giovedì 17 novembre 2011

DISCARICHE/ZINGARETTI, "ACCANTONARE RIANO PER PIAN DELL'OLMO".NON SA CHE SONO ZONE VICINE?

 

LA LETTERA

Piano rifiuti: accantonare il sito di Riano ascoltare Corcolle e scegliere Pian dell'Olmo

Il presidente della Provincia Nicola Zingaretti spiega perché si rischia di mettere in ginocchio la capitale. "Siamo pronti a collaborare, ma servono nuove idee"

 

Caro direttore, l'esaurimento della discarica di Malagrotta e la sua imminente chiusura hanno riacceso l'attenzione sulla gestione dei rifiuti a Roma. Se non intraprendiamo strade nuove con coraggio la Capitale corre seri rischi di andare in emergenza. Si sono persi tre anni nel cercare siti alternativi. L'unico individuato dal Sindaco Alemanno è quello di Allumiere, all'insaputa di Regione, Provincia e degli stessi abitanti, che dista quasi 60 km dalla Capitale. Scelta singolare perché di pregio naturalistico e non idonea ad ospitare attività così complesse. Scartato questo progetto un anno fa, Roma Capitale ha chiesto aiuto alla Regione per individuare un sito alternativo.

Abbiamo offerto da subito la nostra collaborazione, per condividere l'onere della scelta. Dopo che la Regione ha selezionato vari siti, abbiamo proposto l'area di Pian dell'Olmo nel Comune di Roma per chiudere Malagrotta. Questo sito di piccole dimensioni confina con il Comune di Riano e può ospitare al massimo 2,5 milioni di m³. Quindi non potrà mai diventare una nuova Malagrotta. Invece si è scelto di non decidere e di chiedere al Governo un Commissario con poteri speciali, abdicando al proprio ruolo e perdendo ulteriore tempo prezioso. Ci sono voluti 3 mesi solo per il decreto di nomina. 


Dopo un breve ed acceso confronto si è deciso di andare a Quadro Alto di Riano. Una scelta sbagliata perché riproduce la logica della megadiscarica. Invece di favorire l'integrazione tra Roma e l'Area metropolitana, la Capitale trasferisce ad altri i suoi problemi contrapponendo tra loro i territori ed i cittadini con il rischio di determinare conflitti difficilmente superabili. Serve invece un nuovo patto tra le istituzioni per non riprodurre nuove "Malagrotta". Solo gli scarti non recuperabili dovranno essere interrati e sempre più l'interramento dovrà essere una modalità marginale di smaltimento dei rifiuti. 

E' un sogno o invece deve diventare l'obiettivo comune del nostro lavoro quotidiano? Roma produce circa 5000 tonnellate/giorno di rifiuti di cui almeno 3.200 vengono conferite a Malagrotta. Gli impianti di trattamento realizzati potrebbero lavorarne circa 3000 tonnellate al giorno. E' evidente quindi cosa bisogna fare. Aumentare la raccolta differenziata con l'obiettivo di riutilizzare il 50% dei nostri rifiuti ed attivare gli impianti di trattamento che finora solo parzialmente hanno funzionato. Certo, ci vuole tempo. Per questo abbiamo proposto Pian dell'Olmo e ci siamo impegnati dall'inizio a sostenere i comuni della Provincia nell'innovativa modalità di raccolta differenziata porta a porta, l'unica che in tempi relativamente brevi (2/3 anni) può aumentare in modo significativo la quantità e la qualità dei materiali differenziati.

Nel 2008 erano 29.000 i cittadini che effettuavano la raccolta differenziata, oggi 56 comuni per un totale di 850.000 persone hanno scelto questo servizio che stanno progressivamente avviando. Il tempo è quasi scaduto. La Provincia è disponibile a collaborare, ma a condizione di aprire una fase nuova con l'aiuto dei cittadini e delle forze sociali. Si accantoni il sito di Riano, si ascoltino i cittadini di Corcolle e venga scelto Pian dell'Olmo. Potremmo così chiedere tutti un sacrificio temporaneo per chiudere definitivamente Malagrotta. Un sacrificio utile alla città per non rischiare l'emergenza rifiuti, da ricambiare però con nuove idee e nuove pratiche. (la repubblica 16 novembre 2011)

CROZZA A BALLARO': "MONTI-ROBOT" (VIDEO)

martedì 15 novembre 2011

Crisi, Max Otte:«L'euro crolla, l'Italia no. Salva in due anni»

 

Nel 2006 Max Otte annunciò la crisi. «Salvi in due anni».

di Barbara Ciolli
Silvio Berlusconi si è dimesso, ma le Borse europee hanno continuato a crollare e lo spread tra titoli di Stato italiani e tedeschi si è di nuovo impennato. Settimane convulse, nelle quali la cancelliera Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy hanno inziato a studiare un piano per regolare l'uscita dei Paesi dalla moneta unica.
Anche L'Italia andrà fuori? Per Max Otte, l'economista tedesco che nel 2006 profetizzò la crisi internazionale in anticipo nel suo bestseller Arriva il crash, no. Il Belpaese resterà nell'euro, perché economicamente più solido di Grecia, Spagna, Irlanda e Portogallo, Stati che, invece, potrebbero temporaneamente essere esclusi dall'Eurozona.

«STOP ALL'EURO DISASTRO». Eppure questo professore di Economia alle Università di Worms e di Graz, in Austria, è tutt'altro che un difensore a oltranza della valuta comune. Gestore del fondo d’investimento PI Global Value Fund, nel suo ultimo libro Fermate l’euro disastro, fresco di stampa in Germania e in via di traduzione in Europa, ha bollato il salvataggio dell'euro a ogni costo come una «politica demagogica». Ma sulla crisi italiana tranquillizza: «Non farete la fine di Grecia, Spagna e Portogallo, perché non siete stati colpiti dalla bolla immobiliare».
L'essenziale, per Otte, sarà arginare gli attacchi speculativi in arrivo dall'America.




DOMANDA. Ha insegnato negli Usa e ha la Green Card. Davvero la responsabilità di questa crisi europea è degli Stati Uniti?
RISPOSTA. L’euro si era troppo apprezzato sul dollaro, gli Usa non avevano alcun interesse a un euro forte. Per questo è in corso una guerra finanziaria delle grandi banche d’investimento americane contro l’Eurozona.
D. Anche la maxi bolla immobiliare, che ha portato al testa coda l’economia occidentale è partita dagli Stati Uniti.
R.
Esattamente. Ed è bene anche precisare che la bolla immobiliare speculativa responsabile della crisi non ha investito l’Italia, al contrario di Spagna, Portogallo, Grecia e Irlanda.
D. L’Italia, dunque, non è a rischio default?
R.
Affatto. Trovo vergognoso l’attacco speculativo che, nelle ultime settimane, è stato sferrato al vostro Paese.
D. Abbiamo un debito pubblico al 120%. Nella giornata di maggiore turbolenza, lo spread tra titoli di Stato italiani e tedeschi è schizzato al picco massimo di 575 punti...
R.
Ma la vostra economia reale è ancora solida. Al Nord esiste un polo produttivo industriale consistente, io stesso investo volentieri nelle aziende italiane. In più siete un Paese di grandi risparmiatori.
D. Sì, ma come la mettiamo con i disastrati conti pubblici di Roma?
R. Al cospetto dell’Italia, gli Usa hanno poco di cui vantarsi. Il loro deficit di bilancio, fino al 2010 attorno al 10% sul Pil, è peggiore di quello italiano, un disavanzo attorno al 4%.
D. Quanto occorrerà all'Italia per risollevarsi?

SULL'ORLO DEL BARATRO, ALTAN


Corcolle, Leonetti (Idv): "La discarica sarà uno scempio per l'umanità"

Corcolle, Leonetti (Idv): "La discarica sarà uno scempio per l'umanità"

Il vicepresidente del consiglio provinciale di Roma lancia l'allarme per la vicinanza dei rifiuti con la villa di Adriano: "Già senza fondi adeguati. Situazione grave"

di Mauro Cifelli 15/11/2011
Villa di Adriano: Teatro Marittimo
Villa di Adriano: Teatro Marittimo

A difesa della Villa di Adriano e contro la possibilità di conferire i rifiuti del dopo Malagrotta nella zona di Corcolle - San Vittorino. Il vicepresidente del consiglio provinciale di Roma Sabatino Leonetti ribadisce il proprio 'No' all'ipotesi Pecoraro, elencando i tagli che già perseguitano la Villa di Adriano: "Nei giorni scorsi il Consiglio Provinciale di Roma ha approvato ad unanimità la mia mozione con la quale si impegna il Presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, ad intervenire presso il Ministero dei Beni Culturali ed il Ministero del Turismo per il completo recupero, la messa in sicurezza, la riqualificazione ed il rilancio turistico dell'importantissimo sito archeologico di Villa Adriana, residenza imperiale fatta costruire dall'Imperatore Adriano tra il 118 e il 138 d.C., la cui superficie supera gli 80 ettari (più grande di Pompei), e nel 1999 è stata dichiarata dall'UNESCO patrimonio dell'umanità".

SCARSI FONDI: "La situazione, però, è molto grave - continua Leonetti - infatti sono sempre di più le aree di Villa Adriana che vengono chiuse al pubblico per la situazione di pericolo di crollo. Questa drammatica situazione è aggravata dal fatto che negli ultimi dieci anni il numero di visitatori è sceso drasticamente, passando dai 323.231 del 2000 ai 229.885 del 2010 e pertanto risulta di fondamentale importanza un intervento di riqualificazione urgente da parte delle istituzioni competenti".

SCEMPIO PER L'UMANITA': "Ad oggi sono stati stanziati dal Ministero dei Beni Culturali solo 370.000 euro destinati alla messa in sicurezza del sito monumentale, a fronte di 2,5 milioni di euro richiesti dalla Soprintendenza. Come se non bastasse - prosegue Leonetti - il Commissario Regionale per l'Emergenza Rifiuti nel Lazio ha stabilito l'ipotesi di situare, al ridosso del famoso sito archeologico, in località Corcolle, un sito per il conferimento dei rifiuti romani provenienti dalla discarica di Malagrotta. Questo è un fatto inaccettabile che deturperebbe un patrimonio di valore inestimabile e che ha già sollevato polemiche a livello internazionale".
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