martedì 15 dicembre 2009

Graduatorie Reddito Minimo Garantito Provincia Roma: Elenco provvisorio ammessi e non ammessi


Reddito minimo garantito:pubblicati gli elenchi dei convocati, ammissibili e non ammissibili

VISUALIZZA L'ELENCO DOMANDE AMMISSIBILI DAL N.1 A L 6900 (CONVOCATI)

Attenzione: L'inserimento del proprio nominativo in questo elenco noncomporta l'automatica ammissione al reddito minimo garantito. Tale ammissione, infatti, avverrà solo successivamente alla approvazione ed alla pubblicazione della graduatoria definitiva formulata dalla Commissione. La graduatoria (provvisoria e successivamente definitiva) sarà formulata e pubblicata solo a seguito del riscontro della veridicità delle dichiarazioni rilasciate dai richiedenti in sede di domanda, della stipula del “patto di servizio” e della verifica della compatibilità delle risorse finanziarie disponibili.

Pertanto i nominativi sottoelencati dovranno presentarsi, nel giorno e nell'orario indicati – a pena di esclusione dall'elenco - presso il Centro per l’Impiego di iscrizione al fine di produrre la documentazione comprovante quanto dichiarato in sede di domanda (Vedere elenco documenti da produrre)

Attenzione: L'inserimento del proprio nominativo in questo elenco indica che la domanda è formalmente corretta. L'eventuale convocazione avverrà con notifica individuale previa verifica della compatibilità delle risorse finanziarie disponibili

VISUALIZZA L'ELENCO DOMANDE AMMISSIBILI DAL N. 6901 AL 35876

Attenzione: L'inserimento del proprio nominativo in questo elenco indica che la domanda è esclusa per vizi formali. Per conoscere il motivo di esclusione consultare l'apposita legenda

VISUALIZZA L'ELENCO DOMANDE NON AMMISSIBILI

fonte: http://www.provincialavoro.roma.it/default.asp

Comunicato Provincia di Roma

Da oggi sono in pubblicazione sul portale www.provincialavoro.roma.it gli elenchi delle domande presentate a valere sulla legge regionale n° 4 del 20 marzo 2009 “Istituzione del reddito minimo garantito. Sostegno al reddito in favore dei disoccupati, inoccupati o precariamente occupati” Elenco degli ammissibili convocati (dal numero 1 al numero 6900) Elenco degli ammissibili non convocati (dal numero 6901 al numero 35876) Elenco degli esclusi Sono altresì pubblicati i seguenti allegati: · elenco dei documenti che i candidati convocati dovranno produrre; · legenda con tutti i motivi di esclusione. Per consultare gli elenchi dei convocati, ammissibili e non ammissibili cliccare qui Si ricorda a tutti i candidati convocati che la data di convocazione è tassativa pertanto la mancata presentazione nel giorno e nell’ora stabiliti comporteranno l’automatica cancellazione dall’elenco degli ammissibili al contributo. per informazioni è possibile contattare: · il numero verde lavoro 800.81.82.82 (da lun. a ven. dalle ore 9.00 alle ore 17.00); · lo sportello welfare al numero 06.45499898 (da lun. a ven. dalle 9,30 alle 13,30 e mar. e gio. anche dalle 14,30.

15 dicembre 2009

venerdì 11 dicembre 2009

Annozero, Telefonata Berlusconi Dell'Utri e Confalonieri 10 Dicembre 2009

Loano, Violenze all'asilo Stella Grossi: Processo a due maestre

Albenga – La storia. Due educatrici dell’asilo nido di Loano imputate di maltrattamenti a minori. Nel corso delle udienze emergono, tra le testimonianze, fin qui poco meno di una trentina, tra cui un perito-psicologo per bambini, aspetti sconcertanti.

Fanno capolino retroscena piuttosto oscuri. Coinvolgendo anche il sindaco. Più ombre che luci. Almeno dopo l’udienza di giovedì mattina. Quattro ore di dibattimento, con diverse conferme alla principale tesi accusatoria ed un colpo di scena che forse covava, ma pochi conoscevano.


A 5 anni dai fatti, in attesa di sentenza, pagine di cronaca sconvolgenti

Frasi razziste, schiaffi, violenze e…Accadeva all’asilo di Loano

di Luciano Corrado

Albenga – La storia. Due educatrici dell’asilo nido di Loano imputate di maltrattamenti a minori. Nel corso delle udienze emergono, tra le testimonianze, fin qui poco meno di una trentina, tra cui un perito-psicologo per bambini, aspetti sconcertanti.

Fanno capolino retroscena piuttosto oscuri. Coinvolgendo anche il sindaco. Più ombre che luci. Almeno dopo l’udienza di giovedì mattina. Quattro ore di dibattimento, con diverse conferme alla principale tesi accusatoria ed un colpo di scena che forse covava, ma pochi conoscevano.
L’ex presidente della Fondazione Simone Stella (scuola materna e asilo nido), Emanuele Caglieris ha “vuotato il sacco”. O meglio, ha reso in un’aula del tribunale, aperta al pubblico, ciò che già aveva detto in gran parte alla polizia giudiziaria della Procura. Aver subito minacce e pressioni affinché “disconoscesse” la lettera-denuncia dei maltrattamenti (in un caso fu testimone diretto).

Aver subito pressioni affinché rassegnasse le dimissioni a poco più di un anno dalla nomina. Essersi trovato al centro di un presunto falso orchestrato ai suoi danni, con due attori principali.

Il segretario della Fondazione, Aldo Genesio, che presentò anche una querela, archiviata. E il sindaco di Loano, Angelo Vaccarezza, col quale ebbe incontri, ma soprattutto restano agli atti uno scambio di sms via cellulare.

Messaggi, già noti agli avvocati, letti in aula tra stupore e incredulità, alla luce delle spiegazioni, degli approfondimenti, delle contestazioni ad opera del giudice monocratico, Laura Russo, del pubblico ministero Chiara Maria Paolucci, del difensore di parte civile Mara Tagliero (Cooperativa Quadrifoglio), Simonetta Salvini (imputa Irvana Cadeddu), Maria Luisa Formato (imputata Federica Puzzo). Altre partici civili con Maria Carla Calcaterra, Giovanni Paleologo ed avvocato Zunino (parti civili, cioè alcuni genitori dei piccoli al centro dei presunti abusi).

Una premessa. Al dibattimento di giovedì, come è quasi sempre accaduto in questa vicenda non proprio di scarso interesse sociale, non erano presenti cronisti o corrispondenti. Unico giornalista (ma solo per la terza volta), il coordinatore del blog di volontari Trucioli Savonesi. Assenze casuali, può darsi, anche se qualcuno aveva assicurato che . Perché?

Un avvocato si raccomanda col cronista: . Caglieris al cronista: .

Altro passaggio di cronaca. Dell’udienza di giovedì, di ciò che ha rappresentato, con le dichiarazioni sconvolgenti di Emanuele Caglieris, ha finora scritto una notizia molto superficiale, La Stampa di sabato 5 dicembre. Il Secolo XIX probabilmente non aveva spazio. E non dipende certo dai corrispondenti locali.

Con Trucioli Savonesi più che un articolo giornalistico – costruito secondo alcuni canoni – vogliamo offrire ai lettori un documento, un resoconto burocratico. Partendo dal presupposto che si tratta di appunti, non della trascrizione ufficiale, registrata nell’aula e che verrà trascritta, messa a disposizione delle parti interessate al processo.


PARLA LA MAMMA DI UN BIMBO

Esordio dell’udienza di giovedì. .
A domande risponde: <…Una mattina mentre lo accompagnavo, è arrivata Irvana… si è mollato a terra…non voleva…In un caso ho dovuto portarlo in ospedale per lesioni alla gamba destra…altra volta un livido molto evidente, era l’inverno 2004…ma continuavo a non attribuire colpe alle educatrici…Nell’estate 2004 altro ematoma alla fronte, l’educatrice Caterina Puzzo era in malattia ed era presente Irvana Cadeddu e lei mi disse che la causa fu un colpo contro il muro…>.

Domanda: ha referti medici, si è rivolta a….Ancora la mamma: .

Domanda: -

L’avvocato Simonetta Salvini mostra un biglietto scritto dalla giovane mamma quando decise di cambiare asilo. Biglietto consegnato al nuovo presidente Stefano Ferrari…

La teste: <…La sua preferita era Caterina, con i bambini era favolosa…se non c’era Ivana…>.

Il giudice Russo: . La mamma: .

La mamma di Francesco avvicina il cronista: .

In questo clima di “cultura sociale mafiosa” pure i testimoni temono. Ed era già successo in precedenti udienze, ma non sapevamo ancora qual era la fase vulcanica.

Sono le 12, 35 quando è invitato a prestare giuramento Emanuele Caglieris, classe 1959, nato a Bologna, residente a Loano, all’epoca dei fatti agente immobiliare ed esponente vicino a Forza Italia. Oggi trasferitosi su un’isola del Venezuela dove svolge diverse attività che si possono trovare su internet, con un sito personale.

Il teste, visibilmente teso, un collaudato autocontrollo, era rimasto nell’attesa, a fianco dell’avvocato Giuseppe Rembado (figlio dell’ex sindaco Dc Mario Rembado, attuale difensore civico di Loano), che spiega: .


Caglieris: .

Ricorda il giorno? Caglieris: .

Caglieris: .

E dopo essere uscito? Caglieris: .

Ha visto solo lei la Puzzo che picchiava…maltrattava…e il cuoco che era vicino? Caglieris: .

Ricorda in che circostanza l’ha consegnata? Caglieris: .

Pubblico ministero: . Risposta: -

Si era già parlato in altre udienze (la psicologa di Torino designata dal Pm) di un clima con alcuni “bimbi terrorizzati”. Qualche accenno a sfondo razziale. Ma ecco cosa è emerso ora all’udienza di giovedì.

<…Siamo a Natale 2004… presenti Puzzo, Cadeddu, Piazza, Ivaldo…impegnate a ripartire sessanta regali acquistati dalla Fondazione e destinati ai bambini, con criteri che tenevano conto del livello economico delle famiglie…dunque i regali maggiori alle famiglie più bisognose…famiglie di cui le educatrici conoscevano…Ascoltai in quella circostanze battute razziste per la famiglia di una bimba egiziana…del tipo…”Non hanno la luce…neanche l’acqua per lavarsi…cosa gli regaliamo a questi pez…” Tra l’altro, la piccola assistita era inserita nei programmi di assistenza sociale del Comune….Ho ascoltato queste battutacce ripetute più volte…con l’aggiunta che intanto…non avrebbero apprezzato nulla del regalo…>

Contestazione a Caglieris…in un precedente verbale aveva riferito…. . Risposta: <…Sono trascorsi cinque anni…può darsi che…, ma posso confermare la frase che ora mi si legge… “Sono dei morti fame…”. Come non ricordare, rimasi molto colpito, cosi pure la disinvoltura con cui veniva detto. Del resto era proprio personale di una cooperativa pagata da noi… Si sentivano impuniti …ecco spiegata tanta disinvoltura…La signora Pamela…ad esempio, non voleva più stare …Posso confermare di aver parlato per due ore al telefono con la Cadeddu…non con la Puzzo…mi riferì di episodi tollerati dalla gestione del presidente Ferrari…. disse di stare attenti… non essere scoperti dai genitori…c’era il caso di un bimbo chiuso in bagno per castigo…seguito da un rimprovero di Ferrari di non farsi scoprire…altrimenti…All’interno del gruppo di educatori c’era una spaccatura tra chi si sentiva superiore e chi ad un livello più basso…>.

Pubblico ministero: l’ultimo giorno di lavoro della Cadeddu, a gennaio…ha fatto riferimenti ad episodi di cui non sapeva nulla…ricorda che le disse di non riferire ai genitori di maltrattamenti ?

Caglieris: .

Pubblico ministero: può spiegare come ha ricostruito le ore in cui scrisse la lettera-denuncia…

Caglieris: .

Difensori: Aveva parlato con il presidente della Cooperativa, Natale Consiglia? Aveva informato anche il sindaco Vaccarezza?

Caglieris:

Difensori: E il sindaco….


Caglieris: Nota, il cronista non capisce tutto. Avrebbe risposto <…Il sindaco aveva il figlio (a?) all’asilo…l’ho tranquillizzato …>

Difensori: La sua denuncia ebbe qualche influenza nel rapporti successivi…
Caglieris: <…premetto che fu Vaccarezza a chiedermi se avessi piacere di entrare, siamo nella primavera del 2003, nel consiglio della Fondazione Stella-Grossi…dopo un anno di contrasti che portarono il presidente Ferrari alle dimissioni…Fui chiamato a fare il presidente, francamente prima di me c’era qualche imprenditore più meritevole…In quel periodo la Fondazione da pubblica assunse la veste giudirica di ente privato… Chi chiese le dimissioni a Caglieris… a seguito del clima infuocato, con famiglie loanesi in allarme… Caglieris:

Domanda: il sindaco le ha riferito che Ferrari chiedeva le sue dimissioni…

Caglieris: .

Può essere più esplicito? Caglieris:

Si consigliò con qualcuno? <>. Risposta: .

. Alle 13.54 ho risposto: . Poi le minacce, gli articoli di giornali a senso unico…Un sindaco non può essere ricattato…non si può dire…meglio se i giornali non scrivono…>.

Difensore: .

Caglieris: .


L’ultimo messaggino di Vaccarezza a Caglieris?...<…Fai come credi…io a questo punto mi chiamo fuori…>. Risposta: .

Ovviamente diceva il falso, le nomine c’erano già, eccome! All’una del 17 luglio scrivo a Vaccarezza: .

Obiezione in aula: . Caglieris: .

L’avvocato Formato torchia Caglieris con una raffica di domande…L’ex presidente cita che al suo arrivo nel settembre 2004 ha trovato, in forza lavoro, una signora …. in gravidanza, poi Ivaldo, Schembri, la signora Pesce unica dipendente, senza specifici incarichi…E ancora…Luciana…Barberi…Spirito…oltre alla sorella(?) della Cadeddu. Mai avuto contrasti gravi, né rapporti particolari…>.

Avvocato Formato: . Caglieris: .

La signora Puzzo non le disse che era contraria?

Caglieris:

L’avvocato Formato cerca di fare chiarezza sulla brutta storia dei regali. Uguali per tutti. Caglieris dice che non è vero…si doveva tener conto di…criteri di agiatezza o meno delle famiglie…conferma il grave episodio di frasi a sfondo razziste, presenti la Ivaldo, Piazza, Cadeddu….

Caglieris conferma di aver chiesto l’immediata sospensione dal servizio della Puzzo in base all’articolo 7, comma 4 della convenzione con la cooperativa Quadrifoglio…Ha confermato che forse oggi non è in grado di ricordare tutto, ma di avere raccontato nell’immediatezza, ovvero 4 mesi dopo i fatti, alla polizia giudiziaria di Savona…Si parla della Ferrigno…

Il giudice Russo: . Caglieris: .

Avvocato Formato: <…Lei racconta…che il sindaco disse che il segretario della Fondazione aveva trovato nel cestino …la prova del suo falso…il foglio…>. Caglieris: . L’avvocato fa presente che il segretario protocollò al n. 13…venne mostrato un floppy, salvato sul file del computer a dimostrazione…>. Fu lo stesso segretario, pare, a svelare alla pg che si trattava di una data successiva. .

Il giudice Russo: .

Caglieris: .

C’è un’interruzione, il giudice Russo osserva ai legali che nessuno ha finora utilizzato l’acquisizione di altro o altri fascicoli d’indagine, neppure davanti al Gip Venturi, dunque…C’è una denuncia querela presentata dal segretario Genesio che è stata archiviata.

Caglieris: .

Formato chiede di parlare dell’incontro tra lei stessa ed il sindaco…Il giudice Russo: . Caglieris: .

Poi emerge un altro caso a presunto sfondo razzista, una famiglia numerosa di origine meridionale…

.

Emanuele Caglieris, nelle tre ore di domande e risposte, senza mai tradire emozioni, incertezze, contraddizioni evidenti o palesi, ha pure sostenuto che a Loano girava gente capace di garantire l’archiviazione del caso Puzzo, e…sosteneva che era tutta una bolla di sapone….

Dalle domande della Formato emerge che la Puzzo si presentò ancora un giorno dopo la cacciata del presidente…venni a sapere …che la Puzzo non ammise nulla dei fatti contestati….e successivamente uscirono gli altri episodi … .

Emerge che tra i testi… e tra i presenti ad un incontro c’è anche il segretario generale del Comune Piero Araldo (ora in Provincia, dopo una sosta in Comune a Savona, con l’arrivo di Vaccarezza)…Ricostruisce ancora una volta cosa il sindaco le fece vedere nel suo ufficio a dimostrazione che avevano la prova del falso. Si chiarisce che nella segreteria della Fondazione più che registro vero e proprio esisteva un “brogliaccio” con fogli staccabili. Che Caglieris si era convinto che il “pallottoliere” di carta mostrato da Vaccarezza, altro non fosse che un farsa…ma io ero soprattutto interessato a sapere se il sindaco fosse d’accordo o meno con il clan che mi faceva fuori…la risposta dei messaggini, ad avviso di Caglieris, conferma da che parte stava il primo cittadino.

Ultima domanda di Simonetta Salvini. Quando fu sentito in procura sapeva delle indagini in corso a carico di Puzzo e Cadeddu? Caglieris: .

Il giudice Russo chiede di poter visionare il registro della Fondazione: fogli separati

, scritti a mano, è sempre stato cosi. E conclude: Risposta:<…in Venezuela…mi fermo qualche giorno a Loano…>. Il giudice : .

Una domanda piccola, farina del nostro sacco. All’epoca, Irvana Cadeddu aveva il diploma per svolgere le funzioni di educatrice nell’asilo “comunale” dove alle famiglie è richiesta una retta? Nella struttura lavorava la madre del presidente della Cooperativa Quadrifoglio? Era la signora Pina?

Infine, una mail ricevuta sabato mattina, 5 dicembre, di Caglieris: <…ho letto l’antipasto su Uomini Liberi…specifico come già detto in aula che il signor Luigi Pignocca…citato… e Paolo Paganelli, presidente del depuratore consortile…non sono compartecipi di alcuna estorsione aggravata…su richiesta del sindaco…come da entrambi dettomi, mi hanno esclusivamente chiesto, in due occasioni differenti, di dare le dimissioni perché le pressioni di alcuni gruppi di genitori stavano creando problemi. Posso aggiungere che ciò accadde tra marzo ed aprile 2005 in un clima disteso…Non ho mai ricevuto minaccia dai suddetti, due persone che non mi hanno mai dato motivo di perdere, a livello umano, stima di loro…E’ utile puntualizzarlo perché questa vicenda ha già infangato troppa gente che ha agito senza malafede>.

Prendiamo atto, ma le conclusioni e le iniziative spettano ai magistrati, poi ai giudici. Nel caso in questione il pubblico ministero d’udienza, Paolucci, non ha perso una battuta. Toccherà a lei decidere, anche alla luce di un fascicolo già aperto dopo la testimonianza dello stesso Caglieris e atti –allegati di esposti, denunce, querele, archiviazioni. Noi siamo soltanto cronisti e ci scusiamo fin d’ora di eventuali errori, lieti di ospitare precisazioni, chiarimenti, oppure smentite.

Luciano Corrado
fonte

venerdì 16 ottobre 2009

GELMINI E VOTO IN RELIGIONE: PROTESTANO SINISTRA, SINDACATI E STUDENTI

Gelmini, voglio un voto
per la religione


E' una materia come le altre. Protestano sinistra, sindacati e studenti
FULVIO MILONE
ROMA
Non più un semplice giudizio ma un vero voto. Mariastella Gelmini, ministro dell’istruzione, ha deciso: «Chiederò un parere al Consiglio di Stato per evitare eventuali contenziosi, ma la mia opinione rimane ferma: essendo passata la scuola italiana dal giudizio al voto in tutte le materie, non c’è motivo perché questo discorso non debba valere anche per l’insegnamento della religione». L’annuncio del ministro su un tema molto caro alla Cei, è stato fatto in occasione della celebrazione dell’ottava Giornata europea dei genitori e della scuola, e ha scatenato una pioggia di polemiche. Le reazioni sono state immediate: opposizione e sindacati dicono no e chiedono piuttosto alla Gelmini di garantire le materie alternative agli studenti che scelgono di non frequentare l’ora di religione.

E’ partito lancia in resta il sindacato. «Nel pieno rispetto del Concordato, l’ora deve rimanere facoltativa. Non può determinare vantaggi di alcun genere, a cominciare dai crediti formativi, e quindi non può essere valutata come le altre materie», dice Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil. E aggiunge: «Il ministro deve garantire la laicità della scuola sancita dalla Costituzione». Pantaleo, infine, ricorda che «la Gelmini dovrebbe preoccuparsi del fatto che si continua a negare, per effetto dei tagli pesantissimi ai fondi destinati all’istruzione, il diritto degli studenti ad avvalersi dell’insegnamento alternativo».

«La Gelmini ricordi che è un ministro della Repubblica e non il portavoce del Vaticano - protesta Piergiorgio Bergonzi, responsabile per la scuola del Pdci -. In uno Stato laico l’ora di religione non dovrebbe neppure esistere». «Il ministro non sa neanche di che cosa parla oppure fa di nuovo e solo propaganda - commentano Manuela Ghizzoni e Maria Coscia, deputate Pd della Commissione cultura di Montecitorio -. Purtroppo il nuovo sistema di valutazione che ha soppresso il principio di un giudizio globale lascia spazio anche a questo tipo di “pensate”. Piuttosto siamo convinte che il Consiglio di Stato rispedirà al mittente la proposta. Fra l’altro, la Corte Costituzionale ha già stabilito il principio secondo cui l’ora di religione è facoltativa».

Rincara la dose la senatrice radicale Donatella Poretti che al ministro assegna «0 in laicità e 10 in clericalismo bigotto e baciapile». E’ sul piede di guerra anche la Rete degli studenti: «L’ora di religione è un residuo medievale e trova spazio solo nei regimi teocratici». Per l’Onda, che definisce la Gelmini «una fondamentalista religiosa», la proposta del ministro «non è in alcun modo accettabile».

Sul voto in religione il ministro Gelmini si era pronunciata già un mese fa: «Credo che questa materia debba avere la stessa dignità delle altre, e che anche l’Italia non possa non riconoscere l’importanza della religione cattolica nella nostra storia e nella nostra tradizione». E ancora: «Va garantita agli insegnati di religione la stessa condizione degli altri colleghi», riferendosi al Tar del Lazio che aveva escluso la possibilità dei prof di religione di attribuire crediti scolastici.

LA STAMPA 14 OTTOBRE 2009

MICHELLE OBAMA: INSEGNANTI, SIATE LEADER (come Barack)




MICHELLE OBAMA
In questo periodo dell’anno a casa Obama c’è parecchio da fare. Come tanti genitori in tutto il Paese guardo divisa tra orgoglio e ansia le mie bambine che preparano lo zainetto, mi salutano con un bacio e si avviano a un nuovo anno scolastico, per diventare le donne forti e sicure che sono certa saranno. Ma quando le vedo rincasare, tutte eccitate per qualcosa che hanno imparato o per un nuovo incontro, ecco, mi ritrovo a pensare che la maggior parte delle persone che più influenzeranno le loro vite non saranno i compagni di gioco o i personaggi di un libro ma chi si trovano davanti in classe ogni giorno.

Ci ricordiamo tutti quale impressione profonda ci abbia lasciato un insegnante speciale, quello che non ci ha abbandonato alle nostre lacune, quello che ci ha incoraggiato e ha creduto in noi quando dubitavamo delle nostre capacità. Anche dopo decenni ricordiamo come ci faceva sentire e come ci ha cambiato la vita. È comprensibile quindi che gli studi dimostrino come il dato che influenza di più il rendimento degli studenti sia la capacità dei loro docenti.

E quando pensiamo a ciò che fa di un insegnante un ottimo insegnante - energia illimitata e altrettanto sconfinata pazienza, capacità di visione e capacità di lavorare per obiettivi, creatività per aiutarci a vedere il mondo in modo diverso e dedizione al compito di aiutarci a scoprire e sviluppare il nostro potenziale - bene, allora realizziamo che sono le qualità di un grande leader.

Oggi più che mai abbiamo bisogno proprio di questo tipo di leadership nelle nostre aule. Come ripete spesso il presidente, nell’economia globale del XXI secolo una buona educazione non è più soltanto una delle strade possibili: è l’unica strada possibile. E i buoni insegnanti non svolgono un ruolo chiave solo per il successo dei nostri ragazzi ma anche per il successo della nostra economia.

La realtà purtroppo è invece che anno dopo anno noi stiamo perdendo i nostri insegnanti di maggior esperienza. Più della metà dei nostri docenti è figlia del baby boom. Questo significa che nei prossimi quattro anni un terzo dei 3,2 milioni di docenti americani potrebbe andare in pensione. Nel 2014, fra cinque anni appena, il Dipartimento dell’educazione prevede che dovranno essere assunti un milione di nuovi docenti. E non si va incontro solo a una generica penuria di insegnanti, ma a una penuria là dove i buoni insegnanti sono più necessari: le scuole disagiate, povere di mezzi, dove le sfide sociali sono maggiori.

Ecco perché noi abbiamo bisogno di una nuova generazione di leader nelle nostre scuole. Abbiamo bisogno di uomini e donne appassionati e determinati che si dedichino alla missione di preparare i nostri studenti alle sfide del nuovo secolo. Abbiamo bisogno di università che raddoppino gli sforzi per formare gli insegnanti e trovino strade alternative per reclutarli. Dobbiamo incoraggiare i professionisti migliori a dedicare una parte delle loro carriere all’insegnamento. E trattare i docenti come i professionisti che sono, garantendo loro buoni stipendi e ottime opportunità di carriera.

E abbiamo anche bisogno di genitori che proseguano a casa l’operato dei professori e lo completino. Che sappiano porre limiti: all’occorrenza spegnere la tv e i videogiochi, vigilare sullo svolgimento dei compiti, rinforzando l’esempio e le lezioni della scuola. C’è tanto da fare e non sarà un compito facile. Ma sono fiduciosa: una nuova generazione di leader farà la differenza nelle vite degli studenti e nel futuro della nazione.
LA STAMPA 16 OTTOBRE 2009

Michelle Obama è la First Lady degli Usa. Questo articolo sarà pubblicato nel numero di novembre dello «U.S. News & World Report»

SIGILLI A 12 SCUOLE, 7 ARRESTI E 200 INDAGATI Invia questo articolo Invia questo articolo SIGILLI A 12 SCUOLE, 7 ARRESTI E 200 INDAGATI

http://isaac.guidasicilia.it/foto/news/attualita/diploma_in_bianco_N.jpg

(AGI) - Caltanissetta, 16 ott. - Sette arresti e 12 istituti scolastici siciliani e calabresi sequestrati nell'ambito dell'operazione "Atena" contro i "diplomi facili, condotta dalla Guardia di Finanza di Gela: nel dettaglio, quattro le ordinanze di custodia in carcere, tre agli arresti domiciliari, oltre a 13 misure coercitive di natura personale. Oltre duecento, tra ispettori, dirigenti, organizzatori, docenti, personale amministrativo, collaboratori, le persone denunciate.

Sotto sequestro anche le otto societa' di controllo e beni immobili e finanziari per circa due milioni di euro. Le indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Gela, hanno consentito di svelare la presenza di una organizzazione criminale, con base prevalentemente a Gela, Licata e Catania, ma con ramificazioni in Sicilia e Calabria che, attraverso un complesso sistema volto a far apparire come effettivamente realizzate attivita' scolastiche (frequenza, didattica ed esami) in realta' mai eseguite, mirava al rilascio diffuso di diplomi 'facili' di scuola secondaria sostanzialmente privi dei requisiti prescritti. L'organizzazione era in grado di raccogliere un'ampia fetta di studenti provenienti da tutta Italia. Questi, attirati dalle illecite agevolazioni presso gli istituti sequestrati pagavano dai 3 mila ai 5 mila euro per l'ottenimento di un diploma di scuola secondaria. A seconda del prezzo pagato veniva concesso anche di costruire false carriere scolastiche ad hoc, sostenendo gli esami, anch'essi pilotati, per "saltare" qualche anno. (AGI) - Caltanissetta, 16 ott. - L'attivita' illegale si realizzatva anche attraverso il coinvolgimento dei docenti i quali si prestavano alle falsificazioni dei registri e dei vari atti d'esame, coscienti della scarsissima preparazione degli studenti. Alla redazione di atti falsi partecipava anche personale amministrativo in servizio presso gli istituti scolastici, consentendo l'iscrizione degli alunni anche se privi dei necessari requisiti previsti e addirittura, in alcuni casi, effettuando iscrizioni al quinto anno pochi giorni prima di sostenere l'esame di Stato. Le indagini, condotte attraverso la meticolosa analisi degli atti e dei registri, nonche' attraverso attivita' tecniche, hanno permesso di individuare oltre quattrocento diplomi rilasciati illegittimamente ovvero sulla scorta di false attestazioni. Si e' appurato che gli studenti, oltre a non frequentare, sostenevano esami farsa in quanto dall'esito del tutto scontato. La predisposizione di un vero e proprio sistema collaudato ha permesso il progressivo espandersi dell'area d'azione dell'organizzazione, che si e' ramificata in territorio siciliano e calabrese, anche grazie a centri studi affiliati, istituiti al fine di procacciare gli studenti cui rilasciare diplomi facili. Le persone denunciate sono oltre duecento e i reati contestati, oltre all'associazione per delinquere finalizzata a ottenere ingenti profitti attraverso la produzione di carriere scolastiche falsate con la corruzione di dirigenti e ispettori, vanno dal falso in atto pubblico alla rivelazione di segreti d'ufficio, dall'omissione di atti d'ufficio all'attestazione di false identita', dal favoreggiamento personale alla truffa perpetrata con false attestazioni mediche. Non manca la frode fiscale a cui si sarebbero dedicati alcuni gestori di societa' cui facevano capo gli istituti sequestrati.
16 ottobre 2009

giovedì 30 luglio 2009

RIGNANO FLAMINIO: LE COLLEGHE DIFENDONO LE MAESTRE INDAGATE (ARTICOLI E VIDEO)

dal sito di Ragione e Giustizia, associazione nata in difesa degli indagati di RIGNANO FLAMINIO

Il 5 febbraio 2009 presso il teatro Paladino di Rignano Flaminio si è svolta una conferenza stampa fortemente voluta dalle maestre della Olga Rovere per esprimere solidarietà agli indagati (tre maestre e il marito di una di esse), per cui si paventa un rinvio a giudizio.

La nostra voce, mai ascoltata. Parlano le maestre della Olga Rovere












Il 5 febbraio 2009 presso il teatro Paladino di Rignano Flaminio si è svolta una conferenza stampa fortemente voluta dalle maestre della Olga Rovere per esprimere solidarietà agli indagati (tre maestre e il marito di una di esse), per cui si paventa un rinvio a giudizio.

La conferenza stampa, che si è svolta di fronte a un teatro gremito e partecipe, è stata introdotta dal professor Modesto Mendicini, pediatra di decennale esperienza.
Qui di seguito riportiamo alcuni interventi dei partecipanti.

Perché una conferenza stampa

Prof. Mendicini
Innanzi tutto desidero presentarmi: sono un pediatra che da più di quaranta anni si occupa di bambini a livello sia universitario sia libero professionale: vi lascio immaginare con quante migliaia di bambini e di genitori sono venuto a contatto in un lasso di tempo così lungo.

Tengo a precisare che non sono un neuropsichiatra infantile né, tanto meno, un esperto di abusi sui minori.

Il fatto di non essere un esperto della materia, credo mi giovi, rendendomi immune da qualsiasi deformazione professionale. L’esperto vede quasi sempre abusi, il pediatra, come sono io, vede abitualmente situazioni normali e solo raramente, per fortuna, abusi. Credo quindi di avere una visione più oggettiva e panoramica della problematica.

Non sono di Rignano, non conoscevo nessuno a Rignano, non ero amico degli indagati (lo sono diventato adesso!): cioè sono completamente estraneo all’ambiente.

Allora perché sono qui? Perché sono stato colpito immediatamente dall’assurdità della vicenda, che ero convinto si sarebbe sgonfiata molto rapidamente. Purtroppo così non è stato, anzi ci sarebbe la possibilità concreta di un rinvio giudizio. Tento, pertanto, di fare tutto il possibile per evitare a quattro persone per bene lo strazio di un rinvio a giudizio, che prolungherebbe nel tempo un calvario che dura ormai da più di due anni.

Fin dal primo momento mi sono chiesto: ma è possibile che persone perbene che hanno dedicato la loro vita all’educazione dei bambini, improvvisamente impazziscono e passano agli abusi e alle torture più feroci? Non una, ma quattro persone contemporaneamente; senza peraltro che nessuno abbia mai sospettato nulla. Rignano non è Los Angeles, ma una cittadina di poche migliaia di abitanti ove tutti conoscono tutti. E’ possibile che una maestra durante l’orario scolastico si allontani con 4 o 5 bambini per andare a seviziarli a casa sua senza che nessuno se ne accorga: e il resto della classe a chi è affidata ? E’ possibile che un bambino che è stato seviziato alle 11 quando alle 13 viene preso dalla mamma, senza accennare nulla delle sevizi subite saluti affettuosamente la sua carnefice? E così via. Ma su questi aspetti potranno dire molto di più le testimoni che sono qui stasera a cui lascerei quindi la parola.

Le insegnanti
A partire dall’ottobre 2006 la scuola materna operante da oltre trenta anni nel nostro paese e considerata fra le migliori del Lazio per serietà, professionalità e per meriti didattici, è diventata improvvisamente “l’asilo degli orrori”; dall’oggi al domani, tre stimate maestre che vi prestavano servizio da 25 -30 anni e che hanno educato generazioni di bambini, si sono viste additate come orchi.

In questi ultimi due anni le tre maestre, nostre colleghe e madri di famiglia, hanno vissuto un vero e proprio calvario, fatto di tragiche “stazioni” : la perquisizione del 12 ottobre 2006, la sospensione dal servizio, il carcere, la gogna mediatica, la richiesta di rinvio a giudizio e infine il rischio di un processo che, se si farà, completerà l’opera della loro distruzione morale.

Abbiamo sperato finora che tutto finisse con l’archiviazione, vista l’assoluta assenza di prove ad accuse tanto infamanti, ma ora, nella prospettiva di un possibile rinvio a giudizio, ci sentiamo in dovere di gridare al mondo la loro innocenza perché non debbano sopportare oltre tanta ingiustizia. Ciò che ci spinge non è l'amicizia per le colleghe, ma l'amore per la verità e la giustizia.

Per evitare che un errore giudiziario si trasformi in una vera e propria catastrofe, travolgendo completamente persone innocenti già perseguitate e distrutte, siamo qui a testimoniare con forza che le nostre colleghe hanno sempre e solo lavorato con impegno, dando ogni giorno il massimo della professionalità; impegno reso ancor più gravoso proprio nel fatidico anno scolastico 2005-2006, in cui Silvana Magalotti e Marisa Pucci avevano alunni di tre anni che per la prima volta frequentavano la scuola materna, bisognosi di molte attenzioni affettive ed educative che rendessero loro la scuola piacevole e ne favorissero l’adattamento; non ci vuole molto per immaginare la reazione di questi piccoli se le maestre, anziché farli divertire con girotondi e teatrini, li avessero torturati, come risulta dalle denunce, con punture ai genitali o vetri nel sedere (e sono le violenze più lievi fra quelle contestate); torture che peraltro non avrebbero mai potuto passare inosservate, sia per i segni fisici lasciati sui bambini, sia per le ripercussioni che avrebbero avuto sugli altri presenti nella classe che, vedendo i loro compagni feriti e doloranti ne sarebbero stati di riflesso sconvolti e atterriti.

Quale logica umana può far credere che sia i bambini sottoposti a violenze, sia gli altri presenti siano potuti tornare a scuola i giorni successivi alle violenze e per tutto l’anno, consapevoli di essere in balia di maestre sadiche e perverse?

La storia, del tutto priva di logica, che ha travolto le nostre malcapitate colleghe ha colpito profondamente anche tutte noi, che ci sentiamo umiliate e ferite nella nostra dignità di educatrici.

Come educatrici sentiamo altresì il dovere di esprimere la nostra pena e dolore per i figli dei denuncianti, costretti ad entrare nel vortice della suggestione collettiva che ha travolto le loro famiglie condannandoli ad un’infanzia ghettizzata, privandoli della spensieratezza , della serenità e della gioia che stanno alla base di una sana crescita psicofisica. Con un processo, le vere vittime, oltre agli insegnanti, saranno i bambini, e non osiamo immaginare le conseguenze che questo avrà sulla loro vita di adulti.

Nella nostra scuola non è successo mai niente di diverso dalle consuete attività scolastiche e didattiche. In essa tutto è sempre sotto gli occhi di tutti. La scuola ha una struttura quasi completamente a vetri, attraverso i quali se ne può vedere l’interno sia dal piazzale del parcheggio, sia addirittura dalle abitazioni circostanti; è pullulante di vita: per i corridoi vanno avanti e indietro le cuoche che raccolgono le presenze per la mensa; le bidelle sono continuamente chiamate dalle maestre per aiutarle nelle necessità dei bambini; i bagni sono quasi sempre frequentati; il barista entra a scuola quotidianamente per consegnare le merende in varie classi; sono usuali le visite dell’operaio del Comune per aggiustare rubinetti che perdono, controllare i termosifoni o tagliare l’erba; il fornaio rifornisce quotidianamente la mensa di pane accedendo con il suo furgone dall’entrata posteriore e parcheggiandolo di fronte alla porta della cucina-refettorio; c’è inoltre sempre qualche genitore che arriva durante l’orario scolastico per riprendere il figlio per esigenze varie, oltre alle rappresentanti dei genitori che si presentano a scuola, non convocate, per portare nelle classi materiale d'uso quotidiano. Ma questo elenco rappresenta soltanto una minima parte del viavai che si svolge all’interno dell’edificio!

La nostra è Scuola con la S maiuscola, luogo educativo e di conoscenza, e ci opporremo con tutte le nostre forze contro chiunque voglia infangarla con calunnie infamanti, distruggendone la rispettabilità. Garantiamo con la nostra testimonianza che le colleghe sono innocenti e che a scuola non è successo mai nulla di quanto paventato.

L’assurdo caso della nostra scuola offende l’intelligenza e la razionalità umana, in quanto implica che le maestre si possano trasformare da un giorno all’altro in streghe assetate di sangue; che i bambini si possano prelevare come fantocci da una struttura pubblica e sottoporre alle più crudeli sevizie, senza che essi ne riferiscano mai ad alcuno; che infine nessun genitore si accorga dei segni che, inevitabilmente, tali sevizie lasciano sui loro figli.

Ma la razionalità umana viene offesa ancora di più quando, a dispetto di ogni prova negativa riguardante tali accuse, si continua ad affermare ostinatamente che gli abusi ci sono stati!

Ci spaventa, in questo contesto, la diffusa opinione secondo cui il giudice per l’udienza preliminare potrebbe limitarsi ad avallare la richiesta di rinvio a giudizio senza leggere le carte, e ci appelliamo alla magistratura perché niente sia dato per scontato in questa delicata fase e perché le sorti di quattro cittadini integerrimi e dei bambini coinvolti vengano trattate con il dovuto rispetto.










L'inchiesta sui presunti episodi di pedofilia nella scuola di Rignano
Oggi ascoltati come testimoni venticinque dipendenti dell'istituto olga Rovere
Rignano, sentiti i colleghi degli arrestati: "Li difenderemo con tutta la forza"
Rignano, sentiti i colleghi degli arrestati
"Li difenderemo con tutta la forza"

ROMA - Domande, soprattutto, sul funzionamento della scuola: sarebbe questo, ciò che i carabinieri di Bracciano hanno chiesto, oggi dalle 9.30 alle 19, ad alcuni componenti del il personale della materna "Olga Rovere" di Rignano Flaminio (otto insegnanti, quattro bidelle, quattro cuoche e nove impiegati amministrativi), ovvero i colleghi delle maestre e della bidella arrestate nei giorni scorsi con l'accusa di pedofilia e abusi su alcuni degli alunni. E alle domande, molti hanno risposto difendendo "con tutta la forza" le persone coinvolte. Da quanto si apprende dagli investigatori, non ci sarebbero altri interrogatori programmati e quelli di oggi non avrebbero fornito "alcun elemento utile alle indagini, ovvero nulla che già non fosse noto".

Su disposizione delle procura della Repubblica di Tivoli, gli uomini dell'Arma hanno convocato in caserma venticinque persone, per raccogliere deposizioni e testimonianze. I colleghi degli indagati erano attesi, all'esterno, da numerosi cronisti, di fronte ai quali quasi tutti hanno avuto un atteggiamento di chiusura: "Avete già detto tutto", ha detto loro una delle donne uscendo dalla caserma.

"C'è il segreto istruttorio - hanno detto due maestre, le ultime uscite in serata, Emanuela Scatolini e Nunzia Pellegrino - non vogliamo danneggiare ulteriormente le nostre colleghe, possiamo solo dire che sono persone che difenderemo con tutte le nostre forze e tutto il nostro amore, fino in fondo, perché da questa occasione, ovvero da un male, si capisce l'affetto che c'è tra noi, la mancanza di rivalità e di invidie".

Secondo la Scatolini - così ha risposto ai cronisti - i bambini "non sono stati abusati, i loro sintomi potrebbero derivare da disagi di altra natura. Ci sono psicologi, come quelli di Telefono Azzurro, di cui io mi fido assolutamente. Per il racconto di un bambino si può, da un momento all'altro, andare in galera. E' diventato pericoloso insegnare in una scuola materna".

"Se i genitori avessero parlato direttamente con gli insegnanti - hanno detto le due maestre - non saremmo arrivati a questo punto. Per noi il 12 ottobre del 2006 (data della perquisizione nella scuola materna di Rignano Flaminio, ndr) è stato il nostro 11 settembre". Rignano, hanno detto, è ancora "diviso tra innocentisti e colpevolisti, ma ci sono anche queloli che non vogliono immischiarsi nella vicenda. Le persone che si trovano in carcere sono persone encomiabili, professionali, le conosciamo da 28 anni perché abbiamo iniziato tutte insieme".
(la repubblica 5 maggio 2007)

In 250 sfilano davanti a Rebibbia per portare solidarietà alle insegnanti accusate di pedofilia
Sugli striscioni slogan innocentisti ma dalle celle si alzano urla di protesta
Rignano, fiaccolata per le maestre arrestate
I detenuti contestano: "Andate via"

Rignano, fiaccolata per le maestre arrestate
I detenuti contestano: "Andate via"


Alla fiaccolata hanno partecipato 250 persone giunte al carcere di Roma a bordo di quattro pullman
ROMA - Ci sono i mariti delle maestre arrestate e il parroco di Rignano, ci sono le colleghe di lavoro e gli amici. Sono 250, arrivati sotto le finestre di Rebibbia a bordo di quattro pullman, per partecipare alla fiaccolata di solidarietà verso le insegnanti accusate di abusi sessuali su sedici bambini dell'asilo.

"La verità non ha paura", hanno scritto sullo striscione che apre il corteo. "Rignano non è un paese di mostri!" Ma dalle celle si alzano grida di disapprovazione: "Andate via", urlano alcuni detenuti. "Ce fate pure la manifestazione a 'ste zozze". "Pedofili".

Nonostante le proteste, il corteo sfila composto lungo il muro che costeggia il carcere romano. Qualcuno piange. Il cognato della maestra Marisa Pucci usa un megafono per gridare la sua rabbia: "Solidarietà alle maestre arrestate, non hanno fatto nulla".

Sugli striscioni, gli slogan ripetono l'innocenza delle tre maestre e della bidella: "Libertà alle maestre innocenti", "Vittime del lavoro", "Basta con le menzogne", "Liberiamo chi ha dato vita alla scuola".

Il marito di Marisa Pucci, una delle maestre in carcere, vuole incontrare il ministro della Giustizia: "Vogliamo fare un comitato e andare dal ministro Mastella. Non posso accettare che si metta in discussione il lavoro svolto da anni da queste maestre. Ad ottobre gli ispettori del ministero non hanno ascoltato le altre maestre della scuola ma solo le madri degli alunni. I genitori hanno continuato a mandare i loro figli a scuola fino al giorno prima dell'arresto: devo pensare che si fidassero delle maestre".

Alcuni manifestanti, accompagnati da una chitarra, intonano canti religiosi; tra loro anche il parroco di Rignano, don Enrico. Una maestra della scuola di Rignano non riesce a trattenere le lacrime: "Voglio una medaglia al valore per queste mie colleghe quando tutto questo sarà finito. Nessuno in questo momento ci sta tutelando. Perché sono stati ascoltati solo i genitori dei bambini e non i colleghi di tutte le altre classi?"

(la repubblica 3 maggio 2007)

colleghi di Canale 5 "increduli" sul suo coinvolgimento nella vicenda di Rignano
"Siamo certi che presto potrà essere scagionato da ogni accusa e da ogni dubbio"
Paola Perego e gli autori di "Buona domenica"
"Piena solidarietà al collega Scancarello"
L'uomo è in carcere per le presunte violenze nell'asilo di Rignano Flaminio

Paola Perego e gli autori di "Buona domenica"
"Piena solidarietà al collega Scancarello"

ROMA - Non si placa la bufera mediatica sulle terribili vicende della scuola di Rignano Flaminio. Ma Paola Perego, con gli altri autori della trasmissione di Canale 5 Buona domenica, ha espresso oggi piena solidarietà al collega Gianfranco Scancarello, in carcere per le presunte violenze nell'asilo degli orrori. Già all'indomani dell'arresto, Cesare Lanza a nome degli altri autori aveva testimoniato solidarietà e la certezza che Scancarello avrebbe presto chiarito tutto.

"In questi giorni l'opinione pubblica segue con sgomento e indignazione una inchiesta della magistratura incentrata su orribili imputazioni di pedofilia, a seguito di vicende che si sono verificate in un paese, Rignano Flaminio, alla periferia di Roma. Tra gli imputati - è scritto nella nota firmata da Paola Perego con gli autori del programma Roberto Cenci, Stefano Jurgens, Cesare Lanza, Marco Luci, Marco Salvati e Silvia Zavattini - c'è anche un nostro collega, Gianfranco Scancarello, che non può firmare questa puntata di Buona domenica".

"Tutti noi, che confezioniamo questo programma e lavoriamo fianco a fianco con lui da mesi" si legge ancora, "abbiamo accolto con incredulità le notizie che lo riguardano e siamo certi che presto Scancarello potrà essere scagionato da ogni accusa e da ogni dubbio. Nel pieno rispetto della magistratura, che deve operare in serenità per arrivare persuasivamente a certezze e verità, e nel pieno rispetto delle famiglie dei bambini, che hanno il diritto di ottenere giustizia, desideriamo però ricordare a chi lo ha dimenticato in questi giorni che i processi non si fanno in televisione né nei giornali e che ogni imputato, in un Paese civile, non può essere considerato colpevole fino a quando non ci sia una definitiva sentenza".

"Perciò - concludono i colleghi autori di Buona domenica - esprimiamo piena solidarietà al nostro amico 'Scanca': ha lavorato con noi, oggi è come se fosse qui con noi. E siamo fiduciosi che presto, con noi, potrà tornare a lavorare".

(la repubblica 29 aprile 2007)

In una lettera aperta le accuse ai magistrati di Tivoli, definiti incompetenti
"In quei filmati le prove delle violenze, ma in famiglia"
"Su quegli abusi la verità è un'altra"
Rignano, il comitato che difende gli arrestati: giudici, guardate quei video
dal nostro inviato PAOLO G. BRERA

"Su quegli abusi
la verità è un'altra"


La manifestazione di protesta degli abitanti di Rignano Flaminio davanti al carcere di Rebibbia
RIGNANO FLAMINIO - "È un'indagine condotta da incompetenti". Se lo dicevano da giorni - i parenti, gli amici e i colleghi degli arrestati per pedofilia a Rignano Flaminio riuniti nel Comitato per la difesa agli accusati - ma ormai hanno deciso che non basta più. Ora lo gridano, lo mettono per iscritto e minacciano di tradurlo in una denuncia formale nei confronti degli inquirenti: "I giudici della procura di Tivoli che indagano sugli abusi ai minori non sanno riconoscerne uno nemmeno quando accade sotto i loro occhi".

Occhi che a loro avviso avrebbero dovuto strabuzzare vedendo i video girati dai genitori di due bambini della "Olga Rovere", i cui stralci sono stati pubblicati sui quotidiani di sabato: "Siamo sconvolti, disgustati dalle scene riportate, come crediamo lo siano tutti gli italiani", scrivono in una nota diffusa ieri, una lettera aperta in cui chiedono "che quest'inchiesta passi quanto prima nelle mani di persone capaci". Perché per loro "su quei video c'è la prova filmata di abusi reali, compiuti in presa diretta dagli autori del video. Ma la procura di Tivoli invece di procedere contro gli autori di abusi certi e provati, fa loro i complimenti ritenendo quel lavoro un "apprezzabile sforzo" nella ricerca della verità".

Intanto sul caso esplode un'altra mina: la querela preannunciata ieri da una giovanissima educatrice della Ludoteca di Rignano Flaminio, in cui si sarebbero verificati altri gravi atti di pedofilia secondo un'integrazione della perizia effettuata il 23 aprile - il giorno prima che scattassero i sei arresti - dalla psichiatra Marcella Fraschetti Battisti, consulente del pm Marco Mansi. Quell'integrazione contiene l'esito di un nuovo incontro filmato e registrato con uno dei bambini che avrebbero subito abusi a scuola.

Stavolta, però, il bimbo pressato dalle domande della professionista racconta di essere stato molestato nella ludoteca dalla maestra "Debora", di cui descrive colore dei capelli e corporatura: "Ci faceva fare i giochi brutti, quelli che avevamo fatto all'asilo", dice il bimbo specificando di averla incontrata insieme alla maestra Marisa Pucci, una delle arrestate. Un identikit che pare calzato addosso a una parente di Marisa Pucci che si chiama Debora, corrisponde alla descrizione fisica e lavora alla Ludoteca.

Una ragazzina di 19 anni che ieri, letti i giornali, si è precipitata in piazza con l'anima in gola: "Ma siamo matti? Io lavoro qui per 5 euro l'ora perché amo i bambini. Ora mi cerco un avvocato, ma sono cose da pazzi: la vedete com'è fatta la ludoteca? Come possono essere avvenuti abusi in un luogo simile? Ormai siamo alla caccia alle streghe". Il luogo è una stanza di pochi metri quadrati con molte finestre, limitrofo alla scuola media e vicinissimo alle case. In pratica sotto gli occhi di tutti.

Sul fronte delle indagini, in attesa delle decisioni del Tribunale del Riesame - che mercoledì si pronuncerà sul ricorso degli arrestati e potrebbe ordinarne la scarcerazione - gli occhi sono puntati sull'esito delle indagini scientifiche sui computer e sugli oggetti sequestrati agli accusati. Ma una svolta decisiva potrebbe giungere, secondo gli inquirenti, dall'analisi dei tabulati dei cellulari in uso ai sei arrestati.

Al vaglio c'è la frequenza dei contatti tra loro, e soprattutto tra le maestre e il benzinaio cingalese Kelum Weramuni Da Silva, il quale secondo l'accusa avrebbe avuto il ruolo dell'attore protagonista degli abusi. Ed è dagli sms, e ancor più da eventuali mms (i messaggi contenenti immagini), che potrebbero arrivare risposte decisive per l'accusa o nuovi punti di ancoraggio per le difese.

Dopo l'interrogazione parlamentare di Carlo Giovanardi (Udc) che al ministro guardasigilli Clemente Mastella chiede "a che titolo vengono trattenuti in carcere cittadini incensurati in carenza dei presupposti per la custodia cautelare", oggi la politica torna a mettere nel mirino l'inchiesta sulla pedofilia a Rignano Flaminio.

Stavolta è il coordinatore laziale di Forza Italia, Francesco Giro, a annunciare che "il caso verrà affrontato nella riunione del comitato dei Saggi" che si terrà oggi, perché "stanno emergendo troppi lati oscuri che dobbiamo contribuire in qualche modo a far chiarire". E se Giro è intenzionato a andarci di persona, a Rignano Flaminio, "per capire cosa sta accadendo in quella cittadina", l'assessore regionale alla Formazione, Silvia Costa, farà oggi altrettanto "per rasserenare l'ambiente" incontrando sindaco, assessore provinciale, rappresentanti di pubblica istruzione di consiglio d'istituto e preside della "Olga Rovere".

Ma è un impegno davvero complesso, in un paese devastato prima dalle accuse e ora dalle risposte di piombo: "Ci chiediamo quante altre cose allucinanti dovranno venire fuori - conclude la nota del Comitato - prima che la magistratura o il ministero di Giustizia capiscano che questa indagine è condotta da persone incompetenti, che stanno recando danno alla giustizia e ai cittadini".


(la repubblica 7 maggio 2007)

Rignano Flaminio, riunione a sostegno maestre sotto accusa: "L'amore della verità"

://www.bambinicoraggiosi.com/?q=node/822


CONVEGNO UCPI, ABUSO INFANZIA: DALLA PARTE DEGLI INDAGATI
http://www.bambinicoraggiosi.com/?q=node/1221


Ragione e Giustizia

La nostra voce, mai ascoltata. Parlano le maestre della Olga Rovere



Il 5 febbraio 2009 presso il teatro Paladino di Rignano Flaminio si è svolta una conferenza stampa fortemente voluta dalle maestre della Olga Rovere per esprimere solidarietà agli indagati (tre maestre e il marito di una di esse), per cui si paventa un rinvio a giudizio.

La conferenza stampa, che si è svolta di fronte a un teatro gremito e partecipe, è stata introdotta dal professor Modesto Mendicini, pediatra di decennale esperienza.
Qui di seguito riportiamo alcuni interventi dei partecipanti.

Perché una conferenza stampa

Prof. Mendicini
Innanzi tutto desidero presentarmi: sono un pediatra che da più di quaranta anni si occupa di bambini a livello sia universitario sia libero professionale: vi lascio immaginare con quante migliaia di bambini e di genitori sono venuto a contatto in un lasso di tempo così lungo.

Tengo a precisare che non sono un neuropsichiatra infantile né, tanto meno, un esperto di abusi sui minori.

Il fatto di non essere un esperto della materia, credo mi giovi, rendendomi immune da qualsiasi deformazione professionale. L’esperto vede quasi sempre abusi, il pediatra, come sono io, vede abitualmente situazioni normali e solo raramente, per fortuna, abusi. Credo quindi di avere una visione più oggettiva e panoramica della problematica.

Non sono di Rignano, non conoscevo nessuno a Rignano, non ero amico degli indagati (lo sono diventato adesso!): cioè sono completamente estraneo all’ambiente.

Allora perché sono qui? Perché sono stato colpito immediatamente dall’assurdità della vicenda, che ero convinto si sarebbe sgonfiata molto rapidamente. Purtroppo così non è stato, anzi ci sarebbe la possibilità concreta di un rinvio giudizio. Tento, pertanto, di fare tutto il possibile per evitare a quattro persone per bene lo strazio di un rinvio a giudizio, che prolungherebbe nel tempo un calvario che dura ormai da più di due anni.

Fin dal primo momento mi sono chiesto: ma è possibile che persone perbene che hanno dedicato la loro vita all’educazione dei bambini, improvvisamente impazziscono e passano agli abusi e alle torture più feroci? Non una, ma quattro persone contemporaneamente; senza peraltro che nessuno abbia mai sospettato nulla. Rignano non è Los Angeles, ma una cittadina di poche migliaia di abitanti ove tutti conoscono tutti. E’ possibile che una maestra durante l’orario scolastico si allontani con 4 o 5 bambini per andare a seviziarli a casa sua senza che nessuno se ne accorga: e il resto della classe a chi è affidata ? E’ possibile che un bambino che è stato seviziato alle 11 quando alle 13 viene preso dalla mamma, senza accennare nulla delle sevizi subite saluti affettuosamente la sua carnefice? E così via. Ma su questi aspetti potranno dire molto di più le testimoni che sono qui stasera a cui lascerei quindi la parola.

Le insegnanti
A partire dall’ottobre 2006 la scuola materna operante da oltre trenta anni nel nostro paese e considerata fra le migliori del Lazio per serietà, professionalità e per meriti didattici, è diventata improvvisamente “l’asilo degli orrori”; dall’oggi al domani, tre stimate maestre che vi prestavano servizio da 25 -30 anni e che hanno educato generazioni di bambini, si sono viste additate come orchi.

In questi ultimi due anni le tre maestre, nostre colleghe e madri di famiglia, hanno vissuto un vero e proprio calvario, fatto di tragiche “stazioni” : la perquisizione del 12 ottobre 2006, la sospensione dal servizio, il carcere, la gogna mediatica, la richiesta di rinvio a giudizio e infine il rischio di un processo che, se si farà, completerà l’opera della loro distruzione morale.

Abbiamo sperato finora che tutto finisse con l’archiviazione, vista l’assoluta assenza di prove ad accuse tanto infamanti, ma ora, nella prospettiva di un possibile rinvio a giudizio, ci sentiamo in dovere di gridare al mondo la loro innocenza perché non debbano sopportare oltre tanta ingiustizia. Ciò che ci spinge non è l'amicizia per le colleghe, ma l'amore per la verità e la giustizia.

Per evitare che un errore giudiziario si trasformi in una vera e propria catastrofe, travolgendo completamente persone innocenti già perseguitate e distrutte, siamo qui a testimoniare con forza che le nostre colleghe hanno sempre e solo lavorato con impegno, dando ogni giorno il massimo della professionalità; impegno reso ancor più gravoso proprio nel fatidico anno scolastico 2005-2006, in cui Silvana Magalotti e Marisa Pucci avevano alunni di tre anni che per la prima volta frequentavano la scuola materna, bisognosi di molte attenzioni affettive ed educative che rendessero loro la scuola piacevole e ne favorissero l’adattamento; non ci vuole molto per immaginare la reazione di questi piccoli se le maestre, anziché farli divertire con girotondi e teatrini, li avessero torturati, come risulta dalle denunce, con punture ai genitali o vetri nel sedere (e sono le violenze più lievi fra quelle contestate); torture che peraltro non avrebbero mai potuto passare inosservate, sia per i segni fisici lasciati sui bambini, sia per le ripercussioni che avrebbero avuto sugli altri presenti nella classe che, vedendo i loro compagni feriti e doloranti ne sarebbero stati di riflesso sconvolti e atterriti.

Quale logica umana può far credere che sia i bambini sottoposti a violenze, sia gli altri presenti siano potuti tornare a scuola i giorni successivi alle violenze e per tutto l’anno, consapevoli di essere in balia di maestre sadiche e perverse?

La storia, del tutto priva di logica, che ha travolto le nostre malcapitate colleghe ha colpito profondamente anche tutte noi, che ci sentiamo umiliate e ferite nella nostra dignità di educatrici.

Come educatrici sentiamo altresì il dovere di esprimere la nostra pena e dolore per i figli dei denuncianti, costretti ad entrare nel vortice della suggestione collettiva che ha travolto le loro famiglie condannandoli ad un’infanzia ghettizzata, privandoli della spensieratezza , della serenità e della gioia che stanno alla base di una sana crescita psicofisica. Con un processo, le vere vittime, oltre agli insegnanti, saranno i bambini, e non osiamo immaginare le conseguenze che questo avrà sulla loro vita di adulti.

Nella nostra scuola non è successo mai niente di diverso dalle consuete attività scolastiche e didattiche. In essa tutto è sempre sotto gli occhi di tutti. La scuola ha una struttura quasi completamente a vetri, attraverso i quali se ne può vedere l’interno sia dal piazzale del parcheggio, sia addirittura dalle abitazioni circostanti; è pullulante di vita: per i corridoi vanno avanti e indietro le cuoche che raccolgono le presenze per la mensa; le bidelle sono continuamente chiamate dalle maestre per aiutarle nelle necessità dei bambini; i bagni sono quasi sempre frequentati; il barista entra a scuola quotidianamente per consegnare le merende in varie classi; sono usuali le visite dell’operaio del Comune per aggiustare rubinetti che perdono, controllare i termosifoni o tagliare l’erba; il fornaio rifornisce quotidianamente la mensa di pane accedendo con il suo furgone dall’entrata posteriore e parcheggiandolo di fronte alla porta della cucina-refettorio; c’è inoltre sempre qualche genitore che arriva durante l’orario scolastico per riprendere il figlio per esigenze varie, oltre alle rappresentanti dei genitori che si presentano a scuola, non convocate, per portare nelle classi materiale d'uso quotidiano. Ma questo elenco rappresenta soltanto una minima parte del viavai che si svolge all’interno dell’edificio!

La nostra è Scuola con la S maiuscola, luogo educativo e di conoscenza, e ci opporremo con tutte le nostre forze contro chiunque voglia infangarla con calunnie infamanti, distruggendone la rispettabilità. Garantiamo con la nostra testimonianza che le colleghe sono innocenti e che a scuola non è successo mai nulla di quanto paventato.

L’assurdo caso della nostra scuola offende l’intelligenza e la razionalità umana, in quanto implica che le maestre si possano trasformare da un giorno all’altro in streghe assetate di sangue; che i bambini si possano prelevare come fantocci da una struttura pubblica e sottoporre alle più crudeli sevizie, senza che essi ne riferiscano mai ad alcuno; che infine nessun genitore si accorga dei segni che, inevitabilmente, tali sevizie lasciano sui loro figli.

Ma la razionalità umana viene offesa ancora di più quando, a dispetto di ogni prova negativa riguardante tali accuse, si continua ad affermare ostinatamente che gli abusi ci sono stati!

Ci spaventa, in questo contesto, la diffusa opinione secondo cui il giudice per l’udienza preliminare potrebbe limitarsi ad avallare la richiesta di rinvio a giudizio senza leggere le carte, e ci appelliamo alla magistratura perché niente sia dato per scontato in questa delicata fase e perché le sorti di quattro cittadini integerrimi e dei bambini coinvolti vengano trattate con il dovuto rispetto.


martedì 21 luglio 2009

Berlusconi-D'Addario: Nuove Registrazioni.Un paese in mano alle escort

(Immagine dal blog di Marco Travaglio)
di Roberta Lerici

Vorrei spiegare a chi pensa che tutto questo interesse per la vita intima del premier sia fuori luogo, che purtroppo l'aspetto inquietante di tutta la questione è solo ed esclusivamente che alcune di queste escort o amiche di Tarantini e del Premier potrebbero essere state elette in parlamento e decidere,con i loro voti nel parlamento italiano ed europeo o nelle amministrazioni locali, le sorti di un intero paese. Anche Patrizia D'Addario era candidata alle amministrative e abbiamo appreso che il premier, oltre ai gioielli e al denaro,amava promettere in regalo candidature in tutti i tipi di elezioni.E un ex parlamentare europeo ha confermato , in una recente intervista, che Berlusconi gli aveva annunciato di voler candidare alle europee tante ragazze.

Che poi alcune di queste ragazze, combacino con le protagoniste dell'inchiesta di Bari, è un ulteriore conferma che il vero scandalo è soltanto questo: il destino di un paese non può essere lasciato nelle mani di persone incompetenti, nè di marionette inserite nelle massime istituzioni solo per fare numero con la conseguenza che a decidere, sono sempre in meno.

Un ristretto gruppo di persone a capo di una schiera di comparse, sono la morte certa della democrazia. Ma di questo non si parla abbastanza, concentrandosi sulla mesta deriva di un uomo che talvolta ispira compassione.Si sono svelati i dettagli più intimi, ma resta oscuro il disegno che ci sta portando verso un'ignoranza di massa, un controllo dell'informazione, una deriva di stampo razzista, una crisi economica sempre più grave e una disorganizzazione totale delle istituzioni.

Ieri Renato Nicolini, alla manifestazione contro i tagli alla cultura, ha parlato anche di questo e ha annunciato di volersi candidare alla segreteria del PD. Già perchè il PD, in tutto questo tempo dov'era? Mentre il paese si trasformava alla velocità della luce, dov'era? Al momento il ruolo vacante di Leader di opposizione può essere svolto solo da IDV, unita ai Meet up di Grillo e ai partiti di sinistra, auspicabilmente uniti.Ma bisogna organizzarsi, non credo sia più tempo di mille piccole azioni di protesta sparse sul territorio, perchè con tutte le leggi approvate e quelle in via di approvazione, ci vorranno anni per ristabilire una situazione così compromessa.


dal sito:http://espresso.repubblica.it/dettaglio/intercettazioni/2104824


Prima di andare a Palazzo Grazioli Gianpaolo Tarantini e Patrizia si mettono d'accordo sulla serata a casa del premier

GTAllora ... non volevo parlare, volevo dirti... che alle nove e un quarto vi passo a prendere l'autista e andiamo lì ... andiamo lì ... poi se lui decide rimani lì ... Mille ora già te li ho già dati ... poi se rimani con lui ... ti fa il regalo solo lui ... ah ... vedi che lui non usa il preservativo ... eh

PD Ma non esiste una cosa senza preservativo ... come faccio a fidarmi?

GT Ma ... è Berlusconi ...

PD Ma tu chi sei? Guarda che ... sai quanta gente è rimasta ...

GT Sai quanti esami fa lui?

PD Lo so, ma ... sai ... per noi donne è anche più bello ... voglio dire ... ma sentire una cosa del genere

GT...Tu puoi decidere, però lui non ti prende come escort, capito? lui ti prende come un'amica mia, che ho portato ...

Dopo quelle pubblicate ieri, L'Espresso ha pubblicato altre 4 nuove registrazioni.
In una Berlusconi e Patrizia D'Addario fanno colazione a Palazzo Grazioli, dopo la nottata focosa. Lei dice: "Che dolore, all'inizio mi hai fatto un dolore pazzesco". E Silvio: "Ma dai! Non è vero!", ma la D'Addario replica: "Ti giuro, un dolore pazzesco all'inizio".
Chissà a cosa si riferivano...

Le nuove registrazioni

Nuovi audio

L'AQUILA: DOVE SONO I PREFABBRICATI DONATI DAL MILAN?



DI ROBERTA LERICI

Nel mese di maggio Paolo Maldini annunciò a Striscia la Notizia che la squadra del Milan aveva deciso di donare dieci case prefabbricate ai terremotati dell'Aquila. Ha anche detto che tali prefabbricati sarebbero stati montati entro la fine di giugno.Siamo al 21 luglio e su nessun organo di stampa si è più parlato di questi prefabbricati. Siccome un'altra donazione di prefabbricati da parte della provincia di Trento venne bloccata dal governo (o dalla Protezione Civile, non ricordo), non vorrei che fosse accaduto lo stesso anche alla donazione dei dipendenti più ricchi e, dunque, più generosi, del Premier.
Se qualcuno avesse notizie in merito, lo prego di farmele pervenire. Grazie.

www.bambinicoraggiosidue.blogspot.com 21 luglio 2009