sabato 31 gennaio 2009

Sondaggi, Regno Unito:Le parolacce e i bambini

Un sondaggio condotto nel Regno Unito rivela l'ampiezza del fenomeno
i bambini ripetono quel che sentono in televisione, alla radio, sul web

Parolacce nel linguaggio comune
fra i giovani l'insulto dilaga

Spesso a perdere le staffe sono personaggi pubblici
E nascono movimenti d'opinione contro la volgarità
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI


Parolacce nel linguaggio comune fra i giovani l'insulto dilaga

Alcuni ragazzi in una scuola

LONDRA - In Italia lo si riassume col "vaffa". In Gran Bretagna lo sintetizzano con "F word" (la parola che comincia per F). In ogni paese ha un suo slang e diverse caratteristiche. Ma il fenomeno è universale: la nostra era ha sdoganato le parolacce, le volgarità, gli insulti. Basta sintonizzarsi su una stazione radio, su un canale televisivo o navigare su internet, dove blog, commenti ai blog e chat-line ne sono infarciti, per rendersi conto delle dimensioni del problema. Al punto che ormai, per la stragrande maggioranza, non è più un problema.

Un sondaggio condotto nel Regno Unito, probabilmente sintomatico di una situazione generalizzata anche altrove, rivela che nove adulti su dieci dicono parolacce tutti i giorni, che il britannico medio ne fa uso mediamente 14 volte al giorno e che il 90 per cento della popolazione non ci trova niente di male, di strano o di offensivo, insomma ci ha fatto l'abitudine: la "F word" (in questo caso non specifichiamo quale sia, tanto non è difficile arrivarci) è ormai considerata una parola come le altre, non una parolaccia.

Adesso qualcuno prova a dire, educatamente, basta e pensa di avere individuato il principale colpevole. I promotori di una Campaign for Courtesy (Campagna per la Cortesia), qui in Gran Bretagna, chiedono ai media cartacei e digitali, all'industria cinematografica, ma soprattutto alla radio e alla televisione di moderare il proprio linguaggio.

"In tivù si sentono parolacce in continuazione e questo deve cambiare", dice Edsther Rantzen, personalità televisiva e uno degli ideatori della protesta, al quotidiano Daily Express, che dedica oggi la prima pagina al tema. "Sarà vero che la maggioranza della gente le dice, ma in questo paese esiste ancora un appetito per le buone maniere", gli fa eco Peter Foot, che dirige la campagna di pressione.

Quando il linguaggio volgare e sboccato risuona dal video con particolare virulenza, in effetti, una parte dell'opinione pubblica protesta. Succede talvolta in Italia, dove le risse verbali a base di insulti e contumelie sono la regola in tivù: non solo c'è da noi l'abitudine a dire parolacce, ma perdono le staffe e sembrano pronti a venire alle mani anche i conduttori televisivi e perfino i ministri, come accaduto di recente con quello della Difesa, Ignazio La Russa, che sembrava sul punto di esplodere davanti alle pacate dichiarazioni del direttore dell'Unità Concita De Gregorio.

In Inghilterra, dove l'uso di scrivere lettere di protesta è più diffuso, forse perché ogni tanto se ne tiene conto, ne sono partite a migliaia quando la cantante Madonna ha usato espressioni sconce durante un'intervista radiofonica e ancora di più quando un presentatore, Jonathan Ross, e un comico, Russell Brand, hanno fatto pesanti allusioni sessuali alla radio su una giovane attrice. Brand si è dimesso dallo show, Ross è stato sospeso per due mesi e la Bbc si è impegnata a non dire più parolacce, tanto più che è un network pubblico e che la gente, pagando il canone, si sente in diritto di esprimere il proprio parere.

Ma i canali privati non vanno tanto per il sottile. Gordon Ramsey, cuoco-celebrità, fa degli insulti e delle "F word" il suo cavallo di battaglia, nel programma che tiene da anni in tivù. Un altro celebrity-chef, Jamie Oliver, ha dovuto chiedere scusa dopo avere detto la stessa parolaccia non meno di 23 volte in un programma di 50 minuti.

Non è una questione di etichetta, sostiene John Beyer della società di consulenze MediaWatch: "Questo tipo di linguaggio danneggia la nostra cultura, a 5 anni i bambini ripetono quello che ascoltano in tivù e il modo di parlare di questo passo diventerà sempre più trito, volgare, banale".

Anche dalle scuole, in questo paese come in Italia, giungono simili segnali d'allarme: influenzati da tivù e media, i giovani parlano sempre peggio, infarcendo sempre di più il discorso di brutte parole. Siamo sicuri, domandano educatori e psicologi, che un linguaggio simile sia davvero liberatorio, moderno, accettabile?

Il sondaggio pubblicato dal Daily Express, tuttavia, sembra indicare che è troppo tardi, almeno per gli inglesi. Soltanto l'8 per cento degli interpellati si dice offeso dalle parolacce. E il 78 per cento ammette di dirle non perché sia arrabbiato per qualche motivo, ma così, senza alcuna precisa ragione.
(La Repubblica 19 gennaio 2009)

Scuola, ecco come arginare il disastro Gelmini


Si avvia una fase determinante per la definizione, per il prossimo anno scolastico, degli organici, del tempo scuola e dei modelli organizzativi. Le scelte dei genitori sono determinanti per contrastare il disegno regressivo del governo

di Maria Brigida*

Il ministero della Pubblica Istruzione ha emanato il 15 gennaio 2009 la circolare ministeriale n. 4, relativa alle iscrizioni alle scuole dell’infanzia e alle scuole di ogni ordine e grado, per l’anno scolastico 2009/10. Si avvia, in questo modo, una fase determinante per la definizione, per il prossimo anno scolastico, degli organici (i posti del personale docente e Ata), il tempo scuola, i modelli organizzativi, fermo restando la loro “compatibilità” con i tagli che Tremonti intende realizzare. Le iscrizioni hanno un valore rilevante per gli alunni: studi e rilevazioni autorevoli dimostrano che la causa principale di futuri abbandoni scolastici risiede proprio in scelte iniziali non corrispondenti ai loro bisogni e inclinazioni. Se fino ad ora la questione poteva riguardare l’iscrizione alle superiori, da quest’anno il momento delle iscrizioni assume un’importanza strategica anche per chi deve frequentare i segmenti iniziali del percorso scolastico. Infatti le scuole medie, elementari e dell’infanzia rischiano di subire un vero stravolgimento per effetto dei provvedimenti sulla scuola che il governo vuole mettere in atto per realizzare risparmi: riduzione del tempo scuola e impoverimento generalizzato dell’offerta educativa. Questo disegno regressivo, autoritario, distruttivo, va fermato e le scelte in particolare dei genitori sono determinanti. È necessaria un’informazione puntuale per non cadere nella trappola di chi vuole indurre i genitori ad una sorta di autoriduzione dell’apprendimento dei propri figli, per dimostrare che il disegno distruttivo della scuola pubblica del governo ha il loro consenso.

Adempimenti e scadenze
• Le scuole in questi giorni incontrano genitori e alunni per far conoscere il tipo di offerta formativa contenuta nel cosiddetto Piano dell’offerta formativa (Pof) definito per il prossimo anno scolastico.
• I genitori hanno tempo fino al 28 febbraio 2009 per manifestare le loro scelte sul tipo di scuola e sul percorso specifico.

SCUOLA DELL’INFANZIA
Possono iscriversi le bambine e i bambini che compiono i tre anni entro il 31 dicembre 2009; è consentita l’iscrizione anche alle bambine e ai bambini che compiono i tre anni entro il 30 aprile 2010. L’ammissione alla frequenza per i bambini al di sotto dei tre anni è subordinata ad alcune condizioni, quali la disponibilità dei posti; l’esaurimento delle liste di attesa;la disponibilità di locali idonei alle specifiche esigenze di bambini inferiori ai tre anni; la valutazione pedagogica e didattica del collegio dei docenti, su tempi e modalità di accoglienza. Nel caso le iscrizioni fossero superiori ai posti disponibili hanno priorità le domande delle bambine e dei bambini che compiono i tre anni entro il 31 dicembre 2009.

Modelli orari
L’orario normale di funzionamento è di 40 h; ma i genitori possono chiedere un tempo scuola più lungo (50h), oppure un orario solo antimeridiano. Il ritorno degli anticipi azzera decenni di esperienze supportate da ricerche e studi in campo pedagogico/didattico e maturate attraverso anni di sperimentazioni e buone pratiche che hanno reso la nostra scuola dell’infanzia tra le migliori al mondo. Per garantire, quindi, una scuola dell’infanzia rispettosa dei diritti delle bambine e dei bambini, le scuole possono respingere gli anticipi attraverso delibere fondate su motivazioni didattiche, pedagogiche e logistiche, sapendo che, ad oggi, manca il via libera degli organi competenti.

I genitori possono:
• chiedere il tempo scuola più lungo (50 h settimanali), esplicitando anche la richiesta delle compresenze,
• chiedere l’ampliamento delle “sezioni primavera” (apposite sezioni formate da bambini tra i due e i tre anni, per l’attivazione delle quali sono previste apposite condizioni di garanzia), anziché l’inserimento anticipato di bambini in età inferiore ai tre anni nella scuola dell’infanzia.

SCUOLA PRIMARIA (ELEMENTARE)
Obbligo di iscrizione I genitori debbono iscrivere alla prima classe della scuola primaria le bambine e i bambini che compiono i sei anni di età entro il 31 dicembre 2009. Possono scegliere di iscrivere anticipatamente anche le bambine e i bambini che compiono i sei anni di età entro il 30 aprile del 2010.

Modelli orari e maestro unico
Le classi prime potranno essere organizzate con un tempo scuola di 24 o di 27 ore settimanali e, se i servizi e le consistenze di organico lo consentono, con il tempo scuola ordinario (sino a 30 ore), o con il tempo pieno (40 ore). Le classi successive alla prima continuano a funzionare nell’anno scolastico 2009-2010, secondo gli orari in atto a suo tempo scelti dalle famiglie. Per tutti, da subito, viene abolita la compresenza che finora ha consentito di organizzare laboratori e lavori di gruppo o individuali ritagliati sulle esigenze dei bambini. Si fa un gran parlare di maestro unico, ma in realtà in ogni classe entrerà comunque più di un insegnante. Più che unici gli insegnanti saranno soli senza programmazione e senza lavoro fatto in comune (moduli). Questo produrrà una babele di linguaggi e metodi da cui i bambini non potranno che essere frastornati. Le conseguenze La scuola primaria, così com’è, ha prodotto esiti positivi sull’apprendimento delle bambine e dei bambini, come è stato riconosciuto a livello internazionale. Lo stesso ministro Tremonti ha dichiarato “la nostra scuola elementare è ottima, ma è un lusso che non possiamo permetterci”! E infatti, se la circolare sarà applicata, già dal prossimo anno cambierà tutto, per tutte le classi e non solo per le prime, con un serio problema rispetto alle famiglie, che si vedranno stravolgere il modello a suo tempo prescelto per tutta la durata della scuola primaria. Si vuole una scuola impoverita, chiusa in se stessa, autoritaria ed oppressiva, del tutto inadatta a rispondere alle esigenze educative di una società profondamente cambiata. Una buona scuola non è un lusso, ma un diritto di ogni bambino e bambina!

Come fermare questo processo distruttivo
Le scuole confermino il Piano dell’offerta formativa ora in vigore, che prevede tempi distesi, compresenze, laboratori e attività di recupero e sostegno all’apprendimento, sapendo che i regolamenti attuativi, cui la circolare si ispira, non sono un riferimento vincolante, dovendo concludersi il loro iter di approvazione (parere della Conferenza Unificato Stato-Regioni e Consiglio di Stato). Invitino i genitori a richiedere l’offerta più lunga e arricchita.

I genitori, all’atto dell’iscrizione degli alunni alla prima classe:
• chiedano espressamente la conferma del Pof in vigore
• scelgano il modello orario più lungo possibile
• specifichino che si intende scegliere un modello che garantisce compresenze, moduli, laboratori
• esigano che tale richiesta venga formalizzata e protocollata. I genitori degli alunni delle classi successive alla prima formalizzino la richiesta della conferma del modello orario ed organizzativo scelto negli anni precedenti, diffidando l’amministrazione regionale e centrale a modificarli unilateralmente.

SECONDARIA DI PRIMO GRADO
Obbligo di iscrizione I genitori devono presentare la domanda di iscrizione alla scuola media tramite la scuola elementare attualmente frequentata dall’alunno. Negli istituti comprensivi l’iscrizione alla scuola media avviene d’ufficio, senza domanda da parte dei genitori, i quali, in ogni caso possono scegliere altra scuola media (e allora devono presentare domanda entro il suddetto termine).

Modelli orari e organizzativi
Il tempo normale sarà di 30h (29h + 1h di approfondimento di italiano), mentre il tempo prolungato sarà di 36h, prolungabili eccezionalmente a 40, solo se autorizzate dall’ufficio scolastico regionale. L’attivazione del tempo prolungato avverrà solo alle seguenti condizioni: richiesta delle famiglie, disponibilità di adeguate strutture e attrezzature, l’impegnodell’ente locale ad assicurare la mensa, ove necessaria, almeno due rientri pomeridiani. Le famiglie possono scegliere, all’atto delle iscrizioni, il cosiddetto “inglese potenziato”, cioè di destinare le 2h della seconda lingua all’insegnamento di inglese. Corsi a indirizzo musicale Possono frequentare un corso ad indirizzo musicale gli alunni che abbiano manifestato la volontà di frequentare tali corsi e che abbiano sostenuto un’apposita prova orientativo-attitudinale predisposta dalla scuola. La quota oraria destinata ai corsi ad indirizzo musicale è obbligatoria ed è aggiuntiva rispetto al monte ore obbligatorio previsto per tutti gli studenti.

Conseguenze
L’offerta formativa risulta impoverita sia nel tempo normale sia nel tempo prolungato, per il quale le previste condizioni capestro di fatto ne avviano il superamento. Si prospetta la scomparsa della seconda lingua comunitaria. Questo impoverimento va fermato. Le scuole informino le famiglie sui corsi ad indirizzo musicale, “dimenticate” dalla circolare e sulle potenzialità educative del tempo prolungato. I genitori chiedano un tempo scuola lungo, che favorisce l’apprendimento in una fascia di età particolarmente delicata, e la seconda lingua comunitaria, a salvaguardia di una cultura e formazione europea.

SECONDARIA DI SECONDO GRADO
L’offerta formativa (numero e tipologia degli indirizzi, durata,orari e contenuti dei percorsi) rimane invariata per effetto del rinvio di un anno delle modifiche di ordinamento previste dalle norme.

Obbligo di istruzione
La circolare conferma la possibilità, decisa dalla legge approvata nell’estate, di adempiere l’obbligo scolastico, elevato a 16 anni, sia nel sistema di istruzione che nei percorsi sperimentali triennali, gestiti dalla formazione professionale regionale, che di norma non iniziano all’avvio dell’anno scolastico.

Conseguenze
Oltre all’intollerabile separazione precoce fra alunni più deboli e studenti più forti, scolasticamente ma anche socialmente, la diversa tempistica dell’avvio dei percorsi scolastici e formativi non fa che aggravare i rischi di dispersione scolastica che a parole si vorrebbe contrastare. Come contrastare questi rischi Le scuole attivino modalità didattiche che meglio rispondano alla necessità di ridurre il grave fenomeno degli abbandoni e della dispersione, presente in particolare nei primi due anni. Si realizzino intese, anche interistituzionali, affinché tutti gli studenti in obbligo d’istruzione, anche quelli che hanno scelto i percorsi sperimentali triennali, frequentino dal primo giorno dell’anno scolastico un percorso d’istruzione. I genitori privilegino l’iscrizione degli alunni obbligati alla scuola secondaria superiore.

* Segretaria nazionale Flc Cgil
30 gennaio 2009

venerdì 30 gennaio 2009

Europee: Codacons ricorre a Corte Costituzionale contro sbarramento 4%



Il provvedimento che modificherà la legge elettorale per le elezioni europee - sul quale centrodestra e centrosinistra hanno già raggiunto un accordo - e che introdurrà la soglia del 4%, finirà davanti la Corte costituzionale e alla Procura della Repubblica. A presentare ricorso il Codacons (che agirà assieme alla LISTA CONSUMATORI che ha anche un eletto in Parlamento) che spiega: si tratta di una manovra politica strumentale, volta ad escludere dalla possibilità di concorrere per l'elezione della rappresentanza italiana in Europa, tutti quei movimenti politici che, seppur di consistenza inferiore rispetto agli schieramenti ormai radicati nel Governo e in Parlamento, hanno il DIRITTO di partecipare alla competizione elettorale così come disciplinata dalla legge vigente. La tempistica, inoltre, vista la breve distanza dalla data indetta per le votazioni, renderà impossibili tutte quelle iniziative, incluso il ricorso allo strumento referendario, per poter controbattere all'abuso ingiustificato rappresentato dallo sbarramento al 4%.
Ma ad essere danneggiati - sostiene il Codacons - saranno soprattutto i cittadini, molti dei quali hanno già sottoscritto i moduli di raccolta delle sottoscrizioni; milioni di cittadini-elettori che non potranno votare partiti minori di destra come di sinistra, e che saranno costretti a "regalare' il proprio voto ai movimenti maggiori che già siedono in Parlamento, o a non votare.
La nuova legge tra l'altro difficilmente potrà essere promulgata dal Presidente della Repubblica visto che è vietata la modifica della legge elettorale una volta che manchino meno di 180 gg al voto e sia già iniziata la raccolta delle sottoscrizioni. Se ciò avvenisse i partiti danneggiati potrebbero chiedere un risarcimento per le spese finora sostenute inutilmente sia al Parlamento che al Capo dello Stato.
Con la soglia del 4%, in sostanza - conclude il Codacons - si vuole introdurre una riforma che sopprime il diritto costituzionalmente garantito di associazione dei cittadini per concorrere a determinare democraticamente la politica del Paese, in totale spregio dell'art. 49 della Costituzione, e addirittura in violazione del Codice Penale: artt. 283 (Attentato contro la Costituzione dello Stato) e 294 (Attentati contro i diritti politici del cittadino). Per tali motivi il Codacons ricorrerà alla Corte Costituzionale e alla Procura della Repubblica chiedendo di bloccare l'ennesima truffa a danno dei cittadini.
Inserita il 29/01/2009 alle 17:23:59

giovedì 29 gennaio 2009

GELMINI SOTTO ASSEDIO: RICORSI AL TAR, RACCOLTE FIRME E MINACCIA REFERENDUM

(l'Assedio di Costantinopoli, Jean Chartier)

Scuola/ Insegnanti e genitori ricorrono al Tar contro la Gelmini

Di Roberta Lerici


Si annunciano tempi non facili per il ministro Gelmini. Sono tante, infatti, le iniziative in corso. Gli insegnanti CISAL FRIULI stanno raccogliendo firme per il referendum abrogativo del decreto sul maestro unico (DL137) , insegnanti e genitori hanno presentato ricorso al Tar per incostituzionalità del Piano Programmatico, (DL 133). Poi ci sono le iniziative dei vari coordinamenti delle scuole sparse un po' ovunque e le proteste degli universitari che sono già ricominciate con la contestazione di Fini alla Sapienza.Intervistata dal finto Bruno Vespa di "Striscia la Notizia" il ministro Gelmini è apparso sereno. Per ora, almeno. Attendiamoci qualche reazione quando i genitori andranno iscrivere i bambini alle elementari e scopriranno che le classi a tempo pieno sono diminuite.
Di seguito potrete leggere gli articoli sul ricorso al Tar e il referendum.

Cidi: "Il Piano programmatico previsto dalla 133 è illegittimo"

Roma, 29 gen. (Apcom) - Genitori e insegnanti affilano le armi contro il ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini, e decidono di presentare un ricorso al Tar contro il Piano programmatico per la razionalizzazione dell'utilizzo delle risorse umane e strumentali del sistema scolastico che la legge 133 stabiliva dovesse essere messo a punto dal Ministro entro 45 giorni dall'entrata in vigore della legge.

Scuola/ Insegnanti e genitori ricorrono al Tar contro la Gelmini
Quel piano è "illegittimo", denunciano il coordinamento genitori democratici, il centro di iniziativa democratica degli insegnanti (Cidi) e il 126mo circolo didattico di Roma, che, con l'appoggio di alcuni parlamentari del Partito democratico (il ministro ombra Maria Pia Garavaglia, Maria Coscia, Manuela Ghizzoni) hanno deciso di firmare il ricorso al Tar "per l'annullamento" del Piano programmatico sulla scuola non appena il Ministro Gelmini lo scriverà. Attualmente infatti, precisano genitori e insegnanti, "il piano è stato accantonato dal governo in quanto i regolamenti approvati dal Cdm del 18 dicembre non ne forniscono una puntuale attuazione. E' evidente che appena i Regolamenti saranno pubblicati in Gazzetta Ufficiale faremo ricorso per illegittimità".

"Dobbiamo fare qualcosa in concreto - ha detto in conferenza stampa alla Camera la presidente del Cidi, Maria Sofia Toselli - per fermare tutto ciò che sta scardinando dalle fondamenta il sistema dell'istruzione pubblica nazionale, per fermare le nefandezze che stanno piovendo sulla scuola pubblica".

Nel merito, il ricorso al Tar del Lazio contiene rilievi di costituzionalità rispetto all'articolo 64 della legge 133 del 2008.

Friuli, CISAL Scuola: raccolta firme referendum abrogativo Legge Gelmini

26 gennaio 2009 - Dott. Cavallaro Angela
La sezione Friuli Venezia Giulia della Cisal Scuola Nazionale sta raccogliendo le firme per un referendum abrogativo della legge Gelmini. Possono partecipare anche i colleghi di altre regioni

Scuola: Il 2009 si apre nel modo peggiore

UN ACCORDO OPPOSTO A QUELLO DI OBAMA

29 gennaio 2009 - SISA Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente
Il governo impone un nuovo modello contrattuale che ha come obiettivo quello di impoverire i lavoratori.

È vergognoso come Uil e Cisl abbiano sottoscritto un accordo che garantisce la perdita secca di un terzo degli aumenti per i prossimi anni ai lavoratori della scuola e dell'università. Ci auguriamo che i lavoratori se ne accorgano e ne traggano le necessarie conseguenze. L'accordo consumatosi è l'esatto opposto di quanto realizzato da Obama, il neo – presidente statunitense ha stanziato tre milioni di dollari per pubblicità a favore dei sindacati, al fine di rilanciare la partecipazione dei cittadini agli organismi che devono difenderli, non come compiuto da Uil e Cisl, peggiorarne le condizioni già precarie di vita. Una precarietà che i docenti e gli ATA assunti a tempo determinato vivranno sulla loro pelle.

Il taglio è forsennato e neppure quantificabile in forma definitiva, ritorneremo sull'argomento. L'obiettivo è la riduzione secca del personale docente e amministrativo, l'espulsione di donne e uomini che hanno scelto l'insegnamento come professione e si vedono prossimi alla disoccupazione. Torniamo a segnalare l'aggressione dei docenti a tempo indeterminato di francese, spagnolo e tedesco, i quali, nelle scuole medie e superiori, rischiano di vedere soppresse le loro cattedre a vantaggio del solo inglese. Grave l'idea di mandare per mail o per sms alle famiglie le comunicazioni delle assenze e dei voti dei figli. È la palese dimostrazione che invece della relazione tra studenti e genitori da un lato, tra studenti e scuola dall'altro, si promuove il controllo coercitivo, insomma non si ha alcuna fiducia nei ragazzi a cui la scuola, più ancora che insegnarla, quella fiducia reciproca a base della convivenza democratica dovrebbe trasmetterla.

Un fallimento educativo che somiglia all'altra farneticazione del ministro sulla video – sorveglianza delle classi. Per altro la del tutto insostenibile giustificazione di combattere con i sms l'abbandono scolastico è ridicola. Se lo studente è assente un giorno è inutile spendere in sms per avvisare i genitori, se è assente da un mese occorre che intervengano i servizi sociali e un sms serve a poco, anzi a nulla. Gravissimo il dato di questi giorni che indica come molti genitori, spaventati per il destino del tempo pieno nella scuola elementare, si stiano rivolgendo alle scuole private che diano garanzia di realizzarlo. Quanto sta avvenendo è la palese dimostrazione che il ministro sta consapevolmente operando per danneggiare la scuola pubblica italiana, ovvero tiene un comportamento che è l'esatto opposto del compito che dovrebbe assolvere. Nel frattempo, invece di garantire la sicurezza dei cittadini, non solo con forze dell'ordine, ma con più cultura e più socialità, il governo, a partire da Milano, aggredisce e sgombera spazi di autogestione e di pensiero, di aggregazione e di elaborazione.

Il SISA manifesta e conferma totale solidarietà ai centri sociali, a partire dalla Pergola e dal COX 18 e a tutte quelle realtà che sul territorio italiano rappresentano uno spazio di intercultura e di crescita collettiva. Tutte queste iniziative fallimentari ci inducono a rinnovare la richiesta di dimissioni immediate del ministro Gelmini, che ogni giorno di più si mostra inadeguata al ruolo ricoperto. La scuola ha bisogno di trasformazioni radicali, ma nel senso opposto a quello perseguito dal ministero. La scuola e l'università necessitano di maggiore apertura, del coinvolgimento dei ragazzi nella costruzione dei saperi, del pieno rispetto della libertà di insegnamento dei docenti e della libertà di apprendimento degli studenti.

Come SISA a partire dal 13 febbraio saremo nelle piazze, come già nel 2008, sostenendo tutte le iniziative di sciopero, lotta, manifestazione. Confermiamo il nostro atteggiamento unitario di sostegno a tutte le mobilitazioni, perché, come ci insegna oggi la giornata della Memoria, dopo un inverno viene sempre una primavera, a patto che si sappia leggerne i segni e condividerli.

Davide Rossi Segretario generale
Fonte: Orizzonte Scuola 28 gennaio 2009

Dimensionamento Scolastico: Raggiunta l'intesa

Accordo su edilizia scolastica e dimensionamento
: 29/01/2009
Accordo raggiunto sul regolamento per il dimensionamento scolastico, raggiunta un'intesa anche sulla messa in sicurezza dell'edilizia scolastica, mentre un "no" a maggioranza è venuto sul regolamento della scuola di base.

Accordo raggiunto in corner sul regolamento per il dimensionamento scolastico, raggiunta un'intesa anche sulla messa in sicurezza dell'edilizia scolastica, mentre un "no" a maggioranza è venuto (otto Regioni su cinque) sul regolamento della scuola di base. È il risultato ottenuto ieri in conferenza unificata tra il governo, presenti il ministro Gelmini, il ministro Fitto e il sottosegretario Giorgetti, e i rappresentanti di Regioni, Comuni, Province e comunità montane. Il primo sì è arrivato al regolamento sull'edilizia scolastica. È stata raggiunta un'intesa con parere unanime, che prevede l'avvio di un'attività di carattere straordinario di "rilevazione - hanno spiegato i tecnici - sui rischi in tutti gli edifici scolastici connessi alla vulnerabilità di elementi non strutturali", cioè controsoffitti, finestre, etc.

Con l'intesa si avvia un'attività ricognitiva che andrà ad integrare quanto già in possesso dell'anagrafe. Dopo la ricognizione si avvierà un piano di interventi straordinari negli istituti che ne avranno bisogno, che tra l'altro sarà finanziato da una parte di fondi Fas nazionali, come previsto dal decreto anticrisi. Entro 10 giorni da oggi, saranno costituiti gruppi di lavoro in ogni Regione, che nei 15 giorni successivi dovrà mettere al lavoro squadre tecniche per i sopralluoghi. Se questo non avvenisse, interverrà il prefetto, che avrà il compito di formare le squadre. I risultati della ricognizione dovranno essere pronti entro sei mesi. Per il dimensionamento, il parere favorevole delle autonomie è arrivato dopo un confronto che fin dall'inizio è parso difficoltoso.

Alla fine si è trovata l'intesa con la eliminazione dal regolamento dei primi tre articoli che anticipavano i nuovi criteri secondo i quali le autonomie devono poi arrivare ai tagli nei plessi. Non si parla più, come si era prospettato nel primo pomeriggio, di un taglio del 50% dei plessi sottodimensionati. L'obiettivo di risparmio individuato è di 89 milioni di euro in due anni (2010-2011), vincolato ad una successiva intesa entro il 15 giugno 2009, con la quale si definiranno i nuovi criteri con cui le Regioni dovranno agire e con la quale si verificheranno gli effetti dell'obiettivo di risparmio. Le Regioni potranno organizzarsi per raggiungere l'obiettivo non solo attraverso il taglio dei plessi, ma anche attraverso altre modalità come per esempio gli accorpamenti.

"È stato un lavoro molto impegnativo - ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani - ma alla fine abbiamo ottenuto un risultato importante. La questione del dimensionamento è stata rinviata ad un'intesa, come noi avevamo chiesto. Ora dobbiamo fare in modo che il diritto all'istruzione sia garantito ovunque".

Il ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto, ha espresso soddisfazione dicendo che sono stati raggiunti due obiettivi molto importanti sull'edilizia scolastica e sul dimensionamento. "Abbiamo svolto - ha affermato - un lavoro positivo". Il vicepresidente dell'Upi, Alberto Cavalli, parlando soprattutto dell'edilizia scolastica, ha detto che l'accordo potrà evitare tragedie come quella di Rivoli. Per Cavalli solo per la messa in sicurezza delle scuole superiori, serve un miliardo l'anno per tre anni. "Abbiamo chiesto al governo che questa sia una priorità insieme alla formazione".

Daria Raiti

Fonte:http://www.unimagazine.it/index.php/it/nazionale/prima_pagina/attualita/5598_accordo_su_edilizia_scolastica_e_dimensionamento

Contratto Scuola e Università, CGIL: Beffa per i lavoratori

Comunicato FLC: Una ulteriore beffa per i lavoratori della conoscenza e per tutti i dipendenti pubblici dall'intesa separata sulle regole contrattuali.

Comunicato stampa di Domenico Pantaleo, Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil.

Accordo separato sulle regole contrattuali: sul piano economico si prospetta un'operazione di riduzione programmata dei salari
24-01-2009

Il Governo, con le intese sul secondo biennio contrattuale della scuola e dell'università, non firmate dalla FLC, ha riconosciuto aumenti contrattuali pari a metà dell'inflazione reale, non risolvendo la drammatica prospettiva del licenziamento di migliaia di precari e non concedendo alcuna riduzione della pressione fiscale.

Con le nuove regole si peggiora ulteriormente la condizione di tutti i lavoratori perchè si prevede che il nuovo indice per l'adeguamento degli aumenti all'inflazione programmata sarà depurato dalla dinamica dei prezzi dei beni energetici importati e quindi si programma la riduzione dei salari. Si precisa che per i dipendenti pubblici quel meccanismo sarà vincolato alle risorse decise in finanziaria che, secondo i contenuti del DL 112/08, sono determinate sulla base del tasso d'inflazione programmato peraltro nettamente inferiore a quella reale.

A ciò si aggiunge, essendo triennali, che nei prossimi rinnovi contrattuali pubblici la verifica degli eventuali scostamenti tra inflazione prevista e quella reale, senza peraltro alcun meccanismo automatico, si farà al termine delle vigenze contrattuali ed eventuali recuperi salariali avverranno nel successivo triennio.Una vera e propria operazione di riduzione programmata dei salari!

Il cerchio si chiude con i regolamenti della Gelmini, il disegno di legge delega Brunetta e il disegno di legge Aprea che distruggono l'istruzione pubblica e vaporizzano la contrattazione decentrata, riportando al potere assoluto ed unilaterale del Governo la definizione degli organici, dei salari, degli orari, del reclutamento, dell'avanzamento professionale e delle sanzioni disciplinari. In perfetta coerenza con tale disegno si teorizza il superamento delle rappresentanze sindacali unitarie.

Per queste ragioni stiamo svolgendo un referendum tra tutti i lavoratori dei comparti della scuola e dell'università, sul rinnovo del secondo biennio contrattuale, perché non si possono assumere decisioni che attengono alle condizioni materiali delle persone, per oggi e per domani, senza una consultazione democratica e senza definire regole precise sulla rappresentanza.

Abbiamo dichiarato la mobilitazione in tutti i comparti della conoscenza che porterà allo sciopero entro i primi giorni di marzo, intrecciando le questioni contrattuali con quella della nostra netta contrarietà alle politiche della Gelmini perché hanno l'obiettivo comune di indebolire la funzione del sindacato per poter agevolmente calpestare la dignità delle persone, licenziare migliaia di precari e privatizzare la scuola e l'università.


CATANIA, 28.01.2009

martedì 27 gennaio 2009

FAMIGLIA CRISTIANA SOGNA IL "MARZIANO ABBRONZATO" D'AMERICA


DI Roberta Lerici
Chi non potrebbe concordare con L'articolo di Famiglia Cristiana uscito questa settimana? E se qualcuno non lo avesse ancora fatto, vi invito a leggere il testo integrale del discorso di insediamento di Obama. Rispetto a quello di cui discutiamo noi in Italia, sembra un marziano. Un marziano abbronzato, naturalmente.

FAMIGLIA CRISTIANA: ITALIA BERLUSCONI INCUBO, OBAMA SOGNO

(AGI) - CdV, 27 gen. - "Siamo una Paese incredibile, meta' fiaba e meta' incubo. Nel giorno in cui Obama chiama gli americani a raccolta per affrontare la sfida colossale dell'economia e della poverta', il nostro presidente rincorre i sondaggi: quanti punti potrebbe perdere con la cessione di Kaka', allettato dalle sirene miliardarie dell'emiro? Preoccupato piu' di Fiorello che passa a Sky, che del calo di due punti del Pil, il prodotto interno lordo italiano". Lo scrive Famiglia Cristiana che questa settimana dedica il suo editoriale d'apertura a "i politici e la crisi".


"La domanda che ci poniamo oggi - precisa il settimanale dei paolini - non e' se il nostro Governo sia troppo grande o troppo piccolo, ma se funziona: se aiuta le famiglie a trovare lavori con stipendi decenti, cure che possono permettersi, una pensione dignitosa, parole che avremmo voluto sentire dai nostri politici e che ha detto, invece, Obama Barack, nuovo presidente Usa, all'inizio del suo mandato". "Noi abbiamo smarrito il senso di nazione e il bene comune", denuncia l'articolo rilevando che Berlusconi anche se "vince la sfida calcistico-miliardaria (chi e' il presidente del Milan?), elude la crisi quando afferma: 'due punti in meno di Pil non sono un dramma?'". Un ottimismo che, rileva Famiglia Cristiana, "Eurostat smentisce a stretto giro di cifre: il tasso di disoccupazione in Italia salira' all'8,2 per cento, cioe' 600 mila posti di lavoro in meno". Mentre in Germania, i partiti della Grosse koalition trovano l'intesa su un piano anticrisi da 50 miliardi di euro, con 9 miliardi di euro in sgravi fiscali per aziende, persone fisiche, aiuti alle famiglie, in Italia per il premier le emergenze sono "le intercettazioni telefoniche e un federalismo fiscale dai contorni fumosi e inquietanti, l'ennesimo cavallo di Troia della fantasia padana, un contentino da propaganda, un 'ossicino' per tenerli buoni. Sara' federalismo solidale? Costera'? Tremonti non da' cifre ne' risposte". Per il piu' diffuso settimanale cattolico italiano, insomma, "quel che e' stato fatto contro la crisi e' ben poco: piu' promesse che provvedimenti. Nell'attesa che passi la 'nuttata'. Ma come? L'84 per cento delle famiglie povere sono rimaste escluse dalla tanto decantata social card". Ci sarebbe davvero bisogno di Obama e delle sue sagge parole quando dice: "In questo Paese, nasciamo e moriamo come una nazione, un popolo. Non cediamo alla tentazione di ricadere nella faziosita', nella chiusura mentale e nell'immaturita' che ha avvelenato la nostra politica cosi' a lungo', sono le sagge parole di Obama". "Ma - conclude 'Famiglia Cristina' - i nostri politici, come i polli di Renzo, continuano a 'beccarsi' tra loro".

lunedì 26 gennaio 2009

Torino: Motorola sospende 339 lettere di licenziamento

26 gen 21:15

TORINO - Motorola ha sospeso le lettere di licenziamento per 339 dipendenti del Centro Ricerche di Torino. Prosegue positivamente la trattativa del colosso americano con la Regione Piemonte, i sindacati e l'azienda piemontese Replay in corso dalle 15,30. (Agr)

MOTOROLA: SOSPESE LETTERE LICENZIAMENTO PER 339 LAVORATORI

Sono state sospese le lettere di licenziamento da parte di Motorola per i 339 dipendenti del Centro Ricerche di Torino. Sta proseguendo positivamente, infatti, la trattativa tra i rappresentanti delle tre sigle sindacali, la Motorola, la Reply e gli enti locali. L'incontro, in corso da oggi pomeriggio presso la Regione Piemonte, è guidato dall'assessore regionale all'Industria, Andrea Bairati e dal vicesindaco della Città di Torino, Tom Dealessandri. Ai rappresentanti sindacali è stato sottoposto il piano industriale del potenziale acquirente. I dettagli dell'accordo saranno messi a punto nelle prossime ore. GEN 09. (AGI)

Friuli, CISAL Scuola: raccolta firme referendum abrogativo Legge Gelmini

26 gennaio 2009 - Dott. Cavallaro Angela
La sezione Friuli Venezia Giulia della Cisal Scuola Nazionale sta raccogliendo le firme per un referendum abrogativo della legge Gelmini. Possono partecipare anche i colleghi di altre regioni

Siamo stati abbindolati con lo spostamento della riforma delle scuole
secondarie, mentre per scuole primarie tutto è rimasto come ad esempio
per la situazione del maestro unico o alternativo.

Dopo un incontro con la sentrice Coscia del PD alla Camera dei Deputati la quale si occupa della scuola, il Segretario Regionale della Cisal f.v.g. ha potuto capire che realmente la riforma è già in attuazione, perchè togliendo il turnover (dei pensionamenti), non facendo le immissioni in ruolo, la situazione per i precari è drammatica, soprattutto per chi vive solo di questo lavoro, per chi ha acquistato casa e per chi nel nucleo familiare si e in due ad essere precari.

A tal senso la Cisal Scuola Friuli Venezia Giulia, sta effettuando una serie di assemblee sindacali ove si interpellano il personale Docente e Ata a organizzare una raccolta di firme per un referendum Abrogativo della legge Gelmini; l'iniziativa sta avendo successo,visto la grande adesione in Friuli del personale, anche dopo aver letto l'intervista sul Giornale "Messaggero Veneto" del nostro Segretario Regionale P.i.LABATE Antonio Luigi Carmelo il quale si sta battendo per i diritti di coloro che lavorano nella scuola oltre che alla riforma.

Se vi sono altre persone interessate alla raccolta delle firme, si possono mettere in contatto scrivendo l'email con i propri recapiti a f.veneziagiulia@cisalscuolanazionale.it

Giustizia, IDV: Manifestazione 28 gennaio 2009 piazza Farnese

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dal blog di Antonio Di Pietro

La manifestazione dell’Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia a sostegno del Procuratore Capo di Salerno Luigi Apicella, a cui parteciperà l’Italia dei Valori ed io personalmente, deve trasformarsi in un momento per non lasciare sola la giustizia. A sostegno di Luigi Apicella ma anche di Luigi De Magistris, di Clementina Forleo, contro il Lodo Alfano e contro l’ultima porcata governativa: il bavaglio alle intercettazioni.

Mercoledì 28 gennaio 2009 dalle 9.00 - 14.00 in piazza Farnese l’appuntamento è con la democrazia, ed i protagonisti saranno i cittadini che invitiamo caldamente a partecipare.

Un disegno di legge sulle intercettazioni, che in realtà contiene una riforma della giustizia, nasce sotto una cattiva stella.
360 emendamenti scritti perfino da chi ha proposto la legge direi che esprimono un giudizio molto negativo sul testo presentato.
La parte del leone, lo dico con orgoglio misto a preoccupazione, la fa ovviamente l’Italia dei Valori con 200 emendamenti.
Seguono Pd con 70, Pdl e Lega con 60 e Udc con 30.

Le insidie alla democrazia annegate nella proposta di legge sono molte, altre proverranno dagli emendamenti che tenteranno di completare il disegno criminogeno e di esautorare una giustizia quasi moribonda.

Mi soffermo in breve per far comprendere ai cittadini alcune, solo alcune, tra le porcate che si nascondono nel testo del disegno di legge e che diverranno effettive se non saranno accolti i nostri emendamenti.

Non si potranno più intercettare i reati puniti con pene inferiori ai dieci anni. Per fare un esempio, quelli contro, l’usura, la truffa, i sequestri di persona, il contrabbando, lo sfruttamento della prostituzione, la rapina, il furto in appartamento, l’associazione per delinquere, lo scippo, la ricettazione, i reati ambientali, reati economico finanziari, fiscali ed i falsi in bilancio.
Le conseguenze le lascio tirare a voi, ma fossi un delinquente in qualsiasi parte d’Europa sceglierei sicuramente l’Italia come Eldorado della criminalità.

Il tempo di intercettazione sarà limitato ad un tempo 15 giorni, su richiesta esteso non oltre 3 mesi, un regalo ai latitanti a cui basterà usare i pizzini per tre mesi dopo di che potranno ordinare pizze a domicilio per una vita.

L’autorizzazione alle intercettazioni e le misure cautelari verranno prese non più da un solo Gip ma da un organo di 3 giudici con dispendio di tempo, soldi e perdita di efficacia di una struttura che ad oggi manca proprio di risorse di organico.

Magistrati e giornalisti non potranno più divulgare il contenuto delle intercettazioni, perfino dopo che gli atti saranno depositati. In una situazione come quella dell’Abruzzo, che potrebbe essere quella di Pescara, di Napoli, i cittadini sarebbero tornati o potrebbero tornare a votare senza nemmeno saperne il motivo.
Onesti risparmiatori avrebbero continuato ad acquistare i bond Parmalat e sfortunati pazienti avrebbero scelto la clinica mattatoio Santa Rita in attesa degli esiti processuali.

Tutto questo è follia pura.

La macchina della giustizia ha bisogno di più risorse come ho più volte spiegato (leggi il post "Una Giustizia che funzioni"), non di catene.

Tempo pieno, iscrizioni nel caos: la confusione favorisce le scuole private

Presidi in difficoltà a garantire i maestri per coprire 40 ore. E nella confusione, le famiglie scelgono le private

Per i sindacati «non c'è da meravigliarsi se, in un momento di confusione, le famiglie scelgono le private» Incertezza. «Molti presidi non sanno cosa succederà al tempo pieno». E una fuga. «Chi poteva ha scelto la privata». Tempo di iscrizioni nelle scuole. Tra circolari, moduli e dubbi. Tanto che in molti istituti è il caos. Già, perché con la nuova legge «si fa tutto più complicato ». Alle elementari le famiglie possono scegliere tra 24, 27, 30 o 40 ore di lezione alla settimana. «Le garanzie di un vero tempo pieno arriveranno solo con l'assegnazione dell'organico », dicono i dirigenti. Che però dovrebbe essere in base alle richieste (oltre il 90% negli scorsi anni). «Un circolo vizioso », sottolineano i sindacati. Senza contare che «il provvedimento riguarda tutte le classi. E non solo la prima». Questi dilemmi gettano nello sconforto i genitori che rivendicano «una scuola di qualità. Come è sempre stata quella pubblica».

In molti «hanno trovato riparo nelle scuole private». Tanto che «la maggior parte di quegli istituti ha già chiuso le iscrizioni», spiega Lisa Vozza, una mamma di Retescuole. E la lista d'attesa è molto lunga. Nel momento in cui «si impoverisce la scelta, non c'è da meravigliarsi se le famiglie scelgono di avere più certezze», sottolinea Attilio Paparazzo, Cgil. Le stesse che ha cercato di dare il ministro Mariastella Gelmini, conservando lo schema delle 40 ore settimanali per le elementari. «Ma senza compresenze non ci sono le garanzie», ribadisce Paparazzo. E i dirigenti non sanno bene che cosa dire alle famiglie. «C'è chi ripropone lo steso modello dell'anno passato. C'è chi invece rimane vago e chiede un po' di pazienza». Tutto in base all'autonomia scolastica.

Per Aldo Acquati, presidente dell'Asam, l'associazione delle scuole autonome e preside del Calvino, «gli organici verranno decisi in base alle richieste». In ogni caso, anche l'Ufficio scolastico regionale ci tiene a rassicurare gli animi. Anche perché l'incontro con il ministro, settimana scorsa, «è stato molto positivo». Anzi, il direttore Annamaria Dominici è sicura che il tempo pieno verrà pieno verrà tutelato, visto che è «un modello collaudato». Insomma si cercherà di «soddisfare tutte le esigenze». Docenti, genitori e sindacati rimangono dubbiosi. Il nodo si scioglierà solo il mese prossimo. Le iscrizioni si chiudono il 28 febbraio. E intanto le scuole cercano di aiutare i genitori nella scelta dei moduli. «Anche se la maggior parte vuole il tempo pieno». E non solo in prima elementare.

VIVIMILANO-CORRIERE DELLA SERA Benedetta Argentieri
26 gennaio 2009

Berlusconi. Sondaggio Crespi: Consenso ai minimi da questa estate

Berlusconi. Sondaggio Crespi: Consenso ai minimi da questa estate

"In calo tutto il governo. Tra le Istituzioni regge il Colle"


Roma, 26 gen. (Apcom) - "Ai minimi dall'estate scorsa il consenso nel presidente del Consiglio. Giù anche il governo. Tra le istituzioni sale solo il presidente della Repubblica. Crolla la fiducia nel ministro Sacconi, scivola anche Tremonti. Brunetta perde terreno e viene raggiunto in vetta da Maroni. Balzo di Bossi. Perdono terreno tutti i principali partiti, ma la flessione più marcata è quella dell'Italia dei Valori". Questi i risultati dell'Osservatorio politico di gennaio - fonte Crespi Ricerche - pubblicato dal quotidiano online Affaritaliani.it.

Il premier Silvio Berlusconi, si legge nel sondaggio, cede tre punti rispetto a dicembre e si attesta al 56% come livello di fiducia tra gli italiani. Dato inferiore al minimo del 57 di novembre. Il governo nel suo complesso lascia sul terreno un punto percentuale, dal 54 al 53%. Tra le cariche istituzionali tocca il massimo assoluto il capo dello Stato. Il consenso in Giorgio Napolitano è pari al 58% (+1). Perde un punto al 50% Renato Schifani, mentre il presidente della Camera Gianfranco Fini arretra al 54% dal precedente 56.

In testa alla classifica dei ministri Roberto Maroni (stabile) raggiunge Renato Brunetta (in calo di un punto) al 55%. In terza posizione balza Franco Frattini, più due per cento a quota 53. Al quarto posto si conferma Ignazio La Russa (fermo), in compagnia di Stefania Prestigiacomo (più due punti) al 52%. Cede due punti percentuali e scivola al 51% Giulio Tremonti. Angelino Alfano è stabile al 50%, raggiunto da Mariastella Gelmini (+2%). Ferma al 48% Giorgia Meloni. Tracollo di Maurizio Sacconi, dal 50% di dicembre al 46 di gennaio. Stabili al 45% Sandro Bondi e Claudio Scajola. Balzo di quattro punti di Umberto Bossi (44%). Sale anche Mara Carfagna al 43% (+2). Perde un punto Altero Matteoli (40%), stesso livello di Gianfranco Rotondi. Fermo al 38% Andrea Ronchi, raggiunto da Luca Zaia (+2). Cresce di un punto percentuale al 36% Roberto Calderoli. Ultimi con il 35% Elio Vito (-1) e Raffaele Fitto (-2).

Tra i partiti, il Popolo della Libertà subisce una lieve flessione: dal 40% di dicembre al 39,6. La Lega Nord si conferma molto tonica, anche se scende dall'11,5 all'11% (quasi tre punti in più rispetto alle Politiche). Cresce dall'1 all'1,3% l'Mpa. Totale maggioranza 51,9, il mese scorso era il 52,5%. Il Partito Democratico perde ancora terreno e tocca il punto più basso dall'agosto del 2008. A gennaio è al 26,3% rispetto al 27,5 di dicembre. Netto il ribasso dell'Italia dei Valori, scivolata al 6% dal precedente 7,5. La Lista Pannella-Bonino ottiene l'1,6% nelle intenzioni di voto. In crescita dal 5 al 5,5% l'Udc. Rifondazione Comunista arretra dal 2,5 al 2,2%. Il Pdci vale l'1,2% rispetto all'1 di dicembre. Fermi allo 0,5% i Verdi. La Destra scivola all'1,8% contro il 2 del mese scorso. Il Partito Socialista è all'1,2% (era all'1), mentre l'Udeur di Mastella si attesta allo 0,8%. Gli altri 1%.

Pagelle online e assenze via sms: aumenteranno la distanza fra scuola e famiglie?

Cara ministro Gelmini, altro che sms e e-mail:
meglio i rapporti diretti tra genitori e prof

Non credo che la scuola si avvicini alla famiglia grazie agli sms e a internet. Io la vedo così: non consegnare (più) la pagella allo studente, per riaverla firmata (quando non falsificata) ma convocare a scuola il padre o chi ne fa le veci, mostrargliela e discuterne... di Marcello D'Orta

Testo molto piccolo Testo piccolo Testo normale Testo grande Testo molto grande

il ministro dell'istruzione, mariastella gelmini CARO MINISTRO GELMINI,
IL TELEFONO di Gennaro Esposito emette alcuni bip. Gennaro Esposito lascia l’attrezzo di lavoro, mette la mano in tasca, prende il cellulare e legge il messaggio: «Egregio signor Esposito, la informiamo che suo figlio Vincenzo non è venuto a scuola. Distinti saluti. Direzione didattica eccetera».

Gennaro Esposito allarga le braccia, infastidito dall’ennesima interruzione del lavoro (fa il carrozziere), e con santa pazienza risponde al messaggio: «Lo so. E’ a lavorare con me». Ho presentato un caso limite, per dir così. Ma è proprio “limite”? In Campania, i ragazzi in età scolare impegnati nel lavoro nero sono centomila. Questi i dati ufficiali. In realtà sono molto di più.


Inviare sms ai genitori dei ragazzi
assenti a scuola, mi pare un affare solo per i gestori telefonici. Il fatto è che i babbi e le mamme dei ragazzi non solo non danno gran che peso alle loro bigiate (molti, anzi, sostengono che “s’adda fa”, perché è l’età.) ma anche alle loro bocciature, come si evince dai sempre più numerosi ricorsi al Tar. Per un rimprovero di troppo, poi, distribuiscono mazzate agli insegnanti (mazzate cui concorrono volentieri le nonne, come nel recente episodio di Milano).

Ai miei tempi le pagelle si consegnavano ogni trimestre, e su di esse era segnato anche il numero delle assenze. Un genitore, prima di firmarla, poteva decidere se accarezzare la testa al figlio o spaccargliela. E a proposito di pagelle. Per avvicinare la scuola alle famiglie, si pensa di inviare on-line la scheda di valutazione. A parte che un programma di sabotaggio creato ad hoc può modificare un testo o cambiare un numero in un altro, anche qui vale il nostro discorso.

Non si tratta infatti di ponti gettati tra scuola e famiglia, ma di ulteriori abissi scavati. I rapporti interpersonali tra genitori e insegnanti sono fondamentali, come si capì già nel 1974, quando furono istituiti i “decreti delegati”. Non credo che la scuola si avvicini alla famiglia grazie agli sms e a internet; lodo lo sforzo suo e del ministro Brunetta, ma a mio avviso, l’utilizzo di internet e del telefonino è sbagliato. Io la vedo così: non consegnare (più) la pagella allo studente, per riaverla firmata (quando non falsificata) ma convocare a scuola il padre o chi ne fa le veci, mostrargliela e discuterne. Nella stessa occasione si conterà il numero delle assenze. Ai genitori inadempienti sarà inviato un sms con la scritta: «Si presenti domani accompagnato da suo figlio».

DI Marcello D'Orta

Quotidiano Nazionale 26 gennaio 2009

Insegnanti a costo zero per le scuole parificate del sud

: 26/01/2009
Nel meridione, chi vuole intraprendere la carriera da insegnante, pur di ottenere punteggio e salire nella graduatoria provinciale, lavora gratis nelle scuole parificate
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A quante sognavano di diventare “maestrine dalla penna rossa” e, invece, si trovano adesso a fare tutt'altro, meglio così. Hanno, infatti, evitato di affrontare una lunga carriera - fatta di lavoro senza stipendio- per ottenere il posto fisso nella scuola pubblica. Una situazione, purtroppo, presente in tutta Italia ma che, specialmente al Sud, è catastrofica. Per poter entrare di ruolo devono passare attraverso una graduatoria infinita. E la maggior parte di loro cerca, in diversi modi, di accumulare punteggio per salire in vetta alla lista.
Gli insegnanti per acquisire punteggio devono ottenere una supplenza di almeno 15 giorni ma, in regioni come Calabria, Campania o Sicilia, è veramente difficilissimo, soprattutto per chi è alle prime armi ed è, quindi, troppo in basso nella graduatoria per ricevere una chiamata di lavoro. La loro unica possibilità è riuscire a raccogliere punteggio e salire così pian piano l’elenco della provincia.

Ed ecco che, qui entrano, in gioco le scuole paritarie che non devono scegliere i loro insegnanti da una lista ma hanno solo un direttore o una direttrice che decide autonomamente chi vuole dentro le proprie aule. Comincia la gara, tra gli aspiranti professori, per chi lavora di più e guadagna di meno. Esiste, infatti, ormai da anni, una regola tacita imposta dai dirigenti di tante scuole private ai docenti freschi di abilitazione che entrano nel mondo della scuola attraverso il canale degli istituti privati. Le scuole paritarie assumono, con un regolare contratto, i giovani insegnanti permettendo loro di accumulare punteggio, scalare le graduatorie provinciali d'insegnamento e ottenere finalmente la cattedra nella scuola pubblica. I docenti, in cambio, accettano di lavorare gratuitamente o per poche centinaia di euro nelle scuole private.

Spesso, però, molti laureati dopo aver fatto esperienze simili al Sud decidono di giocarsi la carta del nord, presentando domanda per regioni come Veneto, Lombardia o Trentino Alto Adige dove le graduatorie sono più accessibili. La cosa peggiore è che, secondo i dati Istat del 2006, oltre il 20 per cento delle scuole italiane sono private e, dei 9 milioni studenti italiani, almeno uno su dieci frequenta un istituto privato.
Inoltre, con la legge del 2000, le scuole paritarie sono state equiparate in tutto e per tutto alle scuole pubbliche e ricevono sussidi e finanziamenti dallo Stato (la legge di bilancio 2008 ha stanziato oltre 530 milioni di euro a favore delle scuole private per l'anno 2008/2009). A differenza, però, degli istituti pubblici, le scuole paritarie non assumono gli insegnanti prendendo in considerazione le graduatorie nazionali e provinciali, ma contrattando compenso e condizioni lavorative con il docente stesso. L'unico obbligo che le scuole paritarie hanno è quello di assumere insegnanti che hanno superato il concorso di abilitazione all'insegnamento.

Con la riforma del maestro unico presentata dal ministro Gelmini, poi, le cose andranno sempre peggio: il decreto provocherà meno posti di lavoro nelle scuole pubbliche e la “famosa” graduatoria diventerà ancora più lunga. Sicuramente tutto ciò sarà gradito dalle scuole private che avendo il coltello dalla parte del manico potranno abbassare ancora di più le condizioni di salario dei loro docenti.

Abbiamo cercato testimonianze di giovani professori che hanno accettato o che tutt’ora accettano la condizione "offerta" dalle scuole paritarie. Ma se ne abbiamo trovati moltissimi in queste condizioni, in pochi se la sono sentita di parlare. M. ha 30 anni e vive in Campania. E’una delle tante professoresse che lavorano nelle scuole private. "Il mio sogno, fin da piccola- racconta- è sempre stato quello di insegnare. Dopo essermi laureata e conseguito l’abilitazione, ho iniziato a fare doposcuola a casa mia aspettando di salire in graduatoria ed ottenere così punteggio. Ma, in due anni, non è mai arrivata una supplenza. Sapevo di molti miei colleghi che pur di ottenere 2-3 punti si facevano spremere dalle avide scuole private ma io non volevo accettare questo compromesso. Dopo quasi 3 anni di inattività, mi sono resa conto che dalla lista stavo scendendo ed, allora, ho capito cosa dovevo fare. Una mia collega mi ha presentato ad una di queste scuole paritarie, il direttore è stato gentilissimo ad offrirmi ore di lavoro a salario zero. Questo è il secondo anno che insegno in questa scuola e se devo essere sincera la passione per l’insegnamento sta svanendo. A settimana guadagno 15 euro per un totale di 20 ore, non sono sufficienti neanche per pagarmi la benzina”.

Stefania, 32 anni, ha invece deciso di andarsene dalla sua regione, la Sicilia, perché preferisce fare qualche anno di sacrificio al nord e accumulare punteggio senza accettare ricatti. " La mia decisione non è stata semplice, ho lasciato la mia terra per lavorare- spiega- Il primo anno dopo l’abilitazione è stato tremendo: la graduatoria era infinita ed io ero praticamente alla fine, neanche in tutta la mia vita sarei mai riuscita a salire in cima ai nomi. Sentivo molti miei colleghi che per ottenere qualche punto insegnavano gratis nelle scuole private ma anche entrare lì non era semplice, dovevi avere una raccomandazione qualcuno che ti presentava. Io non conoscevo nessuno e forse è stata la mia fortuna. Ho fatto domanda al nord e, nel giro di poco tempo, è arrivata la prima supplenza in Piemonte, erano solo 14 giorni ma hanno dato una boccata d’aria alla mia situazione. Appena sono scesa in Sicilia, dopo neanche una settimana ho ricevuto la telefonata per una supplenza nel Veneto e poi in Trentino Alto Adige. Oggi ho una supplenza annuale a Venezia. Lavoro, guadagno e sono appagata. Perché nonostante la passione che si può avere per questo lavoro, l’assegno a fine mese è una piccola soddisfazione da non trascurare. Inoltre, nel giro di due anni, ho accumulato punti importanti per la provincia della mia regione di nascita”.

V. 35 anni insegna, pure lei, al nord ma per alcuni anni ha lavorato in una scuola paritaria del suo paese per soli 50 euro al mese. " Per due anni ho accettato di lavorare in una delle tante scuole privare della mia città. Lavoravo tutte le mattine per 4 ore e alle volte anche di più, al mese ricevevo soltanto 50 euro. Non potevo denunciarli perché avevo firmato un contratto in cui si dichiarava che percepivo in busta paga 1.100 euro. Inoltre non potevo neanche protestare perché dietro di me c’era la fila di neo-laureati con abilitazione che cercava in tutti i modi di entrare nella scuola dove insegnavo. In fin dei conti mi dovevo reputare fortunata perché almeno stavo ottenendo punti per salire nella tanto odiata lista”.

Laura Patanè

Fonte:http://www.unimagazine.it/index.php/it/nazionale/prima_pagina/attualita/5590_insegnanti_a_costo_zero_per_le_scuole_parificate

Federalismo fiscale: le ricadute sull’istruzione e formazione

"Nelle forme in cui le singole regioni daranno seguito all'Intesa Stato-Regioni sull'istruzione, al relativo finanziamento si provvede secondo quando previsto dal presente articolo per le spese riconducibili alla lettera a), numero 1". Il contenuto del comma 2 dell'articolo 8 recepisce la proposta di emendamento formulata dalle Regioni, non accolta dal Governo al momento della discussione della bozza del disegno di legge in sede di Conferenza delle Regioni.

La modifica apportata assicura, ha dichiarato Silvia Costa, Coordinatrice della IX Commissione della Conferenza delle Regioni, una rilevanza legislativa al lavoro di costruzione di un quadro sistematico delle competenze statali, regionali e degli enti locali svolto dalle Regioni che ha portato alla definizione della proposta d'Intesa attuativa del Titolo V per il settore d'istruzione, trasmessa dal Presidente Errani il 13 novembre 2008 ai ministri Gelmini e Fitto per l'ulteriore fase istruttoria di attuazione del master plan.

La riunione prevista per il 28 gennaio in sede di Conferenza Unificata, per la discussione in sede tecnica della proposta di Intesa, è stata rinviata per l'impegnativo calendario di incontri politici e tecnici connessi anche alla definizione dei regolamenti di attuazione del riordino ordinamentale ed organizzativo del sistema d'istruzione previsto dall'at. 64 del decreto legge 112/2008.

Intervenire per dar vita al sistema disegnato dall'art. 117 della Costituzione è non solo un dovere di attuazione costituzionale - come ha sottolineato recentemente il Presidente della Repubblica - ma "un imperativo di razionalizzazione e di chiarezza". E la proposta delle Regioni, prudente e misurata, può costituire lo strumento per favorire la costruzione di un quadro più coordinato e coerente del sistema d'istruzione e formazione che migliori davvero gli esiti formativi degli studenti, che miri al superamento del persistente, e perfino aggravato, divario Nord-Sud, che rafforzi davvero i contesti di governo locali in un quadro di accresciuta autonomia e responsabilità per l'uso economico delle risorse pubbliche.

Fonte:http://www.tuttoscuola.com/cgi-local/disp.cgi?ID=19176

sabato 24 gennaio 2009

Internet e Giornalismo: perchè Tettamanzi ha ragione


TETTAMANZI: SERVONO COMUNICATORI
Convegno“Il giornalismo ai tempi di internet. Serve ancora la professione?”.

Tettamanzi ai giornalisti: ”Avete il potere e il compito di ordinare la realtà, quasi per ricrearla, modellarla, non per falsarla, ma per fornirne un’interpretazione. Tornate al vostro protagonismo autentico di comunicatori” e ha concluso elogiando le inchieste che portano in primo piano argomenti “scomodi” come l’emarginazione, la povertà, la solitudine.

di Roberta Lerici

Nelle parole dell'arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi, sono racchiuse tante verità. Cosa sono diventati nell'era di Internet i giornalisti? Dei "ripetitori" di cose che accadono. Non c'è più ricerca, non c' è più analisi della notizia. Chi naviga spesso, troverà sui giornali del mattino, le stesse notizie lette nell tardo pomeriggio del giorno prima. Ma in rete, troverà persone che si dedicano agli approfondimenti di quelle notizie. Persone che portano la loro testimonianza sui blog e non sui giornali. Questo perchè, se un blog è ben fatto, le persone gli restano fedeli. Se poi riesce ad anticipare delle notizie e ad aggiungere a queste ultime un'analisi diversa da quella ufficiale diffusa dai telegiornali, allora sarà vincente sulla carta stampata e sulla televisione. I telegiornali spesso danno notizie false, come quella che accanto alle discariche possano crescere piante rigogliose (Tg2), o che la crisi economica sia finita (Tg4). Ma i Tg omettono anche tante notizie che, invece, in rete si trovano. Il suicidio delle due hostess dell'Alitalia, le immagini di alcune manifestazioni contro la riforma Gelmini, le testimonianze delle vittime della pedofilia. Tettamanzi dice che i giornalisti devono tornare a fare i giornalisti e ha ragione. Ormai si esprimono tutti allo stesso modo, usano le stesse parole, gli stessi verbi. E fanno anche tanti errori di grammatica e sintassi. Sono incapaci di uscire dallo schema della "Agenzia". Ho conosciuto una giornalista della CNN e mi ha colpito che facesse domande del tutto diverse da quelle a cui ero abituata a sentirmi rivolgere. Voleva capire, era introspettiva, non cercava uno scoop, ma restituire delle informazioni e uno stato d'animo. Spesso i giornalisti non si informano, non fanno ricerche, e così si limitano a mettere un titolo diverso ad un'Ansa. Spesso mi capita di trovare 10 articoli con titoli diversi, ma se li apro scopro che sono identici.E' ovvio che ci siano anche le eccezioni, ma appunto sono eccezioni.

Tettamanzi ha ragione su questo e su altri temi affrontati in questi ultimi mesi. E' una persona da seguire, perchè ha ancora la capacità di pensare.

TETTAMANZI: SERVONO COMUNICATORI

Nella ricorrenza di San Francesco di Sales, patrono delle comunicazioni, l’arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi ha inaugurato il nuovo portale della diocesi http://www.chiesadimilano.it/ e ha promosso un convegno dal titolo “Il giornalismo ai tempi di internet. Serve ancora la professione?”. Alla presentazione vi erano anche il direttore del Tg1, Gianni Riotta e Ferruccio De Bortoli a capo de “Il Sole 24 ore”. Tettamanzi ha definito il giornalismo un mestiere nel senso di “ministerium”, cioè servizio, del quale “non cesseremo mai di avere bisogno”. L’arcivescovo ha continuato dicendo: “La gente è stanca di leggere e vedere le questioni di attualità presentate sempre nella chiave dello scontro, delle polemiche, dello scandalo, della paura, dell’allarme”e ha auspicato un giornalismo meno “urlato”, “un mestiere” quasi in senso artigianale. Poi rivolgendosi ai giornalisti ha dichiarato:”Avete il potere e il compito di ordinare la realtà, quasi per ricrearla, modellarla, non per falsarla, ma per fornirne un’interpretazione. Tornate al vostro protagonismo autentico di comunicatori” e ha concluso elogiando le inchieste che portano in primo piano argomenti “scomodi” come l’emarginazione, la povertà, la solitudine. De Bortoli, nel suo intervento si è dimostrato ottimista nei confronti del futuro del giornalismo, richiamando le parole di Einaudi “l’informazione non è un male necessario, è manutenzione della democrazia; bisogna conoscere per deliberare”.
Maria Quarato
Fonte:http://www.barimia.info/modules/article/view.article.php?16241

Aborto: Vaticano risponde a Obama, "Scelta peggiore"

24 gen 12:07

CITTA' DEL VATICANO - Barack Obama ha scelto di fare "la cosa peggiore". Cosi' il Vaticano ha commentato la decisione del nuovo presidente degli Stati Uniti di concedere i finanziamenti alle Ong e alle cliniche che contemplano anche l'aborto come mezzo di pianificazione familiare nei Paesi in via Sviluppo. (Agr)

Obama:basta politicizzare l'aborto

Precisazione dopo ok ai fondi alle ong

"E' tempo di semttere di politicizzare il tema": in questi termini il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, è intervenuto con una dichiarazione scritta, per spiegare le ragioni della sua posizione in tema di aborto. Il presidente Usa ha appena deciso di firmare un ordine esecutivo che annulla il divieto di usare fondi federali per finanziare organizzazioni che promuovono l'aborto in paesi in via di sviluppo.

Aborto, Obama firma per fondi a Ong

Cambio di rotta rispetto all'era Bush

Il presidente americano Barack Obama ha firmato un ordine esecutivo che cancella il divieto, deciso dall'amministrazione Bush, di finanziare con fondi federali organizzazioni non governative e cliniche che offrono l'aborto all'estero come pratica di pianificazione familiare o lo propongono nei consultori. Si tratta di un'iniziativa che Obama aveva promesso durante la campagna elettorale.

"Basta politicizzare il tema"
"E' tempo di smettere di politicizzare il tema": Obama è intervenuto con una dichiarazione scritta per spiegare le ragioni della sua posizione in tema di aborto. Il presidente Usa ha dunque siglato il decreto esecutivo che sospende la cosiddetta "Mexico City Policy", il divieto stabilito da George W. Bush che impediva fino ad oggi alle organizzazioni che offrono la possibilità di abortire (o che anche solo forniscono consigli in vista dell'interruzione di gravidanza) di ricevere fondi dal governo federale. La mossa era attesa da tempo dalle associazioni per i diritti civili che avevano duramente contestato l'entrata in vigore della legge. La firma arriva nel giorno successivo al 36simo anniversario della sentenza Roe contro Wade che ha introdotto l'aborto nella legislazione americana nel 1973.

Nelle ultime ore una forte preoccupazione per il sostegno di Obama al diritto all'interruzione di gravidanza era stata espressa dai prelati americani. "I vescovi e altre persone negli Stati Uniti", ha detto Thomas Gerard Wenski, vescovo di Orlando, "sono molto preoccupati per il deciso sostegno di Obama al diritto all'aborto, da sempre lui ha votato ed ampliato quando era senatore".

Il presidente Ronald Reagan, negli anni Ottanta, aveva imposto il divieto di usare soldi pubblici per campagne di pianificazione familiare che includessero l'aborto. Bill Clinton, al suo arrivo alla Casa Bianca, aveva rimosso il divieto nel 1993 e George W.Bush lo aveva ripristinato nel 2001.

venerdì 23 gennaio 2009

COMITATI CHIAIANO: LA BATTAGLIA PER LA VERITA' SBARCA A BRUXELLES

Di Roberta Lerici*

Ieri sera a Porta a Porta, Francesco Rutelli stigmatizzava il fatto che un governo deve avere il coraggio delle proprie azioni e che, se si arriva alla conclusione che in qualche posto serve una discarica, "la discarica si fa e basta". Ecco, mi piacerebbe che gli esponenti politici che affrontano il tema rifiuti, prima di parlare si informassero bene sui termini del problema. Siamo partiti qualche mese fa con Veltroni che definiva le proteste dei cittadini di Chiaiano e Marano, come un mero "Not in my backyard". Già allora trovai strano questo giudizio così prematuro rispetto alle analisi che dovevano ancora essere effettuate. Perchè prendersela con i cittadini, se tra quei cittadini ci sono persone esperte come il geologo, professor Ortolani? Non sarebbe stato meglio essere più cauti? E non sarebbe meglio, oggi, prima di parlare di discariche da "fare e basta", informarsi su cosa sta accadendo? Informarsi sulle frane, gli smottamenti, i rischi che corrono i lavoratori della cava, ecc.? I rappresentanti della società civile, delle istituzioni, un geologo e un consigliere dell'IDV, sono stati ricevuti a Bruxelles e hanno illustrato la drammatica situazione della cava di Chiaiano dove, ricordiamo, è stata trovata anche una enorme quantità di amianto. Questa è la relazione sull'incontro. Tutte le informazioni e il video, potrete trovarle sul sito www.chiaianodiscarica.it. Io mi occupo di infanzia e forse qualcuno troverà strano che parli di discariche, ma in quelle zone ci sono anche bambini che per l'altissimo inquinamento della zona si sono ammalati, per non parlare di tutte le persone che sono morte. Ritengo, quindi, importante diffondere le notizie che riguardano questa battaglia per la salute e per la verità.

*Roberta Lerici responsabile politiche Infanzia IDV

Il 21/01/2009 una delegazione composta da rappresentanti delle istruzioni, dei tecnici e della società civile ha incontrato un gruppo di europarlamentari, giornalisti e dirigenti della direzione generale ambiente.

La delegazione di Napoli era composta da:

- Giovan Battista De Medici, geologo professore ordinario alla Federico II di Napoli

- Salvatore Perrotta, sindaco di Marano

- Carlo Migliaccio, consigliere comunale dell’ “Italia dei Valori”, presidente della commissione ambiente del comune di Napoli

- Massimo Esposito, come esponente della società civile del Presidio Permanente di Chiaiano.


INTERVENTI

Il Prof De Medici ha spiegato quanto le modalità sia della localizzazione dei siti dove devono essere realizzate le discariche, sia la loro realizzazione non seguono logiche tecniche. La documentazione esibita infatti, dimostra che è ancora ignota la logica di individuazione dei siti dove realizzare discariche, altri siti erano stati individuati da De Medici e dal suo staff quando venne chiamato dal commissariato di governo “perchè in grande difficoltà di competenze professionali” come essi stessi dichiararono.

Sono state spiegate le relazioni di De Medici ed Ortolani fatte sulla cava di Chiaiano e mostrato, anche con documenti video, quanto tutte le più nefaste previsioni tecniche da loro effettuate, sono state superate dagli eventi che si stanno verificando durante l’allestimento della discarica di Chiaiano da parte del sottosegretariato di governo (allagamenti, frane, ritrovamento di ingenti quantitativi di rifiuti tossici, asse viario alternativo proclamato e non individuato, etc.).

Il prof De Medici ha evidenziato il palese conflitto di interessi di Bertolaso, che è allo stesso tempo capo della protezione civile e sottosegretario di governo all’emergenza rifiuti.

Il Sindaco di Marano dott. Perrotta ha informato della rimozione delle più elementari regole legali e democratiche, quando il sottosegretariato impedisce ad essi la partecipazione attiva mediante la negazione dell’accesso libero al sito, la visione della documentazione ufficiale delle sua realizzazione e degli interventi adottati sulla rimozione delle diecimila tonnellate di amianto rinvenuti a quaranta metri della costruenda discarica.

Il dott. Perrotta, inoltre, ha denunciato lo sconfinamento sul suolo del comune di Marano senza alcuna richiesta ne informativa da parte del suddetto cantiere.

Questo nonostante la volontà di collaborare a risolvere la cosiddetta emergenza rifiuti avendo richiesto nel comune di Marano la realizzazione di un sito di compostaggio, molto utile e necessario, soprattutto alla luce del fatto che, attualmente l’umido viene smaltito in Sicilia, con un enorme dispendio di danaro pubblico e notevoli difficoltà logistiche.

Il consigliere comunale Migliaccio presidente della commissione ambiente del comune di Napoli, ha informato del diniego espresso dal consiglio comunale di Napoli, sulla individuazione della selva di Chiaiano quale sede di una discarica, in quanto tale zona, è stata gia da tempo sottoposta a vincolo paesaggistico ed ambientale quale sede del “parco delle Colline di Napoli” con progetti di riqualificazione ed identificata come polmone verde della città.

Migliaccio ha continuato facendo notare come siano sospette le modalità di aggiudicazione degli appalti dei lavori di realizzazione della discarica, ponendo l’accento sul fatto che sono sempre le stesse ditte ad essere “nominate” essendo stato rimosso l’obbligo, con la scusa dell’emergenza rifiuti, di effettuare regolari gare di appalto.

Massimo Esposito del comitato civico “La Rosa dei Venti” di Chiaiano e membro del “forum rifiuti della regione Campania”, in rappresentanza della società civile, che ha fortemente voluto un proprio delegato in questo incontro, oltre che illustrare le modalità violente con le quali si porta avanti la unidirezionale volontà dello Stato, ha illustrato le più palesi difformità di logica e legali della discarica e del piano rifiuti. E’ stato fatto notare che alla conferenza dei servizi, era stato affermato da parte dei tecnici del Sottosegretario Bertolaso la individuazione e/o la realizzazione di un asse viario idoneo alla grande quantità di autocompattatori (circa 250) data la congestione automobilistica che quotidianamente insiste in quella zona: tale via alternativa dichiarata è stata rimossa, perché inesistente. E’ stato fatto osservare che laddove si individui una discarica di rifiuti tossici, il sito viene di norma immediatamente sequestrato, come è avvenuto nelle cave adiacenti a quella del poligono individuata come sede della discarica, cosa che la Procura di Napoli in questo caso non ha ancora fatto nonostante l’ingente quantitativo di amianto rinvenuto.

E’ stata consegnata una denuncia firmata dai Cittadini del presidio contro legge che permetterebbe allo Stato di dare ingenti quantitativi, di denaro pubblico, i famigerati CIP6 (svariate decine di miliardi di euro) anche a coloro che bruciano i rifiuti “tal quale” (senza previa selezione) sottraendoli ai legittimi beneficiari, cioè i produttori di energia da fonti rinnovabili.

In fine è stato informato come non sia stato fatto nulla di strutturale per risolvere in modo definitivo l’emergenza rifiuti: per esempio riduzione della produzione, riciclaggio e potenziamento dell’impiantistica esistente.

I parlamentari europei si sono detti molto allarmati della situazione ed hanno dichiarato che tutto ciò è in contrasto con quanto ufficialmente dichiarato e reclamizzato dallo Stato Italiano e cioè che l’ emergenza rifiuti in Campania fosse finita.

Hanno dimostrato preoccupazione per la spesa pubblica soprattutto per l’enorme affare CIP6 e per quanto riguarda la discarica di Chiaiano hanno espresso la volontà di effettuare una urgente trasferta a Napoli e di incontrare Il capo della Procura della Repubblica.

La Direzione Generale dell’Ambiente ha risposto che per la commissione europea vale il “principio della onestà degli stati membri”, per tanto le informazioni pervenute ad essi dal Sottosegretario Bertolaso vengono date per buone.

I tecnici di Bruxelles però si sono detti disponibili a vagliare sia quanto da noi gia documentato che altre integrazioni di specifiche violazioni delle norme comunitarie da noi individuate. E’ stato però dichiarato di non capire perché per le altre regioni sono disponibili gli specifici quantitativi di rifiuti prodotti, mentre per la Campania anche dopo ripetute sollecitazioni ciò non sia ancora stato possibile. La dott.ssa Buccella in rappresentanza di tale Direzione Generale, ha sottolineato che essi sono coscienti che nulla di strutturale è stato fatto e per questo l’Italia è in attesa di giudizio alla Corte di Giustizia Europea. Tale giudizio è stato rinviato dopo che il nostro governo ha chiesto tempo per le controdeduzioni.

Comitato Civico La Rosa dei Venti di Chiaiano /23 gennaio 2009


Maturità, Gelmini annuncia su YouTube le materie della seconda prova



'Dobbiamo uniformare gli standard qualitativi del nostro sistema scolastico''


''Latino al classico e matematica allo scientifico''. E' la prima volta nella storia della scuola italiana che la comunicazione viene fatta via internet (Guarda il video). Il ministro dell'Istruzione, indirizzandosi direttamente agli studenti, ha prospettato anche la possibilità di realizzare la prova, "in un futuro molto vicino", attraverso dei test. La prima volta del cinese come prova scritta nei licei linguistici

Scuola: Il programma di Obama, il ministro di Obama



Questi sono i principali punti del programma di politica scolastica presentato dal candidato democratico Barack Obama:

- Riformare la legge "No Child Left Behind" (NCLB), approvata nel 2001 con voto bipartisan, nel senso di rifinanziarne gli aspetti più mirati all'equità. Sì ai buoni scuola (vouchers), da utilizzare però solo nelle scuole pubbliche.

- Puntare su una educazione prescolastica generalizzata e di alta qualità, in modo che i bambini entrino nella kindergarten (5 anni) già pronti a leggere.

- Mantenere i test standardizzati, ma affiancandoli con altre prove che mettano in luce la creatività e le capacità critiche degli studenti (higher order thinking skills).

- Favorire l'impiego di docenti preparati in tutte le classi, ma soprattutto in quelle collocate nelle aree più povere e a più alto tasso di immigrazione, rafforzando gli incentivi già previsti nella NCLB.

- Retribuire meglio gli insegnanti, privilegiando quelli che si mostrano più disponibili e capaci di assumere compiti impegnativi nell'aiutare gli allievi a migliorare le loro competenze (merit pay). Il merito va però accertato solo attraverso le performance degli studenti nei test standardizzati.

- Sostenere i capi di istituto e gli school leaders più efficienti. Valorizzare le scuole di qualità come le "charter schools".

- Fare delle Scienze, della Matematica e delle Tecnologie una priorità nazionale, premiando gli Stati che più si impegnano in questa direzione.

- Ridurre il tasso di dropout nella high school (13-17 anni) migliorando i metodi di insegnamento e ampliando le opportunità di proseguire gli studi anche attraverso un più ampio sistema di prestiti agli studenti.

- Incoraggiare i genitori ad assumere un ruolo più attivo nell'educazione dei figli sia a casa che a scuola.

Il programma di Obama, come si vede, rilancia per molti aspetti la legge di Bush "No Child Left Behind", ma rafforzando il ruolo della scuola pubblica come agente di equità. Forte è l'accento posto sul premio al merito a tutti i livelli e per tutti i soggetti interessati, compresi quelli istituzionali: studenti, insegnanti, dirigenti scolastici, school leaders da una parte, ma anche Stati, distretti scolastici e scuole virtuose dall'altra. E'previsto un aumento della spesa complessiva, da finanziare con il rinvio per cinque anni di un costoso progetto della NASA.

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Il ministro dell' Istruzione Usa si chiama Arne Duncan.

Duncan rappresenta un punto di equilibrio nel dibattito sulla scuola pubblica che ha ultimamente diviso i Democratici, dopo gli anni di Bush.
In Giugno due gruppi rivali di educatori democratici hanno fatto circolare due manifesti contrapposti. Un gruppo rivendicava una politica che imponesse a docenti e amministratori scolastici di migliorare i risultati, l'altro gruppo sosteneva che le scuole da sole non possono colmare il gap razziale che tuttora permane nelle scuole e rivendicavano nuovi investimenti per l'istruzione e una serie di misure per aiutare gli studenti poveri.
Duncan è stato il solo assessore dei grandi distretti scolastici a firmare entrambi i manifesti, sostenendo che erano necessarie entrambe le misure: da un lato che le scuole in USA rendessero conto del loro operato, dall'altro che venissero stanziati più fondi, che fossero reclutati bravi insegnanti e che si realizzasse un grande programma di formazione dei docenti.br_obama
Barak Obama
Nel decidere di mettersi a cavallo dei due schieramenti, Duncan è parso abbracciare la scelta di Obama, quella cioè di scuotere i persistenti "stantii dibattiti sulla scuola".
Nel suo ultimo e più importante discorso Obama aveva detto: "nell'istruzione abbiamo i Democratici contro i Repubblicani, i buoni scuola contro lo status quo, la richiesta di più soldi contro la richiesta di più riforme. Ci sono schieramenti di partito e contrapposizioni, ma non sono emerse buone idee da nessuna parte"
I due campi rivali all'interno del partito democratico hanno in queste ultime settimane tentato di fare pressioni su Obama per fargli nominare un ministro di loro gradimento. Con questa scelta Obama è riuscito a mettere a tacere tutti.
L'amicizia di Duncan con Obama è cominciata sui campi di basket quasi vent'anni fa, ma si è approfondita da quando è diventato assessore all'istruzione di Chicago nel 2001 e Obama l'ha spesso utilizzato come esperto per dibattiti sull'istruzione.Arne Duncan
Arne Duncan
Duncan è stato quello che più di ogni altro ha aiutato Obama a stendere il programma sull'istruzione, che comprende il reclutamento di migliaia di nuovi insegnanti, la sollecitazione agli amministratori locali ad adottare per gli insegnanti incentivi in base al merito, il reclutamento e la formazione dei dirigenti scolastici e una nuova enfasi sull'educazione matematica e scientifica. Il programma ha anche indicato la necessità di maggiori investimenti federali per le scuole dell'infanzia, considerati molto più importanti rispetto a quelli successivamente spesi per recuperare ritardi negli apprendimenti. Duncan si è impegnato per diversi anni per ampliare il numero di posti nelle scuole dell'infanzia di Chicago, riuscendo ad incrementarli di 1000 all'anno.
Una delle maggiori sfide che Duncan dovrà affrontare, come Ministro dell'istruzione, sarà di ricostruire quel consenso bipartisan che permise a Bush nel 2001 di fare approvare la riforma No Child Left behind. L'anno scorso un tentativo di riscrivere la legge, immettendovi un'importantissima norma sulla scuola pubblica, fallì per l'opposizione dei conservatori che non erano assolutamente d'accordo che la legge invadesse l'autonomia dei singoli stati.
Obama ha rivendicato una profonda riscrittura della legge del 2001, ma ha difeso le norme sull'accountability (rendicontazione delle scuole) che impongono alle scuole progressivi miglioramenti.
Ora il compito di riscrivere la legge passa in primo luogo nelle mani del 44enne Duncan.

Se volete leggere il programma di Obama per l'Istruzione in inglese, cliccate
qui