Note di Roberta Lerici
Da notare che anche le parti civili hanno presentato ricorso, ovvero gli avvocati che rappresentano i figli dei coniugi Covezzi ormai divenuti maggiorenni.Il senatore Carlo Giovanardi si duole giustamente per la lunghezza dei processi in Italia, ma dovrebbe anche domandarsi come mai gli stessi figli dei coniugi Covezzi, che egli difende con tanto ardore, hanno presentato ricorso contro la sentenza di assoluzione dei loro genitori.Covezzi, il processo non è finito
“E’ una doccia fredda, anche se i nostri legali ci avevano avvertito che poteva accadere”. Dalla Francia, dove ormai da anni si è trasferita, Lorena Morselli commenta con la voce spezzata dalle lacrime la decisione della Procura generale di Bologna di presentare ricorso in Cassazione contro la sentenza della Corte d’Appello di Bologna che, lo scorso giugno, aveva assolto lei e il marito dall’accusa di abusi sessuali sui loro figli. Una decisione che riapre un processo lungo e drammatico.
Il caso scoppiò infatti nel 1997, dopo che un bambino di sette anni raccontò episodi di abusi. Venne aperta un’inchiesta e dieci bambini vennero tolti alle rispettive famiglie. In primo grado 17 persone vennero condannate, tra loro anche don Giorgio Govoni, condannato a 14 anni di carcere e poi assolto post mortem dalla Corte d’Appello di Bologna. Nel 2002 i coniugi Covezzi erano stati condannati a 12 anni di carcere, ma assolti in secondo grado perché i giudici bolognesi avevano ritenuto non sufficienti le prove acquisite.
A presentare ricorso in Cassazione anche le parti civili che rappresentano i figli sottratti ai coniugi Covezzi, i tre dei quattro che hanno già raggiunto la maggiore età: “Non ce l’ho con loro – chiarisce subito Lorena Morselli – immagino che gli avranno spiegato che cos’è un giudice e che cos’è un procuratore ma nessuno mi ha mai detto come è stata spiegata a loro la sentenza di assoluzione e in che modo”. In Francia, in questi giorni, c’è anche Delfino Covezzi che ha raggiunto la moglie per le feste di Ognissanti: “Speravamo di avere ottenuto giustizia e invece il processo non è ancora finito”. Nei prossimi giorni i Covezzi incontreranno i loro avvocati – Paolo Petrella e Pier Francesco Rossi – per fare il punto alla luce del ricorso in Cassazione. “Una notizia che ci ha scombussolato in questi giorni di festa ma che non ci coglie di sorpresa. Era una cosa che ci aspettavamo, in una vicenda così complicata e delicata”. Così commenta oggi l’avvocato Rossi; per il collega Paolo Petrella “E’ un processo che dura da 12 anni e ancora non se ne vede la fine”. Parla di una “famiglia vittima di un sistema giudiziario feroce e ingiusto” il senatore Carlo Giovanardi, sottosegretario alla presidenza del consiglio.
viaemilia.net 31 ottobre 2010 di Sabrina Ronchetti
Modena: genitori assolti dall'accusa di pedofilia "Ma ci hanno tolto i figli"
I coniugi di Massa Finalese erano stati accusati di violenza sessuale su minori. Il dramma costò la vita a don Giorgio Govoni. Ora la Corte d'Appello li ha assolti completamente: ma intanto i loro figli sono stati affidati ad altri
Modena, 10 giugno 2010. Dodici anni vissuti lontano dai loro figli, otto dei quali da colpevoli. Oggi Delfino Covezzi e Lorena Morselli, i coniugi di Massa Finalese (Modena) accusati di aver commesso abusi sessuali sui loro quattro figli, vivono il loro primo giorno da innocenti. Ieri la corte d’Appello di Bologna li ha assolti perché il fatto non sussiste ribaltando la sentenza del Tribunale di Modena che in primo grado, nel 2002, li condannò a 12 anni. La loro storia fece il giro d’Italia perché marito e moglie, in un primo momento, furono accusati anche di riti satanici nei cimiteri della bassa Modenese. L’indagine, nata nel 1998 dal racconto di un bambino, coinvolse i parenti della coppia e anche un prete, don Giorgio Govoni, ‘assolto’ post mortem.
Da novembre di quell’anno Lorena e Delfino non vedono più i loro figli, oggi affidati ad altre famiglie e residenti in località segrete. Ieri in aula, per la prima volta, c’è stato solo qualche sguardo fugace: «Il verdetto del giudice è rimbalzato nel nostro cuore e le lacrime sono uscite in abbondanza — hanno detto marito e moglie dopo la sentenza — Soltanto un’ ora prima, e per anni, eravamo stati trattati ingiustamente da colpevoli, adesso siamo finalmente innocenti anche per la legge. Siamo al settimo cielo, ma confusi, come se vivessimo per la prima volta in vita nostra in un bellissimo sogno dopo anni da incubo. Preghiamo il Signore per i nostri figli. Cercheremo di contattarli — sottolinea papà Delfino — per chiarire le cose, nel pieno rispetto delle famiglie affidatarie, che non hanno colpa».
La coppia ha un altro figlio e per non perderlo Lorena Morselli si è trasferita in Francia, mentre il marito è rimasto ad abitare nel Modenese.
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