martedì 20 dicembre 2011

Milano, lirica gratis per i padri separati.E per le madri?


regia                                           

di Roberta Lerici

"Nella stagione 2001-2012, il Teatro dell’Opera si presenterà con un impegno ecosostenibile e garantirà l’ingresso gratuito nel corso degli spettacoli per disabili e padri single: il Teatro dell’Opera di Milano aiuta i genitori separati in difficoltà, infatti, dando sostegno all’Associazione di Volontariato per la tutela dei diritti dei figli nella famiglia separata (ndr "Associazione Figli Liberi") che gestirà  la politica degli ingressi gratuiti."
Questo è ciò che leggiamo oggi su un sito di news e, a meno che non si tratti di un errore, la suddetta lodevole iniziativa non sembra indirizzata anche alle mamme separate.La campagna mediatica in favore dei padri separati, infatti, pare abbia fatto scomparire dalla scena italiana le donne separate che pure esistono e vivono, secondo l'ISTAT, una situazione molto peggiore di quella degli uomini.

Non volendo fare una sgradevole classifica fra chi sta peggio, ci limitiamo a citare il dato Istat secondo cui le donne dopo la separazione sono quelle che si impoveriscono maggiormente e che riescono a rifarsi una vita con un'altra persona in percentuale minore rispetto agli uomini.Da non trascurare poi il dato pubblicato sempre dall' ISTAT sull'inadempienza degli uomini separati per ciò che riguarda l'assegno di mantenimento: il 75% di loro, infatti, non è in regola con i pagamenti.

Ci saremmo aspettati che, dopo la pubblicazione di dati così sconfortanti, le donne separate rientrassero di diritto  nel "gotha" delle categorie più deboli e dunque meritevoli di vedersi offrire uno svago una volta tanto, ma pare che il loro destino sia quello di restare a casa a cucinare e ad accudire i figli, magari facendosi talvolta maltrattare o peggio, mentre i loro ex mariti si godono una bella serata all'Opera senza spendere un euro.Chissà se, dormendo tutti in macchina, come affermano i loro rappresentanti nei talk show e sul web, questi poveri padri separati riusciranno ad estrarre dal bagagliaio un abito degno dell'occasione....

20 dicembre 2011

venerdì 16 dicembre 2011

Regione Lazio, alle 2 di notte deliberato il vitalizio per gli assessori


Regione Lazio, per gli assessori arriva il vitalizio a 50 anni

ROMA - Mentre il governo taglia le pensioni degli italiani, il Consiglio regionale del Lazio, con un blitz notturno avvenuto alle 2.15 del mattino, concede il vitalizio anche agli assessori (anche gli ex). Gli stipendi dei consiglieri regionali vengono invece "congelati" alla data del 1° dicembre 2011. 

I nuovi vitalizi. Mentre diverse regioni italiane hanno già proceduto con l'abolizione dei vitalizi regionali (le ultime sono state le Marche, che li hanno cancellati oggi) nel Lazio si va nella direzione opposta. Sono diverse le modifiche apportate all'articolo 11 della Finanziaria regionale, approvata la notte scorsa dalla commissione Bilancio presieduta da Franco Fiorito (Pdl), che ora per diventare operative dovranno essere approvate dall'Aula.

Geologi: nel Lazio emergenza frane,arsenico e radon


'Rischio idrogeologico in 98% comuni, pericoli da acqua e aria'

14 dicembre, 15:21(ANSA) - ROMA, 14 DIC - Nel Lazio ci sono 3 emergenze: frane e alluvioni, arsenico nell'acqua e radon nell'aria. Lo denunciano i geologi nel ventennale dell'Ordine regionale. Il 98% dei comuni ha almeno un'area di dissesto idrogeologico.

Maglia nera a Roma per numero di abitanti coinvolti e valore dei beni esposti. I fondi statali per la messa in sicurezza del territorio sono 1/5 circa del necessario. L'arsenico nell'acqua presenta concentrazioni spesso 5 volte superiore ai limiti, mentre il gas naturale radon minaccia scuole e luoghi di lavoro.(ANSA).

lunedì 12 dicembre 2011

Imprenditore suicida a Padova:oberato dai debiti le banche chiedevano il rientro


L'uomo, 43enne si è tolto la vita con un colpo di pistola nel suo ufficio all'interno dell'azienda. Lo ha ritrovato un dipendente

Padova12 dic. (TMNews) - Ha lasciato un biglietto indirizzato alla famiglia con su scritto: "Scusate ma non ce la faccio più", poi ha puntato la pistola alla tempia e si è ucciso. Il suicida è un imprenditore, titolare della Eurostrade 90 snc di Peraga diVigonza(Padova). L'uomo, un 43enne, si è ucciso nel suo ufficio all'interno dell'azienda. Da quanto si è appreso, l'imprenditore era oberato dai debiti e negli ultimi mesi avrebbe tentato, inutilmente, di riscuotere 200 mila euro di crediti. Una situazione che era precipitata quando l'imprenditore, a causa della crisi, aveva messo in cassa integrazione sette dipendenti. Le pressanti richieste da parte delle banche di rientrare con i finanziamenti concessi, lo ha inevitabilmente gettato nell'angoscia e nello sconforto.

 Il 43enne lascia oltre alla moglie, anche due figli. E' stato proprio un dipendente a scoprire il corpo senza vita dell'uomo, inutili i soccorsi. Sul caso dell'imprenditore padovano è intervenuto con una nota il presidente del Veneto, Luca Zaia che ha sottolineato che, quella del 43enne è "un'altra morte che sconvolge, un altro forte richiamo al Paese". "Non conosco la vicenda personale dell'imprenditore padovano - ha proseguito Zaia - ma quello che è accaduto testimonia che la difficoltà di un'azienda qui nel Veneto viene spesso avvertita come un problema profondo, della stessa esistenza. Questo deve indurci a chiedere a noi tutti, alle istituzioni e alla politica, se stiamo dando le risposte giuste, non solo in termini di analisi meramente economica che pure sono ineludibili - ha concluso il governatore - ma anche umana".
http://notizie.virgilio.it/notizie/cronaca/2011/12_dicembre/12/imprenditore_suicida_a_padova_era_oberato_dai_debiti,32785732.html?pmk=rss

Malagrotta, pronta la proroga fino a giugno







Malagrotta, pronta la proroga discarica aperta fino a giugno

Solo a gennaio la gara per i due impianti provvisori. Salta il programma del prefetto Pecoraro

ROMA - Salta la programmazione illustrata dal prefetto Giuseppe Pecoraro per la chiusura della discarica di Malagrotta. Il 7 ottobre, durante la conferenza stampa con cui annunciava la scelta dei siti di Quadro Alto e Corcolle per le due discariche provvisorie, Pecoraro spiegò che contava di svolgere le gara nel giro di un mese e mezzo. E già allora non escluse una proroga fino a febbraio per Malagrotta, che invece dovrebbe chiudere il 31 dicembre.

Gara a gennaio. In realtà i tecnici prenderanno possesso del sito di Quadro Alto solo martedì e mercoledì, gli espropri non sono ancora partiti, la gara partirà solo a gennaio. A questo punto Malagrotta dovrà essere prorogata per sei mesi, ne sono convinti in Regione, per avere il tempo necessario a realizzare le due nuove discariche. Ma da Federlazio annunciano battaglia. Spiega il presidente Maurizio Flammini: «Presenteremo appello al Consiglio di Stato, non è giusto che decida il prefetto. E sono inaccettabili gli espropri».


http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=172809&sez=HOME_ROMA

CROLLA PALCO JOVANOTTI: MUORE OPERAIO 12 FERITI DI CUI 3 GRAVI


una dozzina i feriti, tre dei quali gravi, ma il bilancio con le ore potrebbe aggravarsi

Crolla palco Jovanotti, muore operaio.Incidente al PalaTrieste. Lo show era in programma lunedì sera


Jovanotti in una foto di archivioJovanotti in una foto di archivio
TRIESTE - È di un morto e almeno dodici feriti il bilancio del crollo di un'impalcatura all'interno del PalaTrieste, dove lunedì sera si sarebbe dovuto svolgere il concerto di Jovanotti. L'incidente è avvenuto intorno alle 14. Alcuni degli operai, almeno tre, sarebbero in condizioni molto gravi.
I SOCCORSI - Una ventina di tecnici stava montando il palco con l'impianto luci e gli amplificatori quando è avvenuto il crollo. Sul posto sono intervenuti i soccorsi che hanno trasportato all'ospedale gli operai feriti e la polizia che sta cercando di ricostruire la dinamica dell'incidente. Stando alle prime testimonianze, l'impalcatura si è come «accartocciata» su se stessa. Gli operai che stavano ultimando i ultimi lavori necessari per il corretto funzionamento della struttura, sono stati investiti dal crollo e alcuni di essi sono rimasti incastrati tra i tubi di acciaio.
Corriere della Sera Redazione Online 12 dicembre 2011 | 14:54

MANOVRA MONTI: PERCHE' E' SBAGLIATA E COME PEGGIORERA' LA SITUAZIONE ITALIANA


SERGIO CESARATTOIllusioni e realtà della manovra

scesarattoVorremmo noi per primi illuderci che tutto questo servirà. Siamo ammirati della reazione dignitosa, quasi disciplinata, del popolo italiano: “speriamo che tutto questa serva e finisca il primo possibile”. Purtroppo riteniamo invece che questa manovra peggiorerà le cose. I nostri concittadini lo devono sapere. Se l’analisi è sbagliata, così è quella della maggioranza dei politici italiani ed europei, sbagliate sono le soluzioni. La crisi italiana ha una insopprimibile dimensione europea ed è profondamente falso quanto Monti ci ha detto, presentando la manovra, che la crisi del debito italiano “non è colpa degli europei, è colpa degli italiani”, che siamo “un focolaio di infezione” e rischiamo di “macchiarci della responsabilità” di far fallire l’Europa.

Il debito pubblico italiano non ha causato la crisi europea, era lì già prima. In un contesto di crescita europeo e di bassi tassi di interesse – che com’è noto sono stabiliti dalle banche centrali e non dai mercati – esso non avrebbe costituito un problema, tanto meno un problema urgente.

C’è invece qualcosa di sbagliato, di profondamente sbagliato nella costituzione economica europea che ha creato un sviluppo fittizio nell’Europa periferica fondato su bolle immobiliari allegramente finanziate dalle banche dei paesi forti, fatto da puntello alle tendenze neo-mercantiliste tedesche, minato la competitività dell’Italia, determinando gravi squilibri commerciali infra-europei. Ciò nulla ha che vedere con una presunta indisciplina fiscale dei paesi periferici – tranne, forse, il caso greco di cui i tedeschi sapevano tutto.

sabato 10 dicembre 2011

Pensioni, immutati i privilegi nei palazzi del potere: gli italiani capiranno?


A Montecitorio lo stipendio medio annuo è di 131 mila euro

I vantaggi dei dipendenti di Camera, Senato e Quirinale 

rimasti quasi immutati


Non ci provino, a distinguere ancora figli e figliastri. Non ci provino, a toccare le pensioni degli italiani senza toccare prima (prima!) quelle dei dipendenti dei palazzi della politica o della Regione Sicilia. Un cittadino non può accettare di andare in pensione un paio di decenni dopo chi ancora può lasciare con 20 anni d'anzianità. Non solo non sarebbe equo ma, di questi tempi, sarebbe un insulto.
Che esistono qua e là staterelli dai privilegi inaccettabili non lo dicono i soliti bastian contrari. Lo dice, per la Sicilia, lo stesso procuratore generale della Corte dei Conti isolana, Giovanni Coppola, nell'ultima relazione: «L'opinione pubblica non comprende perché in Sicilia i dipendenti regionali possano andare in pensione con soli 25 anni di contribuzioni, o addirittura con 20 anni se donne, solo per il fatto di avere un parente gravemente disabile, mentre lo stesso non avviene nel resto d'Italia».

Errore: anche meno. Come nel caso dell'ispettore capo dei forestali Totò Barbitta di Galati Mamertino, che riscattando dei contributi precedenti, il 1 gennaio 2009 (ma da allora la legge non è cambiata) se n'è andato quarantacinquenne, dopo 16 anni, 10 mesi e 30 giorni. La previdenza, visto «il lavoro usurante», regala ai forestali siciliani un anno ogni cinque di servizio. Diceva di dover accudire un parente affetto da grave handicap: avuto il vitalizio, è partito per la Germania. Stracciato comunque, per età, dal record di Giovannella Scifo, una dipendente dell'ufficio collocamento di Modica (Ragusa) in quiescenza a 40 anni. «Non le pare esagerato?», le ha chiesto Antonio Rossitto di « Panorama». E lei, serafica: «Non le posso rispondere. C'è la privacy».

Perde la casa per 63 euro: bufera su Equitalia


Perde la casa per 63 euro bufera su Equitalia 
Vittima un malato di Alzheimer: indagati il direttore Iodice e tre funzionari. La vendita nascosta al proprietario e senza abbassare il valore. L'appartamento messo all'asta e acquistato, grazie alla segnalazione di una talpa interna
di GIUSEPPE FILETTO e MARCO PREVE
Un uomo ammalato di Alzheimer, una multa da 63 euro, una procedura di esecuzione immobiliare che procede come un bulldozer, una serie di passaggi viziati da pesanti sospetti, specie quando l'aggiudicazione dell'appartamento avviene - secondo il consulente della Procura - grazie ad una talpa interna alla struttura che ha effettuato il pignoramento.

Tutto questo ha portato, nei giorni scorsi, il pm Francesco Pinto a chiedere il rinvio a giudizio per quattro persone. Si tratta del direttore ligure di Equitalia, Piergiorgio Iodice, e dei funzionari della stessa società concessionaria del servizio di riscossione tributi: Silvia Angeli, Roberto Maestroni, Pierpaolo Trecci, tutti assistiti dall'avvocato Giuseppe Sciacchitano. Le accuse nei loro confronti sono di abuso in atti d'ufficio e falso. Il caso risale al 2005 quando Equitalia era ancora Gestline, ma è diventato materia penale nel 2009 quando i figli dell'ex proprietario dell'appartamento di piazza Duca degli Abruzzi presentarono una denuncia affidandosi all'avvocato Massimo Auditore.

La procura contesta tutta la pratica, dall'inizio alla sua conclusione. Si parte dalla procedura esecutiva, ossia quella dell'esproprio. Fino al 2 dicembre del 2005 gli ufficiali della riscossione potevano "aggredire" un appartamento anche per un debito scaduto di appena 1500 euro. Successivamente il tetto è stato alzato a 8 mila euro, con un'altra condizione necessaria, ossia che l'importo complessivo del credito debba superare il 5% del valore dell'immobile. Con una memoria difensiva gli indagati sostengono che, purtroppo, all'epoca quelle erano le regole e quindi, messo in moto il meccanismo, non ci si poteva più fermare.

martedì 6 dicembre 2011

TERREMOTO L'AQUILA, LETTA SCRISSE A BERTOLASO:"AIUTA GLI AMICI DI VERDINI"


Terremoto, Letta scrisse a Bertolaso "Caro Guido, aiuta gli amici di Verdini"

Terremoto, Letta scrisse a Bertolaso: "Caro Guido, aiuta gli amici di Verdini"

Nuova inchiesta sugli appalti per la ricostruzione post-sisma, ancora una volta sul ruolo del consorzio Federico II in cui aveva interessi il coordinatore del Pdl. Al centro del ricorso della Procura in Cassazione, il messaggio dell'allora sottosegretario alla presidenza del Consiglio all'ex capo della Protezione civile. "Semplice raccomandazione", per il Gup. "Serrata attività di condizionamento", secondo il sostituto procuratore

di GIUSEPPE CAPORALE
L'AQUILA  -  C'è una lettera di raccomandazione sotto inchiesta. E' una lettera firmata da Gianni Letta, ex sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri con il governo Berlusconi. Venti righe su carta intestata del sottosegretario per favorire un gruppo di imprenditori negli affari del post-terremoto. Venti righe che ora sono oggetto di indagine da parte della Procura dell'Aquila.

GUARDA LA LETTERA 1

Il destinatario della lettera è Guido Bertolaso, all'epoca capo del dipartimento della Protezione Civile (struttura sotto la direzione della Presidenza del Consiglio). L'obiettivo è aiutare gli amici di un amico speciale, specifica lo stesso Letta nel documento - "come potrai facilmente immaginare, non posso sottrarmi a tale richiesta..." - Denis Verdini, coordinatore nazionale del Pdl.

L'impresa da aiutare è  -  ancora una volta  -  il consorzio Federico II, ovvero il raggruppamento di società che aveva al suo interno Riccardo Fusi, imprenditore (amico e in passato anche socio di Verdini) e una serie di imprese abruzzesi legate alla Carispaq, banca del territorio aquilano. Non solo Fusi secondo le verifiche dei Ros risulta debitore per una cifra intorno ai 20 milioni di euro nei confronti del Credito Cooperativo Fiorentino, presieduto all'epoca dei fatti proprio da Verdini.

La lettera. "Caro Guido, come ho avuto modo di accennarti per telefono l'altro giorno, l'onorevole Denis Verdini mi ha presentato un gruppo di imprenditori aquilani che insieme ad una grande impresa nazionale, hanno dato vita al consorzio Federico II, per la ricostruzione dell'Abruzzo. Adesso, a pochi giorni dall'incontro, lo stesso Verdini mi sollecita di nuovo il contatto con te (o con la tua struttura) e come potrai facilmente immaginare, non posso sottrarmi a tale richiesta. Nell'appunto che ti invio troverai la descrizione degli obiettivi e delle finalità del consorzio e il profilo delle imprese locali e nazionali che hanno dato vita all'iniziativa. 

Ti sarò grato perciò, se per non deludere Denis Verdini, potrai dedicare a questi imprenditori dieci minuti del tuo preziosissimo tempo per poi affidarli a chi riterrai possa diventare il loro interlocutore istituzionale. Sicuro della tua comprensione, ti chiedo scusa per il fastidio e ti ringrazio di cuore. Perdonami e grazie (scritto a mano, ndr). Gianni Letta". E poi ancora a penna "Gianni".

Verdini e Fusi, già prosciolti per la raccomandazione. Proprio per la vicenda degli appalti del consorzio Federico II negli affari post-sisma, Verdini e Fusi sono stati prima indagati e poi prosciolti dal tribunale dell'Aquila perché "il fatto non sussiste". Secondo il giudice per le udienze preliminari Romano Gargarella  -  che si è pronunciato a riguardo appena il mese scorso - quella di Verdini per l'imprenditore Fusi fu una "mera raccomandazione" non prefigurabile come reato penale. Ma contro questa decisione il sostituto procuratore Stefano Gallo ora ha presentato ricorso in Cassazione puntando come elemento centrale proprio sulla missiva, svelando così anche una parte della nuova indagine che stavolta vede al centro Letta.

Il pm: "portata dirompente dei nuovi documenti"
. "Bisogna tener conto della portata dirompente dei nuovi documenti depositati", scrive Gallo nel ricorso in Cassazione producendo la lettera di Letta. "I termini usati dal potente sottosegretario di Stato sono assolutamente significativi della concreta possibilità dell'onorevole Denis Verdini di incidere sulle scelte degli apparati dello Stato in ordine all'affidamento dei lavori post-terremoto" scrive nel ricorso. E aggiunge: "Come va interpretato il non posso sottrarmi alla richiesta?". Così la lettera di Letta oltre a essere alla base del nuovo fascicolo potrebbe far riaprire l'inchiesta su Fusi e Verdini, oltre che chiamare nuovamente in causa Guido Bertolaso. E il sostituto procuratore Gallo  -  come annunciato nel ricorso  -  ha intenzione di interrogare sia Letta che Bertolaso per verificare la veridicità della lettera.

Ma per Gup la lettera di Letta è solo una raccomandazione. Il nuovo documento, in realtà, era stato già depositato all'ultima udienza per la vicenda Verdini e Fusi, ma il giudice Gargarella aveva derubricato anche questo documento come prova di "mera raccomandazione". Per la procura dell'Aquila invece è la dimostrazione del tentato condizionamento di alcuni appalti post-terremoto. Per i magistrati infatti, seppure la missiva pare sia arrivata in procura in forma anonima, è "vera". Gli inquirenti al riguardo hanno già eseguito una perizia sulla grafia dello scritto ed è risultata chiaramente riconducibile a Letta. Così come sono "perfettamente coincidenti" date e altre circostanze citate nella lettera e poi riscontrate nelle intercettazioni e nelle informative dei carabinieri del Ros.

L'altra prova: la mail di Verdini a Letta. Non solo, la procura ha in mano anche molti altri documenti.
Tra questi, un'altra lettera questa volta inviata da Verdini (attraverso la mail del credito fiorentino) a Letta e datata sempre 22 maggio: "Caro Gianni, a seguito dell'incontro con Fusi, presidente della Baldassini Tognozzi Pontello s. p. a., Ettore Barattelli (dell'omonima azienda), il direttore della cassa di risparmio dell'Aquila Rinaldo Tordera e il suo vice Angelo Fracassi, ti invio l'informativa sul consorzio Federico II come tu mi avevi richiesto. Ti prego di contattarmi al più presto perché tutti i partecipanti all'incontro sono rimasti favorevolmente impressionati dalla tua cortesia e dal tuo sincero interessamento, che corrisponde al loro sentimento di abruzzesi. Potrai notare l'enorme professionalità e potenzialità del consorzio e il forte radicamento territoriale e come ricorderai, il prezioso sostegno della cassa di risparmio dell'Aquila. Denis Verdini".

Sigma-Tau, 569 dipendenti in Cassa Integrazione: lettera a Passera

Sigma-Tau. Il piano dei tagli: 569 dipendenti in Cassa Integrazione. LA LETTERA LA MINISTRO
LA LETTERA LA MINISTRO
di Susi Ciolella
ROMA - Le sorti dei lavoratori dei lavoratori Sigma-Tau, sono appese a un filo, due siti di ricerca, uno di Milano (Prassis) ed uno di Caserta (Tecnogen), sono stati messi in liquidazione con oltre 100 lavoratori che perderanno il posto di lavoro. Nel sito di Pomezia è stata annunciata la volontà di porre 569 lavoratori in CIGS a zero ore a partire dal 27 dicembre 2011. L'operazione di risanamento - comunicano i vertici di Sigma-Tau - si è resa necessaria per poter attuare un piano di sviluppo e salvaguardare il futuro dell’ Azienda recuperando efficienza anche in virtù della forte volontà dell'impresa e degli azionisti di non delocalizzare produzione e ricerca.

Dura la risposta dei sindacati secondo cui alla Sigma-tau, serve un vero piano di rilancio che consenta al gruppo di riaffermarsi sul mercato, al fine di garantire un futuro all’azienda e ai lavoratori. I lavoratori si sono rivolti al Ministro dello sviluppo Economico Corrado Passera chiedendo un intervento tempestivo. La lettera RSU Sigma-Tau Spett.le Ministero dello Sviluppo Economico Ministro Dr. Corrado Passera Sig. Ministro, I lavoratori della Sigma-Tau e la RSU vogliono esprimerLe, con questa lettera, i propri timori per il futuro.

 All’improvviso l’azienda nella quale lavoriamo e della quale abbiamo orgogliosamente fatto parte nel corso degli anni, ha avviato procedure brutali di dismissioni di attività e lavoratori. La Sigma-Tau è una delle prime aziende farmaceutiche italiane, una delle poche ad aver creduto nell’attività di ricerca come motore di sviluppo e crescita fino ad arrivare ed investire in essa il 16% del proprio fatturato. Negli anni è stato consolidato un patrimonio di know-how, tecniche e professionalità di altissimo livello; un clima di relazioni sindacali positivo ed innovativo ha consentito di gestire al meglio tutti i necessari mutamenti nel corso degli anni. Claudio Cavazza, da imprenditore illuminato quale era, ha saputo coniugare passione e lucidità, rigore e innovazione fino a creare un gruppo articolato in più siti in tutta Italia ed anche filiali all’estero.

Da ultimo ricordiamo l’acquisizione della ENZON. Oggi è in atto un pericoloso tentativo di svendere il gruppo. Due siti di ricerca, uno di Milano (Prassis) ed uno di Caserta (Tecnogen), sono stati messi in liquidazione con oltre 100 lavoratori che perderanno il posto di lavoro. Nel sito di Pomezia è stata annunciata la volontà di porre 569 lavoratori in CIGS a zero ore a partire dal 27 dicembre 2011. Questo non ha nulla a che vedere con un presunto piano di rilancio dell’azienda: serve altro. Serve un progetto che consenta al gruppo Sigma- Tau di riaffermarsi davvero ed acquisire nuove quote di mercato. Serve un progetto che garantisca un futuro al gruppo ed ai lavoratori.

Noi crediamo che questa discussione riguardi un patrimonio italiano da non disperdere e che debba trovare spazio presso il Ministero da Lei presieduto. Non crediamo che ci si possa limitare a parlare di ammortizzatori sociali nei singoli siti. Ma, Sig. Ministro, il tempo stringe. Ci auguriamo un suo tempestivo intervento e La ringraziamo per l’attenzione riservataci.
 RSU Sigma-Tau Pomezia, 2 dicembre 2011

lunedì 5 dicembre 2011

MANOVRA SALVA ITALIA: TESTO INTEGRALE

Il testo della manovra Monti.Martedì in Gazzetta Ufficiale

elsa-fornero
Ecco il testo del Decreto Legge recante “Disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici“, varato ieri dal Consiglio dei Ministri.
DISPOSIZIONI URGENTI PER LA CRESCITA, L’EQUITA’ E IL CONSOLIDAMENTO DEI CONTI PUBBLICI
Titolo I – Sviluppo ed equità
Art. 1 Aiuto alla crescita economica (Ace)
Art. 2 – Deduzione dall’IRES e dall’IRPEF della quota di IRAP riferita analiticamente al costo del lavoro
Art. 3 – Programmi regionali cofinanziati dai fondi strutturali
Art. 4 – Detrazioni per interventi di ristrutturazione, di efficientamento energetico e per spese conseguenti a calamità naturali
Art. 5 – Introduzione dell’ISEE per la concessione di agevolazioni fiscali e benefici assistenziali, con destinazione dei relativi risparmi a favore delle famiglie
Art. 6 – Equo indennizzo e pensioni privilegiate
Titolo II – Rafforzamento del sistema finanziario nazionale e internazionale
Art. 7 – Partecipazione italiana a banche e fondi
Art. 8 – Misure per la stabilità del sistema creditizio

giovedì 1 dicembre 2011

Lea Garofalo, difensore imputato arrestato ieri in operazione anti-'ndrangheta


Sciolta nell'acido, Corte decide un fitto calendario udienze

Caso Lea Garofalo, sentenza nel luglio prossimo


      INFOPHOTO
Nel processo sono imputate sei persone. Il difensore di una di loro è Vincenzo Minasi, penalista arrestato ieri nell'operazione anti - 'ndrangheta condotta dalle Dda di Milano e Reggio Calabria.

Milano, 1 dic. (TMNews) - E' serratissimo il calendario del processo per l'omicidio di Lea Garofalo fissato dai giudici della Prima Corte d'assise, presieduta da Anna Introini che ha sostituito Filippo Grisolia, diventato capo di gabinetto al ministero della Giustizia. Al termine dell'udienza di oggi, Introini ha comunicato che il processo riprenderà al 19 dicembre, poi, dopo la pausa natalizia, a gennaio si tornerà in aula il 10, 16, 20, 23, 27, 31, a febbraio il 2,3,7,9,13,14,20,27, a marzo l'1, 5,9,26,29,30. Le udienze così ravvicinate si giustificano col tempo che sarà 'perso' per riascoltare i testimoni già sentiti dopo che è cambiata la composizione del collegio e i difensori non hanno dato il consenso a 'salvare' le deposizioni già avvenute, tra cui quella di Denise, la figlia della vittima, parte civile contro il padre, Carlo Cosco.

DISCARICA RIANO: UE RISPONDE A INTERROGAZIONE RINALDI (IDV)




RIFIUTI: RINALDI (IDV), OGGI DA UE DURO MONITO A REGIONE LAZIO 


COMMISSIONE RISPONDE AD INTERROGAZIONE EUROPARLAMENTARE

“Dalla Commissione europea oggi é arrivato un duro avvertimento alla Regione Lazio sulla sua politica dei rifiuti: fino ad ora non é stato fatto nulla di ció che Bruxelles ha chiesto. Non solo: sulla localizzazione di Riano l'Ue non ha ricevuto alcuna informazione.

Tutto ció é l'ennesima dimostrazione di un disastro gestionale e politico che i cittadini del Lazio non meritano”. A dirlo é il capodelegazione Idv all'europarlamento Niccoló Rinaldi, che ha reso nota la risposta della Commissione europea alla sua interrogazione sui siti alternativi a Malagrotta.


 “Le autorità italiane”, scrive la Commissione all'europarlamentare, “sono tenute ad adottare un piano di gestione dei rifiuti idoneo per la Regione Lazio e a creare un'adeguata rete di impianti di trattamento dei rifiuti, già esistenti o di nuova costruzione, conformi alla legislazione Ue vigente in materia di ambiente. Le autorità italiane sono tenute ad informare il pubblico e le autorità interessate dalle loro decisioni, conformemente a quanto previsto dalle disposizioni pertinenti della direttiva 85/337/CEE concernente la valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati (la direttiva Via) e successive modifiche”