Tremonti, mai detto orribile o terribile riguardo la crisi
Anche Tremonti afferma di essere stato frainteso. Non ha mai detto che la crisi è terribile. Forse ha ragione, ha solo detto che il futuro sarà peggiore del presente. Ma in un momento in cui la maggior parte degli italiani è convinta di aver toccato il fondo, avere un ministro dell'economia che ti annuncia che la situazione peggiorerà, non può essere presa come una battuta con cui sganasciarsi dalle risate. Ma il governo è così, lancia un sasso e quando tutti i giornalisti lo hanno raccolto, dice "non sono stato io, la colpa è dei giornalisti". Forse anche la crisi sarà colpa dei giornalisti e, alla fine, saranno proprio loro a doverci pagare un assegno di disoccupazione per il danno che hanno arrecato all'economia con i loro falsi allarmismi.Anche Berlusconi oggi si duole perchè la tv di stato è pessimista e antigovernativa:"“Il calo delle delle Borse è dovuto a una manciata di azioni. Considero dannoso che i media continuino a presentare la crisi come qualcosa di tragico e definitivo. E’ una crisi pesante, ma il termine tragico è esagerato”.
Infatti per quelli come lui la crisi non esiste. Lo abbiamo visto nelle interviste di Ballarò,
D: "Lei avverte la crisi?"
R:"Sì, quest'anno non mi sono ricomprato gli sci"
D:"Perchè , ne comprava un paio nuovi all'anno?"
R:"sì".
Tremonti: "Votare sinistra significa volere il ritorno dell'Ici" Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ha invece contestato le affermazioni dell’opposizione sulle scelte fatte dal governo. E proprio a proposito dell’Ici ha sottolineato: "Chi voterà alle prossime elezioni la sinistra vuole rimettere l’Ici". "E' il momento di contrastare la comunicazione che fa la sinistra - ha proseguito il titolare di via XX Settembre - la sinistra parlava di miracolo. Chi aveva ragione? Chi parlava di crisi o chi parlava di miracolo?". Tremonti ha, quindi, ricordato che il governo ha "evitato al Paese e ai cittadini di andare a fondo come invece sarebbe accaduto con la sinistra". "Ci è stato detto: avete sbagliato sull’Ici e poi ci dicono che dovevamo ridurre le tasse al ceto medio. Più ceto medio dell’Ici? Sappia chi voterà la sinistra che così vuole rimettere l’Ici".
Tremonti, mai detto orribile o terribile riguardo la crisi
(Teleborsa) - Roma, 6 mar - "Non ho mai usato le parole orribile e terribile" per definire la situazione economica del Paese nel 2009. Così Tremonti mette fine al vespaio sollevato dalla stampa, che stamattina titolava così le prime pagine delle principali testate nazionali.
Tremonti, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi, ha aggiunto che questa campagna di "disinformazione" fa male al Paese più che al Governo.
Berlusconi: Rai troppo pessimista e anti-governativa
06/03/2009 16:45
Nella conferenza stampa che ha segnato il termine del Consiglio dei ministri di oggi, Silvio Berlusconi torna ad attaccare i media, e in particolare modo la Rai.
La categoria dei giornalisti, da sempre bersaglio prediletto del Presidente del Consiglio, sarebbe colpevole di alimentare la sfiducia degli italiani in questo difficile periodo di crisi economica, predicendo un futuro dai toni foschi senza ragione: “La crisi esiste - dice Berlusconi - ma è vissuta sui media in maniera più drammatica di quella che è”.
La dissertazione a tutto campo su mercato e mezzi d’informazione prosegue poi tra analisi di borsa e questioni linguistiche: “Il calo delle delle Borse è dovuto a una manciata di azioni. Considero dannoso che i media continuino a presentare la crisi come qualcosa di tragico e definitivo. E’ una crisi pesante, ma il termine tragico è esagerato”.
Berlusconi chiede, insomma, una mano ai mezzi d’informazione, tv o giornali che siano, “un minimo di benevolenza verso gli interessi di tutti”.
Immancabile lo scossone dato alla Rai, istituzione in crisi da anni e negli ultimi mesi quasi allo sbando, colpevole, secondo il proprietario di Mediaset, di ripetuti attacchi al governo: “E’ l’unica tv di Stato che attacca il governo in carica”.
Gli spunti proposti dalla conferenza stampa sono innumerevoli: si potrebbero presentare numeri, bilanci d’aziende sull’orlo del fallimento, i piani di ristrutturazione e licenziamenti che ormai colpiscono qualunque categoria (persino il lusso). Si potrebbe parlare della perdita del potere d’acquisto e delle difficoltà conclamate degli istituti di credito. Colossi industriali che scricchiolano e mondo editoriale allo stremo. Ma in questo caso l’argomento specifico sono i media e il loro ruolo.
Suona quantomeno buffo dare per scontato che i mezzi di comunicazione debbano fare da di cassa risonanza per le veline governative, rabbonendo lettori e telespettatori in un opera di pubblico convincimento dell’irreale.
E’ pericoloso, oltre che buffo, perché nell’imperfetto sistema democratico, la stampa ha storicamente ricoperto il ruolo di bilancia dell’opinione. Diversamente sarebbe dittatura.
Fa uno strano effetto vedere il proprietario (ombra ma non troppo) di tre canali televisivi e un quotidiano nazionale (senza contare le testate di supporto e il magazine più venduto d’Italia - Sorrisi e Canzoni Tv) chiedere l’aiuto dei media e rilanciarsi nell’annosa e intricata polemica con la televisione di Stato (che, per altro, ha una lunga storia di influenze e spartizioni politiche), paragonandola ad altre pari ruolo europee, in maniera spiccia.
Non si tratta di schierarsi a favore o contro l’attuale stato dell’informazione dello Stivale, quanto di abboccare o meno a un (mediocre) trucco di prestidigitazione, appunto, mediatica: il gioco del detto e contraddetto, della ragione urlata e populista, della confusione cercata, in cui vale tutto e quindi niente ha valore.
Probabilmente, quel che manca davvero (e che certo ai media andrebbe richiesto) sono consapevolezza del contesto e una minima onestà intellettuale: oggi il sito di The Guardian dedica il titolo principale all’incredibile tasso di disoccupazione negli Stati Uniti (mai così alto dal 1983); Bbc dedica un servizio alla variopinta protesta contro il segretario all’economia del governo britannico (oggi), Mandelson, e ha definito fiacco il discorso del Premier Brown sull’eccessivo pessimismo in tempo di crisi (il 26 gennaio scorso, ma forse dalle parti di Palazzo Chigi il satellite è disturbato); il New York Times apre con un numero inquietante: 651 mila posti di lavoro persi oltreoceano in febbraio.
Intanto, il Ministro dell’economia Tremonti, che affianca Berlusconi in sede di conferenza stampa, dice di non aver mai definito il 2009 “anno orribile”, come invece hanno riportato ieri la Repubblica, Panorama, Milano Finanza e un numero imprecisato di giornali e agenzie di stampa.
http://quomedia.diesis.it/news/16747/berlusconi-rai-troppo-pessimista-e-anti-governativa
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