martedì 17 gennaio 2012

NAUFRAGIO CONCORDIA, DISPERSI: SONO 40 NELLA LISTA SEGRETA


Tragedia infinita; sono ancora quaranta le persone che risultano disperse: un dramma ulteriore per le famiglie che stanno raggiungendo da tutto il mondo l’isola del Giglio per ottenere informazioni sui loro cari.
Nascosta per giorni, è bufera. Ieri un corpo recuperato e un altro avvistato: i morti accertati salgono a 7
GRAZIA LONGO
inviata a grosseto
Se finora ci siamo arrovellati sul perché il comandante della nave affondata di fronte all'isola del Giglio non abbia lanciato in tempo l'allarme, oggi abbiamo un altro inquietante interrogativo.

Perché la Costa Crociere ha fornito un elenco incompleto dei dispersi? Il comunicato ufficiale della compagnia indica 16 persone scomparse.

Non è così. Non è questa la verità. La lista in mano all'unità di crisi coordinata dal prefetto Giuseppe Linardi contiene quaranta nomi. Avete letto bene: quaranta, di cui dieci sono italiani. E la Procura guidata da Francesco Verusio sta indagando sui dati forniti dalla Costa.


E allora perché i numeri diffusi sono molto più bassi? Per non creare allarmismi? La domanda sfiora il paradosso e l'assurdo. Quasi quanto è difficile comprendere che cosa si nasconda veramente dietro il comportamento del comandante Francesco Schettino, in carcere con l'accusa di omicidio colposo plurimo, disastro colposo e abbandono della nave.


Quaranta dispersi, dunque, e sette vittime accertate. La sesta è stata recuperata ieri pomeriggio nonostante fosse stata individuata la mattina alle 2 - a causa di problemi tecnici prima e di mare mosso poi. Un settimo cadavere è stato però notato dai sommozzatori che non sono tuttavia, per ora, riusciti ad avvicinarsi.

Ma torniamo alla lista di quelli che mancano all'appello, di coloro che vengono definiti «reclamati». Nel senso che per ciascuno di loro c'è qualcuno - un parente, un amico - che da sabato mattina sta impazzendo di dolore e di ansia per avere notizie.

Eccoli dunque i dieci reclamati nostri connazionali. C'è il giovane papà di Rimini, William Arlotti e la sua bimba di 5 anni Diana. Si erano concessi la vacanza nel Mediterraneo insieme alla fidanzata di William, sopravvissuta ma distrutta dalla loro scomparsa. C'è la sposa trentaduenne di Biella Maria D'Introno, bella come il sole, inghiottita nel buio dell'oblio. Era in viaggio con il marito Vincenzo, i cognati e i suoceri per festeggiare le loro nozze d'argento. Ci sono le due amiche siciliane, Maria Treccarichi e Luisa Virzì - di 50 e 49 anni - salite su una scialuppa ma mai sbarcate. Lo ha raccontato Stefania, la figlia di Maria, in crociera insieme al fidanzato. C'è Giuseppe Girolamo, batterista di Alberobello diplomato al Conservatorio che da un mese lavorava nel gruppo di animazione della Costa.

E poi ci sono altri sogni, altre speranze, altre cinque donne di cui non siamo in grado di precisare la provenienza geografica, per colpa di quel comunicato ufficiale incompleto e contraddittorio. Stiamo parlando di: Giuseppina Belperio, Laura Farese, Laura Moda, Maria Giuseppina Zinini.

Per tutti e dieci, ore e ore - quasi quattro giorni - di mistero. Che fine hanno fatto? Sono ancora vivi? Per chi li ama il tempo s'è fermato a quella maledetta notte - venerdì scorso - in cui il gigante del mare si è trasformato in una trappola di morte. Gli alberghi di Orbetello, Porto Santo Stefano, Grosseto sono ormai divenuti la casa di parenti e amici di questi dieci fantasmi.

Non mancano, ovviamente, anche i familiari dei dispersi stranieri. A parte l'elenco della prefettura, basta farsi due conti sui numeri segnalati da alcune nazioni oltre confine. Dalla Germania, per esempio, è partito l'appello alla ricerca di 11 passeggeri tedeschi. Dagli Stati Uniti confermano l'assenza di 2 cittadini americani. E tra i membri dell'equipaggio non individuati c'è un indiano. Kevin Rebello - fratello del cameriere della Costa Concordia, Russel, di 33 anni, svanito nel nulla - è arrivato da Milano per avere informazioni dirette. Per «reclamare» Russel, sposato, padre di un bimbo di 3 anni, che è stato notato da molti colleghi mentre aiutava i passeggeri a gonfiare il giubbotto salvagente e a salire sulle scialuppe. «Per lui però non c'era posto - spiega il fratello Kevin -.

 Così almeno mi ha raccontato un suo collega che era accanto a lui quando si sono tuffati tra le onde perché non avevano trovato una sistemazione sulle scialuppe. Solo che l'amico si è salvato, mentre di Russel, che non nuota molto bene, non si sa più nulla. E io ho paura che sia morto». Ora: se è possibile che tra i trenta stranieri qualcuno possa essere stato depennato nella notte o nelle prime ore di oggi - perché si trattava di passeggeri che si sono allontanati - può valere la stessa cosa per gli italiani? I loro familiari sono a stretto contatto come le forze dell'ordine. Difficile immaginare che stiano zitti di fronte alla gioia di aver scoperto che il loro caro è vivo. Mai dire mai, è ovvio.

Ma c'è un ma. Ieri sera l'elenco ufficiale della Costa Crociere fissava i numeri a 6 vittime e 16 dispersi. Basterebbero già i 10 italiani, l'indiano, i 2 americani e gli 11 tedeschi a provare che il dato degli scomparsi è più alto. E comunque, le identità quantificate - fino ieri dalla prefettura di Grosseto sono 40. Oggi, lo ribadiamo, potrebbero essere un po' meno se da qualche angolo del mondo fosse nel frattempo arrivata la lieta notizia di qualche sopravvissuto distratto, insofferente alle identificazioni di massa o pigro nel comunicare la sua condizione di «vivo».

I conti, insomma, non tornano. E sinceramente non torna neanche la reticenza della Costa Crociere a offrire informazioni precise. Perché parliamo di numeri, ma non abbiamo a che fare con dei numeri. Stiamo parlando di persone vere. Di veri sentimenti, emozioni, paure. Di vite umane che hanno tutto il diritto a non essere trasformate nel «giallo dei numeri». Non ce n'è proprio bisogno.
17/01/2012 - IL BILANCIO
fonte: http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/438583/

1 commento:

Anonimo ha detto...

il problema fondamentale è che se non ci fosse stato uno schettino al comando la tragedia non ci sarebbe stata e quindi non avremmo avuto morti, famiglie distrutte e sopravissuti con grossi problemi psicologigici e altro. cwerto c'è la presunzione di innocenza e la corresponsabilità ma schettino era SENZA DIVISA NELLA SCIALUPPA mentre passeggeri ed equipaggio lottavano contro la moprte. E QUESTO è SCANDALOSO quindi prima di essere solidali con certi personaggi e di condividere il "SUO" DRAMMA UMANO pensate a quanti non hanno neanche un corpo su cui piangere per la irresponsabilità, disumanità, superfuicialità, inadeguatezza al compito e soprauttto mancanza assoluta di senso del dovere. resto anonimo per somigliarvi nella codardia