TETTAMANZI: SERVONO COMUNICATORI
Convegno“Il giornalismo ai tempi di internet. Serve ancora la professione?”.
Tettamanzi ai giornalisti: ”Avete il potere e il compito di ordinare la realtà, quasi per ricrearla, modellarla, non per falsarla, ma per fornirne un’interpretazione. Tornate al vostro protagonismo autentico di comunicatori” e ha concluso elogiando le inchieste che portano in primo piano argomenti “scomodi” come l’emarginazione, la povertà, la solitudine.
di Roberta Lerici
Nelle parole dell'arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi, sono racchiuse tante verità. Cosa sono diventati nell'era di Internet i giornalisti? Dei "ripetitori" di cose che accadono. Non c'è più ricerca, non c' è più analisi della notizia. Chi naviga spesso, troverà sui giornali del mattino, le stesse notizie lette nell tardo pomeriggio del giorno prima. Ma in rete, troverà persone che si dedicano agli approfondimenti di quelle notizie. Persone che portano la loro testimonianza sui blog e non sui giornali. Questo perchè, se un blog è ben fatto, le persone gli restano fedeli. Se poi riesce ad anticipare delle notizie e ad aggiungere a queste ultime un'analisi diversa da quella ufficiale diffusa dai telegiornali, allora sarà vincente sulla carta stampata e sulla televisione. I telegiornali spesso danno notizie false, come quella che accanto alle discariche possano crescere piante rigogliose (Tg2), o che la crisi economica sia finita (Tg4). Ma i Tg omettono anche tante notizie che, invece, in rete si trovano. Il suicidio delle due hostess dell'Alitalia, le immagini di alcune manifestazioni contro la riforma Gelmini, le testimonianze delle vittime della pedofilia. Tettamanzi dice che i giornalisti devono tornare a fare i giornalisti e ha ragione. Ormai si esprimono tutti allo stesso modo, usano le stesse parole, gli stessi verbi. E fanno anche tanti errori di grammatica e sintassi. Sono incapaci di uscire dallo schema della "Agenzia". Ho conosciuto una giornalista della CNN e mi ha colpito che facesse domande del tutto diverse da quelle a cui ero abituata a sentirmi rivolgere. Voleva capire, era introspettiva, non cercava uno scoop, ma restituire delle informazioni e uno stato d'animo. Spesso i giornalisti non si informano, non fanno ricerche, e così si limitano a mettere un titolo diverso ad un'Ansa. Spesso mi capita di trovare 10 articoli con titoli diversi, ma se li apro scopro che sono identici.E' ovvio che ci siano anche le eccezioni, ma appunto sono eccezioni.
Tettamanzi ai giornalisti: ”Avete il potere e il compito di ordinare la realtà, quasi per ricrearla, modellarla, non per falsarla, ma per fornirne un’interpretazione. Tornate al vostro protagonismo autentico di comunicatori” e ha concluso elogiando le inchieste che portano in primo piano argomenti “scomodi” come l’emarginazione, la povertà, la solitudine.
di Roberta Lerici
Nelle parole dell'arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi, sono racchiuse tante verità. Cosa sono diventati nell'era di Internet i giornalisti? Dei "ripetitori" di cose che accadono. Non c'è più ricerca, non c' è più analisi della notizia. Chi naviga spesso, troverà sui giornali del mattino, le stesse notizie lette nell tardo pomeriggio del giorno prima. Ma in rete, troverà persone che si dedicano agli approfondimenti di quelle notizie. Persone che portano la loro testimonianza sui blog e non sui giornali. Questo perchè, se un blog è ben fatto, le persone gli restano fedeli. Se poi riesce ad anticipare delle notizie e ad aggiungere a queste ultime un'analisi diversa da quella ufficiale diffusa dai telegiornali, allora sarà vincente sulla carta stampata e sulla televisione. I telegiornali spesso danno notizie false, come quella che accanto alle discariche possano crescere piante rigogliose (Tg2), o che la crisi economica sia finita (Tg4). Ma i Tg omettono anche tante notizie che, invece, in rete si trovano. Il suicidio delle due hostess dell'Alitalia, le immagini di alcune manifestazioni contro la riforma Gelmini, le testimonianze delle vittime della pedofilia. Tettamanzi dice che i giornalisti devono tornare a fare i giornalisti e ha ragione. Ormai si esprimono tutti allo stesso modo, usano le stesse parole, gli stessi verbi. E fanno anche tanti errori di grammatica e sintassi. Sono incapaci di uscire dallo schema della "Agenzia". Ho conosciuto una giornalista della CNN e mi ha colpito che facesse domande del tutto diverse da quelle a cui ero abituata a sentirmi rivolgere. Voleva capire, era introspettiva, non cercava uno scoop, ma restituire delle informazioni e uno stato d'animo. Spesso i giornalisti non si informano, non fanno ricerche, e così si limitano a mettere un titolo diverso ad un'Ansa. Spesso mi capita di trovare 10 articoli con titoli diversi, ma se li apro scopro che sono identici.E' ovvio che ci siano anche le eccezioni, ma appunto sono eccezioni.
Tettamanzi ha ragione su questo e su altri temi affrontati in questi ultimi mesi. E' una persona da seguire, perchè ha ancora la capacità di pensare.
TETTAMANZI: SERVONO COMUNICATORI
Nella ricorrenza di San Francesco di Sales, patrono delle comunicazioni, l’arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi ha inaugurato il nuovo portale della diocesi http://www.chiesadimilano.it/ e ha promosso un convegno dal titolo “Il giornalismo ai tempi di internet. Serve ancora la professione?”. Alla presentazione vi erano anche il direttore del Tg1, Gianni Riotta e Ferruccio De Bortoli a capo de “Il Sole 24 ore”. Tettamanzi ha definito il giornalismo un mestiere nel senso di “ministerium”, cioè servizio, del quale “non cesseremo mai di avere bisogno”. L’arcivescovo ha continuato dicendo: “La gente è stanca di leggere e vedere le questioni di attualità presentate sempre nella chiave dello scontro, delle polemiche, dello scandalo, della paura, dell’allarme”e ha auspicato un giornalismo meno “urlato”, “un mestiere” quasi in senso artigianale. Poi rivolgendosi ai giornalisti ha dichiarato:”Avete il potere e il compito di ordinare la realtà, quasi per ricrearla, modellarla, non per falsarla, ma per fornirne un’interpretazione. Tornate al vostro protagonismo autentico di comunicatori” e ha concluso elogiando le inchieste che portano in primo piano argomenti “scomodi” come l’emarginazione, la povertà, la solitudine. De Bortoli, nel suo intervento si è dimostrato ottimista nei confronti del futuro del giornalismo, richiamando le parole di Einaudi “l’informazione non è un male necessario, è manutenzione della democrazia; bisogna conoscere per deliberare”.
Maria Quarato
Fonte:http://www.barimia.info/modules/article/view.article.php?16241
TETTAMANZI: SERVONO COMUNICATORI
Nella ricorrenza di San Francesco di Sales, patrono delle comunicazioni, l’arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi ha inaugurato il nuovo portale della diocesi http://www.chiesadimilano.it/ e ha promosso un convegno dal titolo “Il giornalismo ai tempi di internet. Serve ancora la professione?”. Alla presentazione vi erano anche il direttore del Tg1, Gianni Riotta e Ferruccio De Bortoli a capo de “Il Sole 24 ore”. Tettamanzi ha definito il giornalismo un mestiere nel senso di “ministerium”, cioè servizio, del quale “non cesseremo mai di avere bisogno”. L’arcivescovo ha continuato dicendo: “La gente è stanca di leggere e vedere le questioni di attualità presentate sempre nella chiave dello scontro, delle polemiche, dello scandalo, della paura, dell’allarme”e ha auspicato un giornalismo meno “urlato”, “un mestiere” quasi in senso artigianale. Poi rivolgendosi ai giornalisti ha dichiarato:”Avete il potere e il compito di ordinare la realtà, quasi per ricrearla, modellarla, non per falsarla, ma per fornirne un’interpretazione. Tornate al vostro protagonismo autentico di comunicatori” e ha concluso elogiando le inchieste che portano in primo piano argomenti “scomodi” come l’emarginazione, la povertà, la solitudine. De Bortoli, nel suo intervento si è dimostrato ottimista nei confronti del futuro del giornalismo, richiamando le parole di Einaudi “l’informazione non è un male necessario, è manutenzione della democrazia; bisogna conoscere per deliberare”.
Maria Quarato
Fonte:http://www.barimia.info/modules/article/view.article.php?16241
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