martedì 2 dicembre 2008

Iva Sky, Tremonti:"Ce lo chiede l'Europa". E il caso Retequattro, no?

Berlusconi: «Se la sinistra insiste, cambiamo la norma. Ma perderanno la faccia»Tassa su Sky, Tremonti: «Inevitabile, Prodi si era impegnato con l'Ue»

Il ministro dell'Economia: «L'aumento dell'Iva al 20% è in linea con le richieste di Bruxelles»

di Roberta Lerici
Sono contenta che il ministro Tremonti abbia chiarito come mai si vuole aumentare l'IVA di Sky, così almeno ci sarà una cosa negativa in più da imputare a Romano Prodi. Il problema è che non si capisce tutto questo zelo nell'adeguarsi alle direttive dell'Unione Europea, quando il fatto di non essersi adeguati per il caso Retequattro, costerà ai contribuenti italiani 128 milioni di euro di multa all'anno. In pratica, fino ad oggi, Retequattro ci è già costata quanto l'ultimo prestito Alitalia. Sembra quasi che ci siano delle spese irrinunciabili, a prescindere dalla crisi economica e dei tagli o degli incassi irrinunciabili, a prescindere dall'importanza che rivestono. Mi riferisco, ad esempio, al taglio dei fondi per l'edilizia scolastica ( 23 milioni di euro) e alla spesa di 7 milioni e mezzo di euro solo per la tessera di plastica della social card. In pratica, se si fossero accreditati direttamente i 40 euro, con quei sette milioni e mezzo, si sarebbe potuto fare qualcosa in più per la sicurezza dei bambini. Questo, naturalmente, è solo un esempio, visto che non conosciamo tutte le voci di spesa, nè la scala di valori che porta questo governo a prendere una decisione piuttosto che un'altra. Il fatto di non aver risolto il conflitto di interessi di Berlusconi, rende l'intera questione ancor più sospetta. Infatti, anche il digitale terrestre di Mediaset ha il calcio e, certamente, un aumento del canone Sky, porterebbe nuovi clienti a Mediaset. E poi, parlando di risparmi, come mai sono state eliminate le limitazioni introdotte da Prodi sui voli di Stato? E come mai è stato elimnato il tetto per gli stipendi dei manager pubblici? E come mai si sono moltiplicate le spese per le consulenze del governo? Insomma, se serve al governo, la crisi economica e la necessità di risparmiare, spariscono; mentre, se serve ai cittadini e alla collettività, i soldi non esistono più, il paese è povero, la crisi peggiorerà, non si poteva fare altrimenti, o ce lo chiede la UE. Dov'è la verità? Vi consiglio la lettura di questo articolo dell'Espresso:Berlu-Sky: la vera storia di Peter Gomez- L'espresso

Il ministro dell'Economia: «L'aumento dell'Iva al 20% è in linea con le richieste di Bruxelles»

(Ansa) BRUXELLES - L'Iva al 20% per Sky? Non ci sono alternative, lo prevede l'Ue. Giulio Tremonti, dopo le polemiche per la decisione del governo di eliminare le agevolazioni per le televisioni satellitari a pagamento, spiega che il provvedimento è in linea con quanto richiesto dall'Unione europea. «Esiste un blocco di documenti che hanno origine a Bruxelles - afferma il ministro dell'Economia - da cui risulta che il sistema italiano, stratificato su più anni, era fuori dalla giurisprudenza europea per la quale dato un medesimo servizio non puoi avere aliquote segmentate in funzione delle tecniche di trasmissione utilizzate». Su questo, ha aggiunto Tremonti, «è stata avviata una procedura di infrazione comunitaria e la soluzione poteva essere solo quella dell'allineamento delle aliquote. C'è un carteggio tra la commissione Ue e il governo Prodi che prevede l'impegno del governo ad allineare le aliquote. L'impegno scadeva in questi giorni». Il ministro, che ha distribuito ai giornalisti presenti alla conferenza stampa del dopo Ecofin proprio il carteggio tra il precedente esecutivo e Bruxelles, ha però spiegato che per la Commissione europea «la scelta era di portare tutti al 10% o tutti al 20%. Noi abbiamo scelto di portare tutti al 20%. Toglietemi tutto tranne Sky, per me è fondamentale, però non c'era alternativa. Senza l'Europa il provvedimento non l'avrei fatto, essendoci l'Europa l'ho dovuto fare e sono convinto che era la cosa giusta». Tremonti ha infine aggiunto che sul pacchetto anti-crisi - all'interno del quale è stata inserita la norma su Sky - il governo potrebbe porre la fiducia: «Vedremo» ha risposto a una domanda.

BERLUSCONI - In mattinata, dall'Albania, era intervenuto sulla questione anche Silvio Berlusconi. «Se la sinistra insiste perché si cambi la norma (su Sky, ndr) - aveva detto il premier - la prendo in parola. Sono assolutamente d'accordo, purché si rispettino le norme europee». Il Cavaliere aveva ribadito le sue condizioni su questo tema: «Se la sinistra dovesse insistere affinché l'Iva sulle televisioni ritorni al 10%, io personalmente non ho nulla in contrario. Bisogna sentire poi il ministro Tremonti. La mia - aveva detto il premier - è un'apertura totale alle richieste dell'opposizione». Poi Berlusconi aveva precisato il suo pensiero: «La sinistra difende i ricchi e i consumi non necessari pur di venire contro di noi», ma quando Tremonti spiegherà le ragioni che hanno portato il governo a decidere la norma sull'Iva per Sky - aveva anticipato - «perderà completamente la faccia di fronte agli italiani e si vergognerà fino alla fine». Il presidente del Consiglio aveva rivendicato il fatto che il governo con la norma su Sky «non ha aumentato le tasse, ma tolto un privilegio. C'è un'Iva del 20% per tutti, Sky aveva il 10%. Se la sinistra chiede, difendendo i ricchi e i consumi non necessari pur di venire contro di noi, allora da parte mia sono d'accordo». «Però, visto come la sinistra ha reagito - aveva attaccato ancora il premier - io aspetto di vedere cosa farà quando Tremonti avrà chiarito le cause del suo agire e ancora una volta, secondo me, la sinistra perderà completamente la faccia di fronte agli italiani. Si vergogneranno fino alla fine, vedrete...».

BOSSI- La strada di una possibile mediazione rimane insomma irta di difficoltà. Infatti nella maggioranza anche la Lega Nord non sembra pronta a battersi allo stremo per una modifica del provvedimento. Come spiega il ministro per le Riforme e leader della Lega, Umberto Bossi: «Se andiamo a comprare una cravatta o qualsiasi altra cosa, paghiamo l'Iva al 20%. Tutti pagano quell'Iva lì: è difficile però mantenere quel vantaggio fiscale. Comunque - ha aggiunto scherzando - la Lega Nord una tv a pagamento non ce l'ha». Bossi ha poi liquidato con un'alzata di spalle la voce che gli gira un cronista su una possibile opa ostile di Murdoch sul gruppo Mediaset. «Non esiste. Ieri sera sono stato a cena ad Arcore - ha risposto Bossi - e Berlusconi me lo avrebbe detto». Tuttavia all'interno della maggioranza e nel governo si starebbe valutando l'ipotesi di scaglionare in tre anni l'aumento dell'aliquota Iva. Secondo questa ipotesi, la conversione in legge del decreto anti-crisi dovrebbe prevedere il passaggio dell'Iva dal 10% al 13% nel 2009, quindi al 17% nel 2010 per raggiungere il 20% solo nel 2011. Sarebbe questo il senso della gradualità degli aumenti cui ha fatto riferimento in un'intervista a Sky il vicepresidente del Senato ed esponente del Pdl Domenico Nania.

Corriere della Sera 02 dicembre 2008

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