sabato 27 giugno 2009

Inchiesta Bari: Coca alle feste, parlano 19 ragazze


Sono state sentite dagli inquirenti 19 ragazze. Fanno i nomi e ricordano molti dettagli. Presenti tutte le categorie professionali
di Gabriella De Matteis e Giuliano Foschini
Gianpi Tarantini Gianpi Tarantini
Diciannove donne che hanno parlato. E che hanno indicato agli uomini delle fiamme gialle l´ipotesi del consumo di polvere bianca alle feste, organizzate dall´imprenditore Gianpaolo Tarantini. «La droga circolava» hanno raccontato le ragazze. Una ha anche ricordato un episodio particolare: un uomo che sniffava la cocaina, arrotolando una banconota da 500 euro.

L´inchiesta sullo spaccio di sostanza stupefacente riparte, quindi, dalle dichiarazioni delle diciannove donne, raccolte nei giorni scorsi dagli uomini della guardia di finanza. Il filone d´indagine sul consumo di polvere bianca, per il momento, conta un quarantenne leccese, formalmente accusato di detenzione di sostanza stupefacente. Ma il numero degli indagati potrebbe crescere. Perché le giovani donne che venivano reclutate da Gianpaolo Tarantini perché partecipassero a feste o cene hanno fatto anche i nomi. Molti appartengono ai salotti buoni della città. Tra coloro che avrebbero accettato l´invito di Tarantini ci sono imprenditori del settore edile. Commercianti molto noti in grado di stringere accordi con Comuni e altri enti. E poi ancora: politici, uomini facoltosi che, nel capoluogo pugliese, hanno ricoperto anche cariche pubbliche. Di loro parlano le ragazze. «Sì, c´era chi consumava droga, cocaina» hanno detto le donne nelle dichiarazioni messe a verbale dagli uomini del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza.

Le intercettazioni, raccolte da ottobre ad oggi, integrano le testimonianze delle diciannove donne. E soprattutto delineano un sistema che a Bari era molto diffuso. Al telefono, parlando con Gianpaolo Tarantini, i suoi interlocutori e ospiti, commentavano le ore, trascorse alle feste, in compagnia delle ragazze. Scherzavano e facevano pesanti apprezzamenti. Il presunto giro di escort, messo in piedi dall´imprenditore barese, sarebbe approdato a Roma, ma non solo: a Bari, nell´appartamento affittato in centro, «ragazze immagine» o «accompagnatrici» avrebbero incontrato imprenditori e politici locali. In quale modo quest´ultimi si siano poi sdebitati con Gianpaolo Tarantini saranno le indagini a dirlo. Che dovranno chiarire anche un altro particolare, fondamentale per l´inchiesta. All´imprenditore barese e al fratello Claudio sono riconducibili alcune società che, negli ultimi tempi, si sono aggiudicate l´incarico per le forniture in alcuni ospedali pugliesi. Il sospetto è che le procedure non siano state corrette, che i fratelli Tarantini siano stati favoriti. Un´ipotesi investigativa che si intreccia alle altre, già formulate nel fascicolo. Come quella sul gioco d´azzardo.

In alcuni casi le feste o le cene, organizzate dai Tarantini, si sarebbero concluse sul tavolo verde, con partite a poker nelle quali gli ospiti dell´imprenditore avevano puntato molti soldi, spesso pagando con assegni. Una volta la posta è stata di quindici mila euro.

(la repubblica 25 giugno 2009)

Lodo Alfano: Due giudici a cena con Berlusconi


Note: ricordiamo che il 6 ottobre è stata fissata l'udienza per giudicare la costituzionalità del Lodo Alfano

Sono membri del collegio che dovrà giudicare la costituzionalità del "Lodo"
Mazzella: è un mio amico, invito chi voglio. L'Idv: dimissioni

Giudici a cena col premier e Alfano
Bufera su due membri della Consulta

di LIANA MILELLA


Giudici a cena col premier e Alfano Bufera su due membri della Consulta

Luigi Mazzella

ROMA - Il 6 ottobre dovranno cominciare a decidere sulla costituzionalità del lodo Alfano, ma nel frattempo vanno a cena, "privatamente" a sentire il padrone di casa, con l'autore e insieme destinatario del medesimo scudo anti-processi. Seduti allo stesso tavolo due giudizi della Consulta, Luigi Mazzella (l'ospite) e Paolo Maria Napolitano, Berlusconi, il Guardasigilli Angelino Alfano, il sottosegretario Gianni Letta, i presidenti delle commissioni Affari costituzionali della Camera Donato Bruno e del Senato Carlo Vizzini. Per parlare anche di una bozza di riforma costituzionale della giustizia, scritta dallo stesso Mazzella, che separa le carriere, sostituisce i pm con gli "avvocati dello Stato", cambia il Csm e la Consulta.

LEGGI SULL'ESPRESSO

Lo rivela L'Espresso e scoppia il pandemonio. Antonio Di Pietro è drastico: "Ci sono due giudici della Corte che fanno i "consigliori" del principe e si mettono al suo servizio per dargli le migliori indicazioni per fare leggi che gli facciano mantenere l'impunità". Ancora: "C'è una grave incompatibilità e un conflitto d'interessi. La Corte non si pronunci sul lodo Alfano fino a quando i due giudici non si saranno dimessi".

Tutta l'Idv è con lui. Ecco l'ex pm Luigi De Magistris: "È l'ennesima confusione tra interessi istituzionali o interessi privati. Non è opportuno che alcuni giudici banchettino con il principale interessato di una così importante decisione". Rincara la dose il senatore Luigi Li Gotti: "Berlusconi ha messo in grave imbarazzo due componenti della Corte pregiudicandone la terzietà". A destra la musica è tutt'altra e la cena, che si è svolta a maggio in via Cortina d'Ampezzo, non scandalizza. Per il capogruppo Pdl al Senato Gaetano Quagliariello le accuse dell'Idv sono "ridicole" e si risolvono "in una pressione obliqua e indebita sulla Consulta".

Il responsabile giustizia del Pdl Niccolò Ghedini non vede nella cena "nulla di strano perché i giudici non vivono sul monte Athos ed è normale che frequentino le alte cariche. Se passasse il principio, Napolitano non dovrebbe più incontrare Berlusconi se deve firmare una legge importante, o il presidente della Corte dei conti o della Cassazione se devono prendere decisioni contabili, penali o civili. Spero che il Quirinale intervenga perché questa è un'aggressione alla Corte".

La Consulta è in subbuglio. Giusto nel giorno in cui il presidente Francesco Amirante rende noto, dopo aver firmato la convocazione d'udienza, che la discussione sul lodo Alfano partirà il 6 ottobre, relatore il tributarista Franco Gallo (nominato nel 2004 dall'ex presidente Ciampi). La cena è oggetto di riservati capannelli mentre gli alti giudici incontrano dei colleghi russi. Nessun commento, neppure degli ex della Corte. Ma, off the records, prevale lo sconcerto per un incontro che ne pregiudica l'imparzialità in un momento delicatissimo. Napolitano tace. E Mazzella definisce Berlusconi "un vecchio amico" (fu suo ministro della Funzione pubblica nel 2003) e s'infuria.

Scrive all'Espresso e con l'Ansa rivendica il diritto di cenare con chi gli pare: "Stiamo scherzando? Allora dovrei astenermi da tutti i lavori della Corte. A cena invito chi voglio. A casa mia vengono tutti, dall'estrema sinistra alla destra, sono amico personale di Bertinotti e di tante altre persone che vivono nel mondo della politica".

Ma non è scorretto che chi deve decidere sul lodo Alfano vada a cena con lo stesso Alfano e con Berlusconi? Replica secca: "Non credo che io, da individuo privato, debba dar conto delle cene che faccio". Neppure se in ballo c'è una decisione delicata? "In casa mia invito chi voglio e parlo di quello che voglio".

(la repubblica 27 giugno 2009)

mercoledì 17 giugno 2009

GELMINI: LAVAGNE LIM, O LAVAGNE FANTASMA?

Le lavagne fantasma della Gelmini




FLAVIA AMABILE


Mariangela Bastico, responsabile scuola del Pd, non ha risparmiato il ministro Gelmini che aveva annunciato l'arrivo di 16 mila nuove lavagne interattive dal prossimo anno. Il ministro «vende lavagne come Totò la fontana di Trevi», ha risposto Mariangela Bastico. E ha sottolineato come «ancora un volta il Ministro prometta ciò che non ha». «Infatti - spiega - cerca di far credere all’opinione pubblica che sono pronte per le nostre scuole le lavagne interattive. Insomma vende le lavagne che non ha».

Il problema - sostiene Mariangela Bastico - è che «il ministro Gelmini, con grande ritardo e con la solita ’pompa magnà, preannuncia la consegna a partire dal prossimo anno scolastico - per un futuro non precisato - di 16.000 Lim nelle scuole medie. Ottimo, se non fosse che il Ministro avrebbe dovuto indicare date certe e per prudenza avrebbe dovuto aspettare la pronuncia del Consiglio di Stato sul ricorso relativo all’annullamento della gara d’appalto per la fornitura di 8.000 lavagne che è stata definitivamente annullata dal Tar della Toscana l’11 marzo 2009».

Dal ministero arriva una smentita, per il momento ufficiosa. La gara annullata non si riferisce alle 16 mila lavagne promesse, dicono. Seguiranno dettagli.



FONTE:

lunedì 15 giugno 2009

La Corte dei Conti boccia l'aumento delle spese per i docenti,nonstante i tagli

15/6/2009
Se i prof costano troppo


La Corte dei Conti boccia l'aumento delle spese per i docenti, a dispetto dei forti tagli di questi anni
FLAVIA AMABILE


La Corte dei Conti è stata molto dura con i professori nella sua relazione conclusiva. Nonostante i tagli e i tentativi di risparmio - dicono i magistrati contabili - la spesa complessiva destinata alle spese di personale continua ad aumentare e gli stessi tentativi di ridurre gli organici non sembrano portare ad una riduzione di spesa.

Secondo la Corte dei conti, per esempio, negli ultimi anni 10 gli stipendi di tutti i dipendenti pubblici sono aumentati ben oltre il tasso di inflazione, mentre ogni tentativo di legare gli aumenti al merito e alla produttività non si è finora tradotto in atti concreti.
Le critiche della Corte riguardano anche la scuola; si legge infatti nella relazione: “Il processo di razionalizzazione e riordino dell’organizzazione scolastica, che pure ha visto rilevanti tagli nell’organico di fatto e di diritto del personale docente ed amministrativo, tecnico ed ausiliario (ATA), non si è tradotto in effettive economie sui capitoli di bilancio del ministero che, viceversa, evidenziano, sia pure in misura minore, eccedenze di spesa legate alla necessità di operare onerose ricostruzioni di carriera nei confronti dei precari di volta in volta stabilizzati”.

Inoltre, il contratto siglato alla fine del 2007 “lascia immutato - secondo la Corte dei conti - un assetto retributivo basato su gradoni di anzianità con incrementi stipendiali da corrispondere automaticamente a determinate scadenze agli interessati, indipendentemente da ogni valutazione della prestazione individuale, con una incidenza del trattamento accessorio vero e proprio sul totale della retribuzione pari ad una percentuale di appena il 14%”.

Sotto accusa anche il contratto del personale Ata, sottoscritto un anno fa, che di fatto cancella “il precedente meccanismo di attribuzione di posizioni economiche finalizzato a compensare l’assunzione di specifici ulteriori e più gravosi compiti legati essenzialmente all’assistenza ai disabili ovvero all’assunzione di funzioni particolarmente impegnative di diretta collaborazione con il direttore dei servizi”.

“Tale meccanismo - sottolinea la Corte - è stato invece sostituito da un diverso istituto retributivo legato al superamento di una prova selettiva ma a regime svincolato dall’effettuazione di una specifica controprestazione”.

Senza parlare, poi, del rapporto fra amministrazione e sindacati accusati di eccessiva ingerenza in fatto di organizzazione degli uffici. A perderci, secondo la Corte, è proprio la qualità dei servizi pubblici a danno della collettività e degli utenti.