giovedì 22 gennaio 2009

L'incubo dei voti in condotta fioccano insufficenze e polemiche


Per la prima volta le scuole alle prese con nuove norme e circolari in ritardo
Studenti e Cgil denunciano: "Totale confusione". La difesa della Gelmini


di SALVO INTRAVAIA

E' tempo di scrutini quadrimestrali e iniziano a fioccare i votacci in condotta. L'applicazione della norma sulla valutazione del Comportamento alla scuola media e superiore, approvata pochi giorni fa, comincia a suscitare polemiche. In alcuni casi, per effetto del ritardo con il quale è stato reso noto il provvedimento, sono state attribuite insufficienze in condotta "non dovute" e le organizzazioni studentesche parlano di scuole in preda alla confusione.

Alcune denunce. All'istituto professionale Magistri Cumacini di Como gli scrutini quadrimestrali si sono svolti prima del 16 gennaio scorso, data in cui è stato pubblicato il decreto sulla valutazione del comportamento, e una decina di studenti si sono ritrovati con 5 in condotta. L'intenzione dei prof era quella di "dare un segnale a ragazzi sospesi che non hanno mostrato segni di pentimento". Ma il provvedimento del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini prevede l'insufficienza soltanto in casi gravi e le valutazioni attribuite ai ragazzi, che rischiano la bocciatura, sono da considerarsi "illegittime".

Al liceo scientifico Einstein di Piove di Sacco (Padova) cento studenti avranno 6 in condotta, uno addirittura 5. A determinare il pugno di ferro dei docenti sono stati: comportamento scorretto, ritardi in aula e insufficienze nelle altre materie. Mentre la Rete degli studenti segnala minacce pre-scrutini. "All'istituto superiore Albertelli di Roma il voto in condotta influirà sulla partecipazione alle gite scolastiche - dichiarano i rappresentanti degli studenti - e al classico Augusto verranno penalizzati gli studenti che hanno partecipato alle mobilitazioni contro il decreto Gelmini". Occorrerà vedere se i prof passeranno dalle parole ai fatti.


"Tutte azioni improprie contro le quali combatteremo", dichiara il portavoce della Rete, Luca De Zolt, che rilancia: "Noi studenti vogliamo affrontare seriamente la questione della condotta, ma fermare questo clima da Far-west è necessario". E conclude: "I dirigenti scolastici non possono ergersi a giudici e persecutori: è una logica che non aiuta a crescere e diffonde un senso sbagliato delle regole di cittadinanza e di convivenza democratica. Chiediamo che il ministero tenga sottocontrollo l'utilizzo del voto in condotta, facendo sì che la normativa venga rispettata".

Ma cosa prevede il decreto? "La valutazione del comportamento - cita l'articolo 1 - non può mai essere utilizzata come strumento per condizionare o reprimere la libera espressione di opinioni, correttamente manifestata e non lesiva dell'altrui personalità, da parte degli studenti". E ancora: "Ai fini della valutazione del comportamento dello studente, il consiglio di classe tiene conto dell'insieme dei comportamenti posti in essere dallo stesso durante il corso dell'anno". Valutazione che "non può riferirsi ad un singolo episodio, ma deve scaturire da un giudizio complessivo di maturazione e di crescita civile e culturale dello studente in ordine all'intero anno scolastico".

E le insufficienze? "La votazione insufficiente - spiega il decreto - può essere attribuita in presenza di comportamenti di particolare ed oggettiva gravità". E, "ferma restando l'autonomia della funzione docente anche in materia di valutazione del comportamento", indica la strada da seguire. L'attribuzione di una insufficienza in condotta "presuppone che il consiglio di classe abbia accertato che lo studente nel corso dell'anno sia stato destinatario di almeno una sanzione disciplinare" che comporti l'allontanamento temporaneo "per periodi superiori a quindici giorni" e che, dopo la sospensione "non abbia dimostrato apprezzabili e concreti cambiamenti nel comportamento, tali da evidenziare un sufficiente livello di miglioramento nel suo percorso di crescita e di maturazione".

Secondo il ministro Gelmini "la valutazione del comportamento non può più essere separata dalla valutazione del profitto". Anche perché "è necessario porre un freno agli atteggiamenti violenti e al bullismo". Secondo l'inquilino di viale Trastevere "a scuola, per non venire meno al suo compito educativo, deve agire con fermezza, sanzionando chi si comporta male e valorizzando gli studenti migliori sia sul piano della formazione scolastica che su quello del comportamento".

Ma questa presa di posizione non piace alla Cgil. "Sul voto in condotta - dichiara Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil - il Ministro Gelmini, con le sue continue esternazioni demagogiche, sta creando un clima d'incertezza e di confusione che finisce in molti casi per determinare un uso improprio della normativa". "Non può assolutamente limitare - continua Pantaleo - la libertà di espressione degli studenti e tanto meno la loro partecipazione alle assemblee o alle iniziative di mobilitazione".

Secondo Stefano Vitale, dell'Unione degli studenti, "decisioni come quella di vietare i viaggi di istruzione agli studenti col 7 in condotta snaturano il ruolo stesso della scuola". "E' chiara - conclude Vitale - la volontà di molti presidi e docenti di contrastare la libera espressione degli studenti, di sovrapporre il piano del comportamento a quello della didattica, di soffocare la libera partecipazione degli studenti alla vita della scuola".
(LA REPUBBLICA 22 gennaio 2009)

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