giovedì 6 novembre 2008

CALCI AI BIMBI CON LE SCARPE A PUNTA:MAESTRA CONDANNATA A 18 MESI. ERA RECIDIVA, PERCHE' INSEGNAVA ANCORA?


di Roberta Lerici

Mi sono spesso occupata delle maestre indagate o condannate per reati gravi e che continuano tranquillamente ad insegnare in attesa del 3° grado di giudizio. A mio avviso, persone come la maestra in oggetto, non dovrebbero più avere a che fare con i bambini per il resto della loro vita. Nel 2006, il ministro dell'Istruzione Fioroni, emanò una circolare che doveva supplire a questo vuoto normativo rispondendo alla richiesta di sicurezza avanzata dai genitori. In pratica, se un insegnante viene indagato per un reato grave come maltrattamenti o pedofilia, resta innocente fino al terzo grado di giudizio. Dal momento in cui viene indagato, al terzo grado di giudizio, però, intercorre un lasso di tempo tale, che i bambini avranno già avuto modo di finire le scuole e l'insegnante, se ritenuto dopo cinque o sei anni colpevole, avrà avuto modo di infierire sui suoi alunni indisturbato. Il caso della maestra "con le scarpe a spada", è emblematico. I bambini finivano spesso al pronto soccorso e l'insegnante era già stata condannata nel 2000 per episodi analoghi. Cosa ci faceva in un'altra scuola? Perchè il Ministero, il Provveditorato, i Presidi non hanno fatto nulla per allontanarla? La risposta, forse, è che la normativa non lo consentiva.Per questo, nel 2006, fu emanata la Circolare 72 che rende possibile spostare ad altri incarichi gli insegnanti indagati per reati gravi, anche se su di loro la giustizia non si è ancora pronunciata. E' un modo per tutelare i bambini e per evitare che attorno all'insegnante indagato si crei un ambiente ostile che mini il regolare svolgimento delle lezioni. Il problema è che questa circolare è misconosciuta e quindi, spesso, insegnanti indagati continuano a restare in contatto con gli alunni, magari di un'altra scuola.Ecco la storia della maestra "con le scarpe a spada". In questo articolo c'è molto poco, ma la storia è davvero gravissima.


CALCI AI BIMBI CON LE SCARPE A PUNTA:MAESTRA CONDANNATA A 18 MESI DI CELLA
Una maestra elementare -Ida Di Francescantonio, 58 anni, di Bussi - è stata condannata dal Tribunale monocratico di San Valentino, ad un anno e mezzo di reclusione per maltrattamenti nei confronti di alcuni alunni costretti a subire soprusi e maltrattamenti, tra i quali pugni, schiaffi e calci con le scarpe a punta, definite dai piccoli allievi «scarpe a spada». I fatti accaddero nel 2005 nella scuola elementare di Popoli (Pescara). La donna, che subito dopo la denuncia di alcuni genitori fu posta agli arresti domiciliari, era già stata accusata nel 2000 per maltrattamenti in un'altra scuola. In quella occasione aveva patteggiato sei mesi di detenzione. Fra gli episodi avvenuti nella scuola di Popoli, raccontati agli inquirenti da genitori e alunni: uno schiaffo dato ad un bambino al quale uscì il sangue dal naso; un calcio sulla caviglia ad una bambina chinatasi per raccogliere una penna; uno schiaffo alla testa e un pugno al braccio ad un altro bambino. Inoltre, avrebbe impedito ad un alunno che aveva una crisi d'asma, di telefonare ai genitori. La maestra intimò allo scolaro di stare zitto perchè non aveva nulla, ma nel pomeriggio il bimbo fu ricovero per un laringo spasmo

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