sabato 28 febbraio 2009

Bondi: il flagello della cultura

Bondi e l'attacco ai beni culturali: un appello delle associazioni

Ecco l'appello al presidente Napolitano, firmato da Assotecnici, Associazione Bianchi Bandinelli, Comitato per la bellezza, Eddyburg, Italia nostra, Legambiente, Patrimonio Sos, Wwf.Mentre le Soprintendenze stentano sempre più, per mancanza di fondi, a svolgere i loro ordinari compiti di tutela e rischiano di agonizzare con l’arrivo di sempre nuovi tagli di risorse accettati supinamente dal ministro Bondi, questi attacca frontalmente la sua stessa amministrazione. La delegittima sul piano tecnico-scientifico “dando spazio a figure nuove, con specifiche competenze manageriali, in grado per esempio di leggere un bilancio” (dall’intervento del 23 febbraio sul “Giornale”), come se l’ attuale personale di Soprintendenza, tecnici e amministrativi, e quanti li hanno preceduti avessero portato allo sfascio, per ignoranza delle leggi economiche, le strutture della tutela e della valorizzazione.

La svuota di poteri e di competenze specifiche moltiplicando i commissariamenti calati dall’alto (Pompei, aree archeologiche di Roma e di Ostia, ecc.) e reclutando supermanager e superesperti che, oltre a mortificare la dirigenza dei Beni Culturali, peseranno su di un bilancio già stremato che il piano Tremonti, da qui al 2011, riduce a cifre di pura sopravvivenza. Bondi e altri ministri di questo governo trattano poi la rete dei musei, dei monumenti, dei siti – evidentemente non conoscendola – come una sorta di antiquata e polverosa zavorra.Essi rimuovono il fatto che nel periodo 1996-2007 i visitatori dei musei, dei circuiti museali e delle aree archeologiche sono saliti da 25 a 34,5 milioni con un incremento del 38 per cento e che i relativi introiti sono più che raddoppiati balzando da 52,7 a 106 milioni di euro con un incremento del 101 per cento. Con una flessione o una stasi nel 2008 anno di crisi per tutte le correnti turistiche, a cominciare dalle più qualificate. Risultati formidabili conseguiti da questa Amministrazione pur sottopagata e con mezzi tecnici e finanziari sempre insufficienti.Si può fare certamente di più e di meglio su questo e su altri piani, a cominciare da una più incisiva e diffusa tutela del nostro paesaggio minacciato da mille insidie speculative.

Ma lo si può fare incoraggiando, motivando, dotando di mezzi una Amministrazione onesta (non un solo implicato di alto livello in Tangentopoli), competente e leale verso lo Stato. Il ministro Bondi ha invece scelto la strada opposta, quella della delegittimazione, dell’esautoramento, del richiamo intimidatorio al silenzio e all’ordine. Che ora rivolge pubblicamente ad un personaggio di alta competenza internazionale e di qualificato impegno culturale e civile come Salvatore Settis, presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali ingiungendogli dalle colonne di un giornale appartenente alla famiglia del presidente del Consiglio di allinearsi e tacere, di cessare cioè dalla funzione critica che, in ogni democrazia compiuta, viene riconosciuto agli intellettuali.E analogo trattamento viene riservato ad uno dei più valorosi studiosi e soprintendenti, a Pier Giovanni Guzzo che tanto ha fatto, per la sua parte, a Pompei, in Puglia, in Emilia-Romagna.

Un ordine rivolto al professor Settis affinché tutti i componenti critici del Consiglio Superiore intendano e chinino il capo in silenzio, pronti ad accettare qualunque cosa, anche l’umiliazione di vedere spregiata una rete di tutela e di musei ammirata, in linea generale, dai direttori dei maggiori musei del mondo, dagli esperti di ogni Paese. Noi siamo con loro in queste ore davvero drammatiche per l’autonomia della cultura.Lo stesso commissariamento straordinario promesso un mese fa alle aree archeologiche di Roma e Ostia rappresenta un autentico suicidio anche sul piano dell’immagine turistica di una Capitale che coi fondi della legge Biasini e del Giubileo – spesi e spesi bene nella collaborazione piena, allora, fra Stato, Regione, Provincia e Comune – ha restaurato e riaperto siti e monumenti romani, ha inaugurato nuovi splendidi Musei (ex Collegio Massimo, Palazzo Altemps, ex Centrale Montemartini, Crypta Balbi, ecc.), altri ne ha riallestiti e ammodernati (Galleria Borghese e Musei Capitolini in testa) riacquistando così prestigio e attirando nuovi visitatori da tutto il mondo. In poche battute un patrimonio formidabile – di sostanza e di immagine – viene buttato in discarica dal Ministero e dal Comune di Roma con l’incoraggiamento di esperti esterni pronti a nuove e ricche consulenze.

Un’operazione inaccettabile, sotto ogni punto di vista (compreso quello dell’immagine internazionale), contro la quale protestiamo indignati chiedendo al presidente della Repubblica, custode attivo della Costituzione, la operante difesa e attuazione del dettato dell’ articolo 9 della suprema carta (“La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”), chiedendo alla pubblica opinione, agli organi di informazione di non far passare sotto silenzio la rovina che viene rovesciata sui nostri beni culturali e paesaggistici con l’intento di smantellare – qui come nella scuola, nella sanità, nellaricerca – tutto ciò che è pubblico operando di fatto per la privatizzazione di quei beni in grado di produrre incassi e profitti.Cosa che non accade in nessun’altro Paese civile e avanzato dove la cultura viene in genere potenziata nei momenti di crisi anziché indebolita, intimidita, ammutolita. Non a caso al pari della Storia dell’Arte che già si insegna pochissimo e che questo Ministero dell’Istruzione vuole insegnare ancor di meno.

la repubblica 25 febbraio 2009

Dopo Settis altre dimissioni, ai Beni culturali c'è «delusione»di Stefano Miliani

C'è turbamento, preoccupazione, tanta amarezza, molta delusione, nel variegato mondo che si occupa del patrimonio artistico italiano per conto dello Stato. La causa è presto detta: le dimissioni di una personalità autorevole come Salvatore Settis dalla presidenza del consiglio superiore dei beni culturali, organismo chiamato a dare pareri – non vincolanti e però significativi - su faccende importanti come piani di spesa, prestiti di opere d'arte, strategia del ministro e del ministero. Un dissenso pubblico che Bondi non ha tollerato ha indotto il preside della Normale di Pisa a lasciare l'incarico.Nelle stesse ore si sono dimessi Andrea Emiliani, già soprintendente a Bologna, e Andreina Ricci, docente di metodologia archeologica a Roma. Nel pomeriggio di giovedì altri due consiglieri hanno rassegnato le dimissioni: Mariella Guercio, presidente del comitato archivi, designata dall'assemblea di docenti universitari e personale tecnico-scientifico del ministero, e lo studioso d'arte e architettura Cesare De Seta. Lui, come Settis, Emiliani e Ricci, era stato nominato dall'ex ministro Rutelli e poi confermato da Bondi.Il “parlamentino” dei beni culturali conta 18 posti da consigliere. Riparte mercoledì 4 marzo alle 15 nella riunione che sarà introdotta dal vice presidente Antonio Paolucci primqa che prenda l'incarico il sostituto di Settis, l'archeologo romano Andrea Carandini. Il quale, a l'Unità che gli chiede un'intervista, risponde: «Voglio meditare il mio intervento in consiglio, ora sono entrato in un momento di riserbo. Per non creare ulteriori confusioni e concentrarmi ho sospeso tutte le interviste».
la repubblica 26 febbraio 2009

venerdì 27 febbraio 2009

Nucleare, scontro Scajola-Marrazzo


Sì di Galan, ma non si ferma coro di no



ROMA (26 febbraio) - La decisione del governo di tornare al nucleare continua a far discutere e non si ferma il coro di no di govenatori e sindaci delle zone candidate a ospitare i nuovi impianti. Anche se si segnalano eccezioni, come quella del governatore del Veneto, Giancarlo Galan. «La mia è una posizione come sempre laica. Io sono qui, non ho nessun pregiudizio contrario. Se mi si dimostra che c'è un sito adatto, non vedo perché dovremmo essere contrari», ha detto oggi in un'intervista a Blu Radio il governatore vento dopo i no di Piemonte, Toscana, Puglia e Lazio.

Lo scontro Scajola-Marrazzo. E' scontro intanto tra il ministro per lo Sviluppo economico, Claudio Scajola, e il governatore del Lazio, Piero Marrazzo. «La maggioranza degli italiani vent'anni fa ha detto di "no" al nucleare. Questo è costato agli italiani e fa pagare il 30% in più l'energia alle famiglie e alle imprese italiane. Qualcuno ha capito che è stato uno sbaglio, qualcuno no», ha sottolineato Scajola a chi gli chiedeva un commento sul no all'atomo di alcune regioni, tra cui il Lazio. «Al ministro Scajola rispondo che non si tratta di discutere sui "no" di ieri, ma di guardare cosa succede oggi nel mondo, magari cercando di capire in che direzione va», ha replicato Marrazzo. «La cultura 'Nimby' (non nel mio giardino, ndr) non ci appartiene, ma noi come negli Usa di Obama, nella Spagna di Zapatero o nella Germania della Merkel, abbiamo deciso di puntare sulle fonti rinnovabili - continua Marrazzo -. Si esce dalla crisi puntando su innovazione e sviluppo, non su costosi progetti del passato come il nucleare di vecchia generazione, improvvisamente abbracciato dal governo».

Consultare i cittadini. Sono in molti a chiedere referendum e la consultazione dei cittadini, come il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo. Il governatore siciliano, in un'intervista a Radio Uno, ha ribadito la sua posizione, spiegando che «il nucleare può essere accettato se si avrà certezza della sicurezza, a cominciare dalla gestione delle scorie; convenienza economica e, infine, il pronunciamento positivo dei cittadini con un referendum».

«La scelta di Montalto di Castro come sede di una delle quattro centrali nucleari che dovrebbero essere costruite in Italia, in base all' accordo sottoscritto dal presidente del consiglio Silvio Berlusconi in Francia, non può essere calate dall'alto, senza consultare le popolazioni locali. Altrimenti si rischia di ritrovarsi come 22 anni fa, quando il referendum popolare bloccò l'impianto da 2mila megawatt quasi ultimato», ha detto oggi il sindaco di Montalto di Castro Salvatore Carai.

«Sulla scelta dei siti che ospiteranno le future centrali ci sia un percorso condiviso, evitando qualunque imposizione dall'alto», chiede anche Fabio Callori, presidente della Consulta Anci dei comuni sedi di servitù nucleari e sindaco di Caorso (uno dei quattro siti nucleari itaiani negli anni '70).

Le perplessità di Errani. «Stiamo facendo la dismissione della centrale di Caorso, dopo lunghissimi anni e questo, per me, rimane l'unico punto fermo», ha sottolineato il presidente dell'Emilia Romagna Vasco Errani.

Il no di Cappellacci. «Dovrebbero passare sul mio corpo prima di fare una cosa simile». È la risposta del neo governatore della Sardegna del Pdl, Ugo Cappellacci, nella sua pagina su Facebook, alla domanda sull'ipotesi che sia nell'isola, e precisamente nella piana di Oristano-Arborea, uno dei siti che potrebbe ospitare una delle centrali.

«È un'idea balzana pensare di poter creare una centrale nucleare nel territorio di Palma di Montechiaro, classificato a rischio sismico», ha detto il sindaco, Rosario Gallo, commentando la possibilità che il comune dell'agrigentino ospiti una delle quattro centrali nucleari che il governo intende costruire entro il 2020.

IL MESSAGGERO 27 FEBBRAIO 2009

giovedì 19 febbraio 2009

Chiaiano: Beppe Grillo al Presidio Domenica 22 febbraio,. Il Programma


di Roberta Lerici

Sto seguendo da tempo la vicenda della cava di Chiaiano, aperta la notte del 17 febbraio, nonostante le proteste di geologi e cittadini per il pericolo di frane e la mancanza di una reale bonifica dopo il rinvenimento di grossi quantitativi di amianto. Qui potete leggere l'ultimo articolo che ho pubblicato sulla situazione attuale. Il 22 febbraio, Beppe Grillo sarà al Presidio di Rotonda Titanic a Marano alle ore 18. Sul sito principale dei comitati anti discarica, (www.chiaianodiscarica.it) troverete la mappa e tutte le notizie.


Dal sito
www.chiaianodiscarica.it

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Il segnaposto blu indica la rotonda Titanic, nei pressi della quale si trova il Presidio permanente contro la discarica di Chiaiano.

- Domenica 22 febbraio 2009 alle ore 18:00 -

Il comico, attivista e blogger genovese sarà al Presidio di Rotonda Titanic a Marano (NA).

Il palco sarà allestito nell’area pedonale nei pressi della rotonda (vedi cartina).

PROGRAMMA

ORE 17:30 - Apertura con musica popolare

ORE 18:00 - Intervento di Beppe Grillo

Al termine, performance musicale del gruppo Bidonvillarik

Moderatore: Padre Alex Zanotelli

Interverrano: i prof.ri F. Ortolani, G.B. De Medici, G. Ciannella e il Sindaco di Marano S. Perrotta

M. Esposito del Comitato Civico “La Rosa dei Venti” illustrerà le alternative a megadiscariche ed inceneritori e P. Rinaldi spiegerà le ragioni della protesta dei cittadini del Presidio di Chiaiano e Marano.

Info:

- beppegrillo.it

- comitato@larosadeiventidichiaiano.it

- staff@chiaianodiscarica.it

Lo staff di chiaiaNOdiscarica.it

Veltroni: Solo, nel giorno dell'addio al suo "partito di ghiaccio"


di Roberta Lerici


Se i grandi progetti hanno bisogno di tempo, come dice Veltroni nel suo ultimo discorso il giorno dell'addio, è anche vero che è difficile fare tanti errori in soli 16 mesi. Ma quello che, a mio avviso, è stato l'errore di base del PD di Veltroni, è il fatto di non aver mai rappresentato coloro che lo avevano votato, coloro per cui era nato. Non è stato un partito "liquido", il PD di Veltroni, è stato un partito di ghiaccio, senz'anima e pronto a dissolversi in poco tempo . Sono le passioni che rendono un progetto politico aggregante e vincente, ma come si fa ad appasionarsi ad un loft? E come si fa a pensare che il tuo destino di cittadino venga discusso da pochi eletti davanti a un caminetto? E come puoi credere che qualcuno stia lottando per te, se alle elezioni impone la candidatura di personaggi inutili come le ragazze che hanno preso il posto di tante persone di valore? E come si può stare all'opposizione senza fare opposizione?

E come si può non partecipare e, anzi, criticare manifestazioni come quella di luglio a Piazza Navona, dove gli elettori del PD sono arrivati lo stesso, anche se il "partito non aderiva"? In quante piazze il PD ha lasciato soli i suoi elettori? Se abbia deciso lui di non partecipare o lo abbiano costretto, lo sa solo Veltroni. Quello che è certo, è che la gente del PD dava l'impressione di qualcuno che aveva scelto una casa siglando un regolare contratto di affitto, e dopo un mese si era trovato sfrattato, in mezzo alla strada.

Sono stata a raccogliere le firme contro il Lodo Alfano, e ricordo che quando venivano a firmare elettori del PD, erano furenti con Veltroni. Non capivano cosa volesse far diventare il PD, non si riconoscevano nelle sue scelte. E allora, se nel suo discorso Veltroni dice"Sogno un partito che si chieda non da dove si viene ma dove si va. Un partito che abbandoni una certa sinistra giustizialista, salottiera e conservatrice. ", lui descrive esattamente il suo PD (a parte il "salottiera", perchè lui il salotto lo ha fatto nel loft).

Se questo era il partito dei suoi sogni, lui lo ha realizzato. Il problema è che non è piaciuto affatto agli elettori.

Ecco l'articolo sul suo discorso:


L'ex segretario democratico: "Un grande progetto ha bisogno di tempo"
"Non giudicate il mio successore con l'orologio in mano". In sala Franceschini e Bersani
L'addio di Veltroni: "E' colpa mia Vado via, ma non tornate indietro" fine
I ringraziamenti allo staff, alla scorta a cui ha rinunciato ma non al gruppo dirigente

di MATTEO TONELLI


L'addio di Veltroni: "E' colpa mia Vado via, ma non tornate indietro"

Walter Veltroni

ROMA - E' la solitudine di un leader quella che salta agli occhi. Quello che doveva fare il Pd e che invece ha visto il Pd fare a meno di lui. Adesso che tutto è finito, che la poltrona da segretario è un ricordo, adesso Walter Veltroni può scrivere il suo "testamento" politico tra le colonne del Teatro di Pietra che l'avevano visto trionfatore alle primarie. Lo fa con garbo, con il consueto modo "caldo" di parlare di politica. Mandando alcuni precisi segnali. Al gruppo dirigente, anzitutto. Ma anche al popolo del Pd, quello del Circo Massimo e delle primarie.

"Il Pd è il sogno della mia vita ma non sono riuscito a farlo avanzare, mi scuso e per questo lascio" è l'inizio del monologo. Veltroni dunque lascia. Dice addio a quella poltrona di segretario che, in sedici mesi, gli ha regalato qualche gioia e molti dolori. Dice addio ringraziando lo staff, la scorta (che ha chiesto gli venga tolta), Dario Franceschini. E non citando gran parte del gruppo dirigente democratico.

Per il suo ultimo atto da segretario Veltroni sceglie il Teatro di Pietra. Una decisione non casuale. Tra quelle stesse colonne celebrò il trionfo delle primarie. Sembrano passati secoli. Oggi dice: "Il Pd è stato il sogno politico della mia vita, lascio in serenità senza sbattere la porta, adesso cerchero di dare una mano al partito". In sala Soro si asciuga le lacrime, Fassino e la Finocchiaro sono terrei. Achille Serra gli chiede di ripensarci. Bersani, cappotto in mano, è immobile. Rutelli non c'è. D'Alema nemmeno. Dicono che non abbia neanche telefonato.

Veltroni parla per circa 40 minuti. Cita Romano Prodi e l'Ulivo, la vittoria del '96 e quel sogno interrotto. Parla del "sogno", il suo sogno, di cambiare l'Italia. "Per questo è nato il Pd, per diventare il partito del destino del nostro Paese". Cambiamento, certo. In questo sta "la vocazione maggioritaria" del Pd e non nell'essere un semplice vinavil, un mero collante. Riformismo, ci mancherebbe. Quello che serve per cambiare un sistema di valori che Berlusconi "ha sostituiti con i disvalori". Lavorare a testa bassa, conquistando casamatta dopo casamatta, dice Veltroni, citando Gramsci. Ma per farlo serve "pazienza e fiducia". Serve, continua Veltroni, un partito che non trituri il leader dopo ogni sconfitta: "Non accade da nessuna parte una cosa del genere, da noi è la regola" scandisce. E si capisce che parla di lui. Della sua solitudine. Di un gruppo dirigente da cui, in larga parte, non si è sentito appoggiato. Il suo Pd, invece, l'ex segretario l'ha visto più volte: al Lingotto, a Spello, in campagna elettorale, alla scuola di Cortona e al Circo Massimo. E durante le primarie. E anche nelle divisioni interne. Quelle chiare, però. "Abituiamoci al fatto che un grande partito non può essere una caserma - dice tra gli applausi - I partiti moderni sono così, ma alcuni di noi hanno l'imprinting dei partiti degli anni '70. Sogno un partito che si chieda non da dove si viene ma dove si va. Un partito che abbandoni una certa sinistra giustizialista, salottiera e conservatrice. Un partito che abbia dirigenti che facciano propria un'identità che gli elettori già hanno". Un partito democratico, insomma. Come quello che si era materializzato tra le bandiere del Circo Massimo.

Il futuro, dunque. Quello che vedrà Veltroni in una posizione "riservata". Quello che avrà bisogno di "più solidarietà". Quella, si capisce, che Veltroni non ha sentito. Coperta da manovre di corridoio e veleni gettati ad arte. Eppoi le sconfitte. E i processi interni che si aprivano un minuto dopo. Sul banco degli imputati, sempre e solo il segretario.

E adesso che se ne va Veltroni chiede per chi lo sostituirà quello che lui non ha avuto: "Non chiedetegli di ottenere risultati con l'orologio in mano, gli sia concesso quello che non è stato concesso a me, il tempo. Perché per grande progetto riformista servono più di 16 mesi". Veltroni si avvia a concludere. Ripone i fogli in tasca, guarda Franceschini ("un amico leale") e conclude:"Non bisogna tornare indietro, oggi ci sono le condizioni perché questo partito possa farcela, amatelo di più, state uniti". Lavorando casamatta per casamatta. Ma il compito toccherà ad altri. Lui, Walter, il suo "sogno" continuerà ad accarezzarlo. Ma, par di capire, da lontano.

(La Repubblica 18 febbraio 2009)

mercoledì 18 febbraio 2009

Benigni a Sanremo evoca il "ricordo della sinistra" e nomina Berlusconi, perchè se no porta male

di Roberta Lerici

Nel giorno delle dimissioni di Veltroni, della sconfitta in Sardegna, dell'opposizione della sempre più sola Italia dei Valori, Benigni a Sanremo è come un'ondata di emozioni profonde che ci scuote dal torpore e forse anche un po' dalla depressione di questo periodo davvero buio.Per una televisione che non dà le notizie che dovrebbe e non fa i discorsi che dovrebbe, a parte due o tre programmi che sono un'eccezione, è stato davvero come tornare al passato, quando la televisione faceva anche pensare. Eppure la criticavamo anche allora, ma non sapevamo che poi saremmo arrivati a questo. A un tg che annuncia la condanna all'avvocato Mills, omettendo di dire che i tempi di prescrizione si sono allungati al 2012 e, quindi, si potrebbe riaprire il fascicolo che riguarda Berlusconi, qualora il Lodo Alfano venisse ritenuto incostituzionale. Questo i telegiornali non lo hanno detto. Come non si è data voce ai comitati che hanno denunciato gravi irregolarità nella messa in sicurezza della discarica di Chiaiano. La discarica è stata aperta ieri notte, in modo da evitare scontri. La zona è militarizzata da mesi, ma ormai non ne parla più nessuno. E' normale. Nella discarica c'è l'amianto. La Procura sta indagando, ma la discarica è stata aperta lo stesso e della salute dei cittadini chi se ne importa. Questo viviamo oggi e per questo l'esibizione di Benigni è stata come un'apparizione.L'apparizione di un uomo, in un deserto popolato da zombi che ormai non parlano e non pensano più.
Qui un articolo che riassume il suo bellissimo intervento.
Qui l'audio dell'intervento (se non è stato cancellato)
Spezzoni TG LA7

Il ciclone Benigni.
Poi lui, Roberto Benigni, che a furia di parlare di gironi è finito in quello infernale del Festival, nel primo per la precisione, il Limbo in cui sta chi non ha fede (che la manifestazione riesca a rilanciarsi) ma non ha commesso peccati (Bonolis, che artisti e ospiti difendono a spada tratta). Il nostro fool era caricato a pallettoni come promesso, buffo e non buffone, incontinente di battute. Presentato come colui che possiede la leggerezza degli innocenti ci è andato giù pesante. L’intero fraseggio su Berlusconi ha raggelato la dirigenza Rai in prima fila («L’Ariston è il tempio dove ognuno vuole entrare da protagonista come Berlusconi al Quirinale», le leggi ad quattro personam, la statura del premier un metro e settanta secondo gli organizzatori, «un metro e cinquanta a quanto ricordi io, a meno che non abbia cambiato Costituzione»). A sinistra colpisce poco perché «appena prova a scrivere cade il governo», rassicura solo Veltroni («Walter che vuoi che sia la Sardegna, magari prendiamo la maggioranza nelle Eolie. A Berlusconi tanto interessa la Corsica, Ajaccio, dove ha i suoi parenti, non tutti ma Bonaparte sì»), poi bersaglia l’intoccabile Mina («Ormai la Rai manda solo filmati come Bin Laden. Mina devi farti vedere. E’ diventata un mito non facendosi vedere…Silvio te lo dico da amico, so che tu ci tieni, ti propongo di diventare come Mina. Tu devi sparire. Più lontano sei, più mito sei») e non risparmia Iva Zanicchi, lui che l’amore lo tratta con delicatezza e ne è da sempre rapito. Esplicita il testo già audace della signora romagnola in “Trombami e dura parecchio” e si augura che trovi l’uomo giusto per lei, un gladiatore del sesso, uno insomma tipo Silvio. E poi l’epilogo che tutti speravano di ascoltare e ha fatto saltare in piedi Grillini: «L’amore ci fa essere uomini liberi, di peccato non c’è che la stupidità. La storia è piena di uomini seviziati e torturati perché amavano altri uomini e non c’è delitto più infame, L’omosessualità non è fuori dal piano di Dio. Il sesso è affare loro, son persone adulte. E’ incredibile la rozzezza di qualsiasi accenno all’omosessualità. Nemmeno la fede rassicura, rassicura solo l’amore». E chiude declamando la lettera che Oscar Wilde scrisse dal carcere al suo amato. Ecco il piccolo diavolo che potrebbe fare il miracolo di portare gli ascolti se non in paradiso, almeno a mezz’aria, o quello ancora più grosso di guarire il paese dall’ignoranza.


da Il messaggero 17 febbraio 2009

SANREMO: BENIGNI A VELTRONI, "RIALZATI WALTER"

(AGI) - Sanremo, 17 feb. - "Walter, ti do' lo slogan per la prossima campagna elettorale: 'Rialzati Walter'". Roberto Benigni irrompe al Festival di Sanremo, prende a prestito lo slogan elettorale di Silvio Berlusconi alle politiche 2008 e lo applica, a modo suo, al segretario dimissionario del Pd, Walter Veltroni. Ed e' subito entusiasmo in sala. Nel suo monologo non poteva mancare l'attualita' politica. E stasera quindi non solo Berlusconi, come era scontato facesse ed ha fatto, ma anche Veltroni, dimissionario dopo la sconfitta elettorale alle regionali in Sardegna. E dunque "Che vuoi che sia la Sardegna, c'e' Montecristo, c'e' Capraia...", ha detto Benigni, scatenando l'applauso del pubblico dell'Ariston. E a proposito di centrosinistra, il regista e attore toscano ha detto "non voglio fare battute, anche perche' l'altra volta quando c'era Prodi non ho fatto in tempo ad arrivare a meta' battuta che era caduto...". E ancora: "Una volta c'erano Bertinotti, Diliberto, i Verdi. C'era quella cosa che si dice quando uno cerca una strada, ah ecco: la sinistra..". C'era anche Mastella, "che ora sara' candidato ale Europee: e' giusto, Mastella si e' immolato quando era ministro perche' aveva fatto di tutto perche' quelli che sarebbero venuti dopo di lui alla Giustizia dovevano fare meglio".

Standing ovation sanremese per Benigni

18/02/2009 11:09

Uno spettacolo nello spettacolo. Alla faccia di chi ha discusso per un'intera settimana sul suo compenso. Roberto Begnini è stato il vero mattatore della prima serata del Festival di Sanremo, un monologo di trenta minuti fra risate, polemiche neanche troppo velate e commozione finale.

"Non voglio parlare di Berlusconi", ha esordito. E ovviamente non ha fatto altro. Dall'elezione in Sardegna di Cappellacci, al lodo Alfano, fino al consiglio "fai come Mina, sparisci e diventi un mito".

Ne ha per tutti il comico toscano. Per Iva Zanicchi e per la sua canzone troppo esplicita (e di nuovo tira in ballo il premier come unico in grado di soddisfare le voglie dell'attempata cantante) e per la polemica sul controverso testo di Povia.

Voglio essere allegro e non parlare di cose serie. Berlusconi…Silvio Berlusconi: non lo volevo dire, non lo voglio neanche nominare, ma mi esce da sé... È un piacere essere all'Ariston, un teatro che appena lo vedi ti vien voglia di entrarci dentro come Berlusconi quando passa davanti al Quirinale”.

Mina manda solo filmati come Bin Laden, è diventata un mito... Silvio mi è venuta un'idea, te lo dico da amico, per diventare anche più grande di un mito come Mina tu devi sparire, sembrerebbe una cosa brutta ma è una cosa bella. Non ti devi fare vedere più. Non devi andare in Svizzera ma molto più lontano, in India o in Nuova Zelanda. Ci vai con Apicella e poi magari ci mandi qualche canzone”.

Benigni parla e ride mentre alla sua destra un Paolo Bonolis ingessato pensa alle querele che giungeranno dopo la prima puntata del Festival.

E' una storia incredibile che va avanti da millenni. Gli omosessuali non sono fuori dal piano di Dio. Di peccati c'è solo la stupidità… sono stati seviziati e sono morti nei campi di concentramento perché amavano un'altra persona… E' un'assurdità… ci hanno fatto dei doni enormi, ed è il sentimento dell'amore che caratterizza gli omosessuali. E quando c'è l'amore tutto diventa grande. Nemmeno la fede rassicura, l'unica cosa che rassicura è l'amore…Wilde… messo ai lavori forzati per la sua omosessualità. In prigione ha scritto una lettera alla persona per la quale era stato condannato”.

La platea del Festival è entusiasta, applaude e ride come poche volte succede nel luogo sacro della canzone italiana.

quomedia 18 febbraio 2009

martedì 17 febbraio 2009

Sardegna addio, Cappellacci:"Ora modificheremo il piano paesaggistico"


di Roberta Lerici

Non perde tempo, il vincitore Cappellacci per parlare di "piano paesaggistico". La salvaguardia delle coste della Sardegna, contro la cementificazione selvaggia, ha perso il suo paladino Soru e ora è in balia degli appetiti immobiliari di tante persone "vincenti" e "ricche". Era davvero questo che volevano i sardi?

Dal Corriere della Sera di oggi, 17 febbraio 2009

CAPPELLACCI : «SI TORNA A SORRIDERE»
- «La Sardegna sta tornando a sorridere» sono state le prime parole di Cappellacci nella sala stampa del suo quartier generale. «Le prime cose che farò? Risolvere le emergenze lavoro, occupazione, povertà e poi vorrei che questa Giunta si distinguesse dalla precedente perchè vorrei essere realmente vicino nei territori e dare la voce ai sardi». Quanto è stato determinante Berlusconi? «È stato determinante soprattutto per la popolarità - osserva Cappellacci - perché io rappresento il cambiamento, sono nuovo della politica, i più non mi conoscevo e lui mi ha dato una grande mano. L'ho sentito poco fa era molto contento. Credo che questa sintonia tra governo nazionale e regionale sia la grande opportunità per questa terra». «Ora modificheremo il Piano paesaggistico regionale» è la promessa del neo-presidente intervistato da Maurizio Belpietro su Canale 5. «Lo faremo sempre in nome della tutela del territorio -ha spiegato - che è la nostra più grande risorsa».
«Ora modificheremo il Piano paesaggistico regionale» è la promessa del neo-presidente intervistato da Maurizio Belpietro su Canale 5. «Lo faremo sempre in nome della tutela del territorio -ha spiegato - che è la nostra più grande risorsa».

Elezioni Regionali Sardegna 2009: I migliori commenti trovati in rete



di Roberta Lerici


Ecco una serie di commenti trovati in rete. Sono divertenti e seri allo stesso tempo, nella critica feroce sia alla politica di Berlusconi che a quella di Veltroni e del PD.

Ragazzi: se vince Cappellacci vado a vivere in Burundi...

Almeno sono sicuro che non mi ritroverò il nano tra i piedi.
Risposta alle 24.00: "Buon Viaggio"


Sardegna a Berlusconi, vincono Caligola e Wanna Marchi: Cappellacci a cavallo, Soru sfuma salva questa notizia


"cosa farò domani? ...ci penserò". e' la lapidaria risposta di Renato Soru ai cronisti che gli chiedono quali siano le sue prospettive... La stessa domanda fatta a Walter ha avuto per risposta... "chiedetelo a Silvio e' lui che mi organizza il futuro !!"
Ci ha messo talmente tanto la faccia che vedo per la prima volta il volto di Cappellacci solo oggi che ha vinto

Chi vince in Sardegna? Crespi dice Soru ma Berlusconi ha già pronto un bel regalo per Cappellacci

Vengo da una famiglia fascista, la conoscenza e l'informazione mi ha portato a sinistra. Posso stare con Veltroni?

The Sardinian way of life

Ecco, ci siamo giocati anche la Sardegna. Cioé, se la sono giocata loro, che io mica giocavo, e neanche ci volevo giocare, e comunque non è un gioco, però considerando che Soru non era male e qualsiasi scherano del Lestofante Capo invece è IL male e che una volta sono andato in ferie in Sardegna, posso tranquillamente sentire questo evento come una mia tragedia personale ed affermare di conseguenza che ce la siamo giocata. La Sardegna. Alle elezioni regionali, intendo, se non avete ancora letto il giornale. Se questa non è una dimostrazione della vocazione quasi sovrannaturale del PD alla sconfitta, allora non so che cos’è, ma certo se va avanti così ora delle Europee si potrebbero pentire di quella famosa soglia di sbarramento al 4%. Ed ora, più cemento per tutti. (fonte)


Ragazzi: se vince Cappellacci vado a vivere in Burundi...

Almeno sono sicuro che non mi ritroverò il nano tra i piedi.
Risposta alle 24.00: "Buon Viaggio"

In Sardegna gli speculatori-palazzinari puniscono Soru per il decreto salva-coste (preparatevi alla cementificazione dell'isola)


Vuoi vedere che i tanto vituperati sardi, spesso offesi e snobbati dagli "italiani", si dimostreranno migliori scegliendo l'onestà politica?

Elezioni Regionali Sardegna: Il futuro politico italiano nelle mani dei Sardi

Elezioni Sardegna, prove tecniche di risveglio nazionale

Contenti della vittoria di cappellacci?
i sardi, dopo aver fatto appello a tutto il loro orgoglio e alla loro forte identità regionale, hanno dimostrato ancora una volta che berlusconi per quanto criticato continua a vincere. troppo forti gli interessi attorno alla carica di cappellacci perchè soru potesse vincere ancora.un solo dato: oristano +8%, nonostante la "promessa" di cappellacci di costruirci una centrale termonucleare. bah... contenti loro...


Risposte:

c'è poco da fare... secondo me le false promesse e la demagogia funzionano molto più che tutto il resto. l'ho scritto e lo ripeto: tutti prendono in giro berlusconi, tutti dicono che è un imbecille... ma poi al momento di votare le sue promesse funzionano più di ogni argomento.
2 ore fa
esatto lily... è sempre così... nessuno lo vota apertamente, ma poi quando si entra nel seggio... zac! ci si ricorda della casa al mare, del figlio senza lavoro (e che resterà tale) e delle sue promesse, assurde ma attraenti.ogni popolo ha il governo che merita, i sardi non fanno eccezione.che schifo.

autore R. Lerici www.bambinicoraggiosidue.blogspot.com

17 febbraio 2009

giovedì 12 febbraio 2009

ENRICO MENTANA: LETTERA A VITTORIO FELTRI (LIBERO)

Da Libero del 12 febbraio 2009
Enrico Mentana ci scrive
"Ecco perché mi son dimesso"

| 12/02/2009 |
Pubblichiamo un ampio stralcio della lettera che Enrico Mentana ha scritto a Libero in risposta all'editoriale apparso mercoledì sul nostro quotidiano. L'ex conduttore di Matrix vuole chiarire in questo modo quanto successo lunedì sera dopo che Canale 5 non ha mandato in onda una puntata speciale del suo programma per la morte di Eluana Englaro.

Caro Vittorio, ho letto il tuo bell'editoriale su questa strana '"battaglia di Mentana". E quindi vorrei raccontare a te e ai tuoi lettori come sono andate davvero le cose, come le ho vissute in prima persona. Me ne sono stato zitto per 48 ore nelle quali ho però potuto con calma leggere e ascoltare le varie ricostruzioni, e i conseguenti commenti. E così ho visto come il racconto dell'accaduto, passaggio dopo passaggio, si allontana sempre più dalla realtà, quasi sempre in buona fede; anche se c'è pure qualche mestatore all'opera per mettere in giro balle e veleni assortiti (come la voce su un mio contatto o addirittura contratto con Sky).
Tre idee finite in nulla
Lunedì sera fui io ad avvisare della morte di Eluana la direzione di Mediaset, nella persona di Mauro Crippa. Di rimando Crippa mi chiese se ero in grado di andare in onda anticipatamente, nel caso si fosse modificata la programmazione serale di Canale 5. Risposi ovviamente di sì. Subito dopo fu il direttore di Canale 5, Massimo Donelli, a chiedermi la stessa disponibilità. Tutti e due mi manifestarono il loro convincimento che fosse necessario fare qualcosa, per marcare la nostra presenza su un fatto così importante. Poi ancora Crippa mi chiamò per conoscere il mio parere sul da farsi (di questa telefonata possono dare testimonianza i miei redattori, con cui già stavo decidendo i servizi comunque necessari per costruire la puntata sulla morte di Eluana). Gli dissi che era da scartare l'ipotesi di far saltare il Grande Fratello, e gli proposi tre soluzioni alternative: aprire nel programma una o due finestre del tg5; oppure inserire attorno alle 22 dieci minuti di Matrix; o infine chiudere il Grande Fratello non alle 24, com'era previsto, ma un'ora prima, così da trasmettere una puntata di Matrix in grado di essere seguita da un pubblico meno sparuto.
Crippa condivise la griglia di proposte, e disse che le avrebbe sottoposte al vertice aziendale. Mi chiese di tenermi pronto, e per questo allertai il regista e il direttore di produzione. Dopo un po’ Crippa mi richiamò sinceramente costernato, dicendomi che tutte e tre le proposte erano state respinte: la programmazione doveva proseguire come se nulla fosse successo. Gli espressi il mio giudizio estremamente negativo su quella scelta: così Canale 5 diventava l'unica rete italiana ad aver dedicato alla morte di Eluana solo sette minuti in tutto, in coda al Tg5 delle 20, e poi più nulla. Mi sembrò incredibile e offensivo, e per questo ventilai l'ipotesi di non andare in onda con Matrix nell'ora ormai punitiva della mezzanotte: a quel punto sarebbe stato più opportuno fornire la mole di notizie non ancora date sulla vicenda, con un'edizione anticipata del tg5 (comunque dopo tre ore e mezza di vuoto informativo). Crippa contestò con forza - e forse a ragione - l'idea che non andassi in onda, e mi chiese di riflettere, e poi di fargli sapere.
La tv del mio ufficio era accesa su Canale 5, ma senza audio. Vidi che veniva inquadrata una ragazza in lacrime. Meno male - pensai - ne stanno parlando, a loro modo ma spontaneamente. Non è una scelta sbagliata. Alzai il volume e mi resi conto che la ragazza non piangeva per Eluana, ma perché veniva allontanata dalla Casa del Grande Fratello. A quel punto la misura era stata superata. Non solo l'insensibilità al dramma per il quale l'Italia profonda si era sempre più turbata, quella politica e istituzionale si era spaccata in due e il Parlamento stava varando a velocità mai vista una legge ad hoc; ma anche l'irrisione esplicita costituita da un finto dramma, costruito in vitro e provocato perché avvenisse in diretta (...).
Libero 12 febbraio 2009

martedì 10 febbraio 2009

La morte di Eluana: tutti gli articoli


Morte Eluana: clinica, arresto cardiaco
09 feb 23:33
UDINE - Arresto cardiocircolatorio. Questa la causa della morte di Eluana Englaro, secondo quanto scritto nella documentazione della clinica La Quiete. Lo si apprende da fonti sanitarie. (Agr)

Englaro/ Morte Eluana, ipotesi e' arresto cardiocircolatorio
A seguito insufficienza renale


Udine, 10 feb. (Apcom) - L''ipotesi ritenuta al momento piu' probabile dai sanitari della clinica La Quiete di Udine è quella che Eluana Englaro sia morta per arresto cardiocircolatorio a seguito di un'insufficienza renale.
Sulla morte di Eluana domani mattina - ha sottolineato Gianluigi Gigli - il Coordinamento "Per Eluana e per tutti noi", che peraltro in un primo momento aveva ipotizzato una morte per polmonite sopraggiunta dopo il viaggio da Lecco a Udine - presenterà un esposto alla Procura della Repubblica di Udine. Il contenuto non è stato reso ancora noto, ma si preannuncia particolarmente pesante. Domani mattina si deciderà anche sull'autopsia del corpo della donna, da parte del Procuratore Biancardi.









lunedì 9 febbraio 2009

Eluana: Mentana annuncia dimissioni da Mediaset che trasmette il GF

IL CASO ENGLARO
Va in onda il Gf, Mentana: «Mi dimetto»
Il conduttore di Matrix: «Il palinsesto non è cambiato, me ne vado. Non esiste solo l'audience»
Enrico Mentana (Ansa)ROMA - Terremoto a Mediaset per la morte di Eluana Englaro. Enrico Mentana annuncia che rassegnerà le dimissioni da direttore editoriale di Mediaset per protesta contro la decisione della Rete che, «di fronte a un dramma che scuote il Paese intero, ha deciso di non cambiare di una virgola la sua programmazione di stasera su Canale 5, nonostante sia il Tg5 sia Matrix fossero pronti a aprire finestre informative sulla morte di Eluana». Lo ha riferito lo stesso Mentana in una nota diffusa mentre su Canale5 va in onda il Grande Fratello.
DIMISSIONI - «Non è così - ha detto Mentana - che si fa informazione su una grande rete nazionale. Non esiste solo l'audience. Simili scelte tolgono credibilità a chi le compie, e personalmente non ho nessuna intenzione di avallarle. Stasera su Canale 5 il dramma è quello della cacciata di una concorrente dal Grande Fratello. A mezzanotte, se va bene, si parlerà di Eluana, a Matrix. Andremo in onda comunque, per dovere di informare. Domani però - conclude - rassegnerò le dimissioni da direttore editoriale di Mediaset, per un altro dovere, quello di coerenza».
Corriere della sera 09 febbraio 2009

RAI, PRESADIRETTA: LA SCUOLA TAGLIATA (VIDEO)


PRESA DIRETTA 2009


Un racconto a più mani che restituisce la complessità del mondo della scuola a diverse latitudini: dalla molteplice realtà italiana al modello formativo svedese.




La scuola tagliata
In onda domenica 8 febbraio 2009 alle 21.30


Protagonista della seconda puntata di Presadiretta è la Scuola, afflitta dai suoi mali cronici, alle prese con le novità della riforma Gelmini. Un racconto a più mani che restituisce la complessità del mondo della scuola a diverse latitudini: dalla molteplice realtà italiana al modello formativo svedese. Il nostro viaggio si aprirà con un’inchiesta di Domenico Iannacone sui precari della scuola. Le telecamere si accendono sui pendolari che per raggiungere il posto di lavoro si spostano per l’Italia, per pochi euro, ad orari impossibili, su treni di discutibile efficienza e prosegue con altri precari che, pur di non perdere il posto in graduatoria e rimanere disoccupati, finiscono nelle torbide maglie dei “diplomifici”. Il servizio di Iannacone mostra inoltre un’altra incongruenza strutturale: edifici scolastici moderni e attrezzati, ma mai utilizzati per cavilli burocratici messi a confronto con fatiscenti aule scolastiche ricavate all’interno di condomini.
L’inviato Vincenzo Saccone ci restituisce poi la passione e le lotte di una “Preside coraggio” che si batte affinché i ragazzi di una periferia degradata campana possano attraverso la scuola riscattare la loro difficile condizione. In questo microcosmo sfilano bidelli rassegnati, insegnanti sconfitti, ragazzi demotivati, figli di storie drammatiche, e lei, la preside, che lotta contro tutto ciò.
Insieme a Riccardo Iacona scopriamo invece realtà scolastiche positive: partiamo dalla Svezia dove in una scuola alla periferia di Stoccolma si investe con i migliori insegnanti e le migliori risorse proprio sulla formazione degli studenti stranieri, per tornare infine in Italia dove accompagnato da Sabrina Carreras, Iacona ci mostra il modello emiliano, in particolare quello di una scuola di Bologna, un esempio di eccellenza, che rischia però di essere messo in discussione dalla recente riforma Gelmini.

DDL ENGLARO: IL TESTO INTEGRALE



N. 1369XVI LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE

Legislatura 16º - Disegno di legge N. 1369

Senato della Repubblica XVI LEGISLATURA

N. 1369

DISEGNO DI LEGGE
presentato dal Presidente del Consiglio dei ministri (BERLUSCONI)
e dal Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali (SACCONI)
COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 6 FEBBRAIO 2009
Disposizioni in materia di alimentazione ed idratazione


Onorevoli Senatori. – In attesa dell’approvazione di una completa ed organica disciplina legislativa in materia di fine vita, di fronte a interrogativi non risolti allo stato dalla ricerca scientifica, si rende necessario intervenire, nel nome di un elementare principio di cautela, con apposito provvedimento, al fine di assicurare l’alimentazione e l’idratazione dei soggetti che non sono in grado di provvedere a se stessi.
La recente cronaca ha evidenziato che, sulla base di provvedimenti di volontaria giurisdizione adottati in assenza di una specifica disciplina al riguardo, sono in corso iniziative dirette a sospendere le attività di alimentazione e idratazione prestate in favore dei predetti soggetti. Da più parti, e al riguardo è intervenuta anche un’autorevole sollecitazione da parte del Presidente della Repubblica, si è chiesto che il Parlamento assuma al più presto una posizione definitiva sulla materia ed in particolare sulla disponibilità dell’alimentazione e della idratazione. Va, tuttavia, impedito che nelle more dell’approvazione della nuova legge si pongano in essere atti irreversibili in danno proprio di quei soggetti che non hanno manifestato direttamente in modo certo o non sono attualmente in grado di esprimere la propria volontà in materia. Si rende pertanto necessario disporre il divieto di sospendere le attività di alimentazione e idratazione nei confronti di tali soggetti. Ciò, come prima si è accennato, in omaggio al principio della cautela, in forza del quale, fino alla completa definizione della materia, è ragionevole che venga assicurata la sopravvivenza delle persone interessate. Va infine sottolineato che il presente disegno di legge non crea alcun conflitto con l’autorità giudiziaria che è intervenuta sul tema con pronunce di volontaria giurisdizione. Si deve infatti rilevare che non si è in presenza dell’accertamento di un diritto in sede contenziosa, ma di un provvedimento che ha integrato la volontà di un privato rispetto ad un quadro normativo che, però, può cambiare, con conseguente adeguamento della pronuncia di volontaria giurisdizione a tale nuovo quadro normativo. Ed invero con il presente disegno di legge si modifica l’assetto normativo della materia per l’aspetto riguardante chi non è in grado di provvedere a se stesso, senza peraltro incidere su alcun giudicato, in quanto, oltre alla considerazione che rispetto ad un provvedimento di volontaria giurisdizione è inappropriato parlare di giudicato, in ogni caso tale giudicato non può coprire anche situazioni sorte sulla base di una successiva normativa.

DISEGNO DI LEGGE
Art. 1.
1. In attesa dell’approvazione di una completa e organica disciplina legislativa in materia di fine vita, l’alimentazione e l’idratazione, in quanto forme di sostegno vitale e fisiologicamente finalizzate ad alleviare le sofferenze, non possono in alcun caso essere sospese da chi assiste soggetti non in grado di provvedere a se stessi.
2. La presente legge entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

venerdì 6 febbraio 2009

SCUOLA: MANIFESTAZIONI FEBBRAIO 2009

Scuola: sciopero generale venerdi' 12 febbraio. Manifestazione nazionale a Roma


06 feb 11:36

ROMA - Sciopero generale della scuola e manifestazione nazionale a Roma venerdi' 13 febbraio, oltre al blocco degli scrutini il prossimo 12 febbraio e della consegna e compilazione delle schede di valutazione. Sono le iniziative dell'Unicobas per protestare contro le indicazioni del Miur giunte in questi giorni nelle scuole e riguardanti la formazione degli organici secondo i criteri stabiliti dai regolamenti attuativi della legge Gelmini. (Agr)


''I provvedimenti contestati duramente stanno prendendo forma attraverso i regolamenti attuativi''

Scuola, studenti in piazza il 27 febbraio

Arriva il 'surfing day' organizzato dall'Uds che denuncia una ''fase di stanca'' del movimento studentesco dalla quale ''è importante uscire al più presto''. Pronta la piattaforma della manifestazione

06 febbraio, ore 08:46
Roma, 6 feb. - (Adnkronos) - Il prossimo 27 febbraio arriva il 'surfing day'. A lanciare la mobilitazione nazionale l'Unione degli Studenti che denuncia una ''fase di stanca'' da parte del movimento studentesco, ''dopo le grandi mobilitazioni dell'autunno, che hanno visto centinaia i migliaia di studenti e studentesse bloccare letteralmente le scuole e le piazze del nostro paese''. Un fase da cui, sottolinea l'Uds, ''e' importante uscire al piu' presto''.


Scuola: Pantaleo (Flc Cgil), 18 marzo sciopero nazionale settore conoscenza

“L'unica strada possibile è quella di una straordinaria mobilitazione contro lo sfascio della scuola: il 18 marzo tutto il mondo della conoscenza attuerà un grande sciopero nazionale”. Lo ha annunciato questa mattina Mimmo Pantaleo, segretario generale Flc Cgil, intervistato da RadioArticolo1. “Ci sono due problemi prioritari: le scuole da anni dicono che i fondi di istituto sono bloccati e insufficienti. Lo abbiamo denunciato da mesi. Le scuole fanno difficoltà a far fronte ai fabbisogni primari e quotidiani. In una recente circolare la Gelmini ha detto che non ci sono risorse”.“Poi – aggiunge Pantaleo – c’è il problema dei fondi destinati ai recuperi. Quello che scrive la ministro Gelmini è falso: non è vero che ci sono risorse sufficienti. Sono stati tagliati 38 milioni di euro su questo fondo, che riguarda principalmente le scuole superiori per sostenere i debiti formativi dei ragazzi”. Così conclude il dirigente sindacale : “Nella scuola è in atto un vero e proprio corto circuito sull'occupazione, tra insegnanti in servizio e precari che non vengono stabilizzati. Oggi la centralità vera è quella dei precari: chiediamo una scuola che torni ad investire per la qualità, anche per innovare in termini culturali e generazionali il personale docente”.
06/02/2009 13:44

Eluana: Consiglio dei Ministri approva decreto ma Napolitano non firma

06-02-2009 - 16:41 Eluana: Napolitano non firma decreto (ANSA)

- ROMA, 6 FEB - Il presidente Napolitano non firma il decreto emesso dal governo relativamente al caso di Eluana Englaro, bloccando lo stop all'alimentazione. Il Capo dello Stato, recita una nota del Colle, 'ha preso atto con rammarico della deliberazione da parte del Consiglio dei Ministri. Avendo verificato che il testo approvato non supera le obiezioni di incostituzionalita' da lui tempestivamente rappresentate e motivate, il Presidente ritiene di non poter procedere alla emanazione del decreto'. ANSA


06-02-2009 - 14:53
Eluana: Cdm approva decreto dopo lunga discussione
(ANSA) - ROMA, 6 FEB - Il consiglio dei ministri ha approvato all'unanimita', dopo una lunga discussione, un decreto legge sulla vicenda di Eluana Englaro. Il testo e' quello elaborato dal ministro Sacconi, tenendo conto delle osservazioni fatte a titolo personale dal presidente emerito della Corte Costituzionale Valerio Onida. Il decreto vieta la sospensione dell'alimentazione a soggetti che non possono provvedere a se stessi fino a quando non interverra' una legge sul testamento biologico.



Eluana: Fini, forte preoccupazione (ANSA) - ROMA, 6 FEB - Il presidente della Camera, Fini, esprime preoccupazione per il contrasto in atto tra Quirinale e governo sollevato dal caso Englaro. 'Desta forte preoccupazione che il Consiglio dei ministri non abbia accolto l'invito del capo dello Stato, ampiamente motivato sotto il profilo costituzionale e giuridico, ad 'evitare un contrasto formale in materia di decretazione d'urgenza', afferma una nota il presidente della Camera. ANSA

mercoledì 4 febbraio 2009

Milano, Asili:il Comune «apre» ai clandestini

Moioli: sugli stranieri recepita l'ordinanza del giudice

Iscritti anche i figli di immigrati irregolari. Ma precedenza ai milanesi

MILANO - Classi aperte ai bambini figli d'irregolari. L'anno prossimo potranno regolarmente iscriversi alle materne. «Abbiamo recepito l'ordinanza del giudice, come accadde già l'anno scorso», spiega l'assessore comunale alle Politiche sociali Mariolina Moioli. Riferimento chiaro e diretto alle polemiche dell'anno scorso, esplose dopo il ricorso di una donna maghrebina, immigrata irregolare, che si era vista respingere l'iscrizione della figlia. Mesi di polemiche, tra aule di Tribunale e interpellanze in Parlamento.

Quest'anno l'apertura ai figli degli irregolari è messa nero su bianco, a partire proprio dal regolamento per l'iscrizione alle scuole dell'infanzia che oggi apparirà sul sito del Comune. Iscritti sì, ma in coda agli altri. Precedenza assoluta ai residenti nel Comune di Milano, nati tra il primo gennaio 2004 e il 30 aprile 2007. A seguire poi — ed ecco la seconda novità — i bambini nati tra il primo gennaio e il 30 aprile 2007, gli «anticipatari», che debuttano in aula già a due anni e mezzo, come prescritto anche dal ministero dell'Istruzione. Milano s'adegua e, anche in questo caso, recepisce. Poi, e solo poi, vengono i bambini «presenti abitualmente nel Comune di Milano privi di una residenza anagrafica». Gli irregolari, appunto.

Nuove anche le modalità d'iscrizione. È l'anno dell'online: dal 7 febbraio fino al 30 marzo sarà possibile fare richiesta collegandosi al sito del Comune. Rimane in piedi, ovviamente l'altra possibilità: presentare la domanda presso i sei sportelli del Comune, previo appuntamento telefonico (al numero 02.02.02). Corsia preferenziale a disabili, gemelli, e a chi ha un fratello o una sorella che già frequenta una materna. C'è poi un'altra voce, quella dei bambini «in situazioni socialmente rilevanti». I piccoli rom, per esempio. Casi che i funzionari comunali valuteranno singolarmente. Accettati invece «con riserva» i figli di chi non paga le rette per la mensa, i bambini non a posto con le vaccinazioni, e — sempre lì si torna — con famiglie che «abbiano in corso una pratica di residenza». Possibilità d'indicare cinque scuole diverse, ma a far la differenza sarà come al solito la vicinanza a casa. Punti pesanti (quindici) in classifica allora per chi sceglierà istituti non lontani dal luogo di residenza. Poi, entro il 20 aprile, il «verdetto».

«L'assegnazione — recita la circolare — avverrà nel rispetto della graduatoria secondo l'ordine di preferenza espresso dal genitore compatibilmente con i posti disponibili ». Orari e frequenza, infine. Apertura delle scuole garantita per dieci ore, dalle 8 alle 18. Possibile però anticipare di mezz'ora, alle 7.30, l'orario di entrata. «Su richiesta delle famiglie in fase d'iscrizione e sentito il Consiglio di Zona», recita però il regolamento. Si entra in graduatoria, ci s'iscrive all'istituto assegnato e si va alla scuola materna. Da dove però si può anche essere espulsi. «Nel caso di assenza ingiustificata superiore ai trenta giorni consecutivi, il bambino perde il diritto alla frequenza». Uniche giustificazioni ammesse: «quelle relative alla salute».

Andrea Senesi
VIVIVMILANO 04 febbraio 2009

martedì 3 febbraio 2009

Scuola,"Maestro unico a scelta": La scelta di mentire

Maestro unico, è iniziata così la falsa scelta delle famiglie

dal sito www.il salvagente.it

Fino al 28 febbraio aperte le iscrizioni, ma non si sa a quali classi. Ricorso al Tar.

Michela Rossetti

Ieri si sono aperte le iscrizioni per le scuole elementari, si chiuderanno il 28 febbraio. Ma fino a marzo, ottimisticamente, non è dato sapere cosa ne sarà di nostro figlio. È questo, infatti, il periodo in cui il ministero dell’Istruzione dovrebbe comunicare agli istituti la disponibilità di organici dopo la “cura Tremonti”. Non si sa, cioè, quanti saranno gli insegnanti a diposizione in base ai quali si deciderà l’offerta formativa.

La scelta alle famiglie? Un bluff

“Solo a marzo, se tutto va bene; a giugno o luglio se siamo realistici”, ci dice Domenico Pantaleo, segretario generale Flc Cgil (il settore scuola della Cgil), “ la Gelmini farà conoscere la disponibilità degli insegnanti. Se una scuola ne avesse meno del previsto, potrebbe non farcela a sostenere l’orario da 30 o 40 ore. E che le famiglie lo abbiano scelto o meno, poco importa”.

È questo uno dei problemi delle iscrizioni alle elementari, oggi.
“La scelta ai genitori” , tanto sbandierata dal ministro solo poche settimane fa, è di fatto subordinata alla presenza di un certo organico.
“E non si può parlare neanche di scelta vera e propria”, ci dice Alessandra Marasco della scuola romana Iqbal Masih, alle prese con l’iscrizione in prima elementare, “perché si tratta piuttosto di una preferenza”. La differenza, forse, può sembrare sottile. Ma nei fatti non lo è.
“Nei moduli d’iscrizione, per ogni orario da 24, 27, 30 o 40 ore, posso solo scrivere nel quadratino accanto l’ordine di preferenza. Che è ben diverso dal dire ‘scelgo le 40 ore e tutto il resto non lo voglio’. Così implicitamente è come dare il proprio assenso al maestro unico, anche se subordinato come quarta opzione”.

Nel caos insegnanti e genitori (non solo in prima)

Alessandra Marasco non è l’unica, tra i genitori, ad esprimere dubbi e perplessità. Perché, anche cambiando istituto, l’incertezza rimane. E non solo in vista della prima elementare.

Marinita, che deve iscrivere il figlio in seconda, nella scuola Ferrini di Roma, non è sicura che per lui il prossimo anno il “vecchio modulo”, ossia i tre insegnanti sulle due classi, resterà lo stesso. Perché la compresenza nelle classi è stata eliminata ovunque, non solo in prima.

E Domenico Pantaleo, a proposito, non è morbido: “Cambiare le regole per tutte le classi, anche quelle già avviate e con un percorso didattico consolidato, significa non conoscere il mondo della scuola”.

L’incertezza sembra regnare sovrana. E non solo tra i genitori. Dal coordinamento Non rubateci il futuro dell’Iqbal Masih, l’istituto capofila delle proteste, ci dicono che tra il corpo docente il clima è pessimo: “Ancora non sappiamo se gli insegnanti che hanno seguito una terza saranno gli stessi il prossimo anno, e non è un problema di perdere il posto. Quelli a contratto saranno 'semplicemente' trasferiti, se il ministero non dà l’ok; ma la continuità per le classi è completamente in forse”.

16.000 insegnanti "in mezzo alla strada"
A mettere l’accento su quelli che uno stipendio, dal prossimo anno, non ce l’avranno più, ci pensa Pantaleo: “Quelli che dopo anni di precariato, ci speravano, in una cattedra, saranno i primi a saltare. E in un periodo di crisi avere in mezzo alla strada 16.000 insegnanti non è proprio l’ideale. In Europa i posti di lavoro, in questo periodo, si cerca di crearli. Da noi succede il contrario, peraltro senza nessun ammortizzatore sociale”.

Per le iscrizioni avviato il ricorso al Tar

In tema d’iscrizioni, comunque, la partita è ancora aperta.
Nei giorni scorsi il sindacato Flc-Cgil ha infatti presentato un ricorso al Tar, a cui ha partecipato anche il coordinamento Non rubateci il futuro, insieme al Cidi (associazioni di docenti) e Cgd (coordinamento genitori).

“La circolare ministeriale sulle iscrizioni si rifà ad un quadro normativo non ancora entrato in vigore”, ci spiega Pantaleo, “perché i regolamenti devono ancora ottenere l’approvazione del Consiglio di Stato, e poi tornare al Consiglio dei ministri per l’ok definitivo. Si sta pianificando un anno scolastico su regolamenti non validi, peraltro in contrasto con le autonomie scolastiche”.

Lanciata una campagna capillare…

Staremo a vedere, dunque, se arriverà prima la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del regolamento o un'eventuale sospensiva del Tar. Nel frattempo, gli istituti della Capitale non rimangono certo a guardare.

Il coordinamento “Non rubateci il futuro” ha lanciato una campagna capillare per raggiungere il massimo numero di richieste per le 40 e le 30 ore; e ha invitato i genitori a non dare le preferenze sui moduli d’iscrizione, ma piuttosto a scrivere, accanto allo spazio apposito, “sì” e “no” per ribadire con più forza la scelta tra le diverse opzioni.

Scelte che trovano una conferma anche nel coordinamento genitori-scuola del II Municipio, dove Francesco Consalvi, genitore e insegnate, ci spiega che si stanno coinvolgendo i genitori per inviare per iscritto alle scuole le richieste per garantire la continuità dell’attuale modello organizzativo e didattico. “Se un ragazzo sta frequentando la seconda, ad esempio, il genitore dovrà chiedere esplicitamente che il prossimo anno l’offerta didattica resti la stessa, compresenze degli insegnanti incluse”.
Ma la circolare non ha eliminato le compresenze? “Le scuole hanno abbastanza autonomia per scegliere di fare alcuni progetti in compresenza. La materia è fluida ed alcuni ‘escamotage’ ci sono. Ma all’interno della scuola devono essere d’accordo tutti, tanto il preside quanto gli organi collegiali”.

Il rischio che siano i genitori a “pagare” il tempo pieno

Sembra ottimista. Ma se il ministero, a marzo, dice che non ci sono gli insegnanti? “La scuola può scegliere di pagarli autonomamente con le proprie risorse, utilizzando i fondi d’istituto. Il problema è che qui i soldi, negli anni, sono sempre meno. A quel punto le scuole potrebbero decidere di chiedere un contributo ai genitori”.

Le promesse erano tempo pieno garantito, e potenziato. Chissà se il “miracolo” Gelmini sottintendeva che a pagarne il prezzo, in termini concreti, dovevano essere le famiglie.

Scuola:"Maestra unica alle materne" Sindacati in allarme



L’assessore Moioli già da tempo aveva promesso una nuova flessibilità degli orari negli asili. E dalla primavera scorsa aveva espresso l’intenzione di omologare il calendario e l’organizzazione delle scuole comunali sul modello di quelle statali
di Zita Dazzi
Non più due, ma una sola maestra per classe nelle scuole materne. La denuncia è dei sindacati. Anche se sulla riorganizzazione del personale negli asili non c’è ancora niente di ufficiale, loro sono già sul piede di guerra. E' stata convocata un’assemblea generale delle educatrici in servizio nelle 170 materne comunali, frequentate da 23mila bambini da tre a cinque anni. Il 13 ci sarà addirittura uno sciopero e i sindacati milanesi metteranno al centro della mobilitazione proprio la vertenza asili.

La Cgil funzione pubblica, assieme alle altre organizzazioni sindacali, ha chiesto un incontro urgente all’assessore comunale all’Educazione, Mariolina Moioli, per capire le novità nella organizzazione decise in largo Treves e in questi giorni comunicate, in via informale, alle dirigenti e alle maestre nelle scuole dai dirigenti comunali. L’assessore Moioli già da tempo aveva promesso una nuova flessibilità degli orari negli asili e dalla primavera scorsa aveva espresso l’intenzione di omologare il calendario e l’organizzazione delle scuole comunali sul modello di quelle statali.

«Non ci sono novità», spiega adesso la Moioli. Dall’assessorato precisano che «è prematuro parlare di riorganizzazione del servizio. Ora ci stiamo occupando della circolare sulle iscrizioni, che uscirà a giorni». Ma i sindacati rilanciano l’allarme e sono pronti a chiedere la collaborazione dei genitori. «Per quel che abbiamo capito, dalle prime riunioni fra dirigenti scolastiche e funzionari dell’assessorato, in ogni classe ci sarà una maestra a coprire il turno dalle 8 alle 14 e una seconda maestra che sarà presente dall’orario del pranzo fino all’uscita, alle 16, o alle 18 per chi sceglie l’orario prolungato», spiega Tatiana Cazzaniga, della Camera del lavoro. «Questo smonterebbe completamente il funzionamento tradizionale dei nostri asili. Le classi hanno fino a 26-29 bambini e solo la presenza contemporanea di due maestre, per almeno una parte dell’orario, permette di svolgere attività complesse, come la manipolazione, la pittura e le altre attività creative».

Comunicazioni ufficiali non ce ne sono ancora, ma i sindacati denunciano «l’applicazione del modello della riforma Gelmini alle scuole dell’infanzia, col maestro prevalente e lo scadimento di qualità».

(La Repubblica Milano 02 febbraio 2009)

SCUOLA, ISCRIZIONI 2009/10: ISTRUZIONI PER I GENITORI

APPELLO PUBBLICO
ISTRUZIONI AI GENITORI PER LA SALVAGUARDIA
DELLA QUALITÀ DELLA SCUOLA
ISCRIZIONI ANNO SCOLASTICO 2009/2010
SCUOLA DELL’INFANZIA
1. Escludete l’idea dell'anticipo scolastico: la scuola dell’infanzia non è pensata
né è preparata per accogliere e accudire i bambini molto piccoli.
2. Chiedete il Tempo Lungo con due insegnanti e la compresenza.
SCUOLA PRIMARIA
AI GENITORI CHE ISCRIVONO I FIGLI ALLA CLASSE PRIMA
1. Escludete i modelli con insegnante unico a 24 e/o 27 ore settimanali: modelli poveri
di tempo e di risorse, nonché di contenuti educativi.
2. Chiedete solo una delle due opzioni (se si scelgono in subordine altre opzioni vengono
meno i termini di possibile ricorso):
• Tempo Pieno a 40 ore con 2 insegnanti contitolari, le compresenze,
la programmazione e la mensa, considerata come parte integrante del percorso
educativo.
• Tempo Lungo a 30 ore con insegnanti contitolari, le compresenze,
la programmazione e la mensa, come parte integrante del percorso educativo.
3. Assicuratevi che la richiesta sia protocollata, allegata al modulo di iscrizione e inoltrata
al MIUR (Ministero Istruzione).
AI GENITORI CHE HANNO I FIGLI GIÀ ISCRITTI ALLE CLASSI SUCCESSIVE ALLA CLASSE PRIMA
1. Chiedete il mantenimento dell’attuale assetto organizzativo, orario e didattico delle
classi già avviate (così come stabilito nel patto stipulato tra genitori e scuola all’atto
delle iscrizioni effettuate nei precedenti anni scolastici).
2. Chiedete il mantenimento delle compresenze, della programmazione e del tempo
mensa sia nelle classi a tempo pieno che nelle classi a tempo lungo.
3. Assicuratevi che la richiesta sia protocollata e allegata al modulo di iscrizione
e inoltrata al MIUR (Ministero Istruzione).
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO
1. Chiedete il Tempo Prolungato di 36 /40 ore settimanali.
2. Chiedete il Tempo Normale di 32 ore settimanali.
3. Assicuratevi che la richiesta sia protocollata e allegata al modulo di iscrizione
e inoltrata al MIUR (Ministero Istruzione).
I moduli da allegare a quello ufficiale fornito dalle scuole sono su
http://coordinamentogenitori-scuole.myblog.it
Coordinamento Genitori-Scuole Secondo Municipio Roma

lunedì 2 febbraio 2009

Gelmini e Brunetta a Galatina: 7 in condotta a chi manifesta


"...I presidi del liceo classico e del liceo scientifico di Galatina avevano ieri minacciato i loro studenti col sette in condotta se avessero partecipato alla manifestazione (ovviamente non con circolare scritta)."


di Roberta Lerici


Leggo da una lettera inviata al quotidiano del Salento, Il paese nuovo, che gli studenti di alcune scuole, sarebbero stati minacciati di ricevere un 7 in condotta, se avessero partecipato alla manifestazione organizzata il 31 gennaio, in occasione dell'inaugurazione del centro di eccellenza scolastica di Galatina. All'inaugurazione hanno partecipato i ministri Gelmini e Brunetta, ovvero gli artefici dell'accordo con Microsoft grazie al quale studenti ed insegnanti avranno a disposizione PC portatili con il pacchetto Microsoft Office 2007 Home & Student, lavagne interattive per integrare i libri di testo tradizionali con contenuti didattici multimediali e un portale con funzionalità e-learning.

Ma veniamo alla contestazione. Gli studenti dell'Istituto Commerciale non si sono uniti ai manifestanti che, comunque, erano presenti davanti all'istituto. Presenti, ma tenuti a distanza da un cordone di sicurezza. All'arrivo dei ministri alla "Scuola del Futuro", gli studenti dello stesso istituto sarebbero stati, secondo la testimonianza, usati come "paravento" , in modo da coprire striscioni e cartelli di protesta. E' molto amara la lettera di questa madre e testimonia l'assoluta crisi del nostro sistema scolastico e non solo. Non credo ci sia qualcuno, nel mondo della scuola, contento delle cosiddette "riforme" appena attuate, eppure è come se "non si dovesse sapere in giro."

"...Gli studenti del Commerciale messi a mò di muro per nascondere i “facinorosi” ribelli alla vista dei ministri che passavano per entrare a scuola, andavano via, una volto adempiuto il loro compito. Impossibile non provare una grande tristezza per questi ragazzi usati solo per evitare che si vedessero i loro coetanei che volevano manifestare, con rispetto, le loro idee...."

Link all'articolo che parla della lettera e della scuola del futuro

www.bambinicoraggiosidue.blogspot.com 2 febbraio 2009