Mentre la gente protesta per l'apertura di nuove discariche, il
gestore dell'invaso che chiuderà a dicembre è stato ascoltato la scorsa
settimana dall'organo gestito da Gaetano Pecorella e ha svelato molti
paradossi sulla gestione dell'emergenza
“Certo che se il commissario non riesce a stabilire neanche la proprietà di un sito…”. Il commento di Gaetano Pecorella, presidente della commissione ecomafie, racconta il disagio di deputati e senatori quando Manlio Cerroni, gestore dell’invaso di Malagrotta, audito in settimana, ha svelato la proprietà dei terreni dove sorgerà la nuova discarica di Quadro Alto, a Riano. “Sono di mia proprietà, del Colari”. E’ roba sua, del monopolista unico dei rifiuti del Lazio. Pecorella, incredulo, ha riposto la domanda sottolineando che “il commissario aveva detto che appartenevano ad un’azienda agricola”. Cerroni, senza esitazioni, ha spiegato: “Quella che lei cita è la società del principe, avevamo già un’opzione di acquisto, poi con l’approssimarsi della decisione di costruirci la discarica, in questi giorni, abbiamo comprato i terreni”.
Notizie che il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, commissario straordinario nominato dal governo per il post Malagrotta non era riuscito a fornire, nella lettera sulla proprietà dei terreni inviata alla commissione. Pecoraro ha scelto due siti: uno a Corcolle, ottavo municipio e uno a Quadro Alto, a Riano. Quest’ultimo sito era stato proposto da Cerroni qualche anno fa, ma la Regione aveva cancellato questa ipotesi “perché Marrazzo disse – raconta Cerroni- in quella zona c’è la villa mia”. Ora Cerroni è pronto a costruirci la nuova pattumiera di Roma. L’avvocato ha cercato di comprare anche i terreni dove sorgerà la discarica di Corcolle, ma la proprietà è di una società estera: “Il vecchio proprietario Pietro Salini – ha spiegato Cerroni – ha venduto”. Anche in questo caso le notizie fornite dal prefetto non era aggiornate.
Le scelte del commissario Pecoraro di fatto escludevano le aree di Manlio Cerroni che ha pensato bene di comprarsi i terreni di Riano, già opzionati in passato, dove sorgerà la nuova discarica. Un’audizione che ha confermato la mancanza completa di ogni piano integrato dei rifiuti e che l’unico ad avere chiari interessi e obiettivi resta l’avvocato. Sulla possibile proroga di Malagrotta, la discarica più grande d’Europa che dovrebbe chiudere a fine dicembre, Cerroni smentisce, come aveva anticipato al Fattoquotidiano.it, il prefetto Pecoraro: “Nessuna proroga – ha spiegato l’avvocato – non ci sono più le volumetrie”. Non basta. Cerroni ha la soluzione in tasca se non si riuscissero a realizzare le discariche sostitutive.
“Abbiamo delle soluzioni di emergenza – spiega l’avvocato – per evitare che la capitale vada in tilt”, come il sito di Monti dell’Ortaccio, di sua proprietà, già allestito e pronto a ricevere i rifiuti capitolini. Cerroni è in fiume in piena, cita Enea, parla del nuovo impianto da inaugurare a Nizza, “forse viene pure Sarkozy” e poi definisce Malagrotta una vasca da bagno rispondendo allo studio dell’Ispra che denuncia l’inquinamento delle falde in zona. Si parla anche della nomina del commissario da parte del governo, caldeggiata da Renata Polverini. Cerroni parla apertamente e spiega che i politici non hanno voluto assumere la decisione scaricando tutto sul prefetto.
“Ho visto Ballarò – ha detto Cerroni – e c’era anche Polverini che ha detto che i politici devono assumersi le responsabilità altrimenti che politici sono. Sentita questa frase ho battuto le mani e poi ho cambiato canale”. Cerroni ne ha per tutti anche per il sindaco Alemanno: “Ma quando la prende una carrozza e ci porta in Campidoglio per ringraziarci. Ho proposto all’Ama di gestire i nuovi siti insieme così gli insegno come si fa”. Il monopolista dei rifiuti regala un altro show, mentre Comune e Regione non hanno soluzioni se non regalare altri anni di gestione all’ottavo re di Roma. Le proteste contro i siti scelti continuano, sabato mattina in piazza anche i cittadini di Albano contrari all’ipotesi di allargare la discarica e preoccupati in vista della sentenza del consiglio di stato sull’ipotesi inceneritore. Sia la discarica che il possibile inceneritore hanno un padre, il privato proprietario del sito e degli impianti è sempre lui: Manlio Cerroni che, nel vuoto politico, governa il grande affare della munnezza.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/23/rifiuti-caos-post-malagrotta-audizione-show-di-manlio-cerroni-alla-commissione-ecomafie/165916/
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