mercoledì 18 febbraio 2009

Benigni a Sanremo evoca il "ricordo della sinistra" e nomina Berlusconi, perchè se no porta male

di Roberta Lerici

Nel giorno delle dimissioni di Veltroni, della sconfitta in Sardegna, dell'opposizione della sempre più sola Italia dei Valori, Benigni a Sanremo è come un'ondata di emozioni profonde che ci scuote dal torpore e forse anche un po' dalla depressione di questo periodo davvero buio.Per una televisione che non dà le notizie che dovrebbe e non fa i discorsi che dovrebbe, a parte due o tre programmi che sono un'eccezione, è stato davvero come tornare al passato, quando la televisione faceva anche pensare. Eppure la criticavamo anche allora, ma non sapevamo che poi saremmo arrivati a questo. A un tg che annuncia la condanna all'avvocato Mills, omettendo di dire che i tempi di prescrizione si sono allungati al 2012 e, quindi, si potrebbe riaprire il fascicolo che riguarda Berlusconi, qualora il Lodo Alfano venisse ritenuto incostituzionale. Questo i telegiornali non lo hanno detto. Come non si è data voce ai comitati che hanno denunciato gravi irregolarità nella messa in sicurezza della discarica di Chiaiano. La discarica è stata aperta ieri notte, in modo da evitare scontri. La zona è militarizzata da mesi, ma ormai non ne parla più nessuno. E' normale. Nella discarica c'è l'amianto. La Procura sta indagando, ma la discarica è stata aperta lo stesso e della salute dei cittadini chi se ne importa. Questo viviamo oggi e per questo l'esibizione di Benigni è stata come un'apparizione.L'apparizione di un uomo, in un deserto popolato da zombi che ormai non parlano e non pensano più.
Qui un articolo che riassume il suo bellissimo intervento.
Qui l'audio dell'intervento (se non è stato cancellato)
Spezzoni TG LA7

Il ciclone Benigni.
Poi lui, Roberto Benigni, che a furia di parlare di gironi è finito in quello infernale del Festival, nel primo per la precisione, il Limbo in cui sta chi non ha fede (che la manifestazione riesca a rilanciarsi) ma non ha commesso peccati (Bonolis, che artisti e ospiti difendono a spada tratta). Il nostro fool era caricato a pallettoni come promesso, buffo e non buffone, incontinente di battute. Presentato come colui che possiede la leggerezza degli innocenti ci è andato giù pesante. L’intero fraseggio su Berlusconi ha raggelato la dirigenza Rai in prima fila («L’Ariston è il tempio dove ognuno vuole entrare da protagonista come Berlusconi al Quirinale», le leggi ad quattro personam, la statura del premier un metro e settanta secondo gli organizzatori, «un metro e cinquanta a quanto ricordi io, a meno che non abbia cambiato Costituzione»). A sinistra colpisce poco perché «appena prova a scrivere cade il governo», rassicura solo Veltroni («Walter che vuoi che sia la Sardegna, magari prendiamo la maggioranza nelle Eolie. A Berlusconi tanto interessa la Corsica, Ajaccio, dove ha i suoi parenti, non tutti ma Bonaparte sì»), poi bersaglia l’intoccabile Mina («Ormai la Rai manda solo filmati come Bin Laden. Mina devi farti vedere. E’ diventata un mito non facendosi vedere…Silvio te lo dico da amico, so che tu ci tieni, ti propongo di diventare come Mina. Tu devi sparire. Più lontano sei, più mito sei») e non risparmia Iva Zanicchi, lui che l’amore lo tratta con delicatezza e ne è da sempre rapito. Esplicita il testo già audace della signora romagnola in “Trombami e dura parecchio” e si augura che trovi l’uomo giusto per lei, un gladiatore del sesso, uno insomma tipo Silvio. E poi l’epilogo che tutti speravano di ascoltare e ha fatto saltare in piedi Grillini: «L’amore ci fa essere uomini liberi, di peccato non c’è che la stupidità. La storia è piena di uomini seviziati e torturati perché amavano altri uomini e non c’è delitto più infame, L’omosessualità non è fuori dal piano di Dio. Il sesso è affare loro, son persone adulte. E’ incredibile la rozzezza di qualsiasi accenno all’omosessualità. Nemmeno la fede rassicura, rassicura solo l’amore». E chiude declamando la lettera che Oscar Wilde scrisse dal carcere al suo amato. Ecco il piccolo diavolo che potrebbe fare il miracolo di portare gli ascolti se non in paradiso, almeno a mezz’aria, o quello ancora più grosso di guarire il paese dall’ignoranza.


da Il messaggero 17 febbraio 2009

SANREMO: BENIGNI A VELTRONI, "RIALZATI WALTER"

(AGI) - Sanremo, 17 feb. - "Walter, ti do' lo slogan per la prossima campagna elettorale: 'Rialzati Walter'". Roberto Benigni irrompe al Festival di Sanremo, prende a prestito lo slogan elettorale di Silvio Berlusconi alle politiche 2008 e lo applica, a modo suo, al segretario dimissionario del Pd, Walter Veltroni. Ed e' subito entusiasmo in sala. Nel suo monologo non poteva mancare l'attualita' politica. E stasera quindi non solo Berlusconi, come era scontato facesse ed ha fatto, ma anche Veltroni, dimissionario dopo la sconfitta elettorale alle regionali in Sardegna. E dunque "Che vuoi che sia la Sardegna, c'e' Montecristo, c'e' Capraia...", ha detto Benigni, scatenando l'applauso del pubblico dell'Ariston. E a proposito di centrosinistra, il regista e attore toscano ha detto "non voglio fare battute, anche perche' l'altra volta quando c'era Prodi non ho fatto in tempo ad arrivare a meta' battuta che era caduto...". E ancora: "Una volta c'erano Bertinotti, Diliberto, i Verdi. C'era quella cosa che si dice quando uno cerca una strada, ah ecco: la sinistra..". C'era anche Mastella, "che ora sara' candidato ale Europee: e' giusto, Mastella si e' immolato quando era ministro perche' aveva fatto di tutto perche' quelli che sarebbero venuti dopo di lui alla Giustizia dovevano fare meglio".

Standing ovation sanremese per Benigni

18/02/2009 11:09

Uno spettacolo nello spettacolo. Alla faccia di chi ha discusso per un'intera settimana sul suo compenso. Roberto Begnini è stato il vero mattatore della prima serata del Festival di Sanremo, un monologo di trenta minuti fra risate, polemiche neanche troppo velate e commozione finale.

"Non voglio parlare di Berlusconi", ha esordito. E ovviamente non ha fatto altro. Dall'elezione in Sardegna di Cappellacci, al lodo Alfano, fino al consiglio "fai come Mina, sparisci e diventi un mito".

Ne ha per tutti il comico toscano. Per Iva Zanicchi e per la sua canzone troppo esplicita (e di nuovo tira in ballo il premier come unico in grado di soddisfare le voglie dell'attempata cantante) e per la polemica sul controverso testo di Povia.

Voglio essere allegro e non parlare di cose serie. Berlusconi…Silvio Berlusconi: non lo volevo dire, non lo voglio neanche nominare, ma mi esce da sé... È un piacere essere all'Ariston, un teatro che appena lo vedi ti vien voglia di entrarci dentro come Berlusconi quando passa davanti al Quirinale”.

Mina manda solo filmati come Bin Laden, è diventata un mito... Silvio mi è venuta un'idea, te lo dico da amico, per diventare anche più grande di un mito come Mina tu devi sparire, sembrerebbe una cosa brutta ma è una cosa bella. Non ti devi fare vedere più. Non devi andare in Svizzera ma molto più lontano, in India o in Nuova Zelanda. Ci vai con Apicella e poi magari ci mandi qualche canzone”.

Benigni parla e ride mentre alla sua destra un Paolo Bonolis ingessato pensa alle querele che giungeranno dopo la prima puntata del Festival.

E' una storia incredibile che va avanti da millenni. Gli omosessuali non sono fuori dal piano di Dio. Di peccati c'è solo la stupidità… sono stati seviziati e sono morti nei campi di concentramento perché amavano un'altra persona… E' un'assurdità… ci hanno fatto dei doni enormi, ed è il sentimento dell'amore che caratterizza gli omosessuali. E quando c'è l'amore tutto diventa grande. Nemmeno la fede rassicura, l'unica cosa che rassicura è l'amore…Wilde… messo ai lavori forzati per la sua omosessualità. In prigione ha scritto una lettera alla persona per la quale era stato condannato”.

La platea del Festival è entusiasta, applaude e ride come poche volte succede nel luogo sacro della canzone italiana.

quomedia 18 febbraio 2009

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