doti di hacker, Mark si infiltrò nel sistema dell'università e scaricò le foto di ammissione di tutte le ragazze. Eduardo lo aiutò a costruire un programma che tenesse in ordine le foto rubate: lo chiamarono FaceSmash, e non faceva altro che far comparire due foto di ragazze sullo schermo. Tu cliccavi su una delle immagini, e un complesso algoritmo cominciava a ordinarle in una classifica di attitudine sexy. Nel giro di due ore l'80 per cento della popolazione maschile della scuola aveva votato, mandando in tilt il sistema informatico di Harvard".

Sesso. Ancora sesso. Volevano entrare nel Final Club, l'associazione più esclusiva. Per rubarne i segreti. Zuckerberg era arrivato perfino ad accovacciarsi sotto il divano di una studentessa per riversare sul web il suo incontro clandestino. Nulla li avrebbe fermati. Del resto alla scuola superiore Mark era già finito in una lista dell'Fbi per essersi infiltrato in un sito governativo. Volevano sfuggire alla nomea di nerds, i ragazzi secchioni. E con i primi quattrini "vivevano una vita selvaggia e da re. Una volta si mangiarono un intero koala sullo yacht dell'amministratore delegato di Sun Microsystems".

Ok, direte: c'è n'è abbastanza. E ci sarà anche da ridere, ma la questione negli States sconvolti dalla crisi dei giornali si sta facendo gravissima. Ovvio che i diretti interessati tendano a smosciare: "Ben Mezrich vuole passare alla letteratura come lo Jackie Collins di Silicon Valley" ha ironizzato con l'inglese Observer il portavoce di Facebook, Elliott Schrage. La questione è più complessa. I libri di Mezrich sono pubblicati sotto la dizione non-fiction. Anche "Bringing Down The House", il bestseller precedente, da cui Hollywood ha tratto il filmone "21", era stato presentato come un reportage: la storia degli studenti del Mit che sbancano i casinò di mezzo mondo grazie a un sofisticatissimo sistema matematico applicato al gioco. Peccato che il Boston Globe con una contro-inchiesta abbia praticamente smontato tutto.

E lui, Ben? Forte delle classifiche, e di Hollywood, spiega che stavolta si è limitato a raccogliere il racconto di Eduardo, il compagno d'avventura di Mark. Anche qui: il ragazzo ne ha di risentimento con Zuckerberg, era stato messo alle porte. C'è stata anche una causa, già chiusa, che ora riaprirà sulla scia delle "rivelazioni". Domanda: ma come mai in tutta la ricostruzione la voce mancate è, guarda caso, proprio quella di Zuckerberg? Risposta: "C'era sempre qualcuno che diceva: Mark dovrebbe parlarti, Mark potrebbe chiarirti questo, ma alla fine lui ha deciso di no e ha fatto capire ai suoi collaboratori che era meglio tacessero". Così Mezrich ci ha scritto un romanzo. E l'ha chiamato inchiesta.

(la repubblica 8 luglio 2009)

Michael Jackson,l'ultimo omaggio:Musica, poesie, show e commozione

LA CERIMONIA ALLO STAPLE CENTER. la bara di jacko accanto al palco

Le lacrime di Brooke Shields, le sue canzoni cantate da Stevie Wonder, Mariah Carey, Lionel Richie. E l'addio della figlia Paris: «Era il migliore dei papà»

Il feretro davanti al palco dello Staple Center (Ap)
Il feretro davanti al palco dello Staple Center (Ap)
LOS ANGELES (USA) - Il lungo addio va in scena allo Staple center di Los Angeles. Qui i fortunati fan estratti dalla lotteria dell'amore infinito per Michael jackson, hanno salutato per l'ultima volta il loro idolo. Abbracciandolo insieme a tanti personaggi che si sono succeduti sul palco allestito nell'arena per un omaggio musicale commosso e sentito. la cerimonia si apre con la lettura di un messaggio di cordoglio di Diana Ross e di Nelson Mandela. Lo speaker ufficiale che introduce la cerimonia è William «Smokey» Robinson, cantante e autore di musica rhythm and blues e soul statunitense, fortemente legato alla etichetta che lanciò Michael Jackson, la Motown Records. Jackson aveva incontrato più volte Mandela in occasione dei suoi viaggi un Sudafrica. «Michael era un gigante e una leggenda dell'industria della musica. E noi siamo afflitti come i milioni di fan in tutto il mondo», è il testo del messaggio del Nobel per la pace. «Noi nutrivamo grande ammirazione per il suo talento che per le sue capacità di vincere il dramma in così tante occasioni della sua vita», ha aggiunto Mandela, concludendo: «Io e mia moglie, la nostra famiglia, i nostri amici, vi inviamo le condoglianze in questo momento di dolore. Siate forti».

ESIBIZIONI - Tutti in piedi quando la salma di Jackson, accompagnata dal calore di un coro gospel, in un feretro dorato adornato con lunghi gladioli rossi, viene portata nell'arena e posta alla base del palcoscenico, in mezzo a numerose corone di fiori. Davanti a circa 20mila persone, cominciano poi le esibizioni di cantanti ed amici di Jackson come Stevie Wonder, Lionel Richie, Mariah Carey e Jennifer Hudson. Tocca a Mariah Carey, insieme a Trey Lorenz, aprire l'omaggio musicale con uno dei più famosi successi «I'll Be There». Alla fine della canzone, Mariah, sotto gli applausi, saluta con un sentito «We Miss You», ci manchi. Poi è il turno dell'attrice e rapper Queen Latifah, che lo ricorda come «la più grande star della terra» prima di leggere una poesia, dedicata a Jacko, della poetessa Maya Angelou. Quindi di nuovo musica con Lionel Richie, tutto di nero vestito, con una rosa gialla sul bavero dello smoking e un fazzoletto rosso. L'amico di Jackson ha interpretato «Jesus is Love». Poi è stata la volta del grande Stevie Wonder. «Ti ameremo per sempre Michael» - ha detto Wonder prima della sua esibizione. Ma a dare l'ultimo saluto a Jackson ci sono anche altri personaggi famosi a cominciare dagli assi dei Lakers di ieri (Magic Johnson) e di oggi Kobe Bryant. O anche amici di una vita, come l'attrice Brooke Shields.

LA COMMOZIONE DI BROOKE - Proprio l'intervento di Brooke Shields, visibilmente commossa, è quello che concentra la maggiore emozione in sala. L'attrice, grande amica fin da giovanissima di Michael Jackson, ricorda tanti momenti vissuti insieme: «Sei un fannullone, gli dicevo spesso. A che età hai iniziato, a 5 anni? Io avevo 11 mesi quando ho girato i primi spot. La sua risata era la più dolce e la più pura che io avessi mai sentito». Poi legge un brano del Piccolo Principe dedicandolo a lui. Tocca poi a Jermaine Jackson cantare una delle canzoni che Jacko amava di più (Smile, scritta da Charlie Chaplin) indossando un guanto bianco con i brillantini come quelli che usava Michael. Ci si avvia verso il finale con le esecuzioni collettive a più voci. E la prima canzone corale non può che essere «We Are The World», quella che con Lionel Richie, Michael Jackson scrisse per una operazione mondiale di aiuto all'Africa che riunì grandi nomi della musica. Le ultime note sono quelle di «Heal the World»


IL SALUTO DEI FRATELLIE DELLA FIGLIA IN LACRIME- Alla fine sono i fratelli Jackson, insieme ai figli di Michael, a porgere l'ultimo omaggio. La musica tace, è il momento delle parole di ricordo, di speranza, di Marlon, cui i fratelli affidano il difficile compito di salutare Jacko dal palco, proprio di fronte alla bara. L'ultima parola, affidata alla figlia Paris Katherine: «Per me è stato il migliore dei padri al mondo». Scoppia in lacrime. L'abbraccio collettivo sul palco dei fratelli Jackson e dei figli di Michael è l'ultima immagine che regala la cerimonia di addio al re del pop.

POSTI VUOTI IN SALA - L'evento è stato seguito da milioni di persone nel mondo in tv o via Internet. Tanti però a sorpresa i posti vuoti in sala, che gli organizzatori in extremis hanno cercato di riempire facendo entrare chi sta aspettando fuori speranzoso a gruppi di 4 e 8 alla volta. E pensare che c'era stata una lotteria proprio per aggiudicarsi i preziosi tagliandi, visto che la capienza dello Staples Center era nettamente inferiore alla domanda. Ma probabilmente per prudenza e ragioni di sicurezza, era stato ridotto il numero di ticket disponibili per il pubblico.


Corriere della Sera 07 luglio 2009(ultima modifica: 08 luglio 2009)

Sindacati delusi dalla Gelmini: si era impegnata ad “addolcire” i tagli

La circolare n.63 che indica agli Uffici scolastici regionali il taglio di ulteriori complessivi 5.000 docenti ed Ata rispetto all’organico di fatto.

di A.G.
Per Flc-Cgil e Gilda il Ministro aveva promesso che avrebbe fatto del tutto per attenuare la forte riduzione di organici. Ed ora emerge il problema sicurezza: oltre alle classi affollate e la suddivisione delle classi in più plessi per i collaboratori scolastici si profilano turni di lavoro massacranti.

E’ forte la delusione dei sindacati a seguito della circolare n.63 che indica agli Uffici scolastici regionali il taglio di ulteriori complessivi 5.000 docenti ed Ata rispetto all’organico di fatto. La notizia, peraltro già annunciata dal Capo dipartimento del Miur alle stesse organizzazioni sindacali nell’incontro del 2 luglio, rischia ora di determinare un ulteriore strappo tra viale Trastevere e i rappresentanti dei lavoratori. Soprattutto perchè lo slittamento dei 5.000 tagli sull’organico reale sembrava rappresentare una sorta di “sconto” ai 42.000 totali previsti in Finanziaria. Ed inoltre, sempre in base a quanto riportato dagli stessi sindacati, in più occasioni nei mesi scorsi ci sarebbe stato un serio impegno in questa direzione da parte del primo responsabile del Miur.
Tanto che oggi, a caldo, la Flc-Cgil sostiene amaramente che nella circolare ministeriale non si ravvisa “alcun riscontro positivo rispetto alle dichiarazioni e agli impegni del ministro Gelmini ad attenuare il taglio agli organici”. Una delusione ribadita anche il coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti, Rino Di Meglio, il quale sostiene che “l’emanazione della circolare sull’organico di fatto smentisce le assicurazioni del ministro Gelmini su un ‘addolcimento’ dei tagli”.
I giochi però sono fatti. E, promesse a parte, i sindacati già pensano al nuovo anno. Si cui “pesano molte incognite ,prima fra tutte - continua Di Meglio – quella relativa al personale docente che, a causa dei drastici tagli stabiliti da viale Trastevere, mette a rischio il funzionamento ordinario delle attività didattiche”. Ma a preoccupare non poco è non solo la questione organici, la cui riduzione, solo in parte attenuata dai pensionamenti, faranno piombare nella disoccupazione migliaia di precari. Ma anche il fattore sicurezza.
I sindacati fino all’ultimo hanno chiesto un adeguamento a tutte quelle situazioni scolastiche dove sarebbe stato necessario introdurre almeno un collaboratore scolastico per ogni plesso e per ogni turno. “Ma nel testo finale della circolare – commenta la Flc-Cgil - questo passaggio, da noi fortemente richiesto, non è stato inserito cosi come il rispetto dovuto agli obblighi del Ccnl. Non si può imporre al personale, come già accade oggi, orario straordinario e turni di lavoro massacranti”.
Sintomatico che anche un sindacato che difenda gli insegnanti, la Gilda, insista su questo punto: il provvedimento “considerata anche la suddivisione di molte scuole in più plessi” potrebbe non “garantire il livello minimo di sorveglianza”. Ciò anche perchè “si prevedono – conclude Di Meglio - classi molto sovraffollate che provocheranno il mancato rispetto dei parametri relativi alla sicurezza”.
07/07/2009 la tecnica della scuola

venerdì 3 luglio 2009

Scuola, il ministro Gelmini contestato da docenti e genitori: salta l'incontro


Slogan, striscioni e finte pagelle di bocciatura contro la riforma durante la presentazione di un libro

MILANO - Contestazione di docenti e genitori per Maria Stella Gelmini. Il ministro dell'Istruzione doveva partecipare alla presentazione del libro del direttore de Il Giornale, Mario Giordano, "Cinque in condotta". Ma un gruppo di manifestanti di Rete Scuole e delle Assemblee delle scuole del milanese all'ingresso di Giordano, Gelmini e Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, si è alzato in piedi mostrando bandiere con scritto «Vogliono distruggere la scuola pubblica, io non ci sto», e urlando di voler consegnare al ministro la pagella che le è stata data da insegnanti e studenti di tutta Italia. Il volantino che riproduce la pagella della Gelmini attesta che «non è stata ammessa alla seconda classe primaria» e le attribuisce un voto pari a zero in ogni disciplina; pertanto la valutazione dei contestatori recita: «Nonostante ripetuti interventi delle strutture di supporto psicologico, l'alunna mantiene un atteggiamento di assoluta chiusura nei confronti dell'intero Paese».

CONTESTAZIONE - La finta pagella è firmata dai «docenti dell'equipe pedagogica, le maestre e i maestri, le professoresse e i professori, le mamme e i papà dell'intera Italia». Durante la contestazione ci sono stati momenti di confusione e anche di liti fra i presenti: scambi di battute animati sono avvenuti tra chi protestava al grido di «vergogna» e chi voleva assistere alla presentazione del libro che ha risposto con «viva la Gelmini», «brava». Il direttore del Giornale, Giordano, ha tentato di riportare la calma, ma è stata la stessa Gelmini ad intervenire: «Complimenti - ha detto - siete veramente democratici e avete veramente a cuore la scuola pubblica». A questo punto la Gelmini, Confalonieri e lo stesso direttore del Giornale hanno abbandonato la sala con Giordano che ha ringraziato quelli che ha definito «fascisti presenti che sono il male pubblico».

BATTAGLIE STRUMENTALI - La Gelmini, dal canto suo, assicura: «Nessuno mi impedirà di raccontare all'Italia com'è questa scuola. La scuola non è proprietà privata di un gruppo organizzato e rumoroso di sinistra, ma appartiene al Paese». «Impedire, in un Paese democratico, che si svolga la presentazione di un libro dà il senso dell'intolleranza e della prepotenza di chi vuole lasciare la scuola così com`è, opponendosi al cambiamento», prosegue. «E "5 in condotta" di Mario Giordano - afferma il ministro - contiene scomode verità su una scuola agli ultimi posti nelle classifiche internazionali, diventata nel tempo un ammortizzatore sociale dove si è badato ad aumentare il numero dei dipendenti invece che alla qualità». Le persone che contestano «difendono una scuola indifendibile. Queste proteste sono solo battaglie strumentali di chi non ha a cuore la qualità dell'istruzione». In serata arriva anche la nota di Mondadori, che «denuncia il pesante clima di intimidazione, causato da un ristretto gruppo di facinorosi contestatori, che ha impedito la presentazione del libro».

CONTRO LA RIFORMA - Ma gli esponenti dell'assemblea delle scuole del milanese sono pronti a contestare il ministro dell'Istruzione ogni volta che verrà a Milano in futuro. «Ci facciamo un punto d'onore - ha detto uno degli insegnanti presenti - di accogliere la Gelmini ogni volta che viene a Milano per dire che non ci stancheremo di protestare. Faremo di tutto per sventare la riforma e fare in modo che non sia applicata. Saremo dappertutto».


Corriere della Sera 15 giugno 2009(ultima modifica: 16 giugno 2009)