
Non credo che sia saggio da parte di una persona seria come Gianni Letta, rispondere alle contestazioni di cui è stato oggetto stasera al premio Frajese, che si teneva all'università di Siena, dicendo che i manifestanti non conoscono la Legge 133. Precari e studenti conoscono a memoria le Legge 133, altrimenti, invece di manifestare, sarebbero andati al cinema.Il fatto di aver prestato poco peso alla contestazione che si è estesa a tutta l'Italia, dimostra miopia politica. Non si può rispondere alle contestazioni dando dell'"ignorante" a chi manifesta. La legge l'ha fatta questo governo ed è giusto che la difenda, ma non si difende qualcosa dicendo che è diversa da quello che "dicono certi giornali". La si deve difendere per quello che è, e se ci si crede davvero e la si ritiene giusta, ne si difendano a testa alta i contenuti, senza rifugiarsi nella supposta ignoranza altrui. O i dubbi sulla bontà della legge sono venuti anche ai suoi estensori?
Studenti e precari all’uscita dall’ateneo
Uova e pomodori su Gianni Letta Contestato all'Università di Siena
Tensione tra polizia e i giovani che stavano manifestando: in tre al pronto soccorso
L'ACCUSA - «Evidentemente - ha replicato Letta parlando con i giornalisti - non conoscono la legge 133 e ne danno una interpretazione che è quella che corre su tutti o certi giornali. Basterebbe approfondire un po' meglio per capire che le cose non stanno così perché noi per primi abbiamo a cuore l'università di Siena e quella italiana in genere». Poco prima della premiazione, una ricercatrice dell'università di Siena ha fatto il suo ingresso in sala e davanti a Letta e alle autorità ha letto un documento contro i tagli delle leggi 133 e 180 specificando di non voler contestare il premio Frajese ma Gianni Letta «in quanto rappresentante di spicco di un Governo che sta portando avanti una politica dissennata di privatizzazioni e tagli. Tagli alle spese sociali e attacco ai diritti del lavoro. Si salvano le squadre di calcio, si salvano le banche, ma non le università, evidentemente perché non si vuole salvare l'università pubblica».
LA REPLICA - Il sottosegretario Letta ha preso subito dopo il microfono e ha affermato di comprendere le protesta ma ha suggerito ai precari di farlo «in un modo un po' più avvertito senza ripetere - ha aggiunto - quello che qualcuno vi ha suggerito». La precaria che ha fatto da portavoce all'assemblea ha quindi lasciato l'aula dopo aver ripiegato lo striscione sul quale era scritto «Voi la distruggete, noi la costruiamo» con riferimento all' università.
TENSIONE - Invece mentre la cerimonia era in corso ci sono stati momenti di tensione tra polizia e gli studenti e i precari che stavano manifestando all'esterno. Secondo quanto denunciano i giovani, la polizia li ha caricati con i manganelli. In tre si sono recati anche al pronto soccorso del policlinico universitario delle Scotte per essere visitati.
Corriere della Sera 08 dicembre 2008
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