domenica 26 ottobre 2008

CONOSCERE LA LEGGE 133/2008 PER DIFENDERE L'UNIVERSITA' PUBBLICA

DAL SITO http://www.politicamentecorretto.com/
Massimo Seracini on 26 Ottobre, 2008 00:49:00

Ho ricevuto da un mio collaboratore questa importante analisi su la legge 133/2008 e ho ritenuto mio dovere di portarla a conoscenza dei nostri connazionali all'estero, come esempio disgregante della politica dei tagli del Governo Berlusconi, che colpisce non solo i nostri contributi, ma il futuro della nostra istruzione che portera' l'Italia ad essere sempre meno competitiva.
Più che una legge, è un enorme calderone all’interno del quale è stato gettato di tutto, ogni argomento con una qualche valenza di tipo economico.Il testo della legge potete trovarla a questo indirizzo http://bambinicoraggiosidue.blogspot.com/2008/10/riforma-gelminilegge-133-il-testo.html
Basti pensare che questa legge ha chiamato in causa le seguenti commissioni- Commissione V BILANCIO E TESORO e VI FINANZE- COMITATO PER LA LEGISLAZIONE- Commissione I AFFARI COSTITUZIONALI- Commissione II GIUSTIZIA- Commissione III AFFARI ESTERI- Commissione IV DIFESA- Commissione VII CULTURA- Commissione VIII AMBIENTE- Commissione IX TRASPORTI- Commissione X ATTIVITA’ PRODUTTIVE- Commissione XI LAVORO- Commissione XII AFFARI SOCIALI- Commissione XIIIAGRICOLTURA- Commissione XIV POLITICHE UNIONE EUROPEA- COMMISSIONE PARLAMENTARE PER LE QUESTIONI REGIONALI
L’iter parlamentare di questa maxi legge ha avuto inizio con la prima lettura alla Camera dei Deputati il 2 LUGLIO, per concludersi con l’approvazione il 6 AGOSTO 2008, e passare al Senato.Un mese di discussione, due o tre giorni per settimana, nel completo silenzio dei media nel periodo di minima attenzione dell’opinione pubblica, in vacanza, ferie...
Arriviamo a discutere cosa questa legge decreta al riguardo dell’università pubblica.
TAGLIO DELLE RISORSE ECONOMICHE DESTINATE ALL’UNIVERSITA’PUBBLICA
E’ stata decisa da questa legge il taglio dei fondi destinati all’università pubblica (FFO - fondo per il finanziamento ordinario delle università) nella seguente maniera.Riduzione di:- 63.5 milioni di euro per l’anno 2009- 190 milioni di euro per l’anno 2010- 316 milioni di euro per l’anno 2011- 417 milioni di euro per l’anno 2012- 455 milioni di euro a decorrere dell’anno 2013per un totale di 1441.5 milioni di euro almeno fino al 2013.
TRASFORMAZIONE DELLE UNIVERSITA’ PUBBLICHE IN “FONDAZIONI DI DIRITTO PRIVATO”
Per sopperire all’improvviso ammanco dei finanziamenti pubblici, lo stato consente alle università di trasformarsi in fondazioni di diritto privato..Questo passo sancirebbe la morte di un’istruzione pubblica per tutti, consentendo alle fondazioni universitarie di decidere l’entità delle tasse per gli studenti, ed andando a ledere il fondamentale diritto allo studio universitario, tutelato dalla Costituzione Italiana attraverso l’articolo 33, che recita:Art. 33. L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.Attualmente la legge difatti sancisce che nell’anno solare, il gettito delle tasse degli studenti non deve superare il 20% dell’importo del finanziamento ordinario dello Stato (FFO), cosa che di fatto pone un tetto massimo alle tasse che si possono far pagare ad uno studente.Con il passaggio a fondazione l’università potrà (e vista la mancanza di fondi, dovrà) chiedere qualunque cifra agli studenti, senza dover rispondere a nessun tetto prefissato. Una retta universitaria da 10.000 euro potrebbe essere uno standard per il prossimo anno accademico.Raggiungeremmo uno standard tipo college americano.
Con l'entrata in vigore della legge 133/2008 si è andati a ledere questo principio costituzionali, garantendo il diritto allo studio ed ad una formazione di qualità solamente a chi può far affidamento su una grande capacità economica, andando a ledere il principio costituzionale di eguaglianza e pari dignità tra i cittadini decretata dall’articolo 3
Art. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Al contempo assisteremo alla definitiva violazione dell’articolo 9, che recitaArt. 9. La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica [...] vista la sostanziale impossibilità delle università di mantenere una gestione pubblica a seguito dei tagli economici e di personale docente, di ricerca e tecnico – amministrativo subiti.
Oltre a questo vi sono implicazioni riguardanti i poteri economici.Le università potranno “trovarsi uno sponsor” che li finanzi. Inutile dire gli effetti devastanti che avrebbe un controllo economico di questo tipo sulla ricerca in tutti i vari settori universitari. La ricerca verrebbe condotta secondo le direttive impartite dalle società finanziatrici, in base alla redditività a livello economico!
TURN OVER (articolo 66)La stessa legge ha imposto una drastica riduzione del personale universitario alle facoltà stesse, che si trovano costrette improvvisamente a mandare obbligatoriamente in pensione chi ha maturato i requisiti necessari, o altrimenti licenziare parte del proprio organico. Logica vorrebbe una sostituzione nelle posizioni didattiche per mantenere l’offerta d’insegnamento.La legge 133 impone invece un turn over bloccato al 20%, ovvero un nuovo assunto ogni cinque pensionamenti o licenziamenti. Come pensiamo di mantenere una didattica di buon livello in questa maniera?
Riassumendo:
- Le facoltà devono ridurre gli organici entro i termini imposti dalla legge, licenziando o pensionando forzatamente
- Si può procedere all’assunzione ogni 5 pensionamenti e/o licenziamenti Matematicamente qualcosa non torna. Si rinuncia a personale docente, chiedendo ai ricercatori di mantenere il ruolo di insegnanti, mantenendo la stessa retribuzione e lavorando fuori dai compiti stabiliti dal loro contratto (che prevede 60 ore di ricerca, e nessun obbligo all’insegnamento).Con questa situazione, l’unica soluzione sarebbe sopprimere corsi d’insegnamento, fino a giungere addirittura alla cancellazione dei corsi di laurea meno frequentati o considerati di minor interesse.
In questo rapido excursus informativo sono stati citati solamente i problemi più grossi a cui questa legge condurrebbe, ma basta leggere con attenzione il testo della legge, o informarsi con chi già lo ha fatto prima di noi perché vi si dischiudano gli abissi entro cui verrà gettata l’università se tutto questo viene approvato in Parlamento. L’università da pubblica diventerebbe un privilegio per i pochi che potrebbero permettersi rette universitarie altissime, mentre il livello qualitativo dell’insegnamento pubblico crollerebbe a picco per la mancanza di docenti e la soppressione di esami, nonché probabilmente anche di corsi di laurea meno frequentati o considerati “di minore rilievo”.Si sta cercando di distruggere la nostra cultura ed obbligando le università a svendersi a privati per sopravvivere, senza poi garantire un livello di istruzione accettabile.
DIFENDIAMO L’UNIVERSITA’ PUBBLICA DALLA LEGGE 133/2008
Massimo SeraciniUDC Nord e Centro AmericaSan Diego, California USA23 Ottobre 2008http://www.massimoseracini.org/

6 commenti:

Anonimo ha detto...

e' una verggna!

Anonimo ha detto...

Qualora fosse giusta la tua interpretazione della Legge,che ne dici del sovrabbondare di personale organico,corpo docente e corsi di laurea "inventati" con un numero esiguo d'iscritti,di professori titolari che prendono il loro lauto stipendio,esercitando altrove la libera professione e che si assentano alle lezioni,gli stessi che mandano i loro figli alle scuole private o a studiare all'estero con i soldi degli Italiani? Tutti sedicenti di sinistra!Ho un'età abbastanza matura per conoscere bene quali sono le realtà!Che ne pensi del personale ATA nelle scuole,che nelle scuole secondarie arrivano addirittura a cinque per la sorveglianza?Inoltre per fare cultura ci vogliono i soldi ed in questo periodo di recessione li anticipi tu?

Anonimo ha detto...

Non capisco perchè in Italia qualsiasi discorso si risolve sempre nell'alternativa "o nero o bianco". Di sicuro nella scuola vi sono molti sprechi, ma ciò non significa che va tutto buttato nel secchio. Si eliminino le disfunzioni ma non si tocchino i diritti sacrosanti del cittadino. Aggiungo che oggi il premier Berlusconi ha annunciato di stanziare nella finanziaria dei fondi per l'Università privata. Allora forse il problema non è tanto nell'assenza di risorse quanto piuttosto nell'oggetto a cui destinare quest'ultime. Nel corso della storia le dittature, di destra o di sinistra, hanno bruciato le biblioteche e hanno creato classi di intellettuali "mercenari"...

Anonimo ha detto...

L'universista Italiana non è come la descrivono, ma noi coglioni abbocchiamo alle cazzate che ci raccontano alla televisione, perche siamo un popolo teledipendente. Siamo controllati totalmente dal potere comunicativo dei media. Adesso scommetto che vi sentite piu sicuri nelle strade, vero? Beh non è cambiato un cazzo rispetto a 2 anni fa. Tornando alla scuola è vero che cisarranno pure degli sprechi, ma questo vi è nuovo? Non lo sapevate prima? Ve lo dovevano dire loro? Se prorpio dobbiamo fare dei tagli iniziamo da loro. Da i loro stipendi, dai loro privilegi!!!! Invece no....
SVEGLIAMOCI!!!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

Bha senza parole.. di sprechi ce ne sono (ovunque) a partire dagli stipendi dei parlamentari alle scuole, ed è anche giusto che si prendano dei provvedimenti.. quello che non è giusto è che ne risentano persone che non si possono permettere determinate cose.. Forse l'università diventerà per pochi, ma non saranno quei pochi a cambiare le cose.

Anonimo ha detto...

finalmente con questo nuovo governo verranno cancellate tutte le vergogne ed i privilegi di tanti che pensavano di averli aquisiti per sempre