
L´inchiesta sullo spaccio di sostanza stupefacente riparte, quindi, dalle dichiarazioni delle diciannove donne, raccolte nei giorni scorsi dagli uomini della guardia di finanza. Il filone d´indagine sul consumo di polvere bianca, per il momento, conta un quarantenne leccese, formalmente accusato di detenzione di sostanza stupefacente. Ma il numero degli indagati potrebbe crescere. Perché le giovani donne che venivano reclutate da Gianpaolo Tarantini perché partecipassero a feste o cene hanno fatto anche i nomi. Molti appartengono ai salotti buoni della città. Tra coloro che avrebbero accettato l´invito di Tarantini ci sono imprenditori del settore edile. Commercianti molto noti in grado di stringere accordi con Comuni e altri enti. E poi ancora: politici, uomini facoltosi che, nel capoluogo pugliese, hanno ricoperto anche cariche pubbliche. Di loro parlano le ragazze. «Sì, c´era chi consumava droga, cocaina» hanno detto le donne nelle dichiarazioni messe a verbale dagli uomini del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza.
Le intercettazioni, raccolte da ottobre ad oggi, integrano le testimonianze delle diciannove donne. E soprattutto delineano un sistema che a Bari era molto diffuso. Al telefono, parlando con Gianpaolo Tarantini, i suoi interlocutori e ospiti, commentavano le ore, trascorse alle feste, in compagnia delle ragazze. Scherzavano e facevano pesanti apprezzamenti. Il presunto giro di escort, messo in piedi dall´imprenditore barese, sarebbe approdato a Roma, ma non solo: a Bari, nell´appartamento affittato in centro, «ragazze immagine» o «accompagnatrici» avrebbero incontrato imprenditori e politici locali. In quale modo quest´ultimi si siano poi sdebitati con Gianpaolo Tarantini saranno le indagini a dirlo. Che dovranno chiarire anche un altro particolare, fondamentale per l´inchiesta. All´imprenditore barese e al fratello Claudio sono riconducibili alcune società che, negli ultimi tempi, si sono aggiudicate l´incarico per le forniture in alcuni ospedali pugliesi. Il sospetto è che le procedure non siano state corrette, che i fratelli Tarantini siano stati favoriti. Un´ipotesi investigativa che si intreccia alle altre, già formulate nel fascicolo. Come quella sul gioco d´azzardo.
In alcuni casi le feste o le cene, organizzate dai Tarantini, si sarebbero concluse sul tavolo verde, con partite a poker nelle quali gli ospiti dell´imprenditore avevano puntato molti soldi, spesso pagando con assegni. Una volta la posta è stata di quindici mila euro.