Per il Riesame è pericoloso, in arrivo nuove proteste albanesi
Resta in carcere il padre albanese accusato di atti pedofilia nei confronti del figlio di 5 anni. L'ha deciso il Riesame di Bologna che ha respinto la richiesta di scarcerazione avanzata dai due difensori (Aldo Pardo e Giancarlo Pasquale) del 45enne. Un «no» secco che l'ordinanza «appoggia» su due motivazioni: la pericolosità sociale dell'indagato e il pericolo d'inquinamento delle prove. L'organo giudicante bolognese ha inoltre confermato gli esiti dell'inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Maria Rita Pantani, ritenendo provato che non si tratti di baci sui genitali (come sostiene la difesa, facendo riferimento alle tradizioni albanesi), bensì di rapporti sessuali orali ad opera del padre sul figlio, con un'invasione della sfera sessuale del piccolo non tollerabile dall'ordinamento italiano anche se sulla vicenda dovessero avere un peso le consuetudini rurali albanesi. Il padre è in carcere dal 3 agosto scorso e per ottenere la liberazione i difensori potrebbero ora puntare su un'istanza in Cassazione. Da tempo la delicata vicenda è seguita con grande attenzione dalla comunità albanese a suon di manifestazioni di protesta non solo in Italia (già all'attivo due iniziative sia a Reggio che a Roma) ma anche in Albania. Una «pressione» che ha come punto di coagulo la Lega immigrati albanesi «Illiria». Già annunciate tre nuove iniziative di protesta: il 4 novembre a Tirana davanti all'ambasciata, due giorni dopo a Reggio (un presidio?) e a Roma il 13 novembre davanti al ministero degli Interni. (t.s.)la gazzetta di reggio 30 ottobre 2010
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