giovedì 22 gennaio 2009

PSICOFARMACI PER PUNIZIONE: INDAGINI SUL CENTRO DI RECUPERO MINORILE "CAVANA'" NEL PARMENSE


Note: questo caso mi è stato segnalato dall'associazione "io sò Carmela", dal nome della ragazzina di 13 anni violentata da alcuni minorenni e, dopo le "cure" a base di psicofarmaci in un centro di recupero, è volata dal settimo piano della sua casa. (leggi articolo) (questo il sito dell'associazione: www.iosòcarmela.net)


PSICOFARMACI PER PUNIZIONE: INDAGINI SUL CENTRO DI RECUPERO MINORILE "CAVANA'" NEL PARMENSE



La mostra delle opere dei ragazzi è ancora in preparazione: "CavanArte, quando il recupero diventa un'arte". E' al terzo allestimento: sculture, quadri e istallazioni realizzati con materiali recuperati in paese e trovati dai ragazzi nei boschi di Pellegrino Parmense. Opere che quest'anno sono state inserite nel programma della XXIII edizione della festa del paese del 12 e 13 luglio . Dovrebbero mostrare il lato più bello del centro terapeutico riabilitativo "Cavanà", anche se un'altra faccia di questa comunità di recupero al centro di un esposto presentato alla Procura della Repubblica di Parma. Una testimonianza fatta da Lorenzo Vecchi, ex educatore della struttura, che afferma di aver assistito a pratiche di sedazione farmacologica sui ragazzi ospitati nella struttura. Denuncia sulla quale stanno indagando i Nas di Parma, che già hanno effettuato una perquisizione al Cavanà nei giorni scorsi. Il direttore respinge ogni accusa, i carabinieri hanno chiesto dei chiarimenti sull'inquadramento di alcuni infermieri e proseguono le indagini. Altre conferme arrivano dalle insegnanti della scuola media di Pellegrino che hanno notato nei ragazzi "strani atteggiamenti".


La pratica della fialatura


Fialatura: è questo il termine con cui viene indicata nell'esposto, la pratica usata nella residenza sanitaria psichiatrica. Secondo la denuncia depositata da Vecchi si tratta di un sistema con cui punire i ragazzi irrispettosi dell'autorità degli educatori, attraverso un mix di psicofarmaci che "nello spazio di pochi minuti causano una profonda debolezza e sonnolenza, con un senso di impotenza che nel ragazzo si esprime in tristezza e sonno". Al "Cavanà", denuncia il ragazzo che dice di aver lasciato il posto di lavoro dopo aver subito delle minacce, l'aria è sempre tesa. "Il rapporto fra educatore e ragazzo è di netta superiorità di uno sull'altro e viene ricordato spesso che l'educatore ha sempre ragione, su qualsiasi argomento" viene scritto all'inizio dell'esposto. Oltre alle parole ci sono anche i fatti: secondo quanto dichiarato dall'ex dipendente, sono avvenuti episodi violenti all'interno della struttura, ospitata nell'ex albergo "Appennino" di Pellegrino Parmense: "All'interno del Cavanà - è scritto - si ricorre alla fiala contro il consenso dell'utente in maniera coercitiva - modalità legittime solo nei casi di Trattamento sanitario obbligatorio - anche quando il ragazzo si rifiuta di obbedire agli ordini impartiti o si permette di contestarli indipendentemente da qualsiasi espressione di violenza". Fiale quando i ragazzi non vogliono andare a scuola, fiale quando i ragazzi non chiedono scusa a un educatore, fiale come punizione corporale: "Ho assistito - afferma nell'esposto l'educatore che dopo aver affrontato la questione è stato allontanato dalla struttura - ad occasioni in cui la fiala è stata usata come mezzo punitivo: a seguito di una discussione che gli ospiti della struttura avevano avuto durante la serata, tre ragazzi vennero fialati tre ore dopo essere andati a dormire. Uno dei ragazzi è stato buttato a terra e immobilizzato".

GUARDA LA TESTIMONIANZA IN VIDEO:

http://parma.repubblica.it/multimedia/home/2525323


Le violenze
C'è poi il caso di una ragazza ospitata nella struttura che "si era opposta alla somministrazione della fiala e perciò venne scaraventata sul letto dal referente della struttura, che le mise un ginocchio sulla schiena e uno dietro le gambe, mentre l'infermiera iniettava due fiale". In un'altra occasione la giovane sarebbe stata sottoposta a una punizione particolare: "Dopo aver subito l'iniezione di una fiala - si legge sempre nell'esposto - è stata costretta a rimanere in piedi nel corridoio per alcune ore. Se cadeva o si addormentava, veniva rimessa in piedi e lasciata lì". Il trattamento della fiala sembrerebbe, dalla testimonia, esulare dalle competenze della comunità terapeutica. Una struttura per l'ausilio psicoterapeutico di minori, con problematiche socio familiari e finalizzata al recupero sociale.

Sulla vicenda stanno indagando i Nas di Parma, che già hanno effettuato una perquisizione al Cavanà. Hanno raccolto documenti e chiesto chiarimenti alla direzione in merito alla posizione di alcuni infermieri che non avrebbero tutte le abilitazioni richieste per operare nella struttura. Anche chi vive a Pellegrino Parmense ha avuto dubbi sul modo di trattare i ragazzi ospitati: "Li vedo spesso uscire per fare alcune marce attorno alla casa. Tutti in gruppo, non possono parlare con nessuno. Per quasi un'ora girano attorno a passo di marcia, guidati da uno o più educatori", spiega uno dei lavoratori della struttura psichiatrica comunale di Pellegrino, che dista pochi metri dal Cavanà: "Personalmente questa pratica non mi da l'impressione di essere ginnastica, come dicono loro". Anche alcune insegnanti della scuola media di Pellegrino confermano la "strana situazione". Alcune di loro hanno raccolto le confidenze di un ospite del Cavanà, che avrebbe raccontato di essere stato fialato dopo aver baciato una coetanea, anch'essa ospite della struttura.

I silenzi e le minacce
Dopo la denuncia, l'idea era quella di documentare come vivono i ragazzi della residenza terapeutica Cavanà, e chiedere una risposta alle accuse scritte nell'esposto presentato in Procura. Dopo aver preso accordi telefonici con il direttore sanitario della struttura Ron Shmueli, Repubblica è entrata al Cavanà: un posto splendido, una comunità che appare linda, tinteggiata di fresco, con le porte aperte e i ragazzi in giardino a terminare le opere d'arte o a fumarsi una sigaretta, seguiti da un educatore che non li lascia mai soli. Ma alla vista del registratore e della macchina fotografica, il clima è cambiato: impossibile fare domande sul controllo dei Nas. Il referente della struttura Matteo Ferradini telefona a Ron Shmueli che senza mezzi termini avverte: "Siete diffidati dal pubblicare qualunque cosa sulla comunità". Intanto i ragazzi sono nel giardino e continuano a rifinire le loro opere d'arte. Domani c'è l'inaugurazione della mostra. Fonte: "LaRepubblicaParma".


Questo l'appello lanciato dall'associazione "Io sò Carmela":


QUESTA E' UNA SEGNALAZIONE ED AL TEMPO STESSO UNA RICHIESTA DI AIUTO, PERVENUTA ALLA NOSTRA ASSOCIAZIONE "IOSO'CARMELA" PER QUANTO ACCADE IN QUESTO CENTRO (E VI ASSICURO CHE AHIME' NON E' L'UNICO). NOI, COME NOSTRA CONSUETUDINE CI STIAMO MUOVENDO, PER ESSERE AL FIANCO DI CHI CI CHIEDE AIUTO E SOSTEGNO, CI STIAMO METTENDO IN CONTATTO CON CHI DI DOVERE PER RACCOGLIERE QUANTE PIU' PROVE POSSIBILI PER FAR CHIUDERE IMMEDIATAMENTE QUESTO CENTRO E FAR PAGARE LE LORO RESPONSABILITA' PENALI (QUALORA VENGANO ACCERTATE, LO DICO QUALORA QUALCUNO DI QUESTI ESSERI AVESSE ANCHE IL CORAGGIO ((NON MI MERAVIGLIEREI)) DI DENUNCIARCI PER CALUNNIE) AI SUOI GESTORI!

LA COSA CHE PERO' LASCIA MOLTO PERPLESSI E' CHE NONOSTANTE CI SIANO IN CORSO DELLE INDAGINI PER ACCERTARE QUANTO AVVIENE IN QUESTO LAGHER E NONOSTANTE ALL'INTERNO DI QUESTO LAGER CAMUFFATO DA COMUNITA' TERAPEUTICA VIVANO ANCORA 14 BAMBINI, LE AUTORITA' GIUDIZIARIE NON HANNO ANCORA PRESO ALCUN PROVVEDIMENTO QUANTOMENO CAUTELATIVO (DEL RESTO NON LO HANNO FATTO NEMMENO NELLA NOSTRA VICENDA PERSONALE)!

E NEL FRATTEMPO, QUESTI ESSERI HANNO TUTTO IL TEMPO DI INQUINARE PROVE, CONTINUANO AD INCASSARE SOLDI, E VENDERE PSICOFARMACI, SFRUTTANDO I DRAMMI DELLA POVERA GENTE!

AMICI MIEI E' QUESTA LA VERA ITALIA! E' QUESTO IL VERO BEL PAESE! ALTRO CHE CIVILTA' QUESTO E' NAZISMO! ALTRO CHE DEMOCRAZIA QUESTA E' DITTATURA!

NOI SIAMO STANCHI DI TUTTO CIO' E SOPRATTUTTO NON VOGLIAMO ESSERE COMPLICI DI QUESTO SCHIFO! VOI CHE FATE CE LA DATE UNA MANO CON I FATTI A ELIMINARE QUESTE REALTA' O NO? NON ILLUDIAMOCI CHE CIO' NON POTRA' MAI CAPITARE A NOI VIVIAMO TUTTI SOTTO LO STESSO CIELO ......E L'ORIZZONTE E' NERISSIMO ED ISPIRA TEMPESTA!!!!!!

Di seguito il botta e risposta nato dopo la pubblicazione della denuncia

Comunicato della Coop. Fantasia

http://parma.repubblica.it/dettaglio/Psicofarmaci-per-punizione-Interrog... 15/07/08
A seguito di quanto emerso negli ultimi giorni dalle pagine dei quotidiani locali il dott. Giovanni Capece, presidente di Cooperativa Fantasia, che da quasi un anno collabora con la comunità terapeutica “Cavanà” di Pellegrino Parmense attraverso progetti di coinvolgimento dei giovani ospiti della struttura in attività lavorative, in particolare nel settore agricolo e del verde pubblico, ritiene giusto chiarire la posizione della cooperativa rispetto a quanto sta accadendo. Parte degli educatori presenti presso la comunità di Pellegrino Parmense sono infatti dipendenti della stessa, così come lo era l’educatore che sta raffigurando Cavanà come “un luogo del terrore”.

Il dott. Capece interviene a questo proposito proprio per sottolineare come la prosecuzione della collaborazione con la struttura testimoni che quanto affermato non corrisponde alla realtà dei fatti. “La nostra storia di cooperativa sociale e di persone fortemente votate al volontariato solidale, così come l’impegno per i giovani e per il nostro territorio dimostrato nella gestione di centri di aggregazione giovanile, ci auguriamo possano essere in tal senso di garanzia per tutti: tanto che, se nella residenza per minori Cavanà non ci fosse rispetto per le persone cooperativa Fantasia troncherebbe immediatamente ogni rapporto.” La cooperativa e il suo presidente non intendono per questo entrare nel merito di quanto accaduto lo scorso fine settimana a Pellegrino, ben conoscendo l’attenzione che il dottor Ron Shmueli ha per i suoi ragazzi e come abbia sempre operato per un positivo completamento del loro percorso terapeutico, impegnandosi nel preservare questi giovani – che hanno una comprensibile fragilità emotiva – da quelle strumentalizzazioni che possono servire alla visibilità di alcuni e al tempo stesso destabilizzare l’equilibrio di giovani che hanno affidato il loro futuro alla buona riuscita di questo percorso.

“Questo è il medesimo motivo – aggiunge il dott. Capece - per cui si è esaurito il nostro rapporto di fiducia con l’educatore che oggi accusa Cavanà di ogni nefandezza. Non entriamo nel merito delle scelte ideologiche che caratterizzano tale signore ciò che è certo, così come gli è stato ripetutamente contestato, è che ha cercato di introdurre un sistema educativo assolutamente personale. In questo caso abbiamo dovuto prendere le distanze perché i nostri ragazzi non posso essere educati con approcci educativi pseudo sessantottini. Cavanà è un luogo in cui le personalità si ricostruiscono, in cui i giovani tornano ad avere fiducia in sé. È per questo che mi sento di invitare Giuseppe Villani, così come gli altri consiglieri regionali a venire a visitare la struttura e conoscere i ragazzi e gli educatori. Cadrà ogni pregiudizio”.

Comunicato del direttore sanitario della struttura psichiatrica
http://parma.repubblica.it/dettaglio/Psicofarmaci-la-verita-di-Cavana/14...
17/07/2008

Il direttore sanitario Ron Shmueli risponde alle accuse sulla gestione della residenza sanitaria. Accuse a Vecchi che aveva presentato un esposto all procura
Ilbspdirettore sanitario della residenza psichiatrica per minori dr. Ron Shmueli ha fatto pervenmiore la sgeuente precisazioneIn merito all'azione diffamatoria messa in atto in questi giorni, la Comunità Terapeutica Cavanà ritiene opportuno ribadire la falsità di tutte le dichiarazioni apparse sulla stampa.
Cavanà intende sottolineare che il Sig. Vecchi non è mai stato suo dipendente e, quanto alle accuse mosse, rimarca che si tratta di pura fantasia morbosa.
Il Sig. Vecchi ci è stato fornito dalla Cooperativa Sociale Fantasia con tutte le garanzie professionali.
Riguardo al suo comportamento lavorativo, però, a differenza di tutti gli altri operatori della sopra citata Cooperativa, esso ci è parso in breve tempo contrario a qualsiasi tipo di approccio terapeutico riabilitativo al disturbo psichico; ha sotterraneamente fomentato l'idea che l'utilizzo dei farmaci sia inutile e, di conseguenza, ogni somministrazione una forma di violenza.
Vecchi ha deliberatamente fornito ai ragazzi alcool e altre sostanze.
E' stato altresì evidente che, durante il breve periodo in cui l'operatore ha prestato servizio in struttura, si sia prodotto in racconti personali in merito alle proprie esperienze con sostanze stupefacenti e di sesso disinibito, istigando gli stessi ragazzi ad emularlo in tali azioni.
L'acquisto della sostanze sopra citate sarebbe infine avvenuto utilizzando denaro destinato alle casse degli ospiti.
Il Vecchi avrebbe circuito gli ospiti per ottenere dati sensibili e informazioni sulle rispettive famiglie, violando gravemente la normativa sulla privacy e diffondendoli in ambienti pericolosi.
Più volte ha caldeggiato i ragazzi a ribellarsi alle indicazioni del Tribunale dei Minori, istigandoli alla fuga.
Ha minato le fragili menti degli ospiti, proponendo suggestioni irrealizzabili come le molteplici promesse di adozione e ospitalità presso la propria casa.
In seguito a tutto ciò è stato allontanato dalla struttura e licenziato dalla propria Cooperativa per comportamento grave ed incompatibile con la professione.
Crediamo ora doveroso mettere a conoscenza di tutti che la nostra comunità è una struttura terapeutica per minori con disturbi psichici, autorizzata dalla ASL provinciale.
I ragazzi ospitati sono inviati dai medici curanti delle proprie Aziende Sanitarie Locali, dai Servizi di Neuropsichiatria Infantile e dai Servizi Sociali dei Comuni per un periodo di cura che preveda un intervento riabilitativo integrato, di tipo educativo, psicologico e farmacologico insieme.
La terapia farmacologia, inoltre, viene concordata e prescritta dai medici dei servizi di Neuropsichiatria Infantile e delle ASL invianti prima dell'ingresso di ciascun ragazzo.
Le famiglie degli ospiti e i servizi invianti esprimono il proprio consenso informato al momento dell'ingresso dopo aver preso visione della nostra carta dei servizi e le nostre procedure
Tra gli obiettivi principali che l'équipe curante si prefigge c'è la progressiva eliminazione della terapia farmacologia, in ragione del benessere raggiunto dai singoli ospiti.
Tra i risultati scolastici ottenuti anche quest'anno, la frequenza della maggior parte dei ragazzi nella scuola è stata coronata da grande successo: professori e presidi hanno espresso la loro soddisfazione nell'andamento scolastico, nonché meraviglia per il rapido cambiamento comportamentale e caratteriale.
Un gran numero dei ragazzi è rientrato in famiglia nella propria casa, ringraziando l'esistenza di realtà come la nostra ed altre simili. I genitori hanno riconosciuto la grande intensità emotiva e la difficoltà del nostro lavoro quotidiano. Ognuno dei ragazzi ha dato secondo le proprie possibilità ed ha ricevuto secondo i propri bisogni.
Le giornate in Comunità seguono i principi ecologici di vita sana e di movimento in ambiente naturale, sotto forma di attività sportiva: dal calcio su campo in erba alla bicicletta, dalla corsa al nuoto o passeggiata all'aria aperta con l'obiettivo di esaltare il benessere psicofisico.
La comunicazione dei ragazzi con le famiglie avviene in modo libero per via telefonica, con visite a frequenza regolare e permessi a casa; altrettanto avviene per la socializzazione e l'inserimento dei giovani nel tessuto locale, anche grazie ai progetti di avviamento al lavoro offerti ai nostri ospiti dalle imprese del territorio.
Cogliamo l'occasione, infine, per ringraziare tutta la popolazione locale per l'accoglienza da sempre dimostrata e per l'affetto che hanno riconosciuto ai ragazzi di Cavanà

Comunicati varii
http://parma.repubblica.it/dettaglio/Cavana-continua-la-polemica-Vecchi-...

Si alzano le voci in difesa di Lorenzo Vecchi, l'educatore che ha accusato la residenza psichiatrica Cavanà di punire i degenti con l'utilizzo di psicofarmaci

Continuano le schermaglie attorno al caso Cavanà, la residenza terapeutica psichiatrica per minori di Pellegrino Parmense accusata in un esposto di utilizzare fiale di psicofarmaci in maniera punitiva nei confronti dei ragazzi ospitati.

Dopo le parole di Ron Shmueli, direttore sanitario della struttura Cavanà, che ha accusato Lorenzo Vecchi, il lavoratore che ha effettuato la denuncia, di avere un comportamento "contrario a qualsiasi tipo di approccio terapeutico riabilitativo al disturbo psichico", arrivano le voci in difesa dell’educatore che ha deciso di portare alla luce la situazione che si vive nella struttura di Pellegrino Parmense.

La prima replica è arrivata dal gruppo antipsichiatrico Elleboro: "Le prime denunce di violenza fisica, psichica e farmacologica, pubblicate in data 11 luglio sul sito web parma.repubblica.it, sono emerse grazie al coraggioso atto d'accusa di un ex operatore della struttura. Queste dichiarazioni sono state seguite da una vicenda non meno grave. Il giorno sabato 12 luglio alcune persone del nostro gruppo si sono recate nella comunità psichiatrica in quanto nell'articolo de la Repubblica si menzionava la mostra pubblica che si sarebbe tenuta i pomeriggi del 12 e 13 luglio nei locali della comunità. Una volta là, invece che d'arte, lo spettacolo a cui abbiamo assistito è stato di tutt'altra natura. Come già scritto sulla stampa locale il 13 Luglio, il direttore Ron Shmueli sotto gli occhi allibiti di tutti ha usato violenza verso un ospite del Cavanà, e poi verso una visitatrice della mostra. Tali espliciti comportamenti violenti messi in atto di fronte al pubblico ci fanno temere che le denunce precedentemente apparse sul quotidiano la Repubblica siano ben fondate.

Questo timore è avvallato inoltre dalla chiusura della mostra e dalla diffida sempre del Ron Shmueli al giornalista di La Repubblica che voleva documentare l'attività del centro. Se la struttura porta avanti un lavoro educativo corretto, perché teme un'inchiesta giornalistica? Perchè teme la visita di estranei ad una mostra artistica precedentemente pubblicizzata? Esprimiamo quindi la nostra forte preoccupazione per il fatto che gli ospiti siano ancora residenti in una comunità che esplicita un'allarmante deriva violenta e invitiamo quindi le autorità responsabili ad allontanare immediatamente i ragazzi ospiti dalla struttura. Concludiamo rispondendo alle dichiarazioni di Ron Shmueli: le affermazioni fatte sull’educatore Lorenzo Vecchi sono tutte falsità, a partire dal licenziamento che non c'è mai stato, e tantomeno nei toni citati da Shmueli. Di queste calunnie il Direttore ne risponderà di fronte alla autorità preposte".

Il gruppo Elleboro risponde anche alle accuse del Dottor Giovanni Capace, che per primo ha replicato all’inchiesta effettuata da Repubblica.it: "In merito alle dichiarazioni del Dott. Capece, che definisce le modalità educative dell'operatore protagonista della denuncia, come pseudo sessantottine: quello a cui si riferisce è stato un periodo di grandi rivoluzioni culturali che hanno portato infine nel 1978 alla Legge 180, la quale sostanzialmente riconosceva nei cosiddetti malati mentali (definizione in cui non ci riconosciamo) la dignità di persone come tutte le altre, dignità che nel nostro caso specifico sembra invece sia stata calpestata".

A difesa di Lorenzo Vecchi anche l’unione sindacale italiana, che dopo aver letto le dichiarazioni del direttore della Coop. Fantasia ha spiegato che "il lavoratore in questione è un professionista serio. Inoltre la vicenda complessiva inviterebbe lo stesso Capace ad una maggior cautela nel dare giudizi così perentori su persone che, al contrario, dovrebbero essere ringraziate per avere finalmente scoperchiato una realtà assolutamente discutibile".

Un’altra voce che difende Lorenzo Vecchi e il suo operato è quella di Massimiliano Ilari, educatore e insegnante dal 1993 in molte realtà di Parma, che ha scritto a Repubblica spiegando il suo punto di vista: "Avendo seguito le disdicevoli vicende che hanno coinvolto la comunità per minori di Pellegrino Parmense, sono restato letteralmente di 'sasso' di fronte alle esternazioni del Dr. Capece della Coop. Fantasia, il quale, dopo aver difeso totalmente l’operato dell’Associazione accusata di maltrattamenti sui minori, non trova di meglio che accusare invece il lavoratore dal quale sarebbe nato il caso, sul quale preferisco non entrare. Questo lavoratore, anonimo nell’articolo, è conosciuto da tanti qui a Parma come persona seria, ben lontano dal ritratto che se ne fa. Avendo ricoperto per diversi anni il ruolo di Coordinatore di varie realtà per disabili a Parma per conto di due grosse coop. locali, ho potuto conoscere in modo approfondito quel lavoratore, che si è sempre dimostrato estremamente professionale, attento, scrupoloso, tanto che io stesso l’ho contattato al momento del cambio di gestione dell’appalto, perché ritenevo importante l’ausilio di un così prezioso collaboratore.

Certamente, lo stesso ha un modus operandi originale (quantunque sempre rispettoso) che risulta quanto mai apprezzato anche dagli utenti coi quali è venuto in contatto. In ogni caso, se vi sono ancora Educatori che operano anche in virtù di una forte e positiva carica ideale, questo non va che a confermare il merito della persona, che ha ritenuto, avendo riscontrato il disinteresse nel quale certi fatti continuavano ad accadere, che fosse suo dovere morale (finalmente!) denunciarli pubblicamente". (DAL SITO: http://www.nopazzia.anti-psichiatria.com/node/294)


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