venerdì 16 gennaio 2009

Gelmini: bocciati con il 5 in condotta, ecco il nuovo decreto




(DIRE) ROMA - Pugno duro del ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, contro i bulli e i violenti. È stata pubblicato infatti il decreto ministeriale sulla valutazione del comportamento degli alunni, molto atteso da presidi e docenti. In buona sostanza, alle medie e alle superiori torna il voto in condotta: il 5 (i voti sono in decimi) comporta la bocciatura o, se si frequenta l'ultimo anno, il mancato accesso agli esami. Ma perché questo avvenga, specifica il documento, non si può tener conto solo "di un singolo episodio" e devono sussistere "comportamenti di particolare ed oggettiva gravità".
"Basta con il bullismo. D’ora in avanti a scuola chi prenderà meno di 6 in condotta sarà bocciato", specifica il ministero. La novità è stata introdotta con il decreto legge Gelmini dello scorso 7 settembre, convertito in legge a ottobre. A determinare l'intervento del ministero, spiega il decreto odierno, sono stati i "fenomeni di violenza, di bullismo e di offesa alla dignità e al rispetto della persona, che si verificano in maniera purtroppo ricorrente anche nelle istituzioni scolastiche". Episodi che, continua il decreto firmato dalla Gelmini, "richiedono corresponsabilità educativa tra scuola, genitori e territorio, nonché l’elaborazione ed il rispetto di norme condivise". Il decreto, comunque, specifica che "la valutazione del comportamento non può mai essere utilizzata come strumento per condizionare o reprimere la libera espressione di opinioni, correttamente manifestata e non lesiva dell’altrui personalità, da parte degli studenti".
A decidere le sorti dello studente è il Consiglio di classe che tiene conto dei comportamenti tenuti "durante tutto l'anno". La valutazione insufficiente del comportamento "soprattutto in sede di scrutinio finale, deve scaturire da un attento e meditato giudizio del Consiglio di classe". E comunque merita un voto inferiore al sei solo lo studente, spiega il decreto ministeriale, "che è incappato in sanzioni disciplinari per episodi gravi e che "successivamente alla irrogazione delle sanzioni di natura educativa e riparatoria previste dal sistema disciplinare, non abbia dimostrato apprezzabili e concreti cambiamenti".
16 gennaio 2009

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