giovedì 20 ottobre 2011

Discarica Riano: la Regione aveva detto no nel 2009


Discarica riano cover


Vediamo cosa dice il documento. Il 9 ottobre del 2009 la società Colari, il gestore di Malagrotta, deposita alla Regione Lazio la richiesta di autorizzazione ambientale per trasformare l'ex cava in un impianto di rifiuti urbani e assimilabili. L'istruttoria dei tecnici di via del Caravaggio è fulminea: il 13 ottobre, appena quattro giorni dopo, rispondono ufficialmente che la domanda non può essere accolta perché il sito è all'interno di un'area definita “paesaggio naturale di continuità, ove non è consentita la realizzazione di nuove discariche”. E aggiungono “che è a rischio paesaggistico e che è destinato a progetti di conservazione”. Quindi invitano la società a riprendersi tutta la documentazione: una pietra tombale.

Tra i destinatari della lettera ci sono anche il Comune di Riano e la Provincia di Roma. Tecnicamente a difendere il diritto dei rianesi a non avere una discarica non dovrebbero essere i comitati e il sindaco in testa, ma la stessa Regione Lazio proprio perché aveva escluso la collocazione dell'impianto. Invece? Passano due anni e la stessa Regione cancella tutto, dimentica il documento, i vincoli e le sue stesse leggi e ripropone l'ex tenuta agricola. Due settimane fa il commissario straordinario Giuseppe Pecoraro raddoppia, ben sapendo della documentazione presente e addirittura ignorando che la cava Boncompagni-Ludovisi era già nella disponibilità della società Colari. Anzi, secondo il presidente del Consiglio Comunale di Riano, Giuseppe Urbani, la Colari avrebbe perfezionato l'acquisto lo scorso 16 ottobre.
Come per Riano, ombre e dubbi anche per l'altra sede indicata dal prefetto, quella di Corcolle-San Vittorino. Ad alzare il tiro è stato il sottosegretario ai Beni Culturali, Francesco Giro, che, dopo un sopralluogo, ha sentenziato che in zona esistono corsi d'acqua e vincoli che impediscono la costruzione di una discarica. Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it la zona indicata dal prefetto sarebbe di proprietà di una società che farebbe capo al Gruppo Salini Costruzioni, acquistata per smaltire i fanghi di lavorazione dei cantieri della Metro C e poi mai utilizzata. E l'impianto avrebbe una capacità ben superiore a quella stimata dal prefetto-commissario, andandosi a configurare tecnicamente come discarica definitiva. Se così fosse la nuova Malagrotta sarebbe nell'VIII Municipio. Proprio dove il sottosegretario Giro ha affermato che non può essere localizzata.

http://affaritaliani.libero.it/roma/discarica-a-riano-la-regione-aveva-detto-no-nel-2009-19-10-2011.html

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