sabato 8 novembre 2008

Pavia, asili comunali: rette in vista dopo i tagli

Caro direttore, siamo partiti dai grembiulini e dal voto in condotta ed eccoci al taglio degli orari nelle scuole materne comunali o, in alternativa, all’introduzione di una retta che i genitori dovranno pagare.Non solo. All’orizzonte ci sono tagli per i nidi che, a fronte di una maggiore necessità di mamme e papà che lavorano, non riusciranno ad aumentare i posti disponibili. E poi ci chiedono di fare più figli. Per mandarli nelle scuole private, naturalmente, dove, pagando profumatamente, avremo certo il necessario supporto.Sono una giovane futura mamma. Mio figlio nascerà tra quattro mesi. Non ho i genitori vicini, né i miei suoceri. Sia io che mio marito abbiamo un lavoro precario, anche se entrambi laureati a pieni voti. Qualcuno ci dice che siamo temerari, se non addirittura pazzi a volere una famiglia vera, come si faceva una volta. Forse ha ragione chi ci guarda e scuote il capo. Ma io penso che quando ci sono meno soldi è il momento di darsi da fare per farsi venire delle idee. Le difficoltà possono aiutare a far lavorare la fantasia. Mio marito ed io ci proviamo.Anna I. via email Cara Anna, prima di tutto auguri per il bambino che arriverà. E’ vero, sarà in scarsa compagnia, come solo pochi giorni fa ci spiegava una ricerca dalla quale si evinceva che Pavia è la provincia lombarda che ha il minor numero di nascite. Per forza, ci dice lei.Proprio ieri leggevo che a Lodi si è concluso un primo periodo di due anni in cui il Comune è riuscito a mandare baby sitter gratuite a casa di famiglie con orari difficili. Piccoli numeri. Ma segnali. Alcune decine di famiglie aiutate con una spesa di 21mila euro all’anno finanziati per tre quarti dalla Regione Lombardia, attraverso l’Asl. E’ un esperimento che - abbiamo saputo giusto ieri - dovrebbe partire anche a Pavia città. Quando? Non si sa ancora. Perché la Regione dà i finanziamenti e il Comune li starebbe cercando per fare la sua parte.Ben più pesante e ben più di impatto è la questione materne e nidi, un settore nel quale in anni passati Pavia ha saputo e potuto forse fare di più. Oggi - ci dicono a palazzo Mezzabarba - dallo Stato si annunciano tempi ben più difficili. Così, con buona pace dell’ex ministro dell’Istruzione Letizia Moratti che le aveva volute, spariranno - a seguito degli interventi dell’attuale ministro Gelmini - le classi di materne per bambini tra i 2 e i 3 anni (i “morattini“ appunto).Sul resto però, sui servizi da dare sia nei nidi che nelle materne 3-6 anni, il Comune non può rassegnarsi a rigidi conti della spesa. Il servizio alle famiglie che nascono e che dovrebbero crescere non può essere un freddo capitolo di bilancio. Merita ben altri approfondimenti e impegni. Il conto non può essere presentato semplicemente ai genitori. Forse insieme ai genitori è possibile farsi venire qualche buona idea.p.fiorani@laprovincia pavese.it 10 novembre 2008

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