venerdì 9 gennaio 2009

Scuola:iscrizioni spostate al 28 febbraio, che orario scegliere

di Roberta Lerici
La confusione causata dalla riforma Gelmini è grande, e visto che entro il 28 febbraio bisognerà iscrivere i bambini a scuola, ecco cosa consigliano due associazioni di genitori per evitare che la frase che accompagna diversi articoli del Decreto Gelmini, ovvero "su richiesta e se ci saranno le risorse", penalizzi i genitori.

Coordinamento Genitori Democratici-19 dicembre 2008.
"Ai genitori
Sono stati approvati dal Consiglio dei Ministri due schemi di regolamento, l'uno che concerne la riorganizzazione della rete scolastica e dell'utilizzo delle risorse umane, l'altro il riordino dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola dell'infanzia e del primo ciclo.Sconcerta l'incoerenza del Governo che si era impegnato ad avviare il dialogo con il mondo della scuola e le sue rappresentanze e la decisione di procedere ad emanare gli stessi regolamenti, senza alcun confronto.Nei regolamenti viene più volte ribadito che si terrà conto delle richieste delle famiglie: ma cosa vuol dire si terrà conto?
Una cosa è affermare che la scuola è tenuta ad erogare il servizio su richiesta delle famiglie, un'altra è dire affermare che può farlo, magari compatibilmente con le risorse finanziarie (proprie o del ministero) e con l'organico.Le richieste delle famiglie non saranno vincolanti per l'amministrazione che potrà esaudirle solo se disporrà di sufficiente personale, per cui i genitori possono coltivare l'illusione che sarà loro data la possibilità di scegliere il numero di ore dell'orario scolastico, salvo poi a trovarsi a maggio, con l'organico di fatto, dinnanzi ad una situazione differente per mancanza di personale.Tuttavia dato che nel mese di gennaio come genitori siamo chiamati ad operare una scelta per i nostri figli è bene compierla in modo consapevole e responsabile.È utile in questa fase conoscere l'offerta formativa delle scuole cui intendiamo iscrivere i nostri figli, il tempo scuola in cui essa si articola e le sue concrete modalità operative e condizioni organizzative (compresenze, laboratori...), sapendo che ogni scuola autonoma ha competenza esclusiva ed inalienabile in merito a come realizzare gli obiettivi che si è prefissa e sul come impiegare le risorse assegnatele.Ricordiamoci che i bambini hanno bisogno di tempi distesi, di un ambiente di apprendimento sereno e non di una scuola povera, piena di contenuti selettivi e stereotipati.
Se iscriviamo i nostri figli per la prima volta alla scuola dell'infanzia :
Rinunciamo all'idea dell'anticipo (le scuole dell'infanzia non sono pensate per i bisogni dei bambini di due anni). I bambini più piccoli hanno diritto ad un servizio educativo su misura qual è l'asilo nido,
Anziché anticipi chiediamo più sezioni primavera cioè luoghi pensati ed organizzati per accogliere i bambini di due anni,
Se iscriviamo i nostri figli per la prima volta alla scuola primaria :
Rifiutiamo il modello introdotto di 24 ore settimanali: nessuna scuola italiana funziona oggi così e siamo certi al tempo stesso che una scuola così povera di tempo e di risorse sia fortemente lesiva dei diritti dei bambini!
Optiamo per il modello orario a 30 ore, specificando che li vogliamo con rientri pomeridiani e con compresenze dei docenti o per il tempo pieno a 40 ore con due insegnanti con compresenze.
Se iscriviamo i nostri ragazzi per la prima volta alla scuola secondaria di primo grado :
Chiediamo il tempo prolungato di 36 o 40 ore settimanali, tenendo conto dei bisogni formativi dei nostri figli e non facciamoci condizionare dalla disponibilità di organico.chiediamo che vengano garantiti l'insegnamento della 2^ lingua straniera, con pari dignità della prima lingua ed il consolidamento delle competenze di base.Se i nostri figli sono già frequentanti chiediamo la conferma non solo del numero di ore che hanno a disposizione nel corrente anno scolastico, ma anche del modello organizzativo precedentemente offerto (modulo, tempo prolungato.. ).Una massiccia richiesta dei genitori italiani per modelli di tempo disteso della scuola e rispettoso dei tempi di apprendimento dei bambini sarà una importante risposta a chi ritiene che i risparmi possano essere fatti sulla pelle dei nostri figli, che hanno invece bisogno di una scuola pubblica di qualità, bene collettivo, per costruirsi un futuro da cittadini consapevoli.

Comunicato AGE:

I genitori sono preoccupati e molto, anzi hanno proprio paura. Come Associazione dei genitori abbiamo purtroppo il polso della situazione in tempo reale e abbiamo voluto stilare una sorta di graduatoria delle preoccupazioni delle famiglie.

Prima in assoluto è la paura del maestro unico. Perché è universalmente riconosciuto che quando tuo figlio ogni mattina ha mal di stomaco e piange perché ha paura di 'quella' maestra ti senti lacerare dentro. Sempre più spesso classi intere di genitori ci convocano allarmati per affrontare insieme il clima pesante di 'quella' classe, e se la situazione in qualche modo viene affrontata e gestita, molto del merito va ai dirigenti scolastici e soprattutto agli altri docenti della classe, che pagano il peggiore scotto della situazione creatasi.
Che succede, si chiedono universalmente i genitori, se il maestro diventa uno solo? "Statisticamente -ha detto lapidariamente un babbo- fra due insegnanti almeno uno è bravo, ma se ce n'è uno solo...". Ci sono persone anziane che ancora hanno i sudori freddi al pensiero dell'antico maestro: le famiglie sanno e non dimenticano.
Paure ingiustificate? Forse. Fatto sta che alle paure si replica male. Disquisiscano pure politici e media, ognuno sa cosa pensare.
Poi viene la paura che il tempo pieno chiuda e di non avere più dove lasciare i figli. Vuoi mettere la scuola con il suo progetto educativo studiato appositamente per tuo figlio, rispetto a un doposcuola qualsiasi, per quanto buono possa essere? e se poi fosse a pagamento?
Ci si preoccupa anche per i contenuti dell'apprendimento: i nostri figli impareranno abbastanza se il tempo-scuola diminuisce? e l'inglese, affidato ai maestri di classe: come faranno i nostri ragazzi a superare l'ostacolo della lingua straniera e a giocarsi a pieno titolo il loro ruolo di cittadini europei?

Altra paura è quella di essere strumentalizzati dai docenti: c'è il rischio che il figlio venga penalizzato se la famiglia non partecipa alle manifestazioni anti-Gelmini? E di tutti questi proclami della destra e della sinistra c'è da fidarsi? I genitori vorrebbero affidarsi "a pareri che vadano oltre l'interesse di parte e che aiutino a capire ciò che sta succedendo", ed è questo che come Associazione di Genitori stiamo cercando di fare.
I più avvertiti si fanno carico delle future tensioni sociali. "I nostri figli vivono quotidianamente l'integrazione a scuola. Che succederà, si chiedono, quando l'extracomunitario diverrà un estraneo e perciò un potenziale nemico? A che servono le pubblicità progresso se poi non si opera nella concretezza del quotidiano?".
Le tensioni che attraversano trasversalmente le famiglie di superiori e università sono legate alla preoccupazione che i ragazzi non si preparino adeguatamente e non siano competitivi sul mondo del lavoro. Oggi va ad aggiungersi, quale amaro corollario, anche la paura che con le occupazioni si perda troppa scuola e che il taglio delle risorse per il funzionamento dei laboratori renda sempre più teorica e meno efficace preparazione dei nostri studenti.
Alle superiori le preoccupazioni principali le hanno i genitori dei licei. "Avrò sbagliato a consigliargli la scuola?" si chiedono angosciati in molti adesso che il mercato del lavoro per i laureati sembra improvvisamente chiudersi.
Vera e propria angoscia attanaglia infine le famiglie degli universitari. "Sono tre anni che non andiamo più in ferie per mantenere mio figlio agli studi -testimonia preoccupata una mamma- Se in Parlamento approvano le Fondazioni e le rette passano da millecinquecento a cinque/seimila euro l'anno saremo costretti a fargli interrompere l'università. Non è giusto che debba smettere, si era impegnato tanto e stava riuscendo bene".
Associazione Genitori A.Ge. Toscana:

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