domenica 31 ottobre 2010

MATRIMONIO D'INFERNO, LEI: MI DAVA IL VOTO PER I LAVORI DOMESTICI

L'imposizione del marito geloso "Scrivi sul diario tutto ciò che fai"

Undici anni di matrimonio infernali tra insulti, scenate e divieti. Un calvario emerso in tribunale. L'uomo geloso in modo patologico pretendeva che la donna lo aggiornasse minuziosamente su tutto quello che faceva durante il giorno.  "Mi dava anche il voto per i lavori domestici..."

SARAH MARTINENGHI
Undici anni di matrimonio: undici anni di inferno. Controllata peggio che in carcere, costretta a subire il giudizio severo di un marito diffidente, le sue minacce, le sue continue violenze e scenate. Era un coniuge talmente geloso al punto che la obbligava a tenere un diario per aggiornarlo su tutto quello che faceva durante la giornata, e la sera poi lui le dava i voti, come a scuola, su come avesse portato a termine le faccende domestiche. Un calvario che è emerso in un'aula del tribunale, dove si discute il processo nei confronti di un torinese, Roberto F., 42 anni, agente di commercio, accusato dal pm Livia Locci di maltrattamenti, molestie, violenza privata.

Si erano uniti in matrimonio nel 1998, e da subito il rapporto non era stato dei più semplici. La moglie, che lavora in banca, all'inizio credeva che un po' di gelosia da parte del marito fosse un segno di amore nei suoi confronti. Roberto era sempre in giro per lavoro e così voleva sapere cosa facesse durante le sue giornate. Ma dopo poco l'insicurezza dell'uomo prese a diventare patologica. Ogni tanto la controllava a sorpresa, le mandava messaggini per sapere perché si trovasse in un posto e non in un altro. E allora fioccavano gli insulti, specie per le origini del sud della donna, alimentate da una forte ostilità mostrata dal marito nei confronti dei suoceri. Non voleva che lei incontrasse il padre, se doveva telefonare alla madre doveva chiedergli il permesso, ma una volta soltanto al giorno.


Ben presto il marito cominciò a pretendere che la donna tenesse un diario: un'agenda in cui ora per ora, giorno per giorno doveva segnare tutto ciò che faceva. "Ore nove: sono andata in banca. Ore 13: pausa pranzo a casa. Ore 17: esco dal lavoro, vado da mia sorella" e così via. A casa poi le torture psicologiche continuavano, lui appendeva biglietti nelle stanze per ricordarle cosa fare: lavare i piatti, stirare le camicie, pulire il pavimento, e così via. E quando rientrava la sera arrivavano i giudizi, con tanto di pagella finale. "È stato terribile" ha detto in aula la donna, assistita dall'avvocato Enrica Goffi.

Dal matrimonio era nata anche una figlia e le scenate di gelosia, secondo l'accusa, non si fermavano neanche di fronte alla bambina. Se qualcosa non andava, lui si svegliava alle due di notte, urlava, strepitava, e costringeva la donna a restare sveglia sino all'alba. Nel 2009 lei aveva trovato il coraggio di chiedere la separazione; l'uomo a quel punto aveva cominciato a mandarle messaggi ed e-mail minacciose, chiedendole di tornare e costringendola a leggere le sue missive altrimenti non le avrebbe più fatto vedere la figlia. Il processo è fissato per oggi: il giudice Gianetti e il vpo (il viceprocuratore onorario che sostituisce il pm in udienza) Manuela Bellini ascolteranno i vicini di casa come testimoni di una difficilissima vita di coppia.

(LA REPUBBLICA 26 ottobre 2010)

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