giovedì 4 dicembre 2008

Veneto, un natale d'oro per i consiglieri regionali: 110 mila euro a quelli di maggioranza, 50 mila agli altri



110 mila euro a quelli di maggioranza, 50 mila agli altri
I consiglieri regionali si ridanno il bonus di Natale


di Tommaso Cerno

UDINE. Il governatore Tondo non ne vuole nemmeno sentire parlare. La Cdl, invece, lo considera già cosa fatta. Da decidere resta il “nome”, che non dovrà dare adito al dubbio che si tratti di soldi buttati. E le cifre. Che se tutto andrà bene confermeranno l’ipotesi di 110-120 mila euro a testa in maggioranza e 50 mila all’opposizione. Se invece prevarrà il refrain dei “costi della politica” sarà ridotto del 10% come gli stipendi dei dirigenti. Tutto è pronto, insomma, in Regione, per il ritorno del bonus natalizio da 4,9 milioni: ogni consigliere deciderà a chi concederlo, associazioni, bande o fanfare, amici, amici degli amici.

In maggioranza sono tutti abbottonatissimi.Ufficialmente attendono che il governatore Renzo Tondo torni dal suo viaggio in Cina, domani, dopo il passaggio a Roma. All’opposizione, invece, ripetono che «è una questione di maggioranza». E di parlarne con loro. Fatto sta che l’aula di piazza Oberdan non ci pensa nemmeno a perdere il plafond - chiamatelo pure privilegio - di poter distribuire a pioggia quasi 5 milioni di euro nella Finanziaria che sarà approvata poco prima delle festività natalizie.

Un Babbo Natale in anticipo di qualche giorno, dunque, che la Cdl ripete essere «un segnale di democrazia – dicono rigorosamente fuori microfono i consiglieri regionali – visto che quei soldi, se non li spendiamo noi, comunque li spende la giunta. E non è – avvertono – che un assessore, quando fa un riparto, sia neutro come può sembrare. È anche peggio di un consigliere».

E così, per convincere il carnico Tondo, uno che è pronto a dimettersi pur di non avallare un ritorno così impetuoso alla Prima repubblica, è già partita la caccia al “nome” ufficiale da affibbiare al vecchio bonus – che c’era dai tempi della ex Dc – e che dovrà assumere in tempi di vacche magre una denominazione più consona. Una delle proposte che circolavano ieri pomeriggio nei Passi perduti del consiglio regionale era quella di “vincolarne una parte”. Vale a dire conferire al plafond una mission legata al welfare.

L’idea è quella di indirizzare – con una mozione o un patto fra “ gentiluomini” – una parte del plafond che spetta a ogni consigliere a questioni sociali, di scuola o di istruzione. Un modo per far passare più inosservato il provvedimento e per consentire al governatore di venderlo come un ulteriore aiuto in stato di crisi acuta e non come un benefit della politica.

E se qualcuno azzarda l’ipotesi che la maggioranza dopo avere annunciato tagli alle indennità, prezzi bloccati per gli skipass, aiuti ai poveri, voglia invece rinverdire una delle tradizioni più partitocratiche della politica, ovvero la distribuzione dei pani e dei pesci ope legis, altri ripetono che anche il governo Illy, pur annunciando la fine dell’era delle poste puntuali, in qualche modo le aveva mantenute.
Stop agli emendamenti nominativi, decretò infatti il re del caffè, e nella manovra 2008 il bonus tremò ma non cadde.

Cambiò nome, forma e vestito, finì per riempire lunghi elenchi riservati di assessori e uffici che si assunsero l’impegno, sulla parola, di ripartirli ai beneficiari «segnalati» dai consiglieri regionali, che tutti – sesstanta su sessanta – segnalarono le proprie priorità. Per cui, di fatto, restò vivo e vegeto. Stavvolta torna a splendere di luce propria. Senza, cioè, bisogno di trasferire alla giunta consigli e indicazioni. «È giusto che il consiglio possa esprimersi – ripetono nella Cdl – perché questo è un segnale di democrazia». O di spreco? Tondo è su questo che da giorni sta riflettendo.
(03 dicembre 2008)

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