domenica 16 novembre 2008

L'assemblea della Sapienza: «Ecco il manifesto della nostra "autoriforma"»


di Veronica Cursi

ROMA (16 novembre) - Una nuova università, «un’università costruita dal basso», un nuovo modo di fare didattica e di pensare alla formazione e alla ricerca. Nasce oggi dall’assemblea plenaria della Sapienza «un nuovo modo di pensare al mondo della formazione». “Un manifesto per l’autoriforma”, creato e discusso da duemila studenti italiani arrivati nell’Ateneo più grande d’Europa, zaino in spalle e sacchi e pelo, «per partecipare in prima persona alla costruzione di un futuro migliore». Una riforma condivisa nei workshop sulla didattica, il welfare e la ricerca che dalle due del pomeriggio hanno riempito le aule di Lettere, Scienze Politiche e Fisica e che parla di «abolizione del 3+2, dei numeri chiusi, di accesso gratuito per gli universitari a cinema, musei e trasporti», in cui studenti di tutto il paese hanno messo nero su bianco il loro futuro con «nuovi sistemi di reclutamento per dottorandi e ricercatori». Un manifesto che verrà ufficialmente approvato stamattina dalle 9 alle 12 in un’assemblea plenaria da tutto il movimento dell’Onda. «Non ci sarà nessuna votazione - ha assicurato Giorgio Sestili, studente romano di fisica - ma rileveremo il gradimento delle proposte attraverso gli applausi». E oggi verranno fissati anche nuovi appuntamenti per proseguire la protesta contro la legge 133: come il 12 dicembre per uno sciopero generale. «Abbiamo voglia di sperimentare, cambiare e sperare», dice Francesco Raparelli, uno dei leader della protesta. Con una riforma che partirà dal basso e che gli studenti consegneranno al Governo per chiedere il ritiro immediato della legge sull’università. «Vogliamo dire addio all’università come luogo di precarietà e di subordinazione al potere dei baroni - dice Francesco Brancaccio, studente di Scienze politiche - smantellando le gerarchie, con corsi di autoformazione e seminari autogestiti dagli studenti». Ma non solo. «L’obiettivo sarà anche quello di dire basta a stage e tirocini sottopagati. Nelle prossime settimane lanceremo una giornata di mobilitazione che si chiamerà “un giorno senza di noi”, durante la quale i tirocinanti sciopereranno per dimostrare quanto sia indispensabile il loro lavoro». Arrivati da Torino, Genova, Milano, Bologna, Napoli, «portati qui dall’Onda», gli universitari di tutto il Paese hanno passato due giorni e due notti nella città universitaria. Un break solo per la pausa pranzo organizzata dalle facoltà della Sapienza coi loro fondi cassa. L’onda ha travolto anche diversi paesi europei: «La protesta è arrivata anche nel mio paese - dice Sebastin Forster, 26 anni, di Berlino - anche noi vogliamo dire no ai tagli e distruggere la legge 133».
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