venerdì 24 ottobre 2008

SCUOLA, DECRETO GELMINI: LE BUGIE DI BERLUSCONI




CONTRODOSSIER PD: LE BUGIE DI BERLUSCONI









In riferimento al dossier distribuito nella conferenza stampa di questa mattina sulle presunte bugie della sinistra sulla scuola, il Pd replica con questo contro dossier, punto su punto:

1) TEMPO PIENO Nel Piano programmatico inviato al Parlamento scompare il "tempo pieno" e compare la dizione "estensione delle ore di lezione fino a un massimo di 10 ore settimanali comprensive della mensa": si pensa dunque a un "doposcuola" di tipo ricreativo che e' una cosa ben diversa dal tempo pieno didattico. Comunque sia, l'eventuale "aumento" si potra' realizzare solo se si imporranno a tutte le famiglie le classi con 24 ore settimanali con il maestro unico (quindi niente piu' scelta fra 24, 27 o 30 ore settimanali e tempo pieno). Tuttavia anche in questo caso, Berlusconi non mantiene le promesse: ha piu' volte dichiarato, l'ultima il 16 ottobre, che le mamme possono stare tranquille perche' aumentera' il tempo pieno "del 60%". Se cosi' fosse avrebbe dovuto istituire 17.400 (il 60%) a 40 ore o 14.000 (il 50% in piu') e certo non le 3.950 in 5 anni annunciate oggi. ( le classi a tempo pieno sono attualmente 34.270).2)

NUMERO DEGLI ALUNNI Dice Berlusconi che gli alunni saranno in media 18 per classe, al massimo 26. Nell'unica bozza di Regolamento che circola si dicono cose diverse: si aumentano i parametri minimi e massimi: 30 per le scuole medie superiori e 29 per le scuole medie inferiori, con un incremento fino al 10%. Questo significa arrivare anche a 33 alunni per classe.

3) MAESTRO UNICO Il decreto legge parla di "maestro unico" e non basta certo una battuta detta in conferenza stampa dal premier per trasformarlo in "maestro prevalente".

4) LINGUA INGLESE Il maestro unico dovra' insegnare anche l'inglese perche' nel Piano programmatico (a pagina 19) viene previsto il taglio di 11.200 posti (4.000 gia' dal prossimo anno) di insegnanti specializzati di inglese. E viene previsto forse che con un corso di sole 150 ore il maestro unico dovra' specializzarsi anche nella lingua inglese.

5) RAZIONALIZZAZIONE DEL PERSONALE Qui si tocca il massimo della spudoratezza giocando con le parole e con la condizione di vita delle persone: falsi gli 87.000 licenziamenti dice Berlusconi. Sono purtroppo veri i licenziamenti di 87.000 insegnanti che lavorano da anni, ogni anno, con incarichi annuali nella scuola. (Essendo "precari" non vengono "licenziati": vengono soppressi definitivamente i loro stipendi e i loro posti di lavoro). A questi 87.000 si aggiunge la mancata assunzione dei 75.000 precari gia' previsti nel piano del governo Prodi con copertura finanziaria). Il presidente del Consiglio e il ministro non sanno neanche quanti dipendenti hanno: oggi hanno affermato che nella scuola ci sono 1.350.000 dipendenti "e sono troppi". Dai dati della Ragioneria generale dello Stato si ricava che i dipendenti nell'anno 2006 erano 1.143.164, scesi nel 2007 a 1.133.000. (dati consultabili sul sito della Ragioneria) Non e' vero neanche, come detto oggi, che in Italia il Rapporto docente/alunni e' 1 ogni 9: nella pubblicazione "la scuola in cifre" dello stesso ministero dell'Istruzione nella tabella 1.3.3 pag 23 (pubblicata a settembre 2008) il rapporto e' 1 ogni 11,1.

6) SCUOLE DI MONTAGNA Berlusconi dice che "nessuna scuola sara' chiusa": falso. Dal Piano programmatico viene esplicitamente detto che chiuderanno le scuole sotto i 50 alunni. Sono 1083 i Comuni interessati cosi' ripartiti: 181 con scuole fino a 15 alunni; 184 fino a 20 alunni; 718 fino a 50 alunni. A queste vanno poi aggiunte circa 3000 scuole a rischio chiusura perche' sotto i 50 alunni come le 130 scuole elementari e medie presso gli istituti ospedalieri; 7 annesse a istituti d'arte, 7 annesse a convitto, 4 a Conservatori, 3 per ciechi, 2 per sordomuti. In piu' ci sono le secondarie di secondo grado: 522 (di queste 346 sono serali e 55 carcerarie).

7) SPESA PER IL PERSONALE Il presidente del Consiglio e il ministro continuano a dire che il 97% della spesa pubblica della scuola serve a pagare gli stipendi di chi ci lavora.Vengono smentiti non dal Pd ma dall'Ocse nella pubblicazione "Education at a Glance, 2007". Infatti, i dati della spesa corrente per il personale, raffrontati con quelli di altri Paesi, risultano questi: Italia 80,7 Francia 80,7 Germania 85,1 Gran Bretagna 69,7 Media Ocse: 80,1 Di conseguenza l'Italia risulta allineata alla media Ocse ed ha una spesa per gli stipendi inferiore a quella della Germania.(AGI) - Roma, 22 ott -

9 commenti:

Anonimo ha detto...

perchè non cominciano a ridurre il personale dei comuni e delle province, al posto di dicuratare la scuola pubblica!

Anonimo ha detto...

perchè la scuola non recupera soldi facendo pagare alla chiesa cattolica i suoi insegnanti se vuole che ci sia l'irc nelle scuole statali, invece di farlo fare allo lo stato (aboliamo il concordato!!).

Anonimo ha detto...

si sta facendo un po di confusione,però bisogna dire che una riforma andava fatta, sicuramente non in questa maniera.

Anonimo ha detto...

Ho letto un articolo di Paolo Barnard dove cita il governo Prodi che tagliava già 100.000 insegnanti ...

La citazione è questa:

"L'incontro di ieri mattina tra il presidente del Consiglio, Romano Prodi, e i sindacati della scuola è stato il detonatore che ha fatto esplodere l'inquietudine sotterranea che da settimane attraversava l'intero versante sindacale di fronte all'incognita della Finanziaria (2007, nda). Il confronto si è arroventato di colpo quando Enrico Panini, leader della FlcCgil, ha estratto dalla sua cartellina un foglio contenente le misure che la prossima Finanziaria dedica alla scuola. Sotto accusa tre articoli: 17, 18 e 19. Il primo stabilisce che, dal 2007/08 al 2012/13, sarà innalzato progressivamente fino a 12 il rapporto tra alunni e docente… un giro di vite che alla fine porterebbe alla riduzione di quasi 100mila posti per gli insegnanti. Inoltre, stretta sui posti di sostegno e sul personale Ata… provvedimenti che potrebbero costare la cattedra a circa 10mila docenti. E altrettanti potrebbero essere cancellati dalla paventata abolizione della deroga nella formazione delle classi nelle quali sono presenti alunni con handicap. «Più che una proposta dilegge Finanziaria siamo di fronte a un chiaro esempio di come si può far impallidire anche un concetto come quello di macelleria sociale», ha attaccato Panini.”

Così scriveva il Sole 24 Ore il 27 settembre del 2006

L'ho letta qui:

http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=46

Mi sembra un'osservazione importante! Ma le cose sono davvero così?

Se è così, che tristezza ...

Ciao

Roberta Lerici ha detto...

Per Josby: purtroppo è vero, l'dea dei tagli alla scuola l'aveva avuta anche il governo Prodi. Non so fino a che punto si sia dato seguito a quei tagli. Tieni presente che parte della riforma Moratti per esempio, non è mai stata applicata. Se ad un decreto non fanno seguito dei regolamenti attuativi, di fatto questo rimane lettera morta. Anche per i decreti 137 e 133 vale lo stesso principio: saranno attuati non appena verranno fatti i regolamenti che devono poi passare il vaglio di Commissione Cultura e Consiglio di Stato.La differenza fra la Gelmini e i ministri del passato, però, è che nessuno aveva mai proposto tutte queste cose tutte insieme aumentando anche la dimensione dei tagli sia ai finanziamenti che al personale.In pratica gli altri erano stati più discreti e avevano consultato le parti, questo governo no. Gli altri avevano avanzato proposte che poi sono state bocciate, questo governo ha posto la fiducia escludendo quindi qualsiasi dibattito sulla legge.Ma se hai letto gli ultimi articoli sul blog, ti sarai accorto che la protesta per la scuola si sta allargando ad altri settori e sta coinvolgendo altri lavoratori in lotta per le loro rivendicazioni. Con questo tipo di comportamento il governo ha, di fatto, creato un movimento che diventa ogni giorno più grande. Chissà se qualcuno di loro avrà pensato alle conseguenze...

Anonimo ha detto...

Grazie Roberta!

Se hai letto un po' il mio blog capirai che non sono certo favorevole al decreto Gelmini. Ma resta aperta una domanda: i tagli sono forse necessari? Cioè come mai due diversi governi arrivano alla stessa conclusione. Poi salaverei almeno una cosa nel decreto Gelmini: la nota riguardante i libri di testo che non si possono cambiare per 5 anni. La trovo utile contro le speculazioni editoriali che sono sempre state un massacro! Allora credo che forse sia il caso di PROPORRE alternative e valorizzare quel poco che c'è di buono. Il movimento è nuovo giovane allegro e forte! Ma destinato a sciogliersi come neve al sole se capace di dire soltanto "NO!"

Non trovi?

http://www.giosby.it/tag/scuola/

http://giosby.splinder.com/post/18042627/La+scuola+ricomincia+tra+un+me

Roberta Lerici ha detto...

Per Giosby
Lastoria è un po' lunga. Comunque qualcuno dice che la mossa dei libri in realtà favorisce le case editrici del premier escludendo le piccole case editrice di settore. Sono stati pubblicati diversi articoli in merito, io non ho avuto tempo di pubblicarli ma li trovi in rete.I tagli sono necessari laddove ci sono degli sprechi, tagliare a caso peggiora le cose. Mi sono occupata anche delle graduatorie truccate. Ci sono inchieste in corso in tre o quattro regioni. Ci sarebbero persone che fanno i bidelli o gli insegnanti senza averne titolo. Poi ci sono insegnanti condannati per reati gravi che insegnano ancora. Qui si taglierebbero un bel po' di posti giustamente, se si volesse approfondire il tema. Un bel controllo in tutte le graduatorie di tutte le regioni sarà stato fatto? Riguardo agli studenti stanno già preparando e presenteranno nei prossimi giorni le loro proposte alternative. Guarda che trovare qualcosa di meglio rispetto alla riforma Gelmini non richiede uno sforzo eccessivo, credo.

Anonimo ha detto...

Se si tratta di trovare qualcosa di meglio, basterebbe cancellarla semplicemente ...
:-)

Ma non si può far finta che non ci sia una crisi della scuola e una inefficienza generale ...

Non c'è nessuno che cerca di prospettare miglioramenti che possano portare a un REALE CAMBIAMENTO !

Gli studenti hanno tutta la mia solidarietà, ma non potremo pensare davvero che siano loro a tirare fuori le SOLUZIONI!

Certo potranno offrire qualche valido suggerimento, ma dovrebbero essere gli adulti ad insegnare ...

Ma il vuoto di proposte, l'impotenza e la paralisi sembrano ormai imperversare.

Solo grazie alla Gelmini si riesce a muovere qualcosa ...

Cosa dobbiamo dedurne? Tanto peggio tanto meglio?

Bah ...

Anonimo ha detto...

La scuola dell'autonomia è un sistema integrato con gli enti locali, le famiglie, le associazioni, esperti esterni. L'istituzione scolastica non può ergersi a unico paladino del cambiamento, dell'efficienza, della meritocrazia, quando la società non condivide questi parametri. L'Italia è un paese vecchio, bigotto, dove imperano la corruzione, il clientelismo, la sopraffazione dei deboli, in cui, per fare qualunque cosa, ci vuole la raccomandazione. Il cambiamento deve iniziare da qui, e non si può chiedere alla scuola di fare la testa di ponte.
Esempi. Si potrebbe cominciare con l'evasione fiscale di 100 miliardi di euro l'anno (da adoperare anche per una scuola dotata delle migliori strutture, o per la ricerca, pensate!), con l'abbassare lo stipendio dei parlamentari (invece se lo sono alzato), con l'estirpare la corruzione (troppo radicata), con il ridurre gli sprechi della politica (invece i politici continuano a sperperare i soldi dello Stato). Poi arriva il “ministro-controllore” , che gira con i tornelli in tasca, mettendone ogni tanto uno da qualche parte, così, per dare un colpo di cipria e di vivacità alla situazione, pretendendo un certo rigore dai lavoratori (che sarebbe giusto, ma dove sono l'austerità e la correttezza dei politici, delle banche, di molti imprenditori?). E c'è la Gelmini, che vuole rendere efficiente e efficace il servizio formativo, magari mettendoci dentro un po’ di meritocrazia (poi va a fare gli esami da avvocato nel meridione). Ancora, un politico che va in giro a rappresentare l’Italia e usa un linguaggio “colorito” con il presidente americano (roba da avanspettacolo!). Mi fermo, ma volendo continuare ci sarebbe una fine?
Penso che in questa società complessa le interazioni tra le parti siano così dinamiche che il cambiamento debba essere globale, complesso appunto. Trasformare una delle parti (la scuola, nel nostro caso) lasciando le altre immutate equivale ad un ossimoro, una contraddizione.
L’innovazione, la trasformazione non dovrebbe partire dall’alto? Da chi ci governa?
A parte l’impoverimento generale della popolazione e questioni specifiche di ogni categoria, la protesta si allarga dal mondo della scuola ad altri settori lavorativi, a mio avviso, proprio per questi motivi; ci viene detto: “Vai avanti tu, che poi arrivo pure io”, “Tu fa’ (imperativo) il bravo, io faccio le cose che faccio per il bene di tutti”.
Mettere in un posto di comando, di dirigenza, una persona veramente meritevole, creativa, che ragioni con un pensiero divergente, implica la possibilità (concreta) che questo soggetto rompa gli schemi costituiti, trovi soluzioni innovative, anticipi gli eventi, e probabilmente non si lasci corrompere: in un Paese come il nostro (sic!) si capisce come non sia proprio il caso di far lavorare quelli bravi, se non si vuole mandare all’aria tutta la giostra. Altro che meritocrazia!
Credo che se non assumiamo nuovi valori guida, se la società in tutte le sue parti non cambia con un esempio continuo e duraturo dall’alto, alla scuola non serviranno mille riforme!

Fabrizio