(dal blog "piovono rane" la foto dei manifesti con cui è stata tappezzata Roma oggi, 4 gennaio 2009)
di Roberta Lerici
Dalle classi separate per bambini stranieri, ai manifesti di Alemanno, per arrivare in Veneto. Qui la giunta Galan, grazie al veto della Lega ha eliminato il prestito d'onore per le famiglie povere. L'unica condizione per accedervi era che i richiedenti avessero la residenza in Italia da almeno 5 anni. La Lega, invece, voleva che almeno un membro della famiglia fosse di nazionalità italiana per accedervi. E così quel prestito d'onore ad interessi zero garantito dalla Regione Veneto, è sparito per tutti. Di seguito l'articolo che ne spiega i dettagli. Oggi Alessandro Gilioli sul suo blog "Piovono Rane" diceva che se gli chiedessero cosa significa essere di sinistra, oggi lui risponderebbe che significa vergognarsi dei manifesti affissi dalla giunta Alemanno. A me, invece, piacerebbe chiedere alle migliaia di persone che ogni domenica vanno in chiesa o affrontano un viaggio per vedere il Papa, se pensano che tutto quest'odio centri qualcosa con la religione che professano e con il Dio in cui affermano di credere.
La giunta costretta a fare marcia indietro sui prestiti d’onore
La Lega ottiene che gli aiuti siano negati agli immigrati: tolti a tutti.
Niente più soldi alle famiglie povere
Renzo Mazzaro
In Consiglio regionale si scatena l’orgoglio leghista «Pensiamo ai veneti, basta aiuti agli extracomunitari». Benefici negati a 4000 nuclei residenti in regione
VENEZIA. Un’ora e mezzo per recitare l’orazione funebre. Tanto ci ha messo l’aula per sepellire il prestito d’onore, una forma di erogazione del credito a interessi zero, unico impegno la restituzione del capitale. Garantiva la Regione Veneto. Dal 2005 al 2008 questa forma di aiuto ha interessato 1.000 famiglie nel Veneto, con una media del finanziamento di 6.000 euro, ma altre 3.000 famiglie erano rimaste escluse. Adesso saranno escluse tutte. Navighiamo nell’oro? No, navighiamo in mezzo ai fantasmi della mente: la Lega ha preteso che il prestito d’onore fosse vincolato alla condizione che almeno uno dei componenti della famiglia sia di nazionalità italiana. Condizione che la stessa Regione non ha mai posto finora. Al contrario.
I bandi regionali per l'assegnazione di alloggi pubblici, per fare un caso, richiedono solo la residenza in Italia da 5 anni. Non fanno altre discriminazioni. Come minimo andava uniformato il comportamento regionale, ha sostenuto il centrosinistra, cercando una mediazione. Nossignore: la Lega si è messa di traverso. O passava la misura emendata, o non passava nulla. La giunta Galan, che pure ha 3 assessori della Lega in organico, ha dovuto proporre il ritiro dell'articolo 22 da essa stessa varato. Col bel risultato di dimostrare urbi et orbi, come ha detto Stefano Valdegamberi che pure non è il papa (anche se appartiene all'Udc) ma solo l'assessore di riferimento, che «in giunta c'è una maggioranza e in Consiglio se ne forma sempre un'altra». Un Valdegamberi furioso: «Voltagabbana», va appioppando ai colleghi di An, dopo il voto che ha sancito la soppressione del prestito d'onore. «L'unico provvedimento concreto della finanziaria che andava ad aiutare le famiglie ripete Valdegamberi è stato cassato dalla Lega». Pardon, è stato ritirato dalla giunta. «Per forza, non c'era la maggioranza politica per approvarlo, cosa dovevamo fare? Proprio loro che predicano di aiutare le famiglie, hanno cassato l'unico aiuto concreto alle famiglie venete. E solo perchè vedono extracomunitari dappertutto». Lei vuol dire che il prestito d'onore non sarà più ripristinato? «E' tolto e basta. Con quali fondi possiamo ripristinarlo se il bilancio lo stiamo approvando adesso e i soldi ce li ha appena tagliati? ». Più tardi si saprà, fonte il vicepresidente Franco Manzato, che i 4 milioni previsti per finanziare il prestito d'onore faranno la seguente fine: 2 milioni per la casa, assessore Massimo Giorgetti; mezzo milione all'identità veneta, delega dello stesso Manzato; un milione e mezzo spalmato qui e là, con l'impegno di recuperare all'assestamento di bilancio (dovrebbe essere a luglio ma finisce sempre a ottobre) i 4 milioni da restituire a Valdegamberi. A Napoli direbbero chi ha dato ha dato e chi ha avuto ha avuto, scordammoce o' passato. L'ora e mezzo di orgoglio leghista comincia nel primo pomeriggio. Ecco le argomentazioni. Mara Bizzotto: «E' la prima volta che il Veneto può fare qualcosa di innovativo per i veneti». Daniele Stival: «Ormai gli extracomunitari rubano ai veneti la casa e anche la cassa integrazione». Federico Caner: «Se il prestito d'onore sono stati restituiti è solo perchè le 1000 famiglie erano venete, con gli extracomunitari la solvibilità non resterebbe la stessa». Maurizio Conte: «Confido nella memoria dei veneti, spero che si ricordino dell'assegno firmato da Prodi per il ricongiungimento familiare degli extracomunitari». Toni Da Re: «Io non mi sento cittadino del mondo ma del Veneto, anzi di Vittorio Veneto dove abito». Battuta che intendeva replicare a Nereo Laroni, portavoce non ufficiale del Pdl, che aveva detto: «Confido nel buon senso dei veneti, considero questa discussione patologica, io sono cittadino del mondo e mi onoro di esserlo». Salutato da un applauso. Tra i tanti interventi in dissociazione ne scegliamo due. Franco Frigo: «Il capogruppo di Forza Italia non può far finta di non vedere. Ogni volta che tira questo vento, la maggioranza abbassa la testa e aspetta che passi. Ma la Lega è un partito di governo e va incalzata sulle scelte di governo: un emendamento della giunta che sopprime l'atto di governo, che modo di governare è? Noi almeno abbiamo proposto una mediazione, per mantenere il prestito sociale, cioè per governare. E non è stato facile convincere tutti nel centrosinistra ». Igino Micheletto: «Io chiedo la sospensione finchè non arriva il presidente Galan, che ai lavori del passante ha ringraziato gli operai pakistani, senegalesi, albanesi. Galan si dissocia da voi». Accorato ma inutile l'intervento di Valdegamberi: «Il microcredito serve per dare dignità alle persone, aiuta lo sviluppo molto più dei finanziamenti milionari, come ci ha insegnato il premio Nobel indiano Arartya Sen». Niente da fare: al voto 29 per sopprimere il prestito e 18 astenuti. Kaput. Chiediamo al leghista Franco Manzato: non si sente a disagio, avendo votato il provvedimento in giunta? «No, perchè giunta e Consiglio sono due mondi diversi. E l'assemblea è sovrana. Ma mi auguro che il provvedimento possa essere confermato, utilizzando altri capitoli di bilancio». Viva la sincerità. Per la cronaca il presidente Galan non si è mai fatto vedere. Poco male. L'ha sostituito una Isi Coppola che si è presa i complimenti anche dall'opposizione.
(Il Mattino di Padova 31 dicembre 2008)
domenica 4 gennaio 2009
Stranieri:l'ossessione politica miete vittime anche italiane
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