Così, per spiegare agli italiani dove vanno a finire i restanti 640 milioni, Livandotti ha scritto un libro, I senza Dio (Bompiani, editore), in uscita il prossimo 23 novembre.
Gran parte dei soldi, è la tesi del giornalista, finiscono per finanziare la stampa del mondo cattolico. “Scrive Livandotti: “La parte del leone – si legge nel capitolo “Come mungere lo Stato” – l’ha fatta “Avvenire”: il quotidiano della ricchissima Cei è riuscito a incassare, nel 2010, 5.871.082 euro e 4 centesimi. Ma la lista delle gazzette di ispirazione religiosa generosamente sovvenzionate dallo Stato è lunga. E, non fossero soldi nostri, sarebbe pure divertente da scorrere, infarcita com’è di testate improbabili”.
Nella classifica dei contributi si segnalano anche Famiglia Cristiana e Il Giornalino che incassano 618 mila euro a testa.
Ma di testate locali che prendono soldi ce ne sono a decine: “L’Appennino Camerte” (Arcidiocesi di Camerino, 42.500 euro), “L’Aurora della Lomellina” (Diocesi di Vigevano, 41.378 euro), “Gente Veneta” (Patriarcato di Venezia, 67.036 euro), “Nuova Scintilla” (Diocesi di Chioggia, 28.830 euro), “L’Ortobene” (Diocesi di Nuoro, 78.690 euro), “Il Risveglio Popolare” (Opera diocesana di Ivrea, 55.200 euro), “La Voce Isontina” (Arcidiocesi di Gorizia, 30.590 euro) e “La Vita Casalese” (Fondazione S. Evasio opera diocesana, 35.824 euro)”.
19 novembre 2011 | 00:25
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