Berlusconi chiede a Bondi 3 statue romane per le sue stanze a Palazzo Chigi
«Sarebbe sbagliato smembrare collezioni archeologiche pubbliche per soddisfare vezzi napoleonici»
ROMA - Silvio Berlusconi «ha chiesto al ministero dei Beni Culturali di autorizzare il trasferimento di quattro statue romane dal Museo delle Terme di Diocleziano a Palazzo Chigi». È la capogruppo Pd in commissione Cultura alla Camera, Manuela Ghizzoni, ad affermarlo nella nota in cui spiega che si tratta di «statue di alto valore artistico, attualmente non esposte al pubblico per una cronica carenza di fondi che, anche a seguito del taglio contenuto nell'ultima manovra Finanziaria, non consente la riapertura degli spazi espositivi che ospitarono il primo Museo nazionale di Roma, dopo l'unità d'Italia».
La capogruppo Pd in commissione Cultura alla Camera, Manuela Ghizzoni (dal web)«VEZZI NAPOLEONICI» - «Precludere al pubblico la fruizione di queste opere d'arte e usarle per il decoro degli spazi privati del presidente del Consiglio - prosegue - appare una scelta profondamente sbagliata, così come errata sarebbe la decisione di smembrare collezioni archeologiche pubbliche per di più per soddisfare richieste che ricordano vezzi napoleonici». «Per questo - conclude - abbiamo presentato una interrogazione al ministro Bondi per fare luce sulla vicenda e chiedere l'apertura al pubblico degli spazi espositivi delle terme di Diocleziano di Roma».
ZAZZERA (IDV) - «Dopo aver chiesto il trasferimento a Palazzo Chigi di quattro straordinarie statue dal Museo delle Terme di Diocleziano, quanto dovremo attendere prima che il cesarismo di Berlusconi tracimi del tutto e pensi di trasferire il Colosseo ad Arcore? Oppure di costruire un arco di trionfo nella sua residenza?». Lo afferma il capogruppo dell'Italia dei Valori in commissione Cultura Pierfelice Zazzera. «Questa richiesta - aggiunge Zazzera - rivela quale sia la considerazione del governo per il patrimonio storico e culturale del nostro Paese. Una risorsa enorme da tutelare e valorizzare, non da ridurre a orpello del potere».
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SOPRINTENDENZA - La conferma del prestito di tre, e non quattro, delle statue romane che dal Museo delle Terme andranno a Palazzo Chigi arriva dal soprintendente all'archeologia di Roma Angelo Bottini, che ha dato l'ok alla richiesta arrivata dal premier Berlusconi. «Ma non vedo lo scandalo - sottolinea Bottini - sono opere che non erano esposte al pubblico e che non avrebbero potuto esserlo per molto tempo. Quella dei prestiti allo Stato e alle Istituzioni è una prassi consolidata e frequentissima. Come oggi vengono prestate a questo governo avrebbero potuto esserlo al precedente, non c'è nessuna valenza politica, c'è una valenza istituzionale». Il soprintendente precisa che la più importante (il grande gruppo marmoreo con Venere e Marte di età antonina) sarà collocata alla sommità dello scalone d'onore del Palazzo che ospita la presidenza del consiglio, così da accogliere gli ospiti d'onore, mentre altre due andranno nello studio del premier. Il fatto che le tre statue non fossero nei depositi bensì in alcune sale del Museo delle Terme, «non vuol dire nulla», sottolinea il soprintendente Angelo Bottini, «perchè quelle sale erano chiuse e lo saranno ancora per qualche anno per motivi di restauro». Tra l'altro, precisa, «non si tratta nemmeno di opere frequentemente richieste in visione dagli studiosi». L'atto di consegna non è stato ancora formalizzato, ma è stato stabilito che il prestito durerà «fino alla fine naturale della legislatura». Bottini conferma che a Palazzo Chigi ci sono molte opere in prestito da musei e gallerie. «Anche le soprintendenze archeologiche prestano e non da oggi - dice - a Roma abbiamo appena prestato alla Corte dei Conti, ma in tutta Italia e da sempre le soprintendenze prestano alle istituzioni, dai ministeri alle questure, la polizia, anche l'università ». Ci sono regole di conservazione da rispettare, ma i marmi sono meno delicati dei dipinti e «la presidenza del consiglio in particolare ci dà una buona garanzia di attenzione».
corriere della sera 13 marzo 2009(ultima modifica: 14 marzo 2009)
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