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lunedì 12 dicembre 2011

Imprenditore suicida a Padova:oberato dai debiti le banche chiedevano il rientro


L'uomo, 43enne si è tolto la vita con un colpo di pistola nel suo ufficio all'interno dell'azienda. Lo ha ritrovato un dipendente

Padova12 dic. (TMNews) - Ha lasciato un biglietto indirizzato alla famiglia con su scritto: "Scusate ma non ce la faccio più", poi ha puntato la pistola alla tempia e si è ucciso. Il suicida è un imprenditore, titolare della Eurostrade 90 snc di Peraga diVigonza(Padova). L'uomo, un 43enne, si è ucciso nel suo ufficio all'interno dell'azienda. Da quanto si è appreso, l'imprenditore era oberato dai debiti e negli ultimi mesi avrebbe tentato, inutilmente, di riscuotere 200 mila euro di crediti. Una situazione che era precipitata quando l'imprenditore, a causa della crisi, aveva messo in cassa integrazione sette dipendenti. Le pressanti richieste da parte delle banche di rientrare con i finanziamenti concessi, lo ha inevitabilmente gettato nell'angoscia e nello sconforto.

 Il 43enne lascia oltre alla moglie, anche due figli. E' stato proprio un dipendente a scoprire il corpo senza vita dell'uomo, inutili i soccorsi. Sul caso dell'imprenditore padovano è intervenuto con una nota il presidente del Veneto, Luca Zaia che ha sottolineato che, quella del 43enne è "un'altra morte che sconvolge, un altro forte richiamo al Paese". "Non conosco la vicenda personale dell'imprenditore padovano - ha proseguito Zaia - ma quello che è accaduto testimonia che la difficoltà di un'azienda qui nel Veneto viene spesso avvertita come un problema profondo, della stessa esistenza. Questo deve indurci a chiedere a noi tutti, alle istituzioni e alla politica, se stiamo dando le risposte giuste, non solo in termini di analisi meramente economica che pure sono ineludibili - ha concluso il governatore - ma anche umana".
http://notizie.virgilio.it/notizie/cronaca/2011/12_dicembre/12/imprenditore_suicida_a_padova_era_oberato_dai_debiti,32785732.html?pmk=rss

domenica 20 novembre 2011

Crisi, Le misure di austerità sono un imbroglio.Intervista a Eric Toussaint


www.rivoltaildebito.org
di Olivier le Bussy*
Per il politologo Eric Toussaint, le politiche attualmente condotte in Europa per ripianare i debiti pubblici servono innanzitutto agli interessi dei creditori privati. E colpiscono i diritti sociali e economici dei cittadini. Dottore in scienze politiche alle Università di Liegi e di Parigi VIII e presidente del ramo belga del Comitato per l'annullamento del debito del terzo mondo (CADTM), Eric Toussaint ha scritto e diretto, insieme al francese Damien Millet, un'opera intitolata "Il debito o la vita". Alla luce dell'esperienza della problematica del debito nei Paesi del Sud, gli autori compiono un'analisi critica delle politiche applicate al Nord, in particolare nell'eurozona.  

Secondo lei, l'eurozona, così come era concepita, era condannata a conoscere una tale crisi? La dracma, la peseta, l'escudo sono stati sopravvalutati rispetto alle altre monete, in particolare rispetto al marco tedesco, al momento della conversione in euro, dando un vantaggio competitivo a paesi come la Germania, l'Olanda, la Francia, il Belgio,... rispetto ai paesi della periferia. Inoltre non ci sono meccanismi di compensazione importanti per ridurre le assimetrie tra le economie europee. Infine le banche nazionali dei paesi dell'UE e la Banca centrale europea (BCE) non possono accordare crediti direttamente agli Stati (come può farlo invece la Federal Reserve degli Stati Uniti - NdR), lasciando così il monopolio alle banche private. Siamo arrivati al punto in cui la BCE ha prestato alle banche private a un tasso di interesse dell'1% fino ad aprile 2011. Le quali prestano a loro volta alla Grecia, al Portogallo e all'Irlanda al 4 o al 5 % per le obbligazioni da sei mesi a un anno. Questo funzionamento ha portato a delle derive terribili. La BCE presta a breve termine a degli istituti privati che a loro volta prestano a lungo termine sul mercato delle obbligazioni e si trovano confrontati, prima o poi, a problemi di liquidità. Questo porta, per esempio, ad un secondo salvataggio di Dexia da parte degli Stati francese e belga.