Il premier: «Avanti con le riforme»
ROMA — L'Onda cercherà di crescere fino a diventare, se non uno tsunami, almeno una marea. Nelle scuole e nelle Università si apre la settimana decisiva delle contestazioni. Un programma denso di occupazioni, sit-in, agitazioni, lezioni in piazza che, secondo gli organizzatori, mira a fermare l'approvazione (dopodomani) al Senato del decreto Gelmini: «Dopo lo slittamento ottenuto il 23 ottobre — dicono — cercheremo ancora una volta di bloccare i lavori parlamentari».
Con forme clamorose di protesta: gli studenti romani intendono fare lezione al Colosseo. L'obiettivo finale, ha ribadito uno dei leader della Rete della Sapienza, Francesco Raparelli (protagonista anche della protesta «No Vat» contro la lezione d'apertura di papa Ratzinger), è il ritiro del decreto. Ma il premier Berlusconi ha ribadito che il governo non lo farà: «Andiamo avanti a governare e a fare cose di buon senso che sono nel programma, qualunque cosa dica Veltroni o qualcun altro nell'opposizione» ha detto commentando la richiesta avanzata dallo stesso leader del Pd al Circo Massimo. «Hanno usato strumentalmente la scuola — ha aggiunto —. Pensate all'Università, non abbiamo ancora fatto nulla e già ci hanno mosso critiche e mosso gli studenti nelle strade con una strumentalizzazione difficilmente definibile anche di bambini».
Per contrastare il voto del Senato, i Cobas hanno organizzato una manifestazione a piazza Navona mentre in tutt'Italia si accenderanno dei lumini con la scritta «Fermatevi». La protesta corre anche sul web. Un misterioso studente ha provocatoriamente messo in vendita su eBay, base d'asta un euro e 50, l'Università di Tor Vergata. Ma su siti internet e blog continua anche la raccolta di firme, di segno opposto, organizzata dai giovani del centrodestra a supporto della Gelmini: solo a Firenze, cinquemila. L'appuntamento clou è giovedì, con lo sciopero generale della scuola e il maxicorteo di docenti e studenti. «Una grande "ola" passerà per Roma nella più grande manifestazione che si ricordi» sostiene il leader della Flc-Cgil, Pantaleo. Per il leader radicale, Pannella, «la rivolta di professori e studenti è in realtà una rivolta contro la finanziaria di Tremonti, quella da otto minuti». Bonanni, della Cisl, invita il governo a «far parlare le famiglie». Per Di Pietro «si sono fregati la polpa, cioè otto miliardi di euro». Contro il decreto anche il Meic, che rappresenta i laureati dell'Azione cattolica: «I contenuti non sembrano essere il frutto di un chiaro e coerente disegno pedagogico ». E ne chiedono il ritiro.
Corriere della SeraM. Antonietta Calabrò 27 ottobre 2008
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